Storie originali > Nonsense
Ricorda la storia  |      
Autore: PokeShiira    14/08/2015    2 recensioni
Il Ciambellano gli teneva compagnia
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Terminate le fatiche della giornata, il Re si riposava nelle sue stanze. Il Ciambellano gli teneva compagnia. 

- Maestà, mai l'ho vista in tanta gloria come oggi... 

Sprofondato nella sua poltrona preferita, in atteggiamento sonnacchioso, il Re aprì un occhio. 

- Sei convinto che io sia un cretino, vero? 

- Ma... Sua Maestà...! 

- Dai, ammettilo! Non c'è niente di male. Per questo, bisognerebbe che le tue convinzioni avessero qualche importanza; o anche solo qualche valore. 

Le labbra del povero Ciambellano erano sigillate; il flusso calcolatore dei suoi pensieri si era tramutato in una girandola. Ciò che più lo terrorizzava era il tono bonario di quella voce. 

- Va bene! Se non vuoi ammetterlo, tieni per te il tuo... segreto? 

- Il Re scoppiò a ridere, mostrando uno dei suoi canditi preferiti, in avanzato stato di masticazione. - Non mi piace torturare la gente. Non senza necessità. 

Ingoiò il candito. 

- Peggio per te, comunque: hai perso l'occasione di darmi impunemente del cretino. E potrebbe essere stata l'ultima, in tutta la tua vacua esistenza: perché, da questo momento, il permesso di vedere di fronte a te un 

cretino è revocato. Fino a nuovo (ed improbabile) avviso. 

Sua Maestà congiunse le mani sul ventre dignitosamente curvilineo, socchiuse nuovamente gli occhi. 

- Oggi è stata davvero una gran giornata, per me e per il Regno. Perché in parecchi, sia qui a Corte che là fuori, hanno superato la prova e dimostrato di sapere meglio di te cosa significa essere un buon suddito. 

Tacque. Il Ciambellano intuì che prolungare il mutismo avrebbe avuto gravi conseguenze: facendo appello a tutta la sua forza di volontà, si sforzò di cavare un filo di voce dalla gola inaridita. 

- Cosa intende, Sua Maestà? 

Il sovrano sbuffò. 

- Che i loro pensieri non hanno nessuna importanza. Che tutto quello che conta è che dimostrino di saper vedere quello che devono vedere: essere un buon suddito è tutto qui. 

Bussarono alla porta. Un paggio aprì; un alto dignitario entrò, spingendo un carrello d'argento. Su un cuscino di velluto cremisi, svettava l'oggetto più prezioso del Regno. 

- Oooh, è già pronta? Sono stati veloci. Accanto allo specchio. Bene. Sparisci. 

- Dopo essersi inchinato, il dignitario obbedì. Con perfetta sincronia, il Ciambellano affiancò ossequiosamente il carrello. 

Di fronte allo specchio, il Re indossò la corona, magnificata da ciò che il Maestro Orafo aveva personalmente incastrato sulla sommità. Ammirò la perfezione del lavoro: secondo le sue direttive, gli imbalsamatori non avevano tentato di rendere la piccola testa ricoperta d'oro simile a quella di un cherubino. Di angelico c'erano solo i boccoli di nobile metallo: ma la paura si annidava in ogni angolo delle guance incavate ad arte, delle orbite colmate dai due enormi smeraldi tagliati a cabochon, della bocca tenuta aperta da un rubino delle dimensioni di un uovo. 

- Sì... - sussurrò il Re, rimirandosi. Si stupì che, nonostante quell' aggiunta, il peso della corona rimanesse tollerabile. 

- E'... è un capolavoro, Sua Maestà. 

- Non tutti possono essere buoni sudditi. Come questo fanciullo, cui la lezione non era stata debitamente insegnata. Ma ora, sarà lui ad insegnarla ad altri. 

Tutto sommato, il Re non fu deluso neanche ciò che vedeva al di sotto del proprio collo. La sua nudità non era più quella di un ragazzo, ma resisteva agli anni.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: PokeShiira