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Autore: EJ Bathory    16/08/2015    2 recensioni
"Ora come ora, se sposassi Heathcliff sarei degradata"
Folle di dolore, fugge via da Wuthering Heights nel bel mezzo di una tempesta, giurando vendetta e delirando: davvero Cathy non lo ama più e gli preferisce Edgar? Cos'è cambiato tra loro? Perché a lei non basta più il suo fedele compagno d'infanzia ma è determinata a buttarsi via con un altro?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catherine Earnshaw, Edgar Linton, Ellen Dean, Heathcliff
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“Ora come ora, se sposassi Heathcliff, sarebbe degradante per me…”

Sbattei la porta della “casa” dietro di me con il cuore che martellava a tamburo ed un tremito violento in ogni fibra del mio essere.
Lo aveva detto.
Cathy, come hai potuto dire questo di me?
Cathy…!

Ho sentito la tua voce – stranamente calma e fredda, la voce di chi ha a lungo pensato e ponderato ciò che sta per dire – mentre pronunciava queste parole in intima confidenza a Nelly Dean.
Cara Nelly!
Con la sua faccia butterata dal vaiolo e la sua persona massiccia e quell’aria dimessa e quell’insistere nel mantenere le distanze e chiamarti “miss” e tutto quanto, non me la da a bere: lei sa che ti amo, sa che tu ami me e stasera, mentre tu, amor mio, aspettavi il momento opportuno per fare il mio cuore in mille pezzi, voleva interrogarti e farti dichiarare definitivamente da che parte stesse il tuo, di cuore.
Sempre che tu ne abbia uno.
Tu hai risposto come ci si aspettava: il tuo cuore è per Edgar. Perché non dovresti? È bello – ed io no – ricco – ed io non possiedo nemmeno un nome – allegro – ed io sono musone, cupo, lunatico – e con lui sarai una gran signora – mentre con me non avresti il coraggio di mostrarti in giro, vero?

Sposare me sarebbe degradante per te, Cathy?

Perché, Cathy, perché…?

Degradante?

Da quando in qua, Cathy, tu pensi al lignaggio, ai soldi, alla reputazione? Ti ho sentita dire a Nelly Dean che sposando quello scimmiotto pallido di Edgar Linton saresti “la donna più ricca del paese e ne sarei fiera”. Non potevo crederci. Ma sentire che tu, tu, l’altra metà della mia anima, tu che sei me come io sono te – sentirti dire che sposare me ti degraderebbe?

Perché dici questo Cathy?
Perché sono sporco e rozzo? Perché sono scuro e senza nome e povero?
È questo che vuoi Cathy? Un damerino azzimato bianchiccio e stupido con le tasche piene di soldi? No, Cathy.
Non posso pensare che tu sia diventata così vile. Tu ami me, Cathy, lo so.
Mi hai sempre amato da quand’ero un marmocchio cencioso. Allora non ti vergognavi di me – allora mi amavi e so, so che mi ami ancora… E allora perché?
Avevi riso in faccia alla vecchia signora Linton quando aveva alzato al cielo quelle sue mani bianchicce e molli:
“Oh, per carità, Miss Earnshaw in giro per le brughiere scalza e in compagnia di un vagabondo?!”.
Perché sei cambiata, Cathy?

Sei cambiata per piacere ai tuoi stupidi amici?
Pensi davvero che i Linton, quei pallidi, stupidi, odiosi viziati bambocci possano essere alla tua altezza?
Credi che Edgar Linton ti ami, Cathy?
Edgar ama la tua forza. Ne è terrorizzato, pavido com’è, ma la ammira. Vorrebbe, lui che dovrebbe essere un uomo, avere la tua forza.
Pensa di poterne ottenere un po’ sposandoti, allungando le sue manine ossute da femminuccia su di te. Pensa di poterti addomesticare e civilizzare come si fa con un cavallo riottoso.
Cathy, dimostra – a lui, a me, a tutto il mondo – che non è così!

Fuori fa freddo.
Dovrebbe essere estate ma il geli mi penetra nelle ossa e mi gela il cuore.
È buio, spaventosamente umido e mi sembra di impazzire.
Ma non posso restare in quella casa maledetta un minuto di più, amore mio.
Come faccio a restare sotto il tuo stesso tetto dopo averti sentita dire che sposare me sarebbe degradante?
Avevo sempre pensato che prima o poi quel povero idiota di tuo fratello avrebbe finito una volta per tutte di ammazzarsi col bere – e dopo… dopo saremmo rimasti solo noi due, amore. Tu ed io, per sempre, a Wuthering Heights. Lontano da quei mollicci Linton nella valle e totalmente dimentichi di tutt ciò che è a noi estraneo ed ostile.
Non pensi a questo Cathy?
Ci hai mai pensato?
Ora so che lo hai fatto e subito dopo hai respinto l’idea con orrore.

Mi ami? Forse.
Certo non mi ami abbastanza da abbassarti a sposare un uomo dalla pelle scura e senza un soldo, non quando il faccino pulito di quel poppante pieno di soldi ti si presenta davanti implorando di diventare sua moglie!
Tu, Catherine Earnshaw, diventare la moglie di Edgar Linton?
Amore mio! Ti prego! Distruggimi, frustami - tuo fratello mi ha abituato bene in questi anni – fammi ciò che vuoi, ma non posso, no non posso assistere ad uno spettacolo del genere.
Tu diventare moglie obbediente di un bambolotto vestito di cambrì?
Non gli serve una moglie a quell’imbecille, nossignore. Una balia, se mai!. Vuoi davvero barattare l’amore che ti darei io per i suoi quattro miserabili soldi? Chiuderti a Thrushcross Grange con le sue pareti cremisi ed i lampadari di cristallo a badare ai capricci di Linton, alle sue bizze, alle bizze della sua orribile sorella?

Non posso restare qui.

Non posso vedere le luci del Grange che si accendono e pensare che lì sotto quell’essere inutile gioisce perché ha vinto il cuore di Miss Earnshaw e magari, vigliacco com’è, si rallegra di aver fatto un’opera buona allontanando “una signorina perbene” (tu avresti odiato queste parole, una volta!) da, come mi chiamarono tanti anni fa?, “quel ragazzo villano che bestemmia”.

Anche tu hai bestemmiato, stanotte, Cathy.
Hai bestemmiato il nostro amore, che era la sola cosa – te lo ricordi ancora? – in cui noi due credessimo.
Devo fuggire, andare lontano, forse tornare dal luogo da cui provengo – chissà dove – o più semplicemente potrei gettarmi nella palude e trattenere il respiro e lasciare che l’acqua torbida mi anneghi poco a poco.
Sarebbe ancora un dolore meno straziante di quello che mi hai appena inflitto… e in definitiva proverei una sorta di amara felicità pensando con l’ultimo barlume di lucidità della mia mente, prima di affogare nel fango limaccioso, che quando ripescheranno la mia carcassa tu saprai perché l’ho fatto…
Ma no!
Cathy, tu hai gettato via il mio amore come una cosa vecchia non appena qualcuno ti ha offerto un giocattolo più allettante, ma io non posso fare altrettanto finché vivrò.
Non voglio uccidermi perché so, so per certo, che la mia morte porterebbe anche te alla tomba.
Voglio solo sparire.

Se fossi vile e corrotto e codardo ma avessi metà del denaro di Linton, la Cathy di stasera avrebbe respinto la proposta di quel fantoccio ed accettato me, ecco, me ne rendo conto.
Cathy, amore mio, per soddisfare il tuo capriccio – se davvero è questo che desideri – sarei capace di vendere la mia anima al Diavolo o chiunque sia in grado di comprarla a buon prezzo: mille sterline? Cinquemila? Diecimila? Quante ne servono, amore mio, perché tu possa dimenticare che la mia pelle è scura come il carbone, il mio accento rozzo e le mie origini oscure?
Vedi amore mio? Edgar Linton cosa può offrirti? I soldi di suo padre. La casa di suo padre. Le sue stucchevoli dichiarazioni copiate da qualche libro pescato in casa.
Nulla di ciò che oggi pomeriggio ti ha offerto – nota bene: dopo essersi assicurato che io non ci fossi, il vigliacco!, - nulla, ripeto, gli appartiene veramente.
Io per te darò la mia anima immortale. È la sola cosa che possegga, la cedo volentieri sapendo bene che mai avrò la tentazione di richiederla indietro.
Che il mio padre oscuro – che, suppongo, dev’essere ancora più nero di me – si prenda la mia anima. Tutta sua, tutta!, purché in cambio io possa avere… che cosa, amor mio? Che cosa dovrei possedere? Denaro? Ricchezze? Nobiltà?

Sarei disposto a farlo, Cathy.
Lo farò.
Che Dio, il Diavolo, qualsiasi cosa, non importa, si giochino ai dadi la mia anima e mi permettano di elevarmi, dirozzarmi e tornare – visto che lo vuoi – degno di te. Degno di te, capisci?
Oh Cathy!
Ho sopportato maltrattamenti ed ingiurie da quel disgraziato di tuo fratello, che l’Inferno lo inghiotta – ho sopportato senza una lacrima quando quel filisteo del vostro servo Joseph mi frustava salmiodiando che “padron Hindley è un santo! Fossi in lui mi sbarazzerei di te in un amen! Uno zingarello, un ragazzino nero come il carbone e cattivo come il veleno ospitato per carità in una onesta casa cristiana… con questa riconoscenza lo ripaghi?”… tutto questo per te!
Mi hai visto frustato a sangue, mandato a letto digiuno, costretto a lavorare duramente sotto la pioggia e la neve senza che un lamento, nemmeno un “ahi” mi sfuggisse dalle labbra – e non ha capito che tutto questo era per te, amore?
O non hai voluto capirlo?

O forse quel pupattolo di Linton ti ha stregata con la sua voce in falsetto ed i suoi modi da bambino viziato? Che hai trovato in lui, Cathy? Ti basta che conosca ogni parola di latino e francese e nessuna parola (lo so!) che ti tocchi l’animo?
Non l’hai mai visto in maniche di camicia frustato dal servo più sciocco e crudele di suo padre e non hai dovuto chiamare la domestica
(tua sorella – Cathy, tu così fresca e snella sai che Nelly, proprio lei, Nelly dalla faccia butterata e dai seni prosperosi e dal corpo grande ed accogliente è tua sorella per parte di padre?)
perché gli applicasse un impiastro sulle ferite aperte dalla sferza.
Non lo hai mai visto rinunziare a nulla per amore tuo e posso dirti che non lo farà mai.

La pioggia è gelata e mi frusta con più crudeltà di quanta la sferza di Hindley non abbia mai posseduta e la notte è così scura e densa e senza fine che persino io temo di perdermi nelle lande della brughiera prima di giungere in paese e da lì prendere a prestito, anzi no rubare, una cavalcatura con cui allontanarmi – per un mese, un anno, una vita – da questo angolo di mondo che tu mi hai reso intollerabile.
So che non riuscirò a starne lontano per molto.
Prego di non morire di dolore prima di aver fatto fortuna – a quale prezzo non lo so e non m’importa. Rubare, uccidere, raggirare o davvero ottenere dal mio padre oscuro un buon prezzo per la mia anima… tutto va bene, purché mi permetta di tornare da te con l’aspetto del gentiluomo, se è questo che vuoi.
Se vuoi che il tuo Heathcliff, colui che amavi, si travesta da damerino, sopporterò questa farsa per amor tuoi. Se quel che vuoi è il danaro, ne avrò tanto, più di Linton, più di chiunque altro.

Vorrei solo sapere se mi aspetterai, amore.
So che domattina, quando sarà passata la tempesta, ti sveglierai e cercherai di me. Non mi troverai. So che sarà un dolore terribile, Cathy – ma tu pensa al dolore che hai inflitto a me? Non soffrivo forse già abbastanza? Non ti ho sempre dimostrato di amarti?
Pensaci, amore mio.
Domattina al risveglio saprai che me ne sono andato.
Se mi ami come penso, allora al mio ritorno – a meno che l’Inferno non mi reclami prima del tempo – ti troverò ad attendermi.
Se… non voglio pensarci…
Se sarai diventata la signora Linton, allora nulla avrà più senso.
Allora, amor mio, tu sarai un’assassina e così io, perché mi sbarazzerei di quel piagnucolone e subito dopo di Hindley – se non si sarà messo fuori combattimento da solo col bere – e poi da solo mi somministrerei la giusta pena per i miei peccati davanti a te.

“… Nelly, io sono Heathcliff!”

  
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