Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: Vampire Berry    29/01/2009    3 recensioni
Appoggiasti le tue dita lunghe, lunghissime, sulla tastiera bianca e nera di un bellissimo pianoforte.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Appoggiasti le tue dita lunghe, lunghissime, sulla tastiera bianca e nera di un bellissimo pianoforte.

Chiudesti gli occhi [sembrava che stessi sognando].

Quelle tue dita così pallide cominciarono a piroettare sui tasti con maestria e un pizzico di follia, a girovagare alla ricerca di nuove sinfonie.

E fu così che nacqui io.

Mi mettesti al mondo e mi amavi così tanto che trascorrevi tutto il giorno a suonarmi, ad aggiungere, togliere, migliorare qualcosa di me.

Mi plasmavi affinché fossi perfetta.

E difatti lo ero.

Ero dolce, pacata, sussurravo alle coscienze che cominciavano a vibrare sotto il mio tocco.
Eppure ero vigorosa e risoluta, inaspettata ed apprezzata.

E tu stringevi al petto lo spartito, la mia casa, e baciavi tutte le note che s'intrecciavano mentre ti sorridevo. Eri felice che fossi così bella.

Tutti me lo dicevano. E mi meravigliavo di essere proprio io quella sinfonia che scuoteva intere platee. E tu me lo dicevi sempre.

Sei splendida, amor mio.

Anch'io ti amavo, sai? Con quello sguardo perso mentre mi contemplavi, mentre ti perdevi in luoghi che solo tu conoscevi.

Avrei voluto conoscerli anch'io.

Avrei voluto sapere cosa celassero quei tuoi strani sorrisi un po' obliqui mentre mi rileggevi con un'espressione di piena soddisfazione.

Ma non ebbi mai l'occasione di domandartelo.

Era una sera senza luna e senza stelle. E ancora una volta mi avevi esibita di fronte ad una platea che continuava ad acclamarmi. Mi sentivo così bene nel vederli estasiati per me.

Tornammo a casa, e tu, come sempre, ti mettesti seduto di fronte al tuo pianoforte lucido e nero.
Mi guardasti, mi sorridesti e cominciasti a suonare.

Mi aspettavo di sentirmi nominare infinite volte, di ascoltare le note che componevano il mio animo.

E invece, cosa accadde?

Tu creasti un'altra sinfonia; e lei era così bella, molto più aggressiva e penetrante di me.
Lei brillava e ti affascinava in maniera inspiegabile.

E mentre lei volteggiava attorno a te, ti ammaliava e ti rapiva, io cominciai a sbiadire.

Sul tuo spartito io e le note che mi componevano cominciammo a diventare sempre più pallide.

Da nero, a grigio, a bianco.

Sullo spartito non rimase che il mio nome.

Sinfonia di Venere.

Stavo sfumando nel nulla, ma riuscii a percepire le tue dita lunghe, lunghissime, che mi accartocciavano.


  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: Vampire Berry