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Autore: MardukAmmon    13/08/2015    0 recensioni
Un insieme di Pensieri e Poesie, scritte avvolto nello sconforto dell'essere inadatto a questa era corrente e grazie a ciò di aver potuto comprendere, forse, alcune delle più disarmanti verità del cosmo, l'essere totalmente asserviti ad esso e minuscoli, destinati a farne sempre parte anche nella sua forma più sottile e nascosta.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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L'indifferente tra i rami

Chi osserva tra i rami di un frassino.. becca il cielo ed osserva l'uomo,
non trema per le guerre 
ma per il vento che lo colpisce.
Svanisce in lui in senso d' una pluralità mai esistita, un esperienza inespressa che passa in un battito di ali
coprendo le nuvole,la luna e le stelle.

-

Di un Fosso

Ramoscelli che pungono
contro ciò che rimane di un amore, cos'altro se non terra?
Cos'altro rimane in un fosso tra i rovi, ne un respiro
ne un cero,solo un'amore passato che dai primi non è mai ritornato...
Se ti chiedi chi sei ricorda,sei amore voluto,che nella solitudine verrà lasciato.
Forse c'è gioia nel comprenderlo
o solo un senso di vuoto che si annida in quella fossa, nella natura contaminata d' altra natura.



Mille orme sulla terra

Un millepiedi di odio striscia al di sotto di un altare
i fumi che si alzano fino al cielo mostrano, al mondo, la vera forma delle stelle
un uomo si alza e grida verso l'idolo che crolla
mentre il sangue scende tra le spire dell'esistenza.
Tra le nubi la luna silente mentre osserva il dissolversi della vita per unirsi ancora
ed ancora una volta.
Stanca spettatrice di blasfemia rivolta alla sua luce, spinta dal vento dell'etere e dell'amore puro del Sole.
Non più demoni ne bestie, ma l'uomo che nulla comprende se non il suo odio che vince e vincerà sull'amore.


-

L'Ultimo Oracolo

Ancora una volta un uomo ammantato di nero
si inchinò davanti all'oracolo che di Apollo era votato
sul tripode dove la sua sacerdotessa sedeva ad assaporare i fumi della verità
ora si ergevano ossa scarnificate dal tempo.
L'uomo dall'aspetto inquietante chiese"Perchè ti trovi così non è forse venuto a mancare il tuo Dio?"
non rispose in primo momento, poi però il vento entrato dalle crepe passo tra le sue scapole

"I nostri Dei non sono morti, sono coperti da un velo... non giorire, la tua clessidra si sta svuotando.. arriverà anche il tuo momento, ultimo esule"

allora l'uomo si tolse il cappuccio che ne celava le fattezze
il volto diviso trasudava decomposizione, caos ,ma anche vita che nasceva e moriva..
le torce spente si riaccesero ed un rogo fece crollare quel poco che era rimasto del glorioso santuario..











 
   
 
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