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Autore: ibelieveinomero    15/08/2015    5 recensioni
John ha dei ripensamenti riguardo al matrimonio solo pochi giorni prima.
Johnlock, se vi piace il personaggio di Mary vi sconsiglio la lettura.
Dal testo:
“Vuoi che facciamo una figuraccia al matrimonio? Devi essere in grado di ballare almeno il valzer che apre le danze!” Protestò Mary.
Sherlock si intromise: “Oh non è un problema, posso insegnargli io.”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Mary Morstan, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento.

Note autrice:

Ciau :) Se amate Mary questa fanfiction non fa per voi, vi avviso. Se invece anche voi amate quei due idioti insieme (sto parlando di Sherlock e John, ma avevate già capito) siete venuti nel posto giusto! Dato che è la mia prima storia (ahaha not really, è solo la prima che pubblico ma conta comunque come prima) potreste darmi una vostra opinione e lasciare una recensione! *faccinapucciosina* Se mi fate notare errori che posso stare attenta a non fare la prossima volta ottenete biscotti bonus :3

 

Waltz

 

Mary entrò al 221b baker street con le borse dello shopping sotto braccio. Aperta la porta principale vide Sherlock e John che ridevano seduti uno di fronte all'altro, una partita di scacchi in corso.

“Chi sta vincendo?” chiese forzando un sorriso.
“Oh, John mi ha decisamente battuto” rispose l'uomo ancora ridendo.
“John non dovresti essere al corso?” domandò Mary, anche se conosceva già la risposta.
Sherlock aveva notato che John sarebbe dovuto essere da qualche altra parte: inizialmente aveva spesso controllato l'orologio per poi smettere quando era probabilmente ormai troppo in ritardo per presentarsi. Data la situazione si era tenuto dal chiedere dove dovesse andare, sperando che l'altro sarebbe rimasto con lui il più possibile.

“Credo che sia stato cancellato.” balbettò John, chiaramente mentendo “Oh andiamo, è completamente inutile.” disse poi, rendendosi conto di essere un pessimo bugiardo.
“Vuoi che facciamo una figuraccia al matrimonio? Devi essere in grado di ballare almeno il valzer che apre le danze!”

Sherlock si intromise: “Oh non è un problema, posso insegnargli io.”
L'espressione di Mary mostrò un attimo di panico, per poi ricomporsi all'istante. La donna ricevette una telefonata e poco dopo comunicò che sarebbe andata a fare un giro con David.
“Non è un suo ex?” chiese Sherlock in tono casuale.

La risposta da parte di John fu un'alzata di spalle. “Sai ballare?” chiese piuttosto.

“Amo ballare ma non capita quasi mai l'occasione, sto aspettando il caso giusto.”

L'altro ridacchiò e presto Sherlock si unì a lui.
“Bene – disse John mettendosi in piedi – iniziamo?”

Sherlock si alzò a sua volta e anticipò l'amico al centro della sala, per poi distruggere la distanza posizionandoglisi di fronte. Prese la mano destra di John con la sua sinistra e appoggiò l'altra sulla spalla del compagno. John istintivamente portò la propria mano sinistra sul fianco di Sherlock ma la tolse subito vedendo che quello iniziava a ridacchiare.
“Devi tenerla sulla mia scapola.” Spiegò sorridendo.

John lo fece e il movimento li costrinse ancora più vicini.

Sherlock gli insegnò i passi base e si trattenne dal ridere quando l'altro gli pestava i piedi. Quando John incominciava ad avere un po' più di confidenza il detective si allontanò per far partire la musica. Appena i due si toccarono nuovamente l'umore di Sherlock cambiò drasticamente. L'uomo decise di evitare qualsiasi possibilità di contatto visivo e fissò i suoi occhi sul vuoto sopra la spalla di John.

Gli insegnava il valzer che avrebbe ballato al suo matrimonio, che avrebbe ballato tra le braccia di una donna che sarebbe stata sua moglie. Non avrebbe mai dovuto proporsi di farlo, l'umiliazione gli era chiara solo adesso. Aveva pensato solamente a come sarebbe stato bello avere John tra le sue braccia in quel momento, ma il dolore era troppo per passare in secondo luogo. La consapevolezza era troppa e troppo amara. L'uomo che ora ballava con lui sarebbe presto stato tra le braccia di qualcun altro. Presto sarebbe diventato marito, poi padre. Quanto tempo avrebbe avuto da dedicare a lui? Sherlock gli avrebbe donato tutta la sua vita se non fosse stato certo che un dono del genere sarebbe stato rifiutato con un sorriso e molto imbarazzo.
Non poteva odiare John per questo, non avrebbe mai potuto odiarlo. D'altronde non sarebbe stato logico se qualcuno l'avesse effettivamente amato. Già si chiedeva perché John gli volesse bene, spesso pensava che un giorno gli avrebbe detto che lo aveva solo preso in giro per tutto quel tempo.

Non lo aveva mai fatto, non ancora.

Ma ora se ne sarebbe andato, lo avrebbe abbandonato per sempre.

Sherlock nascose la sua testa sulla spalla di John lasciando che fosse lui ad avere il controllo sui passi, ma quello si fermò quasi subito senza la guida dell'amico.
Presto se ne sarebbe andato, ma ne valeva la pena se ciò lo avrebbe reso felice. Di sicuro Mary era meglio per John di quanto lui sarebbe mai potuto essere.

Si rese conto che stava piangendo solo dopo che alcune lacrime gli rigavano ormai il viso. E quando avevano smesso di muoversi?

John sentì le lacrime di Sherlock sulla sua spalla e pensò solamente che se l'amico piangeva c'era qualcosa di estremamente sbagliato. Se Sherlock stava male non andava bene e basta. Ruppe la posizione del valzer e lo circondò con le sue braccia. La differenza d'altezza non gli impedì di portare una mano sulla testa del moro e giocare con i suoi bellissimi ricci neri. Aveva sempre voluto passarci le dita, non aveva mai osato farlo.
Sherlock lo abbracciò a sua volta, lo strinse a sé iniziando a singhiozzare.

Stava rovinando tutto. John avrebbe sicuramente voluto sapere qual'era il problema e sarebbe scoppiato a ridere se mai glielo avesse confessato.

Davvero pensavi di avere qualche possibilità con me? Gli avrebbe chiesto prendendolo in giro.
Perché doveva volere sempre di più? Non avrebbe potuto accontentarsi di un'amicizia? No, lui doveva sempre rovinare tutto.

 

John respirò l'odore perfetto di Sherlock: sapeva di tè, balsamo costoso e dopobarba. Avrebbe voluto rimanere per sempre così, in quell'abbraccio. Avrebbe voluto isolare quell'attimo e viverlo in eterno, non se ne sarebbe mai stancato. Si maledisse da solo. Proprio ora che era riuscito a trovare qualcun altro e ad andare avanti, proprio ora ricominciava a pensare a Sherlock. Non che avesse mai smesso. Sentì l'altro tornare a respirare regolarmente e rilassarsi nell'abbraccio, ma nessuno dei due fece niente per muoversi, neanche quando la musica finì.

Neanche quando Mary entrò nell'appartamento ridendo con David.

La sua risata fu veloce a interrompersi quando il suo sguardo si posò sul marito – futuro marito – che abbracciava Sherlock.

“John, ti rendi conto che sono qui e che quello che stai facendo è inappropriato, vero?”

John si allontanò abbastanza da Sherlock per poterlo guardare negli occhi. Il suo sguardo era pieno di dolore, ma soprattutto di paura. Ne capì finalmente la ragione, portò le sue dita sulle labbra dell'altro e le guardò aprirsi lievemente sotto il calore della sua carezza.

Dopo aver esaminato nuovamente gli occhi di Sherlock, che ora lo guardavano con stupore, tornò ad accarezzare i ricci dell'amico prima di unire le loro labbra in un bacio casto. Sherlock non riuscì a fermare le lacrime dal cadere, se ne vergognò ma continuò a piangere.
Mary era ancora sulla porta a bocca aperta, non riusciva a credere che quello stava succedendo davanti ai suoi occhi.

John si allontanò finalmente da Sherlock e andò verso la donna.

“Ora è inappropriato.”

“Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto.” sibilò lei, più che altro per convincere se stessa.

“Si Mary, me ne rendo conto.”

Lei se ne andò senza dire altro, seguita da David.

Sherlock era voltato verso la finestra, si girò mentre John gli si avvicinava.

“Scusa.” sussurrò guardando il pavimento.

“Per cosa?”

Sherlock riuscì a guardare John negli occhi, prima di dire nuovamente, questa volta ad un tono di voce normale, “Scusa.”

John non rispose, così lui continuò: “Dovresti seguirla e provare a farti perdonare. Io non sarò mai abbastanza per te.”

“E se neanche tu lo fossi le lo sarebbe?”

“Io non sono quello che stai cercando, non posso, non...”

“Sherlock non andare in panico, va tutto bene.”
“Ho bisogno di pensare.” Affermò lui.

“No, non ho intenzione di lasciarti pensare da solo. Riusciresti a convincerti in un secondo che io ti odio solo perché hai paura.”

“Ci sono mille modi in cui potrebbe non funzionare, mille modi in cui io potrei essere...”

“Sta zitto.”

“Cosa?”

“Non mi interessa.”

Sherlock aprì la bocca per protestare, ma fu interrotto da un altro bacio. Questa volta fu molto più profondo e coinvolgente. John non seppe se essere felice o meno della notevole e inaspettata bravura dell'altro. Quando si allontanarono John rise piano. “Sono già geloso.”

A quell'affermazione Sherlock scoppiò in una fragorosa risata. “Di chi esattamente?”

John sorrise. “Di chiunque ti abbia fatto diventare così bravo a baciare.”

Sherlock sorrise a sua volta prima di sussurrare nell'orecchio dell'altro: “ Vuoi sapere in cos'altro sono bravo?”

John aveva già deciso di cancellare il matrimonio.

 

 

 

 

 

 

 

Altre note autrice:

Se volete betarmi mi fate un grande favore! Per qualsiasi richiesta o scleri Johnlock (o per scrivermi che avreste voglia di farmi da beta ad esempio) mi trovate sul mio blog http://giugno-73.tumblr.com/ Bye :)

   
 
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