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Autore: lasognatricenerd    16/08/2015    0 recensioni
#‎AU‬. James Carstairs + William Herondale. Scuola superior di Londra, 19 settembre. Au scritta insieme a BlueMagic_96
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Carstairs, William Herondale
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vedere James gli tolse completamente la concentrazione nell’arco delle altre quattro ore che seguirono. Non riuscì a stare attento nemmeno per un secondo e non ascoltò nemmeno quello che gli dovevano dire gli altri due. A dire la verità, del mondo circostante, adesso, non gliene poteva fregare un emerito cazzo. Continuava a pensare a quegli occhi che si erano posati sulla propria figura, occhi che non potevano davvero credere a quello che effettivamente stavano guardando. Perché William aveva reagito in quel modo? Perché non si era fermato ad aiutarlo? Cioè, molto implicitamente l’aveva fatto se si considerava il fatto che li aveva fermati nel fare qualcos’altro, ma… Poteva essere considerato un gesto dettato da tutt’altro che aiuto. Non sapeva cosa, ma aveva paura. Un terrore atroce si impossessò di William facendolo tremare sulla sua stessa sedia. Era stato uno stronzo a comportarsi in quel modo.

Non sarebbe più riuscito a guardarlo negli occhi, o a parlargli o ad avere anche solamente il più minimo contatto. Non ci sarebbe riuscito, perché molto probabilmente ora avrebbe fatto schifo a James. O forse no; conosceva bene quel ragazzo e sapeva quanto fosse una persona meravigliosa. Difficilmente lo si vedeva arrabbiato, o triste, o alterato. Non era mai successo, anzi, era sempre stato Jem a calmare William in qualsiasi situazione. Il moro era sempre stato quello più vivace o scalmanato, quello che si metteva sempre nei guai. Da quando se n’era andato, poi, era caduto in uno stato angoscioso dal quale era uscito solamente comportandosi in quel modo; da vero stronzo.

Solitamente William non badava troppo agli altri due e non faceva più di tanto. Preferiva rimanere in seconda fila, mentre diceva ad Alastairs di non fare troppo male a chi veniva preso di mira. Non dovevano toccarli, non potevano far male, dannazione, erano comunque in una scuola e sarebbero potuti finire nei guai! Loro invece, molte volte, ci andavano giù pesante, anche se William non era mai andato nei casini per loro due ed era davvero una cosa meravigliosa. Per fortuna nessuno dei due se l’era mai presa e più volte avevano chiesto a William di fare il lavoro sporco, perché se fosse stato richiamato non gli avrebbero fatto niente.

Lui, però, non ne voleva sapere niente. Per quanto fosse loro amico, comunque, ci teneva ad andare bene a scuola, ad avere dei voti alti e tutto il resto. Non aveva intenzione di perdere degli anni solamente per delle merendine; una cosa così idiota non si era mai vista. Eppure, William, non sapeva che fare. Da quando James se n’era andato, lui aveva preferito chiudersi in se stesso, non facendo più entrare nessun altro nella sua vita. Non voleva un’altra delusione. Che poi non aveva mai pensato fosse stata colpa di James la sua scomparsa, molto probabilmente erano stati i suoi. Sapeva quanto avessero paura di perderlo e dunque erano corsi via, senza dargli il tempo di salutare William.

“Herondale, per caso crede che il primo giorno di scuola sia solamente ora di ricreazione?” La voce del professore di matematica gli entrò direttamente in testa facendolo scattare. All’inizio rimase immobile, senza dire niente. Poi scosse il capo e si alzò, facendo un rumore assordante con la sedia. “Esco.” Disse senza aggiungere altro, correndo quasi fuori dalla classe. Non era certamente pronto a tutti quei pensieri, tutti in una volta. Già quella notte aveva fatto fatica a dormire, se significava vedere anche Jem… Il tutto andava letteralmente a puttane.

Si ritrovò in bagno, la porta chiuse a chiave e la schiena appoggiata alle piastrelle congelate. Più cercava di trattenere le lacrime più queste sgorgavano. Non poteva ritornare in classe con quella faccia sconvolta. Sarebbe stato un delirio. Che stupido! Aveva lasciato tutto in classe. Ma come gli era saltato in mente di fare una cosa del genere? Avrebbe dovuto prendere su la cartella, così sarebbe potuto uscire… Ed invece no, avrebbe dovuto aspettare. O forse no. Prese il cellulare dalla tasca e scrisse ad Alastairs. – Prendi la mia roba e portamela oggi pomeriggio a casa, grazie. x –

Si ritrovò, dunque, seduto a terra, la testa fra le gambe e le lacrime che gli colavano lungo le guance, bagnandole. Non si soffermò troppo a pensare se qualcuno poteva sentirlo, ma la voglia di piangere era troppo grande per non farlo. Tratteneva tutto da troppo tempo. La notte voleva piangere, ma poi non ci riusciva. Si alzava con gli occhi bagnati e nemmeno si era reso conto di piangere durante il sonno. Non poteva succedere ancora…
   
 
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