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Autore: Curleyswife3    16/08/2015    1 recensioni
[M.A.S.K.]
[M.A.S.K.]Variazione sul tema della puntata "Eyes of the Skull", con al posto del teschio di cristallo una statuetta di Lilith, la peccaminosa prima signora Adamo. Le conseguenze imprevedibili di un'asta al rialzo metteranno a repentaglio la salute di alcuni personaggi. E la virtù di altri.
Ci saranno: fantasy a volontà, rituali di esorcismo, un bel po' di gelosia e le improbabili mises notturne dei nostri eroi.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusandomi per il mostruoso ritardo, dovuto prima al lavoro (troppo), poi al caldo (troppo) e infine alle vacanze (mai troppe, quelle), ecco l’ultimo capitolo di questo raccontino, con tanto di messaggio di pubblica utilità finale in puro stile M.A.S.K.
Buona lettura e buon scorcio di ferie agostane!

Capitolo settimo

EPILOGO

La Signora dei Lilin fece un passo verso Gloria, abbagliante e temibile come un esercito schierato in battaglia.
Fissò i tre mortali mascherati e il suo volto ebbe un sorriso freddo e sarcastico: sollevò una mano ingioiellata, fece ancora un passo avanti e pronunciò ad alta voce poche parole in una lingua arcana. Questo bastò perché le tre M.A.S.K. si dissolvessero all’istante come neve al sole, rivelando le facce terrorizzate dei due agenti e il volto deformato dalla rabbia della terza.   
“Maledetta sgualdrina preistorica” disse allora la ragazza, che pareva non essersi nemmeno accorta di essere adesso del tutto disarmata. Si sforzò di guardare oltre Lilith verso il divano, dove le era parso di scorgere il corpo riverso di Matt, e gridò: “Che cosa gli hai fatto?”.
Le rispose una risata bassa risata cantante.
Nulla che non desiderasse anche lui” chiarì il demone, fissandola da dietro le sue lunghe ciglia ricurve con uno sguardo carico di odio mortale “E comunque non avevo ancora finito…”.
“Ma brutta…”  Gloria masticava fiele e le sarebbe volentieri saltata al collo, incurante del fatto che si trattava di una creatura demoniaca che avrebbe potuto ucciderla con un solo gesto della mano, se Alex e Bruce non fossero intervenuti frapponendosi tra le due donne.
“Lilith” esordì Bruce tenendo aperto davanti a sé il libro di negromanzia “Lilith! Ritorna alle tenebre della Notte Dimenticata! Il tuo tempo è passato, coloro che ti adoravano sono divenuti polvere millenni fa: non hai nulla da fare qui!”.
“Perciò vattene, Ardat Lilî! Vai via e lascia in pace i vivi!”.
“Non tormentare i vivi, Regina di Zemargad!” ripeté con voce decisa. 
Di nuovo quella risata diabolica, dolce e letale come un veleno.
Lilith si volse verso i due uomini che la fissavano perplessi: il solenne comando, l’esorcismo indicato dal libro di Crowley questa volta aveva fallito.
Non ho nulla da fare qui?” ripeté le parole dell’incantesimo, come canzonandole, e si avvicinò ai due squadrandoli da capo a piedi con studiata intensità.
Piegò la testa da una parte e ancora una volta si accarezzò i magnifici capelli scarlatti, che risplendevano come di luce propria, con un gesto terribilmente seducente; Bruce ricambiò il suo sguardo, come paralizzato da quella radiante bellezza femminile e incapace di opporvisi per quanto ella fosse malvagia.
Quale errore…” disse ancora Lilith con voce bassa e insinuante, ormai vicinissima ai due agenti “Al contrario, credo che da queste parti potrei trovare qualche piacevole modo per occupare l’eternità”.
Istintivamente l’orientale fece un passo verso di lei, ma ciò che proprio non si aspettava fu che Lilith gli passasse accanto come se non lo avesse nemmeno visto e, con gli occhi scintillanti di desiderio, si avvicinasse ancora di più ad Alex  che, dal canto suo, era rimasto immobile e come incatenato da quel fascino ultraterreno.
“Ma…” mormorò il giapponese, sbalordito.
“Uff!” sbottò Gloria “Senti, capisco l’interesse per gli uomini più giovani di te, ma non ti rendi conto che sei ridicola? Potresti essere la sua bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis, bis, bisnonna!”.
Evidentemente ci sono argomenti sui quali le donne - mortali e immortali - sono ugualmente suscettibili, giacché a quelle parole Lilith si voltò come un serpente verso la ragazza e con un grido basso le si scagliò addosso.
Alex tentò di intercettare quella demoniaca bellezza, ma lei evitò la sua presa e scivolò come una pantera per afferrare Gloria; una frazione di secondo dopo le serrava la gola con entrambe le mani, sollevandola di alcuni centimetri dal pavimento.
La donna si dibatteva e cercava di allontanare quegli artigli che la stavano strozzando, ma Lilith era incredibilmente forte.
Era la fine, dunque?
“Io ti comando, Lilith, Signora dei Lilin” riprovò Bruce “Io conosco il tuo nome e ti ordino di andare via!”.
Il demone lo guardò con scherno e strinse ancora di più le mani; le sue labbra dipinte erano adesso trasfigurate in un malefico ghigno di trionfo mentre Gloria, prossima a perdere i sensi, aveva cessato di divincolarsi.
In quell’istante ad Alex tornarono in mente le parole del professore, si guardò intorno e riconobbe la sua ultima speranza: con un balzo attraversò la camera, afferrò il simulacro di Lilith, lo sollevò e poi con esso colpì la mensola di marmo del camino. Aveva impiegato tutte le sue forze e la statuetta fu decapitata al primo colpo.
La testa rotolò per terra e schegge di pietra verde volarono intorno, mentre Bruce urlava: “Funziona! Funziona! Non fermarti!”.
Infatti Lilith, non appena la sua immagine aveva iniziato a infrangersi, aveva immediatamente lasciato la presa, così che Gloria era scivolata al suolo semisvenuta: evidentemente - considerò lo zoologo - quel simulacro era il centro del suo potere occulto, il punto focale che concentrava la sua energia e le consentiva di materializzarsi.  
Un altro urto e la statuetta su spezzata a metà, un ultimo colpo e tra le mani di Alex non rimase che un grosso frammento che ne era stata la base; l’uomo lo gettò sul pavimento come se fosse diventato d’un tratto incandescente. 
La Regina delle notti di luna piena, l’eterna Signora dei Lilin stava ora scomparendo: i lineamenti distorti dalla rabbia divenivano di istante in istante più rarefatti e nel giro di pochissimi secondi di lei non rimase che una nebbiolina fosforescente che ben presto si disperse nella penombra, portata via da un vento soprannaturale che subito dopo si placò.
Nulla in quella stanza, se non i frammenti di ciò che era stata una meravigliosa immagine di crisoprasio sparsi al suolo, avrebbe lasciato immaginare l’orrore di cui quelle mura borghesi erano state testimoni solo poco prima.   
I due agenti corsero accanto a Gloria che, in ginocchio e con le mani intorno alla gola contusa, respirava affannosamente tentando di riprendere il controllo di sé.
“Matt…dov’è Matt?” mormorò con voce flebile non appena riuscì a parlare.


FINE


MESSAGGIO DI PUBBLICA UTILITA’

Matt socchiuse le palpebre e poi inclinò leggermente la testa da una parte, concentratissimo. Solo nel suo laboratorio, stava tentando - una lente speciale sull’occhio destro e una pazienza degna di miglior causa - con chirurgica precisione di rimettere insieme i frammenti dell’idolo di Lilith.
A un tratto posò la pinzetta, si alzò in piedi con un sorriso, fece un passo indietro e ammirò il risultato delle sue fatiche: aveva finito, la meravigliosa statuetta era come nuova!
La fissò con aria sognante, senza trattenere un sospiro.
In quell’istante, però, Scott si precipitò dentro con la stessa leggiadria di un tornado, ridendo come un matto, seguito a ruota da un urlante T-BOB.
La pesante porta di legno venne sbattuta fragorosamente e… puff! i pezzettini dell’idolo collassarono di nuovo su se stessi.
Matt levò gli occhi al cielo, scoraggiato.
“Insomma, Scott” esclamò, arrabbiato “quante volte ti ho detto che non bisogna sbattere le porte?”.

FINE

 

   
 
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