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Autore: _Gufetta_    30/01/2009    7 recensioni
Un’altra spinta, e il badile affonda di più nella terra secca. Troppe volte ti sei ritrovato col badile in mano. A scavare. Tombe. [Vash x Wolfwood]
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un’altra spinta, e il badile affonda di più nella terra secca

Un’altra spinta, e il badile affonda di più nella terra secca.

Un altro sforzo e la terra sbriciolata si disgrega alle tue spalle.

Centocinquant’anni passati a dire addio alle persone che ti stavano più care.

Centocinquanta e più volte ti sei ritrovato col badile in mano.

A scavare.

Tombe.

Eppure quando lui è crollato non te lo aspettavi.

Credevi, ti eri illuso, che lui sarebbe rimasto.

Perché lui era forte.

Anche più forte di te.

Quante pallottole si era beccato, quante ferite gli avevano squarciato la pelle, e si era sempre risvegliato.

Avevi creduto più volte che quella ferita o quella pallottola fossero davvero le ultime, eppure, al tuo risveglio l’avevi trovato sempre accanto a te.

A prenderti in giro perché ti eri svegliato più tardi.

È caldo.

Ma non sono gocce di sudore quelle che ti bagnano le lenti arancioni degli occhiali.

Ancora, il badile, impietoso, affonda nella terra.

Perché proprio lui?

Perché, tra tutti, il destino ti ha strappato dalle mani proprio quello a cui tenevi di più?

Ti era già capitato di perdere qualcuno, il destino giocava scaltro da anni con te.

Rem, la gente di July… ma non si contentava mai di farti provare dolore?

Avevi sempre trovato una scappatoia, stampede (let. fuggi fuggi).

Ma ora?

Il badile affonda per tutta la lunghezza nella fossa che hai scavato.

La terra si fa più fresca là sotto.

Lasci cadere il badile a terra, tra la polvere, con un tonfo attutito e ti giri.

E perdi le forze.

Dorme, continui a ripeterti, sta solo dormendo…

Non ce la fai a prenderlo in braccio e scenderlo nella fossa.

Speri che apra gli occhi, sotto le spessi lenti nere dei suoi occhiali, e che ti dia del cretino, perché stai tentando di seppellirlo vivo…

“un membro dell’occhio di michael non schiatta per così poco” aspetti che ti ripeta di nuovo.

Cadi in ginocchio a terra, poggiando l’orecchio vigile sul suo petto, in attesa di percepire anche il minimo segno di attività….

Stringi i pugni sul tessuto nero della sua giacca intrisa di sangue, piangendo.

Non devi dimostrarti forte, non davanti a lui… non l’hai mai fatto, era lui ad accoglierti, come un bambino piagnucolone, tra le sue braccia

Tu ti dimostri sempre un bambino, ma, maledizione, non lo sei.

Ti odi per questo.

Il tuo motto è love ‘n peace, ma a che cazzo serve il tuo ottimismo ora? A che cazzo serve la tua immortalità, la tua bravura con la mateba, la tua fottuta spensieratezza?

Adesso piangente, ricurvo sul suo corpo, con i polmoni pieni dell’odore acre del suo sangue, ti senti improvvisamente vecchio.

E stanco della tua vita.

Stanco delle promesse che devi al tuo passato.

Stanco delle aspettative che la gente nutre verso di te.

Stanco di essere chiamato mostro.

Stanco di credere che dopo la tempesta tornerà sempre e per sempre il sole.

Alla fine ti decidi.

Lo fai.

Le unghie ti si riempiono di terra, graffiano il suolo arido, per non turbare il suo sonno placido.

Lo prendi sotto le spalle e le gambe.

La testa gli cade all’indietro, come quella di una bambola, lasciando scivolare gli occhiali neri a terra, mentre lo sollevi.

Lo stringi a te, e inciampi, scivolando in malo modo nella fossa.

Quando la vostra caduta si arresta torni a guardarlo, gli alzi il viso, lo prendi tra le mani.

E piangi ancora.

Perché proprio lui?!

Non riesci a capacitartene, proprio come i bambini, quando rompono un gioco…

Non sei mai riuscito a convivere con la morte.

Seppure lei ti ha sempre accompagnato.

Le tue lacrime si posano sul suo viso.

Ma lui non aprirà gli occhi e non ti consolerà.

Le sue labbra rimarranno chiuse nella pacifica espressione che lascia la triste mietitrice su chi fa la sua conoscenza, non arriveranno a sfiorarti e a sorridere sulla tua fronte.

Devi renderti conto una volta per tutte che non c’è più niente da fare, nemmeno sperare.

Lo appoggi delicatamente sulla terra umida.

Anche lei sembra aver raccolto le tue lacrime.

Appoggi le sue mani l’una sull’altra, incrociate sul petto, con la croce d’argento stretta in pugno.

Come vuole la sua religione.

Ti rimproverava perché pregavi diversamente, tenendo le mani giunte…

Ma i bambini sbagliano.

E vengono perdonati.

Ti alzi e esci dalla fossa.

Un’alta spinta, e il badile torna a colpire la terra.

Un altro sforzo, e la terra copre come un velo la persona che hai amato.

 

 

spero vi sia piaciuta, è la prima volta che pubblico su questo sito e devo dire che è davvero molto carino!

-Gufetta-

  
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