.Sleep.


Frank oscillava ormai da diversi minuti tra la soglia del sonno e quella della veglia, godendosi la nebbia della propria mente.
I primi momenti della mattina erano un limbo in cui non doveva  pensare a niente, e in cui i suoi sensi  sembravano mescolarsi tra loro.
Il silenzio sembrava avere un colore, il colore assumeva un tangibile calore.

Frank oscillava ormai da diversi minuti tra la soglia del sonno e quella della veglia, quando aveva sentito qualcuno sedersi a fianco a lui, ai suoi piedi.
Frank aveva lasciato che lentamente un sorriso gli comparisse sul volto.
E lentamente si era alzato, mettendosi a sedere e stringendo sé la coperta, per poi distendersi di nuovo dalla parte opposta, la testa in grembo all’amico.

- ‘Giorno.
Gli occhi di Gerard erano coperti dai capelli, arruffati e ormai troppo lunghi, ma Frank alzando gli occhi era riuscito comunque a vedere il suo vago sorriso.

-Perché dormi qua sul divano, Frankie?

-Mi piace il modo in cui la luce filtra dalla finestra, alla mattina.”     
                       Gerard aveva  sorriso, questa volta più distintamente, spostandosi i capelli dalla vista.
-Ah, Certo.
Frank si era portato il labbro inferiore tra i denti, guardando gli occhi stanchi di Gerard, rossi e spenti,  le occhiaie che portava sotto.

-Non hai dormito.

-No.

Poteva succedere che Gerard non dormisse. Frank non sapeva bene il perché, ma sapeva che andava bene così.
Gerard a volte non aveva bisogno di dormire.
                          Ma quel giorno non era una di quelle volte, e Frank sapeva anche questo.

-Dormi ora, allora.
Gerard aveva scosso la testa, abbassandola per guardare negli occhi il chitarrista.
 
-Non posso Frank. Ho una quantità spaventosa di  mail da mandare oggi, non posso continuare a rinviare, e poi devo ancora organizzare…

-Non importa. Di’ che sei malato.

-Devo anche andare dal parrucchiere…

- Narcisista del cazzo-  aveva detto Frank ridendo, dando senza troppa forza un pugno al fianco dell’amico.
Gerard aveva sospirato, sfregandosi gli occhi con una mano.

- No, Frank, è semplicemente una questione di decenza.  

-Di’ che ti ho rapito.

- Mh, credibile- il sorriso di Gerard si era allargato.

-Cosa ci trovi di incredibile- aveva ribattuto Frank mettendosi a sedere una volta ancora, -E’ esattamente quello che ho intenzione di fare.

-Ah.  E come avresti intenzione di farl-

Sollevando con entrambe le mani la coperta sopra le proprie spalle, Frank ne aveva avvolto un lembo attorno alla schiena di Gerard , mentre con l’altro braccio l’aveva trascinato giù con se sul divano.

Si erano trovati quindi distesi uno a fianco all’altro, sotto la stessa coperta, ridendo (quasi) silenziosamente.
-Dormi-  aveva sussurrato Frank all’orecchio di Gerard.

- Prima o poi si sveglieranno anche gli altri, lo sai Fran-

-Li manderemo via.

-Sei insopportabile-  aveva risposto il cantante con l’ennesimo sorriso, che Frank aveva ricambiato, avvolgendo un braccio attorno alla sua vita, infilando la testa nell’incavo del suo collo.

Erano bastati due minuti perché il silenzio invadesse nuovamente la stanza, con il suo colore e calore.
Ne erano bastati tre perché i due amici si addormentassero, stretti l’uno all’altro.
E ci vollero sei ore  prima che il resto della band riuscisse a convincerli ad alzarsi da quel divano.