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Autore: Angy Nyan    14/08/2015    3 recensioni
Tsurugi e Tenma erano in posizione. Wandaba che, come un pistolero del Far (o Wild, come volete) West si preparava a puntare le armi contro i due ragazzi. BANG! Un fulmine colpì il centrocampista e l’ace striker. Entrambi furono avvolti da scariche elettriche… ma qualcosa andò storto.
In un attimo successe l’inevitabile.
Cosa era successo?
*Yeeeee* Nyan è tornata! ♥
La mia nuova storia, come avete ben capito, parla di un certo Mixi Max... Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matsukaze Tenma, Tsurugi Kyousuke, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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Eeeeeeeeecco.
Ho contato quanti anni sono passati dall'ultima volta che ho aggiornato. E sono ben due... Lo so, faccio schifo perchè non ho fatto sapere niente a nessuno, e non vi chiedo nemmeno di perdonarmi perchè lo so che è una cosa che non si fa, no no. 

Dovete sapere, per vostra curiosità, che sto per frequentare il quinto anno di liceo, quindi la mia vita sarà più impegnata di prima. Se sono riuscita a postare un capitolo adesso, dovete dire grazie alla cara Charlotte Drakul_ che mi ha fatto una recensione che a prima vista sembra semplice e povera, ma per me era ricca di sentimenti e speranza, soprattutto.
Era l'incentivo giusto per riprendere a scrivere. Ho avuto batoste a morire, chi mi diceva che non avevo stoffa per scrivere, altri invece che mi dicevano che al posto mio, loro avrebbero cancellato una fic ferma da due anni, e cose così.
Ma io ci tengo tantissimo a questa fic. Non sapete quanto. Soprattutto perchè la KyouTen pian piano sembrava andarsene via dal mio cuoricino, a causa di Kuroko no Basket (con la KagaKuro, damn) che mi ha rapita letteralmente.
Facciamo che questo capitolo è dedicato a un KyouTen day passato da 4 giorni, ma chissene!
Vi sazio con un bel colpo di scena, okay? Okay.(?)
Buona lettura, fanciulle e spero di rivedervi presto
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MIXI MAX!

     Capitolo 12 - Nii-cha'? Lo senti anche tu? Qualcuno... uguale a noi...?

 

Non ci poteva credere. Ci era riuscito. Dopo tutto quello che aveva passato, ci era finalmente riuscito. Aveva dovuto ricominciare tutto da capo parecchie volte, sì, ma ne valeva la pena!
Alla fine, l'unico modo per far sì che la storia avesse un altro sviluppo (e quindi, cambiare il corso degli eventi) era semplicemente colpire la testa morbida di Wonderbot.

E dunque, lasciare che “Yuuichi” facesse il suo compito da bambino ingenuo qual era.

Più o meno, ci aveva impiegato 2 settimane.
Purtroppo, date le condizioni, le provviste di cibo erano finite in un batter d'occhio e quindi, per almeno 5 giorni il suo stomaco emetteva un brontolio simile al ruggito di un leone.
All'inizio, aveva vagato per tutta Inazuma-chou per 2 giorni, alla ricerca del posto segnatogli dalla persona che lo stava aiutando per tutto il tempo per questa impresa; trovato il luogo, aveva osservato con cura il comportamento delle due persone che facevano parte del dato progetto e aveva infine escogitato dei piani per trovare la soluzione al suo problema.

Come cambiare il destino di due bambini.

Il suo professore gli aveva spesso chiesto se fosse sicuro di quello che stava per affrontare, ma lui aveva sempre risposto che 'non aveva altra scelta'.
Prima della partenza, aveva salutato tutti e aveva dato una leggera carezza alla sua migliore amica del liceo, ribadendo che non ci avrebbe messo molto e che dunque sarebbe tornato a casa presto.
Anche se sapeva benissimo che lui, molto probabilmente, non ci avrebbe messo più nemmeno piede.
Il viaggio per arrivare a destinazione non era problema.
Perchè se c'erano riusciti i suoi genitori da giovani, allora anche lui non avrebbe trovato difficoltà.

§---§

Erano passati quasi 2 mesi dal loro arrivo e Tenma e Kyousuke ci avevano fatto praticamente il callo. Un callo che non faceva per niente male.
Kyouma e Yuuichi erano come sempre due bellissimi (mocciosi) bambini, obbiedenti. E spesso il nonno Tenma li andava a trovare per portarli al parco o al luna park.
La ragazza non poteva lamentarsi della poca presenza del nonno, al contrario era contenta di avere un padre devoto ai suoi nipotini.
Kyousuke poteva dire la stessa cosa dei suoi genitori: Yuuichi (il fratello) si era particolarmente dimostrato disponibile nel prendersi cura dei due piccoli quando i nonni non lo erano e i due giovani genitori erano alle prese con gli allenamenti, in vista nel nuovo campionato.
(Avevano affidato una volta il compito ai due fratelli Tenko e Kouki Matsukaze, ma il risultato era una casa mezza distrutta.)
A proposito. La squadra era ormai parte integrante della famiglia di Kyoucchan e Yuu-kun. E loro ne erano più felici che mai.

§---§

Le giornate scorrevano tranquillamente, senza alcun intoppo.
Ma per un certo viaggiatore non andava nemmeno una giusta.
Nonostante fosse lì da ben 2 mesi, non era ancora riuscito a trovare un posto dove riposare.
Aveva chiamato il suo aiutante ma, a quanto pare, tale non era proprio.
Quindi doveva arrangiarsi e prendere ogni tanto in prestito la cuccia di Sasuke (anche se stretta per lui)o, e di questo si vergognava, chiedere alle belle donzelle single del paese di ospitarlo nelle proprie dimore.
Sì, era un bel ragazzo e la cosa andava a suo favore, ma non era proprio il tipo di ragazzo da scroccare cose dagli altri.
L'ultima signora che lo aveva ospitato era una bella 40enne che quasi non lo aveva convinto di restare ancora per qualche giorno (ps: per sempre) per la sua squisita cucina.
Ci aveva fatto un pensierino, doveva ammetterlo.
Ma la cucina della mamma non la batteva nessuno. Ah, quanto gli mancava quei semplici piatti orientali, ma soprattutto quella abbondante colazione a base di riso con uovo fresco, le prugne che accompagnano il pesce affumicato...
Ma non doveva pensare al cibo, adesso. No.
Doveva pensare a come aiutare i due piccoli gemelli ad aggiustare il loro presente.
Si riparò in un luogo ormai noto per lui, e cominciò a lavorare sul suo orologio...

§---§

«Nii-cha'?» il secondo genito richiamò l'attenzione del fratello, interrompendo la sua lettura.
Una volta giratosi verso di lui completamente, Yuuichi riprese a parlare.
«Lo senti anche tu?» disse il sopracitato. Kyouma, non capendo di cosa stesse parlando, gli chiese: «Cosa dovrei sentire?»
«Qualcuno... uguale a noi...?»

§---§

Tenma e Kyousuke erano appena usciti da scuola. Gli allenamenti erano andati meglio di quello che si aspettavano, infatti erano riusciti a perfezionare alcune tecniche molto importanti per la futura partita. Erano stanchi da morire, ma sapevano che con la presenza dei due piccolini, sarebbero tornati nel pieno delle energie.
Stavano per varcare la soglia del cancello di casa, quando Tenma si accorse di una cosa:
«Um... Kyousuke? Lo vedi anche tu?»
«Eh? Cosa c'è?» seguendo lo sguardo di Tenma, capì che si stava riferendo alla loro destra, avvicinandosi di soppiato verso il giardinetto del Kogarashi Manor, e notò che nella cuccia di Sasuke non c'era il cane, ma un fondoschiena sporgeva dall'entrata/uscita della suddetta cuccia. I due ragazzi si scambiarono uno sguardo confuso, come se la cosa fosse incredibilmente assurda (dunque per loro 'viaggiare nel tempo' era una cosa assolutamente normale?).
Per saperne di più, Kyousuke si avvicinò ancora di più alla casetta di Sasuke e bussò sul tetto con un flebile toc toc, ma fece comunque sobbalzare lo sconosciuto all'interno della costruzione.

Tonf! «Ahio!»

Tenma, leggermente spaventata, si mise al riparo contro la schiena del ragazzo, aspettando con ansia che lo sconosciuto nella cuccia uscisse fuori e si presentasse.

§---§

«Che faccio? Che faccio? Che faccio? Non posso farmi vedere, no. Chiunque abbia bussato, SE NE VADA. Per favore.»
Il ragazzo cominciò a sudare freddo come non aveva mai fatto, sentiva le mani tremare come se avesse il morbo di Parkinson, si irrigidì ancora di più dopo aver sentito le voci indimenticabili delle due persone con cui mai avrebbe dovuto avere un contatto in quell'occasione, come gli aveva detto il professore. Ma proprio per colpa sua, se non gli avesse dato un apparecchio fasullo, non avrebbe perso tempo nell'aggiustarlo nell'unico posto in cui avrebbe potuto nascondersi e quindi non si sarebbe fatto scoprire da quei due.
«Ehi, senti, potresti uscire da qui? Se hai intenzione di stare lì tutto il tempo e non dirci chi sei, allora hai capito male qual è la situazione.» Kyousuke glielo disse con tono sorprendentemente minaccioso, ma dal suo “ops” successivo, si poteva capire che non era sua intenzione spaventarlo.
«...» E il ragazzo prese tutto il coraggio e uscì dalla cuccia.


«E'... uno scherzo, vero?»
Fu questa la reazione di Tenma e Kyousuke.
Davanti a loro si presentava un ragazzo un po' più alto di Kyousuke, bruno e con le famose spirali ai lati, gli occhi azzurro-metallo riconoscibili a metri di distanza.
Era Tenma. Solo maschio. E più grande.

«Chi... chi sei tu?» disse Kyousuke.
«... Non dovrei farmi vedere da voi.»
Una lampadina si accese nella testa della ragazza: «Per caso... sei il nostro figlio del futuro...? Un altro...?»
«Em... è esatto e allo stesso tempo sbagliato...» rispose il nuovo arrivato.
«Parla chiaro, su... ormai ci abbiamo fatto l'abitudine... alle novità, intendo.» rispose Kyousuke.
Il più alto fece un respiro profondo, per poi guardare attentamente i due ragazzi davanti a lui.
«... Sono vostro figlio, sì. Ma una volta che il mio compito sarà finito qui, nel vostro tempo... non lo sarò più e anzi, non sarò nemmeno più parte delle vostre vite.»
Il silenzio diventò padrona di quell'atmosfera pesante... finchè Tenma non parlò.
«Vuoi... entrare? Magari, se ce ne parli in più particolari, possiamo darti una mano...?»
«... Tenma-san, non era nei piani. Non posso.»
«Sei nostro figlio, no?» cominciò ad insistere la ragazza.
Il ragazzo venuto dal futuro spostò lo sguardo sul “padre”, cercando un appiglio o un aiuto, ma questi gli fece un segno di assenzo, guidandolo con il mento verso la dimora.
«...Che sarà mai una tazza di thè freddo? Sù, vieni.»
Abbassò lo sguardo, sentendosi sconfitto e inoltre, rendendosi conto di aver mandato all'aria i piani del professore e, molto probabilmente, di aver complicato solo la situazione.
Tenma lo richiamò dai suoi pensieri:
«E dimmi... come ti chiami?» disse, sorridendogli dolcemente.
Il ragazzo alzò gli occhi, assumendo una leggera tinta rosea sulle guance.

«... Mi... mi chiamo Tensuke. Per favore, prendetevi cura di me.»

 

   
 
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