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Autore: garrett    14/08/2015    2 recensioni
Un mare di sciocchezze...o forse no?
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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L'oscurità lo avvolgeva, talmente pressante da non farlo respirare. Si mosse in avanti, ma non scorgeva niente intorno a sé. Chiamo aiuto. La sua voce non arrivò alle sue orecchie ma fu inghiottita dalle tenebre. Poi un sibilo e davanti a sé, lunga 4 metri, comparve Nagini. In un'istante le fauci del serpente li furono addosso. Sentiva le spire del rettile avvolgerlo e stritolarlo, Hermione che lo chiamava, un dolore al braccio e poi...

...Harry si svegliò con uno scatto.

Si trovava immerso nella neve, in uno bosco freddo e con le orecchie piene del vento sibilante. Nell'oscurità li parve di veder apparire un serpente, ma era solo un'illusione. Scosse la testa scacciando l'immagine dalla sua mente. Solo un sogno. Accanto a lui, l'apertura della piccola tenda gettava luci nella soffice coltre di neve. La voce di Hermione sembrava così reale. Con la bacchetta della ragazza in mano, Harry si alzò e decise di entrare per controllare. In cuor suo, sperava solo in un po' di compagnia.

 

Appena mise piede all'interno, Harry desiderò di non averlo mai fatto. Hermione, girata di spalle, si trovava vicino al suo letto intenta a prendere dei vestiti dalla borsa. La cosa che turbò Harry però fu un'altra: la ragazza era avvolta in un asciugamano bianco dal petto fino alle caviglie, i capelli lisci e gocciolanti scendevano giù in tutta la loro lunghezza. Dalla porta del bagno socchiusa un filo di vapore usciva pigramente salendo verso l'alto. Un meccanismo nel cervello di Harry si inceppò. Gli occhi erano pericolosamente attratti in direzioni sbagliate. Stava per tornare fuori, sforzandosi di far finta di niente, quando i due lembi della tenda all'apertura frusciarono tra di loro, producendo un rumore che Harry attribuì, in maniera assai esagerata, alle campane dell'inferno.

Hermione si girò e lo stesso fece Harry. Il ragazzo si chinò e afferrò i lacci delle scarpe, districandoli con mano tremanti.

< Harry? >.

Cercando di non cogliere (analizzare ed elaborare) le innumerevoli sfumature nella voce della ragazza, Harry si alzò, lo sguardo fisso sulla poltrona alla sua destra.

< Sì...io, ecco...ero... >. Il meccanismo era ancora inceppato.

< Harry >

< Al bagno, devo andare...al... >.

Con passi rapidi, sotto lo sguardo (furente? Imbarazzato? Deluso? ) di Hermione, il ragazzo si precipitò in bagno chiudendosi frettolosamente la porta alle spalle. Tremando, si sedette sul coperchio del gabinetto con la testa tra le mani.

Deluso? Deluso, Harry Potter? Certo che aveva lo sguardo deluso, stupido idiota. È una ragazza e tu non la degni neanche di uno sguardo!

Era mezza nuda, che dovevo fare?

Ah, non lo so. Ti devo fare un disegnino?

Un disegni...ma porca..., dove la mia Ginny interiore quando mi serve? Viene a dirne quattro a questo sbarbatello!

Ora esci da questo bagno e chiarisci la situazione!

Io non devo chiarire proprio un bel niente!

Si, invece. Esci dal bagno! O peggiori le cose!

No, no. Non esco dal bagno!

Non fare i capricci!

Io non sto facendo...

< Harry >.

Diamine! E ora?

< Harry! Esci...sono...sono vestita, ora >.

Che ti dicevo? Non è certo stupida!

Taciii!!!

Con riluttanza aprì la porta, pronto a blaterare pessime scuse. Appena la vide però, si sentì mancare l'aria.

Dire che fosse vestita era una parola grossa. Hermione indossava una maglia rossa, troppo grande per lei, che li arrivava fino alle cosce. Dalle cosce in giù era nuda.

Harry alzò lo sguardo che li cascava e vide un rossore sul volto di Hermione. Forse si sentiva un po' troppo audace,... Audace è la parola giusta, Harry, ora prendi e vai fuori e infili la testa sotto la neve, così ti dai una calmata.

Audace? Audace?! Certo che non è audace, ha preso la prima cosa che ha trovato mentre tu ostentavi quella tua crisi ormonale da diciassettenne!

< Hai fatto, Harry? Finisco di asciugarmi i capelli >.

Sembrava seccata. Senza aspettare una risposta, superò Harry e chiuse la porta del bagno una volta dentro.

Resistendo alla voglia incessante di prendere a testate qualsiasi cosa, Harry decise di sedersi sulla poltrona. Doveva chiarire al più presto.

 

< Hermione, io... >

< No, Harry. Io...lo capisco. Avrei dovuto finire di asciugarmi in bagno >

< No, no...non è colpa tua. Mi ero appisolato fuori e credevo...nulla. È stato imbarazzante, ecco. Ma non vederti come persona...cioè, vederti così...cioè, hai capito, no? Cioè, pensavo di essere di troppo...non che ci fosse qualcuno con te... ma vederti in quel modo...cioè non è che abbia visto chissà cosa... >

< Non serve che ti spieghi, Harry, visto che non ti riesce neanche bene. Abbiamo chiarito. Non c'è altro da dire >.

Ora non sembrava più seccata, solo fredda.

Hermione si avvicinò al suo letto, indossò un paio di pantaloni e si legò i capelli in una coda . Poi senza calcolare ulteriormente la presenza di Harry, andò in cucina.

Bravo, intelligente e scaltro. GRANDISSIMO PEZZO D'IDIOTA!!!

Smettila di fracassarmi i timpani!

 

La zuppa di cipolle era la cosa più buona che Harry avesse assaggiato in quei giorni, ma avrebbe dovuto essere un'altra persona estranea alla cosa per riuscire a farle un complimento. Hermione non aveva più detto una parola. Infilava il cucchiaio in bocca con gli occhi fissi sul libro della Skeeter.

Una volta terminati i due abbondanti piatti di zuppa, Harry si sentì sazio.

La ragazza tolse i piatti dal tavolo e si girò diretta al lavabo. Lo sguardo di Harry cadde senza volerlo sul suo fondoschiena e...

...lo schiaffo echeggiò nella tenda.

< Che fai? > domandò secca Hermione, girandosi.

< Zanzara... >

La ragazza strinse gli occhi e tornò a lavare i piatti. La guancia di Harry avvampò, nel punto in cui si era colpito.

Harry, te lo devo dire. Sei un idiota! Zanzare? Davvero? D'inverno?

Che dovevo fare?

Lasciare un po' di zuppa nel piatto e...affogartici dentro, demente!

< Sei arrabbiata con me? >.

Hermione risciacquò i piatti dal sapone e li mise da una parte ad asciugare. Sospirò e tornò al tavolo, sedendosi.

< No, Harry. Non sono arrabbiata. Cioè, sì! Si, sono arrabbiata, Harry. Furente! Ma non perché mi hai visto nuda >

< Non eri nuda, solo... > provò debolmente Harry, ma Hermione lo ignorò.

< Vedi, il fatto è che non me ne importa se sei entrato mentre ero “nuda”, perché... >

< ...perché a te piace Ron >.

Non seppe come li venne questa. Seppe solo che fu la sua voce a dirlo.

< Cosa c'entra questo ora? Dimmi cosa c'entra? Stai solo rigirando il discorso! >

< Non riesco neanche a capire in che direzione sta andando questo dannato discorso > sbottò Harry.

Hermione rise, una risata amara.

< Sai una cosa? É proprio vero. Voi maschi non riuscite a capirle certe cose >

< No, Hermione. Io non capisco te >

< MI HAI FERITO STAMATTINA, OK?! > ruggì la ragazza. Harry sobbalzò dalla sedia. Per lui ormai era chiaro: non era l'unico che stava impazzendo in quella tenda.

Gli occhi di Hermione luccicarono e una lacrima scivolò giù dalla guancia. Alla fine Harry capì e cercò di rimediare.

< Ah! No! No, Hermione. Non c'è l'avevo con te stamani. Non mi sono arrabbiato per via della bacchetta. Ero arrabbiato con la Skeeter, ero arrabbiato per quello che ha scritto. E c'è l'avevo con Silente - c'è l'ho ancora con lui. Per le cose che non mi ha detto, i segreti che ha tessuto sulla sua vita, la missione che mi ha – mi sono – accollato. La situazione in cui siamo. Ma credimi >, Harry si alzò e raggiunse Hermione. Si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani. Erano calde, < sarei pazzo ad arrabbiarmi con te. Sei l'unica che mi è rimasta. Tu eri quella presente quando mi trovavo in ginocchio sulla tomba dei miei genitori. Tu mi hai salvato da Nagini e da lui. Tu...sei quella che crede ancora in me. Per ora >.

Hermione fu scossa dai singhiozzi.

< Davvero? ...Davvero sono l'unica che ti è rimasta? > chiese tamponandosi gli occhi.

< Sì. Sì, è così. È la verità. Tu sei qui, nessun altro > rispose Harry sinceramente senza imbarazzo.

< Oh, Harry >.

Hermione si sporse dalla sedia per abbracciarlo e il peso della ragazza lo fece cadere all'indietro. Con un tonfo, si ritrovarono entrambi in terra. Rimasero per un attimo a fissarsi,

poi scoppiarono a ridere. Il volto di Hermione era bellissimo. Le lacrime, fuse al suo sorriso, la rendevano un'entità di un altro pianeta o un angelo caduto dal paradiso...proibito.

Prima che Harry facesse qualcosa di cui si sarebbe pentito, Hermione si alzò da terra e prese il libro rimasto sul tavolo. Il ragazzo rimase a fissare il soffitto della tenda. Sentì la poltrona soffice, quella vicina all'entrata, sprofondare sotto il peso leggero di Hermione. Chiuse gli occhi e se la immaginò intenta a leggere.

Non pensarci mai più, dannazione. Non-pensarci-mai-più. Quante persone faresti soffrire con questo gesto idiota?

E della tua sofferenza che mi dici? Sta a te, capire ciò che vuoi.

 

 

I primi raggi di sole penetrarono dall'apertura nella tenda, gettando calde sfumature all'interno. Harry si rigirò nel dormiveglia, affondando la faccia nel cuscino. Un dolce profumo si insinuò nelle sue narici e avvertì le molle del suo letto cigolare quando Hermione si appoggiò alla sua figura avvolta tra le coperte.

< Harry? >

< Mmmh? >.

Harry era ancora insonnolito per rendersi pienamente conto della situazione.

< Io ti volevo dire solo...Bhè, ho fatto il conto. Visto che era la Vigilia di Natale, quando eravamo a Godric's Hollow e...contando i tuoi giorni di convalescenza, più ieri...insomma... >, Harry, ora completamente sveglio, si mise a sedere. La luce della mattina illuminava fiocamente la ragazza, seduta sulla sponda del letto. Aveva ancora gli occhi gonfi e la voce impastata dal sonno, < ...ieri era l'ultimo giorno di Dicembre, quindi oggi...è il primo dell'anno >.

Harry realizzò il significato delle parole, ma non riuscì a spiccicare nemmeno un “Auguri”.

Rimase a fissare Hermione con una faccia da ebete fino a quando la ragazza non li stampò un bacio fulmineo sulla guancia. Un'implosione interna fece capire a Harry la reale portata di quel gesto. Sentiva il cuore pompare veloce...o forse stava lentamente rallentando, mentre le fantasie più disparate aprivano mondi paralleli nella mente del ragazzo.

< Forse non dovevo farlo, vero? > chiese Hermione con aria colpevole.

Harry...Harry dì qualcosa...Harry fa qualcosa!

< No, no, va bene. Niente, cioè, si bene. Forse dovrei...no, ecco...io... >

E pensare che questo qui vuole fare l'Auror.

Se sopravvivo, ovviamente.

Voldemort farebbe un favore a tutte le ragazze di questa terra, in caso contrario.

Ehi, ma tu da che parte stai?

Mentre nella mente di Harry si svolgeva la battaglia mentale del secolo, nella mente di Hermione si era svolto il seguente calcolo:

 

1a) Harry vede Hermione mezza nuda = Harry perde le sue capacità espositive,

b) Harry scappa e si isola = Imbarazzo;

 

2a) Hermione bacia sulla guancia Harry = Harry perde le sue capacità espositive,

b) Harry fissa Hermione con la sua faccia da ebete = Imbarazzo, deficit cerebrale.

 

Mezza nuda, bacia = termini che indicano una possibile attrazione-tensione sessuale;

 

Imbarazzo = possibile attrazione (x2);

 

Deficit cerebrale = stato naturale del soggetto, niente di anomalo.

(Considerazione non pertinente. Hermione Granger, non è il momento di fare la str###a!)


IN SINTESI:

Harry è imbarazzato nei frangenti “mezza nuda, bacia” = Harry potrebbe essere attratto da Hermione?

(Dati incompleti!)

 

Harry stava ancora farfugliando quando Hermione decise di intraprendere un approccio più diretto. Posò le mani sul petto del ragazzo e lo spinse giù, stendendolo sul letto, poi si mise sopra di lui.

< Che fai? > domandò terrorizzato Harry. La ragazza avvicinò il suo volto a quello del ragazzo fino a sfiorarli il naso con il suo.

< Cosa provi...per me? > sussurrò.

< Un sacco di cose >. La verità uscì di botto dalla bocca del ragazzo.

Hermione scivolò di lato e, poggiata sul fianco, osservò Harry.

< Ma non credo sia giusto nei confronti di altre persone. Mi sono accorto di non amare più Ginny quando l'ho lasciata, alla fine del funerale di Silente. Ma c'è Ron, la sua famiglia, la missione e...tu. Non voglio ferirti. E poi se quello che provo per te non è così forte? Se tu non mi vedi come qualcosa di più? se...Tu-Sai-Chi... >

< Harry? >

< Si? >.

Hermione appoggiò il corpo su quello di Harry e li sussurrò all'orecchio: < Non ti sei chiesto perché non piango più durante la notte? O perché quando nomini Ron non mi luccicano gli occhi? Io la mia scelta l'ho già fatta >

< Quando? >

< A “un sacco di cose” >.

Rimasero sdraiati sul letto di Harry godendo del tepore dei loro corpi.

< Quando tutto questo sarà finito, Hermione, io ti giuro che vivrò, fino all'ultimo dei miei giorni, solamente per amarti >.

Hermione rise. Nonostante il futuro incerto, nonostante l'isolamento di tutti quei mesi e nonostante il pericolo che correvano ogni giorno, la ragazza seppe che quello sarebbe stato il più bel "primo dell'anno" della sua vita.

 

*

 

La Bacchetta di Sambuco saltò via di mano a Voldemort, roteando in alto e discendendo con un movimento parabolico verso il suo vero padrone. Harry l'afferrò al volo con la mano libera, la sua vista abbagliata da un improvviso e accecante guizzo verde.

Batté le palpebre più volte, la bacchetta di Draco e la Bacchetta di Sambuco strette nelle sue mani.

Poi un ruggito li sfondò i timpani, mentre innumerevoli braccia stringevano Harry o

qualsiasi parte del corpo libera. Il ragazzo, in mezzo a tutta quella folla esultante, vide con la coda dell'occhio una figura accasciata a terra. Avvolto nel suo nero mantello, Voldemort era steso con la faccia rivolta verso il cielo della Sala Grande, in una posa di banale solennità. Un raggio di sole squarciò le nuvole, colpendo il volto serpentesco dell'Oscuro Signore, rivelando la natura di un essere debole e patetico, caduto per colpa della sua superbia e della sua ignoranza.

Pian piano, le persone intorno a Harry si dispersero.

Con un colpo di bacchetta, i professori fecero ricomparire i quattro lunghi tavoli. Le persone presero posto sulle panche, mischiando le fogge dei Tre Fondatori in una girandola di colori.

Kreacher, nominato Capo delle Cucine, si affaccendava, insieme a centinaia di elfi domestici, a servire una tardiva (ma ben voluta) colazione.

Un brusio di voci, calde e gioiose, riempiva l'aria.

Harry fu ben presto abbandonato a sé stesso, ma al ragazzo non dispiacque. Tutti, a modo loro, erano gli eroi della Battaglia.

Dopo aver scambiato qualche parola con il Professor Lumacorno, visibilmente esausto, si incamminò verso la porta della Sala. Sulla soglia aveva avvistato una figura familiare che aspettava lui, ma c'era tempo.

Passò lungo i tavoli, scambiando cenni agli studenti che lo chiamavano. Si fermò per un attimo da Seamus e Dean, attorniati da ragazze che ascoltavano rapite le loro gesta, per qualche convenevole.

Rifiutò più volte la bottiglia di Whisky Incendiario che li sventolavano sotto il naso e riprese il cammino. Si sincerò delle condizioni di alcuni membri dell'Ordine della Fenice e superò un gruppo di Centauri. Anche loro, senza volerlo, si erano ritagliati una fetta di pubblico nonostante la loro natura enigmatica e taciturna.

Toccò il braccio, che si era mosso nella sua direzione, di Fleur e poggiò la mano sulla spalla di Bill.

La famiglia Weasley alzò la testa verso di lui. Il dolore per la perdita di Fred era ancora presente sui loro volti e nei loro cuori, specialmente nella Signora Weasley e in Ron. Harry fece un cenno con il capo all'amico che ricambiò con un sorriso triste. Poi gli occhi di Harry si fusero con quelli di Ginny. Si guardarono per un momento, poi la ragazza sospirò leggermente e indicò con gli occhi la porta. Harry comprese. Non ci sarebbero stati litigi o grida. Ginny era maturata più in fretta di altri, su questo non c'era dubbio.

Anche Molly regalò un sorriso a Harry. La donna non si era persa neanche uno scambio delle tacite battute dei due ragazzi. Il legame che la madre tesseva con i propri figli assomigliava parecchio alla Legilmanzia.

Harry alzò la mano in segno di saluto e raggiunse il capo del tavolo. Fece una burletta a Neville, intento a mangiare, la spada di Grifondoro poggiata al suo fianco; e finalmente arrivò a destinazione.

Con le mani in tasca si avvicinò alla ragazza sulla soglia. I suoi capelli, solitamente ricci e selvaggi, erano stati raccolti in una treccia ore prima dello scoppio della guerra. Aveva un taglio sulla guancia, ma Harry la trovò, se possibile, ancor più carina. Anche Hermione aveva le mani affondate nelle tasche dei jeans. Guardò in tralice Harry, che si faceva sempre più vicino.

< Così c'è l'hai fatta, finalmente > disse freddamente. Gli occhi color nocciola, che avevano l'abitudine di scavare in profondità, si strinsero mentre lo sguardo della ragazza scivolava su Harry. Quando vide il rivolo di sangue che scendeva dal braccio del ragazzo, l'espressione di Hermione si addolcì un po'.

< Oh, questo > disse Harry alzando il braccio, < non è niente. Solo un taglietto >

< Non ero affatto preoccupata > rispose con superiorità la ragazza.

< Questo invece? > chiese Harry, sfiorando delicatamente la guancia della ragazza. Si era avvicinato ancora un po'.

< Bellatrix > .

L'odore di sudore si mischiò al profumo che le aveva regalato Harry per il suo compleanno.

< Cosa aspetti a baciarmi, Harry? > domandò Hermione tranquillamente, come se chiedesse le previsioni del tempo. In realtà i cuori dei due ragazzi stavano battendo rapidamente.

Le mani di Harry si posarono sui fianchi di Hermione e il ragazzo avvicinò le labbra a quelle della ragazza, solo per deviare direzione all'ultimo. Hermione aveva chiuso gli occhi nell'istante in cui Harry iniziò a baciarle il morbido collo. Ignorando le risatine e le proteste, il ragazzo salì fino alla guancia ferita e si spostò, finalmente, sulle labbra di Hermione. Il bacio durò un'istante o un'eternità. Impossibile per i due stabilirne la differenza.

Poi si staccarono, ridendo e si presero per mano. Attraversarono il Salone d'Ingresso diretti al portone. Incrociarono Gazza, che li salutò con la mano, il ghigno che li solcava il viso molto più simile ad un sorriso (nonostante il giallo dei denti).

Il vecchio guardiano era intento a rimuovere alcune macerie nel salone, ma fece una pausa, solo per carezzare la sua gatta, che si aggirava fra il cumulo di pietre e sassi sparsi in giro.

Harry e Hermione uscirono all'aperto e si fermarono per ammirare il sole, alto sulla Foresta Proibita in lontananza.

< Abbiamo tante cose da fare > disse Harry, lo sguardo perso verso l'orizzonte. Hermione lo fissò intensamente: l'oscurità che lo aveva avvolto per tutti quegli anni si stava diradando.

< Con qual'è cominciamo? > chiese la ragazza. Non se la sentiva di essere diretta. Voleva vedere se Harry era diverso da Ron.

Lui si girò verso di lei.

< Con un bel viaggetto. In Australia, a conoscere i miei futuri suoceri >.

Quando Harry completò la frase, Hermione lo baciò d'impeto.

No. Non è come Ron. È molto più sfacciato, penso lei mentre Harry ricambiava il bacio. La stretta delle loro mani si intensificò.

 

 

   
 
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