"... Non capisco come il mio Re possa ancora tenerti al suo servizio, Donna..."

"E io mai capirò come mai tiene un uomo delle Cipolle. Ti sei sentito? Il Cavaliere delle Cipolle! Ma per favore!"

I loro battibecchi erano ormai di routine.

Nessuno, dalla più semplice domestica fino ai soldati, sapeva come facevano a durare così tanto.

Prima o poi si ammazzeranno, pensavano.

E invece era quanto di più lontano da quello che immaginavano.

Erano passati anni, e ancora trovavano la forza di insultarsi: a colazione, pranzo e cena, durante una caccia o mentre studiavano tattiche di guerra: loro erano lì, entrambi con la lingua tagliente pronta a sparare sentenze.

Shireen li guardava e si limitava a sorridere quando credeva di non essere vista.

"Come mai ridete, mia Principessa?" Le chiedeva Davos, lieto di vederla così serena.

Lei non gli rispose, mai.

Il Re e la Regina sembravano non notare il cambiamento della loro unica figlia, a differenza dei loro consiglieri.

"Principessa, cosa vi turba?" Le faceva la Donna Rossa.

Neanche a lei rispose mai.

Il Re, però, se li teneva a distanza, stufo del loro modo di fare infantile.

Nessuno sapeva con quanta forza ed energia ancora avrebbero continuato il loro teatrino.

Perché di teatrino si trattava, visto che la stessa Shireen li aveva colti in flagrante.

Subito dopo era corsa via, rossa per l'imbarazzo, nel vedere quell'uomo tanto buono e gentile così vicino alla donna che amava accendere roghi e sacrificarci sopra degli esseri umani.

Davos sapeva che mai la sua Principessa ne avrebbe fatto parola con chicchessia.

E così era stato.

... o quasi.

La prima volta non ci avevano fatto quasi caso.

La seconda anche, la terza erano stati convocati entrambi nella sala del Trono dal Re in persona, Stannis Baratheon.

Ma in quella sala non erano soli. Melisandre, abiti rossi come suo solito, guardò altezzosamente le cuoche e le sguattere lì presenti, storcendo il naso all'odore di legna e sporco che emanavano loro e i loro stracci.

"Posso sapere," cominciò il Re, digrignando i denti tra una parola e l'altra "cosa fanno i miei consiglieri tutto il giorno, mentre mia figlia -Melisandre cominciava a temere seriamente per il bene dei denti del suo Re -ruba dalle cucine?"

"Cos... come dite, Vostra Grazia?" Chiese Davos, preso completamente in contropiede.

"Dico, e mi auguro per voi che non la stiate trascurando, che la vostra Principessa ha cominciato a rubare. Andate!" Indicò col capo le donne delle cucina li presenti, esortandoli a seguirle.

Davos e Melisandre seguirono le donne per il castello di Approdo del Re, seguiti a poca distanza dal Re.

Quando raggiunsero la loro meta nessuno sapeva esattamente che dire.

Stannis camminava avanti e indietro, la rabbia trattenuta a stento, gli occhi che vagavano dalla figlia a suoi consiglieri, stupiti come non mai da quello che i loro occhi stavano vedendo.

Davos si avvicinò lentamente alla bambina, non sapendo come comportarsi.

Shireen Baratheon, Principessa e figlia di Re Stannis ed erede al Trono, stava carammelando una cipolla, conficcata in un ramo, su un leggero falò.

"Mia Principessa, che s-stai facendo?"

Shireen si voltò, il sorriso più genuino che avrebbe mai potuto fare sul volto rovinato dalla malattia, e con naturalezza esclamò: "Ho scoperto che la cipolla e il fuoco vanno stranamente d'accordo."

Storia leggera e senza alcunissime pretese, ma dopo aver visto il video dell'incontro del cast di GoT al ComicCon... beh, Carice e Liam si shippano e basta!

Ho voluto rendere l'idea attraverso questa metafora del fuoco e della cipolla, e vista da un personaggio estraneo, Shireen.

Spero sia di vostro gradimento :)