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Autore: Susy07    13/08/2015    6 recensioni
Il primo amore non si scorda mai, e Grace questo lo sa.
Da quando Jason l'ha tradita e lei si è decisa a lasciarlo, ha, piano piano, imparato a condividere con il suo dolore. La mancanza di quella figura così importante nella sua vita, ha lasciato una profonda cicatrice sulla sua anima, che fatica a rigenerarsi.
Grace, ormai matura e lasciatasi alle spalle la storia con il suo ex amore, crede di essere finalmente guarita da quella che per lei era quasi un'ossessione, ma, quando rincontrerà Jason, tutte le sue certezze vacilleranno.
Cosa deciderà di fare Grace? Si lascerà trascinare nuovamente da quella passione che Jason è in grado di farle provare, o il suo orgoglio le impedirà di soffrire nuovamente per una persona che non la merita?
Si dice che nessuno sia in grado di guarire una ferita sul cuore, tranne che la persona che l'ha causata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Note dell’autrice…


Ma buongiorno, miei principi e principesse! Come va? Ebbene, eccomi qui con un’altra OS ( sì, ormai non scrivo altro).
Stavolta, a differenza di molte altre, sono partita praticamente dal nulla, senza un’idea ben precisa. 
Ho semplicemente iniziato a scrivere e ciò che è uscito, probabilmente, non piacerà a nessuno, ma ho voluto postare comunque questa storiella, anche perché mi sembrava ingiusto lasciarli lì, ad ammuffire. 
Se vi piacerà, ne sarò lieta. Spero comunque di ricevere una recensione, per farmi sapere che cosa ne pensate. 
Aspetto di sentirvi, ci leggiamo prossimamente, un bacione
la vostra Susy. 

Il peso dei ricordi. 



Guardo il movimento della chioma degli alberi, spostata dal leggero vento di inizio estate e già mi immagino sotto l’ombrellone, con un bel bicchiere fresco tra le mani, che mi perdo ad osservare il mare che, con le sue onde, s’infrange sugli scogli. 
Ripenso all’estate di due anni fa, che oserei dire essere stata la migliore della mia vita. Mai mi sono divertita come allora, mai sono stata posseduta da una sensazione così gratificante come la felicità. 
E la mia felicità consisteva in Jason. Lui aveva un ascendente incredibile su di me, qualsiasi cosa facesse sapeva che lo avrei perdonato, che sarei stata ad aspettarlo come una cretina, convinta in ciò che pensavo fosse amore. Ma dopo tanto tempo, trascorso a lottare da sola come se fossi in due, ho ceduto ed ho detto ‘basta’. 
Mi volto verso la mia stanza e sorrido, ripensando a quello che è stato il periodo più bello della mia esistenza. Ricordo la gioia nei miei occhi ed in quelli di Jason, la felicità nel sorriso così immenso di Rose, la mia ormai ex-migliore amica, che mi ha sempre trattata come se fossi sua sorella. Poi, però, il dolore torna prepotente a macchiare il mio sorriso e mi ripeto che non devo pensare a loro, a quei gemelli che mi hanno dato tanto, per poi strapparmi via tutto.
Sono rimasta da sola, completamente isolata dal resto del mondo, troppo triste ed addolorata per farmi amici nuovi, troppo insoddisfatta per accettare le mie condizioni. Eppure, nonostante credessi che sarei morta, sono andata avanti, fino a quando un giorno mi sono svegliata, proprio qui, accorgendomi di stare riuscendo, pian pian, a dimenticare. 
Con ‘dimenticare’ non intendo cancellare, bensì ricordare ma senza dolore, senza rancore. Mi sono accorta di aver mutato ciò che prima era sofferenza in memoria ed adesso, nonostante qualche volta sia ancora triste per quegli avvenimenti, posso dire con certezza che sono riuscita a ricominciare. 
Esco dalla mia stanza, arrivo in cucina e dò un bacio a mia madre, per salutarla e per farle capire che sto uscendo. Lei, come sempre, mi risponde con un sorriso ed un cenno del capo, come suo silenzioso consenso. 
Una volta raggiunta la gelateria, mi accomodo ad uno dei tavolini fuori dal negozio ed aspetto Alice, che vedo arrivare poco dopo. 
Alice è stata un po’ la mia ancora di salvezza, nel periodo dopo la separazione con Jason. Lei c’era sempre, bastava chiamarla e correva da me, per aiutarmi e farmi sfogare. E’ stato anche per lei che ho avuto la forza di rialzarmi, perché sapevo che anche lei stava male, nel vedere le mie condizioni.
Alice è molto bella, fisicamente. Ha dei magnifici occhi incantatori e delle labbra rosse come il fuoco, mentre il resto della pelle è bianca come il latte. E’ una sorta di Biancaneve moderna, con i capelli lunghissimi neri come la pece. Appena mi vede alza la mano in segno di saluto e mi raggiunge, stampandomi un bacio sulla guancia. 
“Ciao tesoro” mi dice, sfoderando i suoi bianchissimi e fin troppo dritti denti, in un sorriso. 
“Ciao anche a te. Che hai oggi? Mi sembri particolarmente felice” 
“Nulla, mi sono solo svegliata dalla parte giusta del letto” spiega, facendo spallucce. Annuisco semplicemente e lei si accomoda al tavolino. 
Mezz’ora dopo, sono ancora qui che ascolto Alice, intenta a raccontarmi di come lei e Sarah abbiano avuto una discussione molto accentuata, che aveva come oggetto Tobias. 
“No, ma ti rendi conto?” domanda, indignata “Quella brutta zoccola vuole portarmelo via. Oh, ma non ci riuscirà! Lotterò con tutte le mie forze, è una promessa”
“Sono sincera” le rispondo “Non vi capisco. Litigate per uno che non vi degna nemmeno di uno sguardo” lei sorseggia la sua Coca Cola, con uno strano sorrisetto stampato sul viso. 
“Alice, che c’è?” le chiedo, iniziando a diventare veramente curiosa. 
“Mi ha chiesto di uscire” esclama, emozionandosi. La guardo, mentre gli occhi si illuminano e le guance si imporporano e penso che sia davvero bellissima, ma non solo fisicamente. No, Alice è bella dentro, non solo fuori.
“Grace…” all’improvviso un velo di preoccupazione ricopre i suoi occhi, mentre la voce si fa più bassa e triste.
“Ora, come reagiresti se ti dicessi che proprio dietro di noi, a circa quattro metri, c’è Jason?” il solo nome mi crea un groppo alla gola. Jason. L’ultima volta in cui l’ho visto, è stata quella che ha messo la parola “fine” alla nostra relazione. 


Inizio flashback…


Li guardo da lontano, cercando di capire di chi si possa trattare. 
“Alice, andiamo, non mi sembra giusto spiarli!” esclamo, ridacchiando leggermente e tentando invano di far allontanare una delle mie migliori amiche che, ovviamente, imperterrita, non cede alle mie implorazioni. 
Lei ride, ammonendomi 
“Silenzio! Sto cercando di capire chi sia…” spiega, ovvia.
“Ma che t’importa?” le chiedo, ben sapendo che, in realtà, anche io sono follemente curiosa di sapere che in realtà sia il ragazzo che, in questo momento, sta baciando con così tanta passione Lucy, la sorellastra di Alice. 
“So che in realtà anche tu lo vuoi sapere, perciò stai zitta e proviamo ad avvicinarci” io annuisco, mordendomi il labbro nel vano tentativo di non scoppiare a ridere. 
Dopo due passi verso le loro figure avvinghiate, Alice mi blocca con il braccio e si volta 
“Forse è meglio andare” sussurra, ma nei suoi occhi leggo dispiacere e preoccupazione. 
“Non capisco, cosa c’è che non va?” le chiedo, non riuscendo a spiegarmi il motivo di tale agitazione. Lei cerca di sviare la mia domanda e di convincermi ad andarmene, ma questa sua reazione mi fa solo incuriosire di più.
“Non vuoi sapere chi è il ragazzo?” chiedo, cominciando a preoccuparmi. 
“So chi è, per questo preferisco lasciare perdere” punto i miei occhi nei suoi, cerco di capire, di leggere nella sua anima il motivo di questo suo improvviso cambio d’umore e una strana sensazione comincia a farsi largo nel mio stomaco. 
“Alice…” sussurro, mentre la voce mi trema “Chi è, lui?” lei abbassa il capo, spingendomi sempre più lontana da loro 
“Alice, dimmelo!” le ordino, ma lei, imperterrita, tenta di farmi spostare. Alla fine le afferro le spalle e la guardo, mi libero delle mie protezioni.
“Alice, ho bisogno di saperlo” le confido e lei smette di fare pressione per farmi spostare. China il capo, mentre dentro di me cominciano a farsi strada mille dubbi.
“L’hai visto in faccia?” e lei semplicemente annuisce. Ed allora capisco. 
Capisco che tutte le mie domande senza risposta, tutti i tarli che ogni giorno mi facevo, erano fondati. Era tutto vero, nonostante le sue rassicurazioni, in realtà ci avevo visto giusto. 
Oltrepasso Alice, che rimane ferma, che non tenta nemmeno di dissuadermi e mi dirigo a passo svelto verso di loro. Quando sono a pochi passi dalla loro figura, i miei occhi osservano ciò che a lungo hanno sperato di non vedere. 
Lui che la bacia.
Lui che mi tradisce. 
Lui che probabilmente neanche ci pensa più a me. 
“Jason…” sussurro, mentre un dolore dilaniante si propaga per tutto il petto. Il mio ragazzo, sentendosi chiamare, apre gli occhi e, quando mi vede, si allontana da Lucy, confusa. 
“Grace, io…” prova a dire, ma non gli dò l’occasione di parlare. Lo fisso gelida e con tutta la forza che ho gli dò uno schiaffo sulla guancia. All’improvviso mi sento più libera, come se avessi racchiuso tre mesi di domande, sofferenza e lacrime nascoste, in un solo, potente, gesto. Fatto ciò, mi volto, decisa ad andarmene per sempre, ma lui mi ferma 
“Ti prego, Grace, calmati” mi dice, tentando in tutti i modi di farmi ragionare. Alla fine, dopo aver tirato un lungo sospiro, lo fisso negli occhi ed attendo che finalmente apra bocca. 
“Io non volevo ferirti, te lo giuro, ma è stato più forte di me. Voglio solo che tu sappia che ti ho amata davvero, come non ho mai amato nessun altro” sussurra, sconvolto “Dimmi qualcosa, ti prego” di nuovo a pregarmi, sembra che non sappia fare altro. Cerco di trattenere le lacrime, di non far trasparir tutto il dolore che in questo momento provo.
“Sai, Jason” parlo, con una freddezza e una convinzione che non credevo di possedere “ Non starò qui ad urlarti contro, a minacciarti di ucciderti e nemmeno a dirti che ti pentirai e che tornerai da me, perché, per quanto mi faccia piacere l’idea di potermi sfogare, di poter dare aria a tutti i pensieri che in questo momento mi passano per la testa, preferisco stare zitta, perché le persone come te, che hanno fatto, faranno e che, addirittura, in questo momento stanno facendo ciò che hai commesso tu, non meritano nemmeno una risposta. 
Le persone come te, meritano il silenzio, perché il tempo che impiegherei nel dirti quanto, con questo tuo gesto, mi hai fatto male, sarebbe sprecato. E tu non sei abbastanza importante da farmi perdere tempo. Perciò ti saluto.”
E con queste ultime frasi chiudo un capitolo particolarmente significativo della mia vita. Me ne vado decisa, a testa alta, sapendo che potrei avere di meglio. Vado, con la consapevolezza che la sua mancanza mi distruggerà l’anima, ma con la convinzione di poter cambiare vita e soprattutto di poter trovare qualcuno cento volte migliore di lui. 


Fine flashback. 


Mi volto, e lo vedo. E’ sempre lui, con i suoi capelli sbarazzini, gli occhi intensi ed quel sorrisetto che mi ha sempre fatta innervosire. 
Poco dopo una ragazza lo raggiunge e gli stampa un bacio all’angolo della bocca. Lui non la tocca, rimane immobile, impassibile, mentre lei cerca in tutti modi di farlo reagire. 
Scuoto il capo, mentre la ragazza comincia a farmi addirittura pena. Sembra me, qualche anno fa, quando ancora credevo che Jason fosse in grado di donare amore. 
All’improvviso, in uno scatto durato all’incirca un secondo, il suo viso si volta verso il mio ed i nostri occhi s’incontrano. Sono io a chinare il capo ed a voltarmi, per tornare a guardare Alice. 
“Forse è meglio andare…” le sussurro e lei annuisce, ma ormai è troppo tardi.
“Grace” una parola, che mi fa gelare il sangue nelle vene. Prendo un profondo respiro, mi volto e sorriso. Sorrido a quello che è stato per tante volte il motivo della mia felicità, ma che si è trasformato nella causa della mia distruzione. Il mio carnefice. 
“Jason, ciao” dico, fingendomi indifferente alla sua vista. 
“Come stai?” mi chiede, guardandomi da capo a piedi. 
“Bene, anzi, benissimo. Tu?” 
“Bene” risponde solamente. “Ti va un caffè?” 
“Beh, mi piacerebbe, ma purtroppo devo andare, adesso. Sarà per un’altra volta” mento, constatando che, in realtà, non ho nulla da fare a casa, per il resto della giornata. 
“Quando?” mi chiede, e oserei dire di star leggendo della speranza nel suo sguardo. 
“Non mi presenti alla tua amica?” la ragazza di prima s’intromette nella conversazione e non posso non ringraziarla mentalmente.
“Ah, sì” lui sembra ricordarsi improvvisamente di lei “Elizabeth, lei è Grace.” dice, indicandomi. Le sorrido cordiale, me lei ricambio con uno sguardo di puro odio. Vorrei dirle che può anche abbassare la guardia, ma forse non è il caso. 
“Io andrei…” sussurro “No, dai, ti prego Grace. Fermati un attimo, parliamo un po’, in memoria dei vecchi tempi” mi implora. 
“Scusa” rispondo solamente, mi volto e me ne vado, tirandomi dietro Alice. Ma lei mi ferma.
“Che c’è?” le domando, pensando che si sia dimenticata qualcosa.
“Penso che dovresti parlarci” mi dice, sincera.
“E perché mai?” 
“Per riuscire a dimenticarlo definitivamente. Grace, è inutile che provi a mentirmi. Sappiamo entrambe che pensi ancora a lui, non sempre, ma non negare che qualche volta vorresti tornare indietro nel tempo” mi spiega. 
“Non posso farlo, Alice.” lei mi afferra per le spalle, decisa. 
“Sì, invece. Devi affrontarlo, adesso, per poter tornare ad essere finalmente felice”
“E se dovessi accorgermi di amarlo ancora?” le domando, cercando un modo per evitare una conversazione diretta con lui.
“Non è possibile, Grace. Perché tu sei cambiata, sei maturata, ora vuoi qualcosa di più. Meriti di meglio, e lo sai anche tu. Perciò parlaci, renditi conto del fatto che è rimasto esattamente com’era un tempo e dimenticalo. Vai avanti, e lascia che quel periodo della tua vita resti soltanto un bel ricordo della tua adolescenza.” annuisco, convinta dalle sue parole ed, al contrario suo, torno al tavolo di prima, dove lui sta litigando animatamente con Elizabeth. 
“Sei tornata…” sussurra. Si volta verso la ragazza, che mi guarda arrabbiata e le dice di andarsene. Assisto alla loro discussione, che si conclude quando lui le dice che non vuole avere niente a che fare con lei e che per lui è stato solo un gioco. In quel momento mi rendo conto che ciò che mi ha detto Alice è la realtà. Jason è esattamente com’era quando stava con me, non è cambiato di una virgola, ed io merito di più che essere trattata come lui adesso ha trattato Elizabeth. 
Ci accomodiamo al tavolo e lui mi sorride
“Mi sei mancata” mi viene quasi da ridere
“Non pensare che io sia qui perché ho intenzione di perdonarti per quello che mi hai fatto, Jason perché non è così” lui china il capo, spettinandosi i capelli
“Ti amavo veramente” 
“E allora perché mi hai tradita?” gli chiedo, cercando quelle risposte che non mi ha mai dato. 
“Ero un ragazzino Grace, lei era più grande e mi ha abbindolato” spiega, con il volto macchiato dal dolore.
“E per questo io dovrei perdonarti?” 
“No, non chiedo il tuo perdono, ma una seconda possibilità” dice, mentre fissa i suoi occhi nei miei. Lo sta facendo di nuovo, sa perfettamente che fatico a resistergli quando fa così, quando mi guarda con quello sguardo, ma devo farlo, perché il male che mi ha procurato lui, tradendomi, è molto più forte della mia voglia di perdonarlo.
“Perché dovrei dartela? Per farmi male di nuovo? Per poterti dare l’occasione di spezzarmi definitivamente il cuore?” gli domando, brusca. 
“No, Grace. Stavolta voglio darti tutto me stesso, voglio dimostrarti che merito di starti accanto. Sono cambiato, sono migliore adesso, potremmo essere felici insieme” scuoto il capo
“Mi dispiace, ma il treno passa una volta sola. Addio Jason” dico, alzandomi dalla sedia, ma lui mi afferra un polso.
“Il sentimento che provavamo era vero, non possiamo buttare tutto nel cesso per una mia bravata” punto il mio sguardo gelido nel suo
“Non farlo, Jason. Non provare a farmi cambiare idea. Tu sapevi che non ci sarei mai passata sopra, lo sapevi, eppure te ne sei fregato. L’unica cosa che sei bravo a fare è pensare a te stesso, le persone come te stanno bene da sole.”
“Non dirmi così, ti prego” scuoto il capo
“Mi avevi giurato che non mi avresti fatta soffrire, ma hai infranto il patto. Non puoi pretendere che io faccia finta di niente. Sei un bugiardo, un traditore che se non mi avesse incontrato per puro caso neanche si sarebbe ricordato di me. Ho capito come sei ed io una persona così non la voglio”
“Tu mi amavi, Grace?” mi chiede, stupendomi. 
“Come puoi chiedermi una cosa del genere? Come osi mettere in dubbio l’amore che provavo verso di te? Quante volte ho fatto finta di niente, Jason? Quante? Mi ha fatto più male che bene, ma nonostante ciò ti sono sempre stata vicino, accecata dall’amore che sentivo verso di te. E tu che hai fatto? Dimmelo, che hai fatto?” gli chiedo e lui rimane in silenzio. 
“Ecco, appunto. Non hai mai fatto niente per me, mi hai sempre e solo ferita ed usata. Tu non mi meriti.” e me ne vado, di nuovo, consapevole del fatto che ciò che ho detto è la verità. Me ne vado, pronta per dimenticarlo e stavolta sono sicura di farcela, perché, a differenza della prima, sento che Jason non è veramente ciò che voglio. Non ho bisogno di lui, ma di qualcuno migliore, che sia in grado di cullarmi, di darmi quell’amore che la vita ha voluto sottrarmi tante volte. Io me la merito, la felicità.  


Due anni dopo…


Osservo la strada, mentre attendo con pazienza che la cameriera mi porti ciò che le ho chiesto. Guardo la confusione della città, le persone che vanno e quelle che vengono, e tra la folla, proprio come due anni fa, lo vedo. Jason, che stringe la mano ad una ragazza dai lunghi capelli neri. 
Lo guardo in volto e scorgo gioia nel suo viso, dai suoi occhi e dal suo sorriso capisco che la vita lo ha reso finalmente felice, proprio come ha fatto con me.
Ripenso al periodo felice, durante il quale l’ho conosciuto e un sorriso prende forma sul mio viso. Ora, di quell’amore che mi ha fatto perdere la testa, non rimane altro che il ricordo, improntato nel mio cuore. 
Mi volto verso Matt, intento ad osservare con attenzione quasi maniacale il menù, e gli stringo la mano, poggiata sul tavolo. Gli accarezzo la pelle soffice, ne assaporo la consistenza e quando il suo sguardo s’incontra con il mio, gli trasmetto con gli occhi tutto l’amore ed il bene che provo verso di lui. 
Torno ad osservare la strada, accorgendomi che la figura di Jason si è ormai persa tra le altre. Penso che l’amore che provo verso Matt sia diverso da quello per Jason, ormai sopito. 
Mentre con Jason era più una questione di ossessione, di gelosia, lo volevo e lui voleva me, con Matt è differente. Matt è quella persona in grado di rendermi davvero felice. Con lui tutte le preoccupazioni del mondo svaniscono e nonostante tra di noi non ci sia così tanta passione come, magari, poteva esserci con Jason, sento di amarlo egualmente, perché tra di noi c’è qualcosa che va oltre l’amore. 
Noi ci vogliamo bene. Ed è proprio questo legame, così strano ma profondo, a tenerci uniti, a dimostrarci che per l’altro saremmo disposti a dare la vita. Se mi dovessero chiedere come mi vedo da qui a trenta, quarant’anni, non saprei bene cosa dire. L’unica cosa che vedo, certa, nel mio futuro, è lui. E’ il mio Matt. 


 
  
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