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Autore: keepcalmandwrite    13/08/2015    2 recensioni
One shot sull'incontro di Cersei e Jaime dopo le vicende della quinta stagione.
"Il tempo di aprire gli occhi e si rese subito conto di ciò che stava per affrontare quel giorno: il ritorno da sua sorella Cersei. Da quando Myrcella morì per avvelenamento tra le sue braccia, Jaime non era più riuscito a chiudere occhio durante quelle notti in viaggio. [...] Ogni giorno in quella nave immaginava il suo rientro ad Approdo del re e a come avrebbe dato la triste notizia a sua sorella. Jaime conosceva già il suo sguardo infuriato, e le lacrime che solo in rarissime occasioni osavano ornare i suoi occhi verdi. E sapeva che quell’oggi sarebbe accaduto." || "Quando d’improvviso una guardia reale bussò alla sua porta con fare deciso, Cersei si voltò immediatamente verso di essa e deglutì. -Ecco, ci siamo-, pensò."
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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“Approdo del re! Approdo del re! Siamo giunti a destinazione!” la voce del comandante della nave su cui Jaime viaggiava lo svegliò dal breve e combattuto sonno nel quale era da poco caduto quella mattina. Il tempo di aprire gli occhi e si rese subito conto di ciò che stava per affrontare quel giorno: il ritorno da sua sorella Cersei. Da quando sua figlia Myrcella morì per avvelenamento tra le sue braccia, Jaime non era più riuscito a chiudere occhio durante quelle notti in viaggio. Per tutto il tempo non faceva altro che pensare allo sguardo pieno di terrore di sua figlia un attimo prima di cadere a terra inerme. Non aveva mai provato quella sensazione di vuoto prima. Certo, tempo addietro dovette subire anche la morte del primogenito Joffrey, ma ciò che era successo su quella nave lo lasciò considerevolmente più spiazzato. Jaime aveva appena dichiarato alla piccola Myrcella di essere suo padre, si era svuotato del più grande segreto che si teneva dentro da una vita, ormai. Non aveva quindi perso solo una figlia naturale, ma una vera figlia consapevole di chi fosse il suo vero padre e felice di iniziare una nuova vita con lui al suo fianco. Per Jaime il peso di quel lutto si faceva ogni giorno più insopportabile. Ogni giorno in quella nave immaginava il suo rientro ad Approdo del re e a come avrebbe dato la triste notizia alla sorella Cersei. Jaime conosceva già il suo sguardo infuriato, e le lacrime che solo in rarissime occasioni osavano ornare i suoi occhi verdi. E sapeva che quell’oggi sarebbe accaduto. Sospirando si avvicinò all’oblò della sua stanza, da cui poteva ammirare le maestose torri della capitale avvicinarsi sempre di più.
 

Dall’alto delle sue silenziose stanze, Cersei Lannister percorreva nervosamente la distanza tra l’uscio e la grande finestra che si affacciava sul mare. Non molto tempo prima era giunto un corvo con un messaggio da Dorne, con cui suo fratello Jaime l’avvisava che sarebbe ripartito il giorno seguente con sua figlia e il ragazzino dei Martell. Secondo i suoi calcoli sarebbero quindi sbarcati sulle coste di Approdo del re a breve, molto probabilmente in giornata. Cersei aveva bisogno di riabbracciare la sua famiglia in quel momento più che mai prima. Si sedette su di un divanetto per poi scostare la lunga gonna di pregiata stoffa. Le sue gambe erano oramai candide e prive di ogni segno lasciatole dal cammino di purificazione costretta ad intraprendere qualche tempo prima. I piedi, invece, erano racchiusi da fasce ben strette sui tagli che quella camminata le aveva provocato, dalle caviglie fino al torso dei piedi, lasciando scoperte solo le dita. Toccò con un veloce gesto quelle ferite, e il dolore che ne seguì le fece rivivere quegli attimi interminabili in mezzo alla gente dell’intera città. Chiunque in quel momento era pronto ad inveirle contro e ad importunarla in tutti i modi possibili. Scacciò in fretta quel ricordo, per poi alzarsi in piedi e continuare a percorrere lo spazio della sua stanza, l’andatura lenta e leggermente zoppicante a causa di quei tagli proprio sotto i talloni.
Quando d’improvviso una guardia reale bussò alla sua porta con fare deciso, Cersei si voltò immediatamente verso di essa e deglutì. “Ecco, ci siamo”, pensò.
“Sua Grazia, vostro fratello Jaime Lannister desidera vedervi”, risuonò l’altisonante voce dall’esterno.
Cersei fece un respiro profondo. “Che entri pure” rispose infine, raggiungendo il centro della stanza pronta a ricevere suo fratello. 
 

Quando la guardia che lo aveva scortato fino alle stanze di sua sorella aprì la porta in legno su ordine di lei, Jaime capì subito che niente avrebbe mai potuto prepararlo a ciò che vide. Rimase senza fiato per qualche secondo, il sangue gli pulsava forte nelle tempie. Fece un passo verso l’interno, concentrandosi nel rimanere in silenzio finché quell’uomo all’uscio non se ne fosse andato richiudendosi dietro la porta in legno massiccio. Quando quei passi pesanti a causa dell’armatura erano ormai lontani, Jaime si avvicinò alla sorella senza esitazione.
“Cersei, per i sette inferi, cosa ti è successo?” chiese osservando la corta chioma bionda della Regina Madre. Jaime ricordava benissimo quando da bambina la sorella aveva deciso di farsi quel taglio corto per essere uguale a lui. Ricordava anche che quel giorno, mentre erano soli, ridacchiando le mise una mano tra i capelli e le confidò che ora erano una sola persona, la stessa persona. Ma lo sguardo cupo di lei e un piccolo taglio sulla sua fronte che prima non c’era gli rivelarono che la loro infanzia poco c’entrava  con ciò che successe a sua sorella mentre lui era via.
“E’ una lunga storia, Jaime. Una lunga e spiacevole storia.” rispose lei prontamente, abbassando lo sguardo per non lasciar intendere il proprio dolore al fratello. Poi, con una leggera luce di speranza negli occhi, posò di nuovo lo sguardo su di lui.
“Myrcella! Devo subito vederla! Dove..” le parole le morirono in bocca quando, per la prima volta da quando era entrato nella sua stanza, Cersei notò l’ombra cupa sul viso del fratello. Gli occhi spenti e gli scuri segni sotto le palpebre le annunciavano già quello che Jaime stava per comunicarle.
Dopo qualche secondo durante il quale un tombale silenzio era sceso tra i due, lui prese prontamente la parola.
“E’ stata Ellaria. L’ha avvelenata prima di imbarcarsi. Non ho potuto fare niente, è morta tra le mie braccia.”
Cersei ascoltò quelle parole continuando a fissare un punto nel vuoto. Jaime poteva sentire il respiro della sorella farsi pesante. In quel momento sembrava essere concentrata su qualcos’altro, qualcosa distante nel tempo e nello spazio. Lui rimase inerme ad osservarla, indeciso se avvicinarsi o rimanere immobile lì dov’era. Poco dopo delle lacrime iniziarono a bagnarle gli occhi e a solcarle gli zigomi pronunciati.
“Lo sapevo. Lo sapevo!” ruppe poi il silenzio, “Sapevo che quella puttana avrebbe messo mani su mia figlia! La mia unica bambina!” La stanza si riempì della sua voce smorzata dal dolore “Gliela farò pagare, userò l’Altofuoco contro tutta Dorne, la raserò al suolo! Giuro sui sette Dei che lo farò!”
A quel punto Jaime decise di cancellare la distanza tra lui e la sorella avvicinandosi a lei e, cingendole i fianchi, l’abbracciò cercando di darle conforto. Sapeva che era una donna forte, e che in una situazione normale l’avrebbe respinto senza pensarci due volte. Ma sapeva anche che in quel momento si sentiva più debole che mai, e aveva bisogno di qualcuno al suo fianco.
Cersei , sentendosi per un attimo senza forze, appoggiò la fronte al petto di lui e cercò di asciugarsi il viso con un gesto fugace.
“Mi dispiace molto.” Jaime decise di rompere quel breve silenzio parlando con un filo di voce “E’ stato un momento orrendo. Ero ormai certo di aver compiuto la mia missione, di poterla riportare a casa da te, sana e salva. Lei era lì, di fronte a me, ed io ero così grato di sentire che mia figlia sapeva chi fosse il suo vero padre, che quasi non riuscivo a credere a ciò che stava accadendo.”
A quel punto Cersei si staccò immediatamente da lui per poterlo guardare dritto negli occhi.
“Tu… che cosa?” la sua voce era decisa ma ancora rotta dal dolore.
Jaime fece un respiro profondo prima di parlare. “Gliel’ho detto, Cersei. Ho detto a mia figlia che io, Jaime Lannister, ero suo padre.” continuò sostenendo lo sguardo indagatorio della sorella. “Gliel’ho detto poco prima che lei…”
Cersei, in tutta risposta, si allontanò dirigendosi verso l’elegante tavolo posto su un angolo della stanza e si riempì un bicchiere di vino rosso. Dopo averne mandato giù un sorso abbondante, tornò a guardare suo fratello dritto in volto. “Perché l’hai fatto?”
“Ho fatto la cosa giusta da fare”, sentenziò Jaime di tutto punto, poi aggiunse con maggiore sicurezza “Sono cambiato, Cersei. Sono pronto a prendermi le mie responsabilità. Voglio che tutti sappiano chi è davvero lo Sterminatore di Re.”
Sul viso di Cersei si dipinse subito un’espressione di disaccordo. “Ah sì? E quali vantaggi otterremmo da ciò, oramai che Myrcella non c’è più?” La donna fece per avvicinarsi verso suo fratello, e nel percorrere quella breve distanza non riuscì a nascondere un’andatura leggermente inclinata, nel tentativo di non appoggiare a terra il piede più martoriato dalle ferite. A quel punto Jaime capì che qualcosa non andava e si fece indagatorio.
“Cosa ti succede, Cersei?” con lo sguardo scrutò attentamente quello della sorella, la quale rimase in silenzio mentre dal viso non traspariva nessuna emozione. “Cosa diamine è successo?” ripeté, stavolta con più enfasi ed alzando leggermente la voce.
Cersei abbassò lo sguardo. Avrebbe voluto tenere nascosto tutto ciò che era successo in quella cella e là fuori poco dopo. Avrebbe voluto non pensarci mai più, in modo da far sparire per sempre quel ricordo, il ricordo della leonessa in gabbia che fallisce nei suoi piani. Ma nascondere qualcosa a suo fratello gemello, l’altra sua metà, quello non era in grado di farlo.
Jaime aveva oramai capito, così con una mossa repentina afferrò la voluminosa sottana della sorella e gliela alzò quel che bastava per notare le fasciature su entrambi i suoi piedi. Cersei rimase inerme, ma oramai gli doveva delle spiegazioni. 
   
 
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