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Autore: RiverWood    13/08/2015    2 recensioni
La notte in cui Lauren Jauregui s'imbatte in Camila Cabello non è un caso. Non che fosse programmato, ma tutto ciò che a Lauren servono sono dieci minuti. Dieci minuti durante i quali Camila dovrà fingere di essere la sua ragazza.
"- Mi dispiace. Sapevo che sarebbe successo, accidenti sono così maldestra in certi momenti. Se c'è qualcosa che posso fare per farmi perdonare magari... - Camila mantiene un tono di voce basso.
Mi viene quasi difficile cogliere le sue parole a causa del frastuono della musica.
Improvvisamente ricordo per quale motivo mi trovo qui di fronte a lei, con il liquido appiccicoso che impregna la mia maglietta. Annuisco.
- In realtà ci sarebbe qualcosa che potresti fare per me - confermo.
La vedo inclinare il capo e fissarmi con curiosità, in attesa che io continui.
- Potresti fingere di essere la mia ragazza per tipo... i prossimi dieci minuti? - nello stesso momento in cui pronuncio quelle parole, mi rendo conto di quanto possa suonare assurda la mia richiesta.
- Come scusa? -."
Ci vorrà una playlist infinita di canzoni, momenti, emozioni, sentimenti, per farle innamorare l'una dell'altra.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ally Brooke, Camila Cabello, Dinah Jane Hansen, Lauren Jauregui, Normani Kordei
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo1.

 

C’è rumore. C’è tanto rumore. La festa ha iniziato ad animarsi intorno alla mezzanotte ed io sto ancora saltando sul palco da una parte all’altra.

Non sto davvero prestando attenzione a nulla qui intorno, se non al microfono tra le mie mani. Siamo in una piccola stanza circondati letteralmente dalla musica. Non c’è via d’uscita da questa. Normani continua a incitare la piccola folla e ballare attorno a me e ad Ally. Abbandono il microfono da qualche parte vicino alla batteria e prendo un sorso dalla mia bottiglietta d’acqua. Adesso è il turno di Ally nella canzone, poi toccherà a Normani. Ho abbastanza tempo. Il chitarrista che sta suonando per noi questa sera mi adocchia fin troppo e mi rivolge un occhiolino. Roteo gli occhi al soffitto. Nel complesso non sarebbe nemmeno male avere qualcuno che mi offra da bere per il resto della serata, ma adesso non voglio pensarci. Adesso mi godo il momento con le ragazze sul palco. Adesso è solo nostro.

Riprendo il microfono e mi unisco al ritornello finale, mentre gli applausi sono per noi, su di noi. Mi piace la sensazione di totale confusione. Mi piace sapere che siamo state noi a crearla. Sorrido ma non a qualcuno in particolare. Voglio gli occhi di tutti rivolti verso il palco. Voglio che questa sera sia una di quelle che ricorderemo per sempre.

La canzone finisce e mi affretto a recuperare un asciugamano per togliere il sudore che imperla la mia fronte e il resto del mio viso. Sono pronta per un altro brano, ed è in quel momento che la vedo.

 

È lì in piedi. Si agita un po’ meno degli altri, ma i suoi occhi sono fissi nei miei. I suoi fianchi sono circondati dalle braccia di qualcun altro. E improvvisamente sono costretta ad allentare la presa sul microfono, stando attenta a non farlo scivolare a terra.

 

“Che cazzo…” penso. “Le avevo fottutamente chiesto di non presentarsi agli show.” Era stato piuttosto semplice, più di quanto mi fossi aspettata, era stato intenso al tempo stesso.

Le avevo detto – Mentre sei impegnata a fare il mio cuore a pezzi, per favore, non presentarti ai nostri concerti. –

 

Mi aveva detto che era finita. Mi aveva detto di sì. Che razza di bugiarda peggiore poteva mai essere? Perché anche se in quel momento le avevo creduto, adesso era ovvio che avesse appena rotto la promessa fatta. Era lì. E non era nemmeno sola.

 

Vedo i suoi occhi guizzare nella mia direzione e li vedo colmi di qualcosa che non riesco a definire bene, ma so cosa sta cercando di fare. È chiaramente venuta lì per farsi vedere da me. Per mostrarmi che la sua vita sta andando alla grande anche senza la mia presenza. Che è lei ad avere il comando tra di noi, anche se un “noi” non esiste più.

 

Non sono poi così sorpresa a dir la verità. Una parte di me continua a ripetersi che era solo questione di tempo prima che succedesse. Non che potessi sperare in qualcosa di molto più elaborato. Tay non è esattamente un asso in fatto di originalità, ma sono comunque costretta ad incassare il suo colpo anche questa volta. Solo che non ho intenzione di dargliela vinta così facilmente. Non adesso. Adesso sono io a stare sul palco. Posso ancora prendere il comando.

So bene che le cose non girano quasi mai come le abbiamo previste, ma che male c’è nel tentare?

 

L’ultimo acuto di Ally è sorprendente e la musica finisce nello stesso momento in cui io cerco di riprendere fiato. Normani mi batte il cinque ed io la stringo in un abbraccio. Ally si unisce a noi e finisco per scompigliarle i capelli.

 

- Cosa ci fa lei qui, Lo? – mi sussurra all’orecchio la ragazza più alta.

 

Scrollo le spalle, confusa quanto lei.

 

- Probabilmente è soltanto venuta a mostrarmi il suo nuovo fidanzatino – rispondo con sarcasmo.

- Beh non che potessi aspettarti molto altro da una del genere – replica Normani.

- Grazie tante, Mani – sbotto sarcastica.

 

Non sono davvero arrabbiata, ma preferirei di gran lunga non parlare di Tay affatto. Purtroppo la mia compagna di band sembra non aver recepito il messaggio.

 

- No Lauren, seriamente, ti aspettavi che una delle ragazze più popolari della scuola cadesse tra le tue braccia come se nulla fosse, dopo aver ribadito a tutti per secoli e secoli quanto fosse etero? – scuote il capo la mia amica.

 

Ally è occupata a raccogliere le sue cose in giro prima di lasciare il palco per prestare attenzione alla nostra conversazione. Non che lei sia all’oscuro di tutta la situazione. Loro due sono le mie migliori amiche, le uniche con cui riesco ad avere delle sincere e profonde conversazioni. Le uniche due senza le quali, sono sicura, non sarei davvero me stessa.

 

- Beh certamente nel mio letto è caduta, ripetutamente anche – ribatto alla domanda ironica di Normani.

- Non credevo davvero che prevedessi più di quello da lei -.

 

Mi stringo nelle spalle ancora una volta.

 

- Non mi aspetto proprio nulla da lei – cerco di apparire sicura.

 

Ma non è la verità. La parte peggiore di tutta la storia è sapere che effettivamente l’unica tra le due che stava mettendo in gioco dei sentimenti ero io. Avevo sperato, per qualche tempo ne ero addirittura stata certa, che per Tay fosse lo stesso. Avevo accettato di vederci senza renderlo pubblico, le avevo dato tempo per capire e per abituarsi. Ma semplicemente per lei ero un puro divertimento fin dal principio. Non c’è altra spiegazione valida per giustificare in qualche modo il suo comportamento nei miei confronti.

Non che per l’intera scuola i miei gusti sessuali fossero una totale novità. L’avevo sempre reso abbastanza palese e mi andava benissimo così. Non volevo nessun altro dramma da aggiungere alla mia vita.

 

Scendiamo dal palco e ci dirigiamo senza esitazione verso il bancone del bar improvvisato. Più che un vero locale si tratta di una specie di garage parecchio grande in grado di contenerci tutti. Non mi sorprende che abbiano deciso di chiamarlo “The G Band”. Ogni sabato una band diversa, esordiente o meno viene qui a suonare, a volte anche più di una nella stessa sera. Non importa che si tratti di una cover band o di un gruppo con dei pezzi propri da proporre. L’importante è la musica lì dentro. Il rumore che ci circonda dappertutto e l’atmosfera che si viene a creare.

 

Non è un mistero il perché il “The G Band” mi piaccia così tanto, non che si tratti di uno di quei locali o pub di classe, ma non m’importa. Per quale motivo dovrebbe? Sono solo una diciassettenne di Miami che sogna di poter raggiungere il successo con la sua girl-band. Di solito ci divertiamo anche a suonare le nostre canzoni e le nostre cover, ma stasera, per qualche motivo che adesso non ricordo, abbiamo deciso di cantare e basta. È quasi ovvio che tutti stiano impazzendo per noi: siamo una delle band migliori della città.

 

Troviamo alcuni posti a sedere e ordiniamo i nostri drink. Vedo il chitarrista che non ha fatto altro che puntarmi gli occhi addosso per tutta la durata della serata, è ancora alla ricerca di me in mezzo alla folla di gente che balla. Un’altra band si sta già facendo strada sul palco, gli abbiamo reso il lavoro un po’ arduo. Riesco a sentire le persone pregarci di continuare con qualche altro pezzo e sorrido; non posso che essere lusingata e fiera della cosa.

 

- Oh no, ti prego! – esclamo quando vedo quel ragazzo.

- Cosa? – mi domanda curiosa Normani.

 

Gli faccio cenno con l’indice nella direzione giusta e Ally con lei si volta a guardare.

 

- Quel tipo lì. Non ha fatto altro che lanciarmi occhiolini da quando siamo salite sul palco, e adesso sembra non essersi arreso – dico prendendo un sorso dal mio drink.

 

Il sapore dell’alcool m’inebria i sensi per qualche secondo e il cubetto di ghiaccio che scivola nella mia bocca mi regala una piacevole sensazione di freddo lungo la schiena.

 

- Poverino… dovremmo dirgli che è senza speranza fin dal principio? – chiede Ally scherzosamente.

- Beh, fossi in Lauren un pensierino lo farei pure… non è affatto male – risponde Normani.

 

Non riesco a fare a meno di ridere.

 

- È tutto tuo Mani, sai che non c’è modo che io sia interessata ai ragazzi -.

- Sicura? Nemmeno adesso che la principessina Tay si sta dirigendo da questa parte? – domanda allusiva quest’ultima.

 

Quasi mi strozzo con ciò che c’è nel mio bicchiere alle sue parole. Mi volto di scatto e vedo Tay camminare mano nella mano con quello che sembra essere il suo nuovo ragazzo.

Non posso fare a meno di squadrarla facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo da cheerleader.

I fianchi sinuosi che ondeggiano ad ogni passo nella mia direzione. Gli occhi azzurrissimi che cercano di penetrarmi dentro. Il viso dai lineamenti dolci. Le labbra sottili, contornate dal rossetto rosso. È bella, davvero bella, ma non sono intenzionata a soffermarmi su questi particolari. Non voglio ricadere nella stessa spirale di qualche settimana fa. Normani e Ally erano davvero preoccupate che potessi finire con il fare qualcosa di stupido per cercare di riavere Tay indietro.

 

A proposito, gli dovevo ancora dei ringraziamenti per quello.

 

Deglutisco quando la voce di Tay mi coglie alla sprovvista, costringendomi a riportare l’attenzione su di lei.

 

- Ehi Jauregui – mi chiama.

 

Normani è abbastanza vicina a me da riuscire a sussurrarmi all’orecchio senza far in modo che Tay senta le sue parole.

 

- Adesso è Jauregui eh? Dove sono finiti i nomignoli disperati con cui ti chiamava quando siete andate a letto insieme? -.

 

Le pianto una gomitata non troppo forte fra le costole, ma abbastanza da farla inveire indignata a voce alta.

 

- Ouch Lo! -.

 

Ridacchio un po’ per il gesto, un po’ perché ricordo perfettamente quella notte cui si riferisce Normani. Ci trovavamo entrambe a casa mia, Ally era andata a trovare i suoi nonni in Texas per il week-end, così io e Normani avevamo deciso semplicemente di ordinare della pizza, guardare un film e restare sveglie fino a tardi. Niente di troppo speciale, se non fosse per il fatto che, ad un certo punto, Tay aveva suonato alla mia porta e, quando avevo aperto, non mi aveva nemmeno dato il tempo di salutarla che mi aveva sbattuta al muro. Mi ero ritrovata con le labbra incollate alle sue e gli occhi spalancati. Normani si era trattenuta dal ridere osservando la scena dal salotto senza farsi vedere.

Tay non si era nemmeno accorta della sua presenza. Non mi aveva dato modo di parlare mentre cercava di strapparmi letteralmente i vestiti di dosso. Ricordo con nitidezza la sensazione del suo corpo premuto contro il mio. La morbidezza delle sue labbra che percorrevano ogni centimetro della mia pelle scoperta. Ricordo perfino i nomignoli strani che mi affibbiava quando era completamente in balia del piacere tra le mie braccia.

 

- Taylor – ricambio con freddezza il saluto.

 

Lei grugnisce qualcosa. So che detesta essere chiamata con il suo nome intero. Punto per me.

 

- Anche stasera tutta sola, Lauren? – immagino che se le sue parole potessero sputare veleno, in questo esatto momento lo avrebbero appena fatto.

 

Indico Ally e Normani accanto a me.

 

- Sono qui con la mia band, nonché le mie due migliori amiche se tu non l’avessi notato, ma come biasimarti in fondo? Immagino che il tuo ragazzo ti stia tenendo occupata – replico con sarcasmo e gelosia al tempo stesso.

 

Non voglio davvero suonare gelosa. Non voglio farle credere di avere questo potere su di me, ma non riesco a trattenermi dal farlo.

Come previsto, un sorriso vittorioso si fa spazio sulle sue labbra. Sa di avermi in pugno in qualche modo. Odio questa cosa. La odio davvero. Non sono abituata a questo tipo di sentimenti, non sono abituata a sentirla distante. Nei mesi in cui siamo state insieme, anche se in segreto, il mio corpo si era abituato a scivolare accanto al suo. I miei pensieri si modellavano attorno a lei. Il mio respiro si spezzava quando la vedevo. No, non ero ossessionata, mi stavo soltanto innamorando. Lo riconosco. Forse è stato un bene che lei abbia smesso di accendere le mie emozioni in quel modo, perché non voglio immaginare in quale altro stato peggiore mi sarei potuta effettivamente trovare.

 

Ho già dato abbastanza problemi ad Ally e Normani per tirarmi fuori. Per la nostra amicizia. Per il bene della band. Per me stessa.

 

Che strano ordine di priorità.

 

- Certo, vi ho viste suonare, siete state davvero grandiose – mi posa una mano sul braccio scoperto dalla maglietta accarezzandolo gentilmente.

 

Punto i miei occhi sul movimento delicato che sta compiendo.

 

- Anche se devo ammettere di essere qui stasera per sentire cantare Austin – conclude rivolgendo un’occhiata disgustosamente dolce al ragazzo appena dietro di lei.

 

Improvvisamente un’idea decisamente fuori controllo mi salta in mente. Mi scrollo di dosso il suo braccio e accenno un sorriso amaro.

 

- Già, beh piacere di conoscerti Austin. E, per rispondere alla tua domanda Tay, non sono qui da sola – dico ostentando sicurezza.

- Lo vedo – replica con ironia.

- Dico sul serio – mantengo un tono serio.

- Sì? E dove sarebbe il fortunato? – non mi crede.

 

Certo che non lo fa, da parte mia non c’è stato alcun segno che le facesse capire che io stessi superando la nostra rottura. In qualche strano modo questo le fa piacere. Le piace pensare di essere ancora l’unica per me.

 

Beh, è il momento di finirla stasera.

 

- La fortunata – correggo.

 

Non importa quanto sia ovvio il mio interesse per le ragazze, Tay vuole completamente fingere di essere all’oscuro della cosa. Il che è alquanto ironico, perché non capisco cosa ci sia di male. Stupide etichette.

 

Mi guadagno delle occhiate curiose e confuse da parte delle mie due amiche. Ovviamente sanno che non sto uscendo con qualcuno ultimamente, ma cercano di mostrarsi non troppo stupite dalla mia risposta. Tuttavia, i loro tentativi non sembrano essere molto convincenti.

 

Tay ridacchia e allarga un po’ le braccia.

 

- Beh di chi stiamo parlando di preciso? – chiede evidentemente non soddisfatta dai miei dettagli vaghi.

 

Sto per aprire la bocca, senza sapere cosa ne uscirà fuori, quando Normani accorre in mio aiuto. O almeno… quella è la sua intenzione.

 

- Eccola lì! – esclama all’improvviso facendomi sobbalzare. – Lauren, credo che ti stia cercando, è possibile che ti abbia persa in mezzo a tutte quelle persone – punta l’indice verso il centro della pista.

 

Non ho la minima idea chi ci sia o a chi Normani si stia riferendo, ma vedo Ally annuire per darle man forte e mi costringo a guardare oltre le spalle di Tay che si gira ugualmente.

 

Proprio al centro della stanza, a metà fra il palco e il bancone del bar dove siamo noi, si aggira Camila Cabello. Una Camila Cabello in evidente difficoltà. Ha in mano un bicchiere pieno di quello che sembra un drink alcolico, ma non riesce a farsi spazio in mezzo alla folla. Tiene il bicchiere in alto per far in modo che il liquido all’interno non si rovesci a terra o su di lei. Fino ad ora ci sta riuscendo, ma non credo che durerà a lungo senza combinare una delle due cose.

Questa volta è Ally che, senza farsi notare, mi spinge da dietro facendomi cenno con il capo verso Camila.

 

- Dovrei uhm… sì, dovrei andare ad aiutarla. Scusatemi – mormoro defilandomi dal gruppetto.

 

Tay non ha ancora detto una parola, ma la sento scoppiare a ridere non appena la supero per dirigermi in direzione di Camila.

 

Sono ormai vicina a lei, non mi ha ancora vista arrivare, sorrido appena nel constatare quanto il suo sguardo sia concentrato al momento. Un ragazzo accanto a lei sta ballando senza preoccuparsi di niente e di nessuno, agita il braccio e Camila, con un brusco movimento, abbassa il bicchiere… che puntualmente si riversa interamente sulla mia maglietta con stampato su il ritratto di Bob Marley. Rabbrividisco alla sensazione del cocktail ghiacciato e di riflesso mi ritraggo di qualche passo.

 

Camila spalanca la bocca e si copre il viso con le mani.

 

- Oh mio dio! Oh mio dio… mi dispiace così tanto, non volevo. Lo giuro, mi dispiace, sono un disastro. Non volevo rovinare la tua maglietta. Scusami, non so come… io uhm, mi dispiace – la fermo con un gesto della mano e mi costringo a forzare un sorriso, che tuttavia viene fuori più sincero di quanto mi aspettassi.

- Non preoccuparti, può succedere. Nulla che non si possa risolvere – tento di rassicurarla, ma vedo ancora la sua espressione mortificata.

 

Scuote il capo con forza.

 

- Mi dispiace. Sapevo che sarebbe successo, è che io non riuscivo a venire fuori e insomma, scusami. Se c’è qualcosa che posso fare per farmi perdonare magari… - dice con tono basso, mi viene quasi difficile riuscire a cogliere le sue parole con tutta la musica che continua a suonare senza fermarsi mai.

 

Improvvisamente mi ricordo per quale motivo mi trovo qui di fronte a lei, con un liquido appiccicoso sulla mia maglietta che continua ad incollarsi sulla pelle del mio stomaco.

 

Annuisco.

 

- In realtà ci sarebbe qualcosa che potresti fare per me – accenno.

 

La vedo inclinare il capo e fissarmi con curiosità. Mi prendo un attimo per osservarla da vicino. Indossa un paio di skinny jeans che fasciano perfettamente le sue gambe, un maglioncino bianco, che normalmente penserei sicuramente di bruciare, ma per qualche strana ragione vederlo indossato da lei sta avendo lo stesso effetto di un reggiseno di pizzo.

 

Mi passo una mano tra i capelli. Vorrei davvero fare una faccia schifata, ma la verità è che non ci riesco. Non è semplicemente possibile. Al contrario, sono costretta a mordermi il labbro inferiore per evitare che i miei pensieri si spingano troppo oltre.

La ragazza dinanzi a me è ancora in attesa.

 

- Potresti fingere di essere la mia ragazza per tipo… i prossimi dieci minuti? – domando rendendomi conto soltanto adesso di quanto assurda debba suonare la mia richiesta.

 

Camila spalanca gli occhi e mi fissa sorpresa.

 

- Come scusa? – chiede di rimando, sicura di aver capito male.

- Ti ho chiesto di essere la mia ragazza per -.

- Ti ho sentita – mi blocca lei nel mezzo della frase. – Per quale motivo? – chiede stringendosi nelle spalle, come se fosse impaurita da me all’improvviso. – Per quale motivo vuoi umiliarmi anche tu? Non siamo nemmeno a scuola adesso -.

 

Cosa? Umiliarla? Crede che io voglia prendermi gioco di lei davanti a tutti quanti? Oh… OH.

Riesco a rimettere insieme i pezzi. È di Camila Cabello che stiamo parlando.

 

Ma Normani non poteva uscirsene con qualcosa di più semplice?

 

Okay. Sono stata io a dare inizio a tutto questo. Riconosco che Normani e Ally non c’entrano assolutamente nulla. Stavano soltanto cercando di aiutarmi.

 

“Dannazione a te Tay!” continuo a ripetermi silenziosamente.

 

- Camila, ascolta, non è assolutamente come pensi. Ho bisogno del tuo aiuto. Ho bisogno che tu finga di essere la mia ragazza per i prossimi dieci minuti. Vuoi farti perdonare per quel drink che adesso inzuppa la mia maglietta? Ecco, ti chiedo solo questo – mi sorprendo di quanto la mia voce suoni supplicante in questo momento.

 

Camila si morde il labbro inferiore, ma prima che abbia l’occasione di dire una sola parola, una mano di Tay si posa sulla mia spalla.

 

“Non può semplicemente smetterla di toccarmi come se volesse marcare il suo territorio?” penso infastidita.

 

D’accordo. Devo giocarmela meglio che posso se voglio far in modo che ci creda. Mi scrollo nuovamente la sua mano di dosso e porto un mio braccio a cerchiare i fianchi di Camila in modo delicato.

 

La cubana sussulta avvertendo il contatto tra i nostri corpi quando la spingo più vicina a me.

 

Tay non sembra aver gradito la mia mossa, poiché vedo i suoi occhi saettare da me a Camila con velocità impressionante. Non riesco a fare meno di cantare vittoria in qualche modo.

 

- Camila – mormora in tono mellifluo la ragazza bionda.

- T-Tay… - risponde Camila con molta più insicurezza nella voce.

 

Nulla di strano che Tay sia una delle persone che a scuola la tormentano di più. In qualche modo, pensare a questo m'innervosisce. Personalmente non ho nulla contro Camila, il più delle volte mi limito semplicemente a ignorarla, e lei fa lo stesso con me. Ma adesso, alla presenza di Tay, Camila sembra rimpicciolire tra le mie braccia. Non voglio che si senta così.

 

Faccio scivolare la mia mano tra le sue, ci mette qualche secondo in più del previsto, ma poi la stringe come se volesse cercare sicurezza.

 

- Così è lei la misteriosa ragazza con cui sei qui stasera, uhm? – la bionda mi lancia uno sguardo indecifrabile.

 

Annuisco e un sorriso compiaciuto spunta sulle mie labbra.

 

- Già – confermo.

- Da quanto state insieme? – chiede ancora.

- Noi non stiamo insieme – si affretta a rispondere Camila.

 

Troppo in fretta. La mia mano stringe un po’ più eccessivamente la sua.

 

- Stiamo uscendo però… da un po’. Vogliamo vedere come vanno le cose – aggiunge con voce più misurata e tranquilla.

 

Il ghigno di Tay sparisce.

 

- Oh, capisco – si limita a dire. – Beh Lauren, io e Austin siamo al bancone insieme alle tue amiche, raggiungeteci pure quando volete – termina, probabilmente sperando che io la segua.

 

Faccio un cenno di assenso con il capo.

 

- Credo che resterò qui con Camila per ballare un po’ -.

 

Non appena Tay si allontana, Camila abbandona la mia mano e tenta di allontanarsi da me, ma la afferro prima che possa scappare e la tiro indietro. Adesso la sua schiena aderisce completamente al mio petto. La sento trattenere il respiro per qualche attimo.

 

- Cos’hai intenzione di fare? – le bisbiglio all’orecchio.

- A-andare a cercare la mia migliore amica Dinah – risponde lei poggiando le mani sulle mie, pronta a slegare la presa.

- Non puoi. Camila non puoi andare via proprio adesso, per favore. Sono più che sicura che Tay e il suo fantomatico nuovo ragazzo ci stiano guardando dal bancone in questo momento – è la verità, lo so.

- E per quale motivo questo dovrebbe interessarmi? – mi domanda incerta.

- Perché è il tuo modo di farti perdonare per il drink che mi hai versato addosso, ricordi? – replico divertita.

- L-Lauren io devo… io devo – mormora confusamente.

- Ti lascerò andare, te lo prometto. Solo… per favore, resta ancora un po’. Ho davvero bisogno che tu faccia questo per me – le mie labbra sono quasi a contatto con il suo orecchio e posso nitidamente sentirla tremare contro il mio corpo, questa volta per tutt’altri motivi.

 

Annuisce. Resta in silenzio per qualche altro secondo prima di parlare.

 

- N-non so ballare – ammette imbarazzata.

 

Si volta tentando di guardarmi, così le do modo di girarsi tra le mie braccia. Adesso ci troviamo l’una di fronte all’altra.

 

- Fai passare le braccia attorno al mio collo, lascia che ti guidi io per tutto il resto – dico con un breve ma sincero sorriso.

 

Camila esegue ciò che ho detto e mi ritrovo a far ondeggiare i suoi fianchi a un ritmo lento rispetto a quello della musica. Non importa. Va benissimo così.

 

Il suo sguardo è basso, puntato sulle All Star che indossa. Le mie dita le sollevano il mento per poterla fissare negli occhi e d’improvviso mi trovo risucchiata in un paio d’iridi color del cioccolato. Passiamo secondi interminabili a fissarci senza essere capaci di dirci una sola parola.

 

- Camila, qualcosa non va? – le chiedo con gentilezza dopo quella che sembra un’eternità.

 

Mi fa cenno di no.

 

- Dovrei solo trovare Dinah – risponde.

 

Annuisco ancora.

 

- D’accordo. Mi dispiace di averti presa alla sprovvista con questa storia e beh… grazie per questo ballo – dico in modo scherzoso ma sincero.

 

Lei mi sorride. Forse per la prima volta durante la serata. Mi piace come s’illuminano i suoi occhi quando sorride, dovrebbe farlo più spesso.

 

- Grazie a te, e scusami per la maglietta – sorride ancora ma il suo sguardo è di nuovo colpevole.

- Non c’è problema -.

 

Strofino delicatamente le mie dita sulla sua mano, prima che la presa al collo sia sciolta completamente. Camila fa per allontanarsi, quando la mia voce la ferma ancora una volta.

 

- Sei sicura di non voler aiuto per cercare la tua amica? – domando.

- No, è okay così. Torna pure dai tuoi amici – la sua voce è cordiale, ma capisco che non sarebbe giusto trattenerla ancora.

 

Così lascio che vada a cercare questa Dinah, mentre io ritorno al bancone, sospirando quando noto ancora la presenza di Tay e Austin.

Ma questa serata non sarebbe dovuta andare per il verso giusto?

 

Normani e Ally subito mi passano il mio bicchiere ancora quasi intatto.

 

- Dov’è Camila? – chiede immediatamente Tay.

 

Tipico. Avrei dovuto aspettarmelo.

 

- È andata a cercare una sua amica – farfuglio senza interesse nell’iniziare una conversazione con lei. Non in queste circostanze almeno.

- Seriamente Lauren? – domanda ancora, sogghignando questa volta.

- Seriamente cosa, Tay? – mi volto a guardarla.

 

Austin è del tutto concentrato a parlare con un paio di amici suoi e sta ignorando tranquillamente la bionda.

 

- Tu che esci con la Cabello? Sta tipo nel gradino sociale più basso della gerarchia – afferma con sicurezza.

 

Aggrotto le sopracciglia. Non mi piace la sua insinuazione. Se c’è una cosa che ho sempre odiato di Tay, è il suo ostentato senso di superiorità verso gli altri. Sempre pronta a giudicare ciò che secondo lei va o non va bene. Sempre pronta a mettere la sua ultima parola sopra quella di tutti gli altri. Per un momento mi chiedo cosa io abbia davvero trovato in lei per arrivare quasi a perdere la testa.

 

- Non parlare di lei in questo modo, e fino a prova contraria, io posso uscire con chi voglio dal momento che sono single. Tu piuttosto, non dovresti reclamare l’attenzione del tuo suddetto ragazzo? – ribadisco con tono più duro di quanto avessi davvero programmato.

- Uh… da come ne parli immagino che la Cabello debba interessarti – la gelosia nelle sue parole è ancora palpabile.

 

Mi stringo nelle spalle.

 

- Te l’ha detto anche lei, stiamo uscendo insieme e prendendo le cose con calma -.

- Giusto. Ma guarda un po’… Lauren Jauregui che prende le cose con calma, cosa sta succedendo? Rettifico, deve davvero interessarti -.

 

Lancio a Tay uno sguardo annoiato e infastidito al tempo stesso.

 

- Non tutto ruota attorno al sesso, Tay -.

- Ne sono sicura – ammicca verso di me prima di tornare da Austin.

 

Confusa. Sono davvero confusa dal suo comportamento. Un attimo prima non vuole più stare con me, quello dopo si presenta al termine del nostro concerto con il suo nuovo ragazzo, poi continua a reclamare le mie attenzioni e si mostra gelosa. Non riesco davvero a capire cosa le passi per la testa.

 

Normani e Ally sono immerse in una conversazione che non riesco a seguire, essendomi persa il principio, così mi ritrovo a cercare la familiare testa mora di Camila in mezzo alla folla.

Non la trovo. Mi alzo e mi muovo tra i vari corpi sudati che continuano a saltare e ballare. Cammino nella direzione dove per l’ultima volta ho visto dirigersi la cubana e spero che non sia troppo difficile.

 

Una parte di me si chiede per quale motivo io lo stia facendo. Perché sto cercando Camila? L’altra semplicemente agisce d’impulso assecondando i miei istinti.

 

Sono ormai vicina ai bagni, quando riconosco la sua voce.

 

- Santo cielo Dinah, per quale assurdo motivo hai bevuto così tanto? – si lamenta Camila.

- Tu eri sparita Chancho, e quel ragazzo tanto gentile continuava a volermi offrire da bere, come rifiutare? – biascica un’altra ragazza che presumo essere la famosa Dinah.

- Quale ragazzo? – domanda Camila.

 

Non riesco ancora a vederle, probabilmente si trovano all’interno.

 

- Soipe, no, aspetta. Seipo, no… non era così, uhm… Siope! – esulta Dinah non appena riesce a ricordare il nome esatto.

 

È in quel momento che decido di rendere nota la mia presenza ed entrare. Entrambe le ragazze si voltano a guardarmi. Dinah corruga la fronte non riconoscendomi e Camila assume un’espressione sorpresa.

 

- Lauren… - mormora a bassa voce, ma non abbastanza bassa da non sentirla.

 

Annuisco e rido.

 

- Hai vinto. Tu sei riuscita a dirlo correttamente al primo tentativo – scherzo.

 

Il volto di Camila si scioglie in un sorriso sincero e dolce. Non si preoccupa del fatto che io abbia ascoltato la conversazione con la sua migliore amica.

 

- Alla fine sei riuscita a trovarla – indico la figura di Dinah che sembra poco presente.

 

Camila annuisce.

 

- Fortunatamente sì, ma ciò non toglie che abbia bevuto parecchio -.

- La porterai a casa? – chiedo.

 

So già che lo farà. È tutto così ovvio, sto soltanto cercando una scusa per prolungare la mia conversazione con lei senza farle credere che io sia venuta a cercarla di proposito.

 

- Sì, ho già chiamato un taxi, probabilmente ci aspetta fuori e dovremmo andare -.

 

Scuoto la testa.

 

- Non è necessario. Io ho la macchina, potrei accompagnarvi io – propongo.

 

È il turno di Camila di negare con il capo.

 

- No Lauren, va bene così, ma ti ringrazio molto per l’offerta – dice passandosi un braccio di Dinah attorno alle spalle per poterla aiutare a rimettersi in piedi.

 

- Almeno lascia che ti dia una mano fino all’uscita – senza aspettare risposta questa volta, mi avvicino e afferro l’altro braccio della ragazza più alta.

 

Dinah tiene gli occhi aperti, ma dubito che riesca a capire cosa sta succedendo intorno a lei.

 

- Miiiila, non restiamo a ballare ancora un po’? – domanda trascinando le parole un po’ troppo a lungo.

- No DJ, stiamo andando a casa – risponde Camila con l’ombra di un sorriso disegnato sulle labbra.

- Ma io non voglio andare a casa… voglio tornare a ballare! – esclama Dinah puntando i piedi come una bimba.

 

Normalmente troverei divertente una scena del genere, ma poiché siamo noi due a trascinarla quasi di peso, beh non è così esilarante.

 

Riusciamo ad arrivare fuori, fortunatamente senza troppe difficoltà, e l’aria fresca della notte ci colpisce in viso. È una benedizione considerando il caldo che invece si è creato dentro.

Poggiamo Dinah con le spalle al muro e la ragazza più alta scivola velocemente a terra sedendosi.

 

Camila emette un gemito.

 

- Dinah, adesso con quale forza riuscirò a tirarti nuovamente su? -.

 

Rido e sollevo le mani.

 

- Se ti servissero un altro paio di braccia, puoi sempre chiedere –scherzo.

- Ti ringrazio Lauren, ma non devi perdere tempo qui fuori con noi; puoi tornare tranquillamente dentro dai tuoi amici -.

- No, aspetterò con voi fin quando il taxi non arriverà -.

 

La cubana si tortura il labbro inferiore con i denti, ma alla fine annuisce.

 

- D’accordo. Potresti solo uhm cercare un’aspirina o qualcosa per lei? O come l’impressione che voglia vomitare da un momento all’altro – appura Camila.

- Certo. Torno subito -.

 

Mi precipito dentro alla ricerca di Normani. La trovo in pista insieme ad Ally, entrambe sono circondate da un mucchio di ragazzi e ballano allegramente, ignare del resto.

 

- Mani – la chiamo cercando di superare il frastuono della musica.

- LO! Finalmente. Io ed Ally non riuscivamo a capire dove fossi finita – la mia amica cerca di trascinarmi in mezzo a loro, ma faccio un po’ di resistenza per oppormi.

- Ero con Camila – rispondo.

 

Odio urlare, ma è l’unica soluzione se voglio farmi sentire.

 

- Camila? Ah sì, la ragazza di prima? – domanda incerta.

 

Annuisco confermando le sue parole.

 

- Mi servirebbe un’aspirina, Mani -.

 

Lei mi guarda stranita per qualche attimo.

 

- Non ti senti bene? Vuoi andare a casa? – chiede immediatamente.

- No, non è per me. L’amica di Camila, Dinah, è ubriaca -.

 

Normani fa un cenno affermativo con il capo e afferra la mano di Ally.

 

- Usciamo da qui -.

Ritroviamo Camila inginocchiata davanti a Dinah che cerca di mantenerla sveglia con dei colpetti al viso.

 

- Avanti DJ, presto saremo a casa e potrai finalmente dormire, ma non adesso – le dice.

 

Alza lo sguardo e finalmente ci nota.

 

- Oh… no-non c’era bisogno di richiamare la squadra a rapporto, Lauren – sorride Camila.

 

Normani scrolla le spalle.

 

- Era ora di prendere una boccata d’aria fresca in ogni caso – dice.

- Cosa succede? – domanda Ally indicando Dinah ancora seduta a terra.

- È solo molto ubriaca; Lauren mi ha aiutata a portarla fuori dal bagno – spiega la cubana.

- Credo di avere qualcosa per te – Ally annuisce e fruga nella propria borsa alla ricerca di qualcosa, prima di porgere a Camila una pastiglia. – Questa potrebbe decisamente aiutarla – afferma.

 

Camila sorride e la ringrazia. Mi guardo intorno, ma non c’è ancora traccia del taxi che sarebbe dovuto venire a recuperare le due ragazze.

 

- Mani, dovremmo proprio accompagnarle a casa – affermo, ignorando le precedenti parole di Camila.

 

La mia amica annuisce istintivamente.

 

- Certamente. Ally ha la macchina – conferma.

- Sì, ma non sono sicura che riusciremo ad entrarci tutte: dietro sono stipati alcuni dei nostri strumenti – ci fa presente la più grande.

- Non è un problema, posso portare io Camila -.

- No. Davvero Lauren, non è necessario. Hai fatto già abbastanza per me stasera, non voglio rovinarvi ulteriormente la festa – interviene la cubana.

 

Sto per replicare, quando dall’angolo opposto appare Tay con Austin al seguito. Probabilmente saranno usciti dall’ingresso posteriore. Sbuffo infastidita perché non voglio ancora la loro presenza intorno.

 

- Oh, ma che quadretto carino – il sorriso mieloso e fin troppo finto di Tay mi da la nausea.

 

Per quale motivo deve comportarsi in questo modo? Non può semplicemente lasciarmi in pace e trascorrere il resto della serata con il suo fidanzatino nuovo di zecca?

 

Camila si volta di scatto a guardarla. Un’espressione affranta si fa spazio sul suo viso. Evidentemente nessuna delle due prova simpatia per l’altra.

 

- Lauren, il tuo comportamento di questa sera mi sorprende parecchio: ti stai dimostrando una vera ragazza modello -.

 

Incrocio le braccia al petto.

 

- Cosa vuoi, Tay? – l’impazienza nel mio tono è tangibile.

- Assolutamente nulla, io e Austin siamo usciti un po’, quasi non si respira lì dentro – risponde fingendo indifferenza.

 

Annuisco svogliatamente. Una parte di me potrebbe anche crederci, ma l’altra continua a dirmi che l’ha fatto soltanto per cercare di mettermi in difficoltà in qualche modo.

 

- Bene. Se non vi dispiace, noi adesso andiamo; sto per riaccompagnare Camila a casa – affermo decisa.

 

Con la coda dell’occhio vedo Normani e Ally che sollevano Dinah da terra per trascinarla verso l’auto.

 

- Certo, certo. Tu e Camila vi state frequentando… peccato che io non abbia creduto a un singolo attimo della vostra farsa – ribatte con tono tagliente Tay.

 

Stringo la mascella e vedo il volto di Camila sbiancare un po’. Sinceramente, non riesco a capire per quale motivo lei sia così preoccupata dalla cosa; forse teme che Tay gliela farà pagare una volta tornate a scuola. Immagino che debba aver capito che c’è ancora qualcosa in corso fra me e la bionda accanto a lei, anche se non ha idea di cosa sia.

 

- Non ho idea di cosa tu stia parlando – fortunatamente la mia voce riesce a suonare casuale e disinteressata.

- Ah no? Beh, se è davvero così, immagino che non avrai problemi a baciarla di fronte a me -.

 

Cosa? Okay, questo non era minimamente previsto. Le cose stanno prendendo una piega diversa da quella che mi aspettavo.

 

Camila indietreggia di qualche passo puntando i suoi occhi su di me. Sono supplicanti. Capisco che non vuole farlo e non vuole che io lo faccia, ma non ho altra scelta. Se voglio fare in modo che Tay mi creda, se voglio dimostrarle che non è lei ad avere in pugno la situazione e me, devo baciarla.

 

Però non riesco ad ignorare lo sguardo di Camila. Non voglio fare qualcosa contro la sua volontà, non voglio che si ricordi di me come la ragazza che le ha rubato un bacio solo per fare ingelosire qualcun'altra.

 

Così faccio un segno di diniego con la testa.

 

- Non credo che sia il caso Tay, senza tener conto che la mia vita e le persone con cui esco non siano affari tuoi -.

- Cosa ti fa pensare che non sia vero? – Camila s’intromette inaspettatamente nel discorso.

 

Sollevo entrambe le sopracciglia, sorpresa dal suo tono di sfida.

 

- Fai sul serio Cabello? – la sbeffeggia Tay.

 

La rapida sequenza che si sussegue non mi da modo di pensare. Camila si avvicina a me e prontamente si aggrappa al mio collo facendo scontrare le nostre labbra.

I miei occhi si spalancano e il mio volto rappresenta l’incredulità. Ci metto qualche secondo prima di accertarmi di cosa stia succedendo e rispondere al bacio. Contro ogni aspettativa, data l’irruenza dei movimenti, le labbra di Camila premono dolcemente e si modellano contro le mie. Inizialmente m’irrigidisco, non riesco a dischiudere la bocca; Camila sembra interpretare la mia iniziale esitazione come un rifiuto, così cerca di scostarsi. Ma prima che possa interrompere definitivamente il contatto, la mia mano destra cerchia i suoi fianchi e la tira più vicina, esattamente come avevo fatto in precedenza quando stavamo ballando.

Schiudo un po’ la bocca e prendo il suo labbro inferiore tra le mie. Lo succhio appena con delicatezza e sento Camila tremare tra le mie braccia. Capisco che non è abituata alla mia presenza e, ancora meno, a quel genere di contatto. Adesso sono io a guidarla nel bacio, ma quando faccio per passare la lingua sul contorno della sua bocca, sposta gentilmente le mani dal mio collo e le posa sul petto per respingermi.

 

Ci stacchiamo e abbiamo entrambe il respiro corto. Normani e Ally ci fissano con la bocca spalancata e gli occhi colmi di sorpresa. Vedo Tay con la coda dell’occhio stringere i pugni, ma sono ancora concentrata su Camila.

 

Le sue iridi incontrano le mie.

 

- Wow… - la sento sussurrare.

 

Sorrido e mi concedo qualche altro secondo così vicina a lei. Mi piace la sensazione di sicurezza che mi da. Mi piace sentire che il mio cuore ha accelerato i battiti nell’istante in cui le nostre labbra sono entrate in contatto.

 

Quando Camila si scosta definitivamente da me, mettendo diversi centimetri di distanza tra i nostri corpi, mi sento abbastanza coraggiosa da tornare a fronteggiare lo sguardo di Tay.

 

- Immagino che tu abbia finito qui. Hai avuto la conferma di ciò che desideravi – dico con più freddezza possibile.

 

Lei non aggiunge nient’altro, non replica. Semplicemente gira i tacchi e, tirando Austin per il braccio, scompaiono nuovamente dentro il locale.

 

Rilascio un sospiro misto tra sollievo e confusione per ciò che è appena accaduto e torno a rivolgermi alle mie amiche.

 

- Voi uh… - tento di dire.

- Portiamo Dinah a casa, sì. Ci spiegherai tutto dopo, Lo – conclude Ally per me.

 

Annuisco ma sono ancora confusa da tutte le strane sensazioni che si stanno agitando nel mio stomaco.

 

  
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