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Autore: bessielizzie    14/08/2015    3 recensioni
Questa storia è ambientata poco prima della trasformazione in vampiro di Edward. Isabella ed Edward si incontrano quando stano per andare ad arruolarsi lui per la guerra mentre lei come crocerossina di campo. Entrambi stanno per partire per il fronte, ma il destino cambierà le carte in tavola.
Spero di avervi incuriosito
P.S.: Per la maggior parte di questa storia il titolo era 1918, ma oggi ho aggiunto una piccola parte che porta verso il finale
Genere: Fantasy, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Primo giorno di scuola

 P

Primo giorno di scuola.

                                                                                 

Edward.

 

Avevo trascorso gli ultimi anni in Alaska dalle mie cugine, anche se in qualche periodo me ne andavo in giro per il mondo o negli atenei più illustri del pianeta per rimanere lontano da quell’oca giuliva di Tania e anche per la mia enorme sete di conoscenza.

In quegli anni avevo ottenuto la mia seconda laurea in medicina, ma nonostante fossi allenato nel resistere alla tentazione del sangue non riuscivo a trascorre ogni singolo giorno in una sala operatoria, perciò il mio sogno di esercitare come cardiochirurgo era ancora irraggiungibile.

“Anch’io ho impiegato molto, ma sono sicuro che ci riuscirai figliolo.” Mi rassicurava Charlise.

Ero chino su un volume di cardiochirurgia quando la veggente di casa ci annunciò che era giunto il tempo di ritornare a Forks.

“La visione si è solidificata. Vedo te e Isabella che vi incontrerete nell’ora di biologia!”

“Si ricorderà di me?” le chiesi curioso

“Questo non lo vedo, non sprecare questa seconda possibilità!” Mi rispose la mia amata sorellina. Alice aveva una dote nel rendersi irritabile nel momento meno opportuni.

Ci trasferimmo a Forks qualche giorno dopo e l’arrivo di Isabella era previsto a breve ,ma  solo che già qualche giorno prima i ragazzi del posto erano in subbuglio per la nuova arrivata. Quanto mi irritavano i loro pensieri sulla mia Isabella! Quando la vidi nella mensa della scuola e fu come sempre.

Ero sorpreso perché nemmeno dopo una vita, nemmeno dopo una manciata d'anni le riuscivo a leggere la sua mente, ma rimanevo affascinato dal suo silenzio e dai suoi occhi che parlavano per lei.

Sentì Isabella chiedere informazioni sulla mia famiglia e come le rispondeva Jessica e come le sorrideva quando la sua amica sembrò delusa al fatto che non avevo ceduto alle sue avance.

Da quel poco che avevo intuito sembrava che non si ricordasse della sua vita passata, che non si ricordasse di quel nostro incontro nella sua prima infanzia.

Da lì a poco avevamo la nostra prima lezione di biologia ero teso come un alunno alla sua prima lezione. Arrivai in quell’aula per primo e aspettai pazientemente che la mia piccola umana arrivasse.

Quando arrivò la classe era piena e il professore era già arrivato. Supposi che in questa nuova vita Isabella aveva acquisito un lato nuovo: l’essere ritardataria.

Dopo le convenevoli scambio di battute tra il prof Medina e Isabella, quest’ultima sì incamminò verso il mio banco. Sorrisi quando per l’ennesima volta la sentì correggere qualcuno che non la chiamava Bella, ma tutto cambiò quando lei mi fu vicina e il suo profumo risvegliò il mostro che avevo incatenato durante una vita lontano da lei.

Com’era possibile che a distanza di tantissimi anni non riuscivo a tenere a bada il mostro in suo presenza? In mensa non mi aveva fatto quest’effetto forse perché le ero relativamente lontano e nemmeno quando era piccola.

Come mai adesso il suo profumo stava risvegliando il mostro? Ero così concentrato in queste deduzioni che non mi accorsi subito che Bella mi aveva parlato.

“Salve, sono Bella Swan. Lei come si chiama?” mi salutò quasi come un secolo fa.

“Salve, Io sono Edward Cullen. Mi scusi per la mia sbadataggine!” le risposi

“Per caso sei parente di un certo Edward che vagava per i boschi tempo fa?”

“No” mentì e mi dispiacque nel farlo ma le avrei raccontato il mio segreto in un secondo momento.

“Strano…” mi rispose come se volesse continuare ma ci interruppe il prof di biologia.

 

ISABELLA.

 

Era il primo giorno di scuola nel nuovo liceo che dovevo frequentare. Che strazio! Quasi sicuramente sarei stata l’oggetto dell’attenzione di tutta la scuola e io non volevo essere la cavia dell’interesse di un centinaio di adolescenti.

Dovevo portare pazienza, infondo nella mia breve vita avevo avuto molta esperienza con adolescenti o almeno con adulti con la sindrome da Peter Pan. Per fortuna che ora la mia amata mammina sembrava essere entrata finalmente nell’età adulta alla veneranda età di quarant’anni.

Ora avrei dovuto affrontare gli adolescenti veri, chissà se i miei coetanei di Forks erano più curiosi di quelli dell’Arizona?

Appena scesa dalla macchina notai subito qualcuno che voleva suscitare il mio interesse.

“Bella macchina!”

Per educazione gli sorrisi a modo di saluto, ma mi chiesi se quel tizio avesse bisogno di un paio d’occhiali. Il mio pick up non era una macchina appena uscita dal concessionario, non era un’automobile da suscitare interesse tra i ragazzi però aveva ragione su un punto: era una buona macchina.

Mi incamminai immersa in quei pensieri felice di non trovare altri scocciatori, ma appena mi avvicinai all’ingresso della scuola mi ritrovai di fronte ad un nerd orientale con un sorriso a trentadue denti.” Diamine, un altro” pensai ma mi sforzai di essere educata.

Questo era più irritante del primo e voleva che finissi sul giornale della scuola! Ma questo Ben- Eric o come diavolo si chiama mi aveva confusa per Kirsten Stewart?

“No, per favore non voglio finire nel giornalino della scuola!”

“Ok!” mi rispose il nerd scodinzolante.

Forse era solo il primo giorno di scuola e poi si sarebbero stancati della novità, ma per tutto il giorno avrei dovuto sopportare di essere l’animale da circo.

Per fortuna le lezioni trascorsero tranquillamente però la situazione si sarebbe ripetuta anche in mensa.

Decisi di pranzare con Angela che trovai una ragazza simpatica nonostante mi scattò l’ennesima foto, ma per fortuna Eric le disse che io non sarei diventata l’articolo di punta per il giornalino della scuola. Il prossimo che mi avrebbe scattato una foto gli avrei sbattuto in faccia un mio documento.

Poi c’era Jessica che era una chiaccherona e sembrava invidiosa che tutti mi cercavano, ma se avessi potuto le avrei regalato tutto ciò che stavo vivendo perché detestavo essere al centro dell’attenzione. Quanto avrei voluto che fosse lei il giocattolino e magari si sarebbe divertita.

Ad un tratto la porta della mensa si aprì ed entrarono degli alunni strani e molto belli. Mi sembrava che avessero qualcosa di particolare così chiesi a Jessica chi fossero e lei mi rispose che erano i figli del dottor Cullen che si erano da poco trasferiti.

Bene, non ero l’unica nuova arrivata e un’ondata di compassione mi invase per quella nuova famiglia. Poi arrivò il più giovane dei fratelli.

“Lui è Edward Cullen, uno schianto però non guarda nessuna!” mi disse Jessica.

Per poco non le risi in faccia pensando che probabilmente era andata a caccia di quel tizio che mi ricordava vagamente una persona….

Forse lui era il figlio di chi mi aveva salvata nel bosco da piccola, forse era il dottor Cullen che era stato il mio angelo custode. Forse sarei dovuta andare in ospedale per ringraziarlo del suo aiuto, ma il volto di Edward mi ricordava qualcuno a cui ero stata molto legata…

Non riuscì a finire il mio pranzo a causa di tutte quelle mie riflessioni, ma forse prima o poi avrei avuto una lezione con lui e avrei risolto il caso.

Poco dopo avrei avuto lezione di biologia e quindi nuove presentazioni, che noia.

Alla fine biologia non fu noiosa, ma molto interessante e alquanto inquietante. Durante quella lezione il mio compagno di banco fu proprio il giovane Cullen e appena ci presentammo ebbi un déjà-vu o flash di un’altra vita.

Quel déjà-vu fu breve, ma abbastanza da rivedere una scena: vedevo un tizio vestito da soldato durante la prima guerra mondiale e lui era proprio il mio vicino di banco.

Quel posto mi stava facendo già impazzire?

Con nonchalance chiesi ad Edward se lo avessi conosciuto in precedenza, ma ovviamente lui negò.

Fu con quella strana sensazione che alla fine delle lezioni mi recai in segreteria per consegnare un documento e li lo ritrovai, ma in quell’occasione mi guardò con odio e quello sguardo mi scombussolo ricordandomi un paio di occhi verdi così identici ai suoi.

Stavo forse impazzendo?

Angolo personale: Salve, sono ritornata e spero che vi piacerà questo nuovo aggiornamento. Io adoro le recensioni costruttive quindi se notate qualcosa che non vi piace, qualche errore avvisatemi...

   
 
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