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Autore: CappelloParlante    13/08/2015    0 recensioni
Dietro alle porte scorrevoli e scricchiolanti dell' autobus non si sa mai bene ciò che si può trovare. Può essere un obliteratore di biglietti rotto, l'ultimo posto a sedere libero, una vecchina che si lamenta per le mezze stagioni scomparse o un omone sudaticcio che non va molto d'accordo con il deodorante. Si può rimanere terrorizzati trovando il controllore che non si vedeva dall'anno passato proprio il giorno in cui non si è riusciti a comprare il biglietto oppure entusiasti di rivedere quel ragazzo carino seduto in fondo, un po' trasandato, che non si riusciva ad incontrare da qualche settimana. Puoi ascoltare di storie d'amore fallite, pettegolezzi succulenti sulla figlia dell'autista oppure sentire semplicemente la recensione dei banchetti migliori del mercato che proprio non ci si può perdere. Si può ridere mentre il vecchio che si regge in piedi a fatica racconta scherzi fatti durante i suoi anni da militare, o trascriversi la ricetta speciale della peperonata della signora vestita di verde che, assicura lei, non rimane sullo stomaco. Sedetevi comodi e preparatevi ad ascoltare, allora, perché da questo momento sarete testimoni silenziosi della vita dei passeggeri del 538/. E non sarà sempre una passeggiata.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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" Allora" berciò la vecchia fasciata in un cappotto di finto ermellino "cosa mi racconta, Mariuccia?" chiese, sedendosi sul sedile per disabili e guardando attenta l'altra vecchina che le arrancava davanti. "Ah! Non mi dica niente, Annetta" mormorò Mariuccia gettandosi a peso morto sul sedile di fronte all'altra "ho tanto di quel male ovunque che metà basta" continuò facendo qualche smorfia mentre si sistemava meglio. "Guardi, non so se lo ha già saputo, ma ieri alla figlia del macel-" " macellaio è venuto un crampo alla gamba che non finiva più!" concluse Mariuccia con aria sapiente. Fece un gran sorriso "lo so già, cara, lo so già". Annetta incassò il colpo serrando le labbra secche "quindi saprà anche che è finita all'ospe-" " all'ospedale, ma certamente!" tubò partecipe Mariuccia "chi non lo sa, ne parlano ovunque!". Lanciò uno sguardo gongolante ad Annetta, che si sarebbe volentieri mangiata le mani pur di non ammettere che Mariuccia ne sapeva più di lei. Mentre Annetta stava meditando di inventarsi di sana pianta un pettegolezzo stratosferico solo per vedere la faccia allibita di Mariuccia, l'autobus frenò di colpo. "Ponte della Libertà!" urlò l'autista, facendo aprire le porte gracchianti. Quando i passeggeri presenti udirono quel nome, l'autobus fu tutto un percorrersi di sussurri eccitati. Il signor Giancarlo, ancorato saldamente ad una maniglia, interruppe il resoconto dell'ultima partita di calcio con il signor Paolo e fece un sorrisetto di sfida "Per me non ce la fa" sussurrò serafico, porgendo la mano raggrinzita all'altro. Il signor Paolo era un ometto dai folti baffi bianchi che non parlava molto spesso, ma, quando lo faceva, lo ascoltavano tutti. Sorrise appena "io scommetto di si" mormorò convinto. Tutto l'autobus trarrenne il fiato. "Ma come può dire una cosa del genere!"esclamò Annetta, esasperata. La testa dell' autista sbucò fuori dal suo angolino, un gran sorriso sul volto "Sta arrivando" assicurò incredulo. Mariuccia rise piano "ma mi faccia il favore, non scherzi" borbottó, allungando il collo per vedere oltre le porte spalancate. Giancarlo guardò fuori dal finestrino "parta, allora, parta!" strilló sotto lo sguardo divertito di Paolo. L'autista guardò l'orologio da polso. "Cinque, quattro, tre, due, uno..." mormorò assorto. Mentre Giancarlo porgeva vittorioso la mano a Paolo, si sentì l'autobus traballare. "Eccomi!" strilló una nuova voce. Le cinque teste presenti, compresa quella dell'autista, si voltarono verso l'unica porta di ingresso, dove sostava affannata Sofia della Creta, famosa ritardista. Il sorriso si congelò sul volto di Giancarlo. Paolo tese la mano "Ho vinto, amico, una sigaretta non me la leva nessuno" disse giulivo. Mentre Giancarlo rovistava borbottando dentro alle tasche, Annetta diede una pacca amichevole sul braccio di Sofia. "Complimenti, cara, oggi ce l'hai fatta" le disse sorridente. Sofia fece un piccolo sorriso e si sedette, ancora rossa in volto. Tirò sulle ginocchia la sua borsa e iniziò a cercare qualcosa dentro "per arrivare in orario ho rinunciato alla crema idratante" confidò alle due vecchie, che l'ascoltavano avide di sapere. "Rimedierò ora" tubò allegra, iniziando a spalmarsi sul viso una crema verde tirata fuori magicamente dalla borsona. " È contro le rughe, per caso?" chiese con nonchalance Mariuccia. Sofia fece un sorriso misterioso "anche, signora Mariuccia, anche" mormorò godendosi tutte le attenzioni. Intanto il 538/ era già partito e i due anziani in piedi sballottavano in giro per l'autobus. "Allora" iniziò Sofia, riponendo il tubetto di crema in borsa "chi ha scommesso contro di me?" domandò un filo minacciosa, scrutando con i suoi occhi azzurri tutti i presenti. Mariuccia alzò le mani, come per tirarsi fuori dalla questione "mai!" assicurò, guadagnandosi un sorriso dalla ragazza. "Fedifraga" le sussurrò malefica Annetta, non appena Sofia si fu voltata. "Nemmeno io" aggiunse poi ad alta voce, un sorrisone stampato in viso. Sofia sorrise regale e si voltò per studiare i volti dei due anziani sul fondo dell'autobus. "Signor Giancarlo?" chiese incredula "è stato lei?". Paolo scoppiò in una risatina e diede una gomitata all'amico. Giancarlo alzò lo sguardo sulla ragazza "mi dispiace, cara" mormorò rosso in viso. Sofia incrociò le braccia al petto "non me lo sarei mai aspettata da lei" borbottó offesa. Giancarlo stava per aprire bocca di nuovo, quando l'autobus frenò nuovamente "Via dei Pescatori!" urlò l'autista. Sofia parve illuminarsi tutto d'un colpo "Andreino piccino" sussurrò in estasi, un sorriso esagitato sul volto. Tempo due secondi e sulla porta comparve un bel ragazzo dai capelli neri con uno zaino in spalla. "Andre!" strilló Sofia, fiondandosi su di lui. Il ragazzo la strinse in un abbraccio "ciao piccola" mormorò baciandola dolcemente. "Oh!" sussurrano Mariuccia, Annetta e l'autista. "Quando ero giovane io" disse Giancarlo a Paolo con un sorrisetto "mi vedevo con una certa Annamar-" " Se non vuoi che tua moglie sappia tutto" lo interruppe Annetta "ti consiglio di tacere" concluse, gli occhi ancora fissi su Andrea e Sofia che si abbracciavano. Giancarlo ebbe il buon gusto di arrossire. "Da quanto state assieme, cari?" chiese Mariuccia alla coppietta. Andrea si sedette "un anno tra due mesi" ripose stringendo la mano a Sofia, gonfia di finta modestia. "Mamma mia!" esclamò Annetta "Parecchio tempo!" concordò Mariuccia. "Non fate le comari" borbottó Giancarlo, ancora offeso. Sofia sorrise ad Andrea "Amore, posso sedermi su di te? Altrimenti mi si sgualciscono i jeans Gucci" mormorò al ragazzo. Andrea la prese per i fanchi e la fece sedere sulle sue ginocchia "certamente" sussurrò. Senza preavviso l'autobus frenò di nuovo bruscamente " Chiesa della Santissima Maria Annunziata!" berciò l'autista. Con un rumore sordo le porte si aprirono rivelando un ragazzo altissimo con le orecchie da folletto e i capelli rossi che guardava annoiato il cielo scuro, ed una ragazza con i capelli marrone scuro corti e le guance in fiamme. "Buongiorno, Serena!" salutò la ragazza Giancarlo, allegro, trattandola come una nipotina. "Gian, ciao!" salutò Serena, ancora leggermente rossa, facendogli un cenno con la mano. Sofia si alzò di scatto dalle ginocchia del fidanzato e trotterellò sino a Serena "Allora" le disse con aria sapiente "come va la tua cotta galattica per Francesco?". Serena diventò rossissima e scoccò uno sguardo preoccupato al ragazzo con i capelli rossi. Questo, però, era tutto preso da una discussione con Andrea, e, con sommo sollievo della ragazza, non aveva sentito nulla. Serena tirò in sospiro di sollievo "Parla piano" mormorò stizzita a Sofia "Se ti avesse sentita mi sarei buttata giù dall'autobus in corsa" disse esasperata. Sofia la guardò con compassione "e perché mai!" esclamò" sei carina, non ti mortificare" aggiunse facendole un sorriso. Serena non ebbe il tempo di ribattere che l'autista fece spuntare di nuovo il suo viso tozzo dal separatore "Scuola!" urlò esplicito. E solo quando il 538/ fu senza più ragazzini sopra, Mariuccia si sporse verso Annetta "Hai sentito?" chiese allegra "la piccola Serena muore dietro a Francesco!".

 

 

 

 

 

 

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Ciao a tutti! Allora, ecco qua un'altra storiella leggera leggera, venuta in mente un po' di tempo fa ma realizzata solo oggi. Dovrebbe durare davvero pochi capitoli, ma se mi dite che è proprio molto noiosa posso riscriverla o vedere un po' se cancellarla. In ogni caso grazie per essere passati, se vi va recensite:) Un bacio, CappelloParlante

   
 
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