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Autore: Lady_Pendragon    16/08/2015    2 recensioni
« Quando tu diventerai Re, cosa ne sarà di me. . . »
Si lasciò sfuggire la bambina, guardando a terra il prato sotto di loro.
Era un pensiero che l'affliggeva spesso, sapeva che l'ospitalità avrebbe avuto un limite, e lei era sola fuori da quel castello.
Non aveva origini che le permettessero un titolo, tanto meno una famiglia da cui andare perché il destino le aveva portato via tutto.
Arthur la guardò e le tese la mano, sorridendole in un modo a dir poco contagioso.
« E tu sarai la mia R e g i n a . »
Le disse prima di intrecciare le dita alle sue, per riaccompagnarla a c a s a .
In quel momento, la piccola Morgana non seppe più cosa rispondere, ma dentro di sé poteva sentire come se finalmente avesse trovato un posto in quel mondo, era accanto a lui.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Morgana, Principe Artù | Coppie: Morgana/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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|| Morgana & Arthur || Flashback || 


━And you will be my q u e e n 
https://www.youtube.com/watch?v=Nclbs0m26BA

Correva, la bambina dai capelli corvini e gli occhi più chiari del ghiaccio, di ritorno verso la foresta accanto al castello.
Amava avventurarsi lì, era come se si sentisse libera da ogni cosa quando vi ci rifugiava.
A Corte molte volte veniva esclusa dai giochi, perché lei non era di nobili natali, ma semplicemente accolta sotto l'ala di Uther Pedragon per pura carità.

<< In te non scorre sangue reale >> Si sentiva dir quasi ogni giorno; << Dovresti ringraziare il Signore che Uther dopo la morte in battaglia di tuo padre abbia accettato di darti riparo nel suo castello. >>

La piccola Morgana ringraziava il Re di Camelot ogni giorno, e anche di più, ma sentiva che dentro di lei mancava qualcosa, come una mezza verità.
E quando sentiva che quella mancanza si faceva troppo pesante da sostenere, scappava nel bosco.
Andava a far visita alla tomba di suo padre Gorlois, portandogli dei fiori che coglieva con così tanto amore e li bagnava con le lacrime che piangeva dinnanzi a quella fredda e liscia lapide.
Quando poi il sole iniziava a calare, ella si rimetteva in viaggio verso il castello dov'era ospite.
Quel dì si era portata con sé una piccola mela rossa, con l'intento di mangiarla durante il viaggio di ritorno, ma un rumore la fece spaventare, e con quel sobbalzo la mela cadde a terra.

<< Chi è là?! Mostrati, o stregone! >>

Urlò una voce da dietro ad un cespuglio, raggiunta subito da una lama argentea di fattura reale.
La bambina alzò le mano al cielo e indietreggiò, iniziando a tremare come una foglia.

<< M-mi chiamo Morgana; ero qui solo per far visita a mio padre, non fatemi del male vi prego . . . >>

Disse la piccola, in direzione della spada che ancora puntava verso di lei.
Un balzo, e il colui che la minacciava saltò fuori dal nascondiglio.
Morgana per la paura chiuse gli occhi, poggiandosi le mani sopra, e urlò appena nel tentativo che qualcuno la sentisse, ma non le successe proprio niente.

<< Dovresti essere al castello, Morgana; Papà sarà di sicuro in pensiero. >>

Quella voce, lei la conosceva; era quella di Arthur Pendragon il figlio di Uther.
L'unico bambino che le rivolgeva la parola, e che l'aiutava quando gli altri la prendevano di mira.
Morgana si tolse lentamente le mani da dinnanzi agli occhi e lo guardò, per accertarsi che fosse lui.

<< . . . A R T H U R ! Mi hai spaventata a morte! >>

Esclamò lei, prima di colpirlo con la grazia di un canarino sulla spalla.
Il bambino dai capelli dorati rise a quella reazione, porgendole la mela rosa che le era caduta.

<< Era proprio quello il mio intento, se fosse stato un bandito mi avrebbe lasciato stare! >>

Disse lui con aria spavalda,accompagnata da un sorriso.
Morgana prese la mela e la guardò, mentre ne accarezzava la buccia con le dita.

<< Neanche tu dovresti esser qui, comunque, Uther non sarà preoccupato per me, ma per te. >>

Rispose la bambina, alzando lo sguardo chiaro come l'acqua più pura su di lui.
Egli scosse appena il capo biondo, ridendo come sue solito; nonostante avesse subito la perdita della madre Ygraine, Arthur si mostrava sempre solare e sorridente dinnanzi a Morgana, nonostante dentro di sé sentisse quella sofferenza ogni giorno sempre di più.

<< Non dire sciocchezze; lo sai che lui tiene ad entrambi. E poi io ho un motivo per essere qui: se non mi alleno decentemente almeno tutti i giorni non sarò mai degno di diventare Re! >>

Si giustificò il biondino, guardando la bambina dinnanzi a sé.
Morgana annuì, prima di prendere il primo morso della mela rossa e assaggiarne la dolcezza che conteneva al suo interno.
Arthur aveva un destino, sarebbe diventato Re dopo di suo padre, ma Morgana?

<< Quando tu diventerai Re, cosa ne sarà di me. . . >>

Si lasciò sfuggire la bambina, guardando a terra il prato sotto di loro.
Era un pensiero che l'affliggeva spesso, sapeva che l'ospitalità avrebbe avuto un limite, e lei era sola fuori da quel castello.
Non aveva origini che le permettessero un titolo, tanto meno una famiglia da cui andare perché il destino le aveva portato via tutto.
Arthur la guardò e le tese la mano, sorridendole in un modo a dir poco contagioso.

<< E tu sarai la mia R e g i n a . >>

Le disse prima di intrecciare le dita alle sue, per riaccompagnarla a c a s a . 
In quel momento, la piccola Morgana non seppe più cosa rispondere, ma dentro di sé poteva sentire come se finalmente avesse trovato un posto in quel mondo, era accanto a lui.
   
 
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