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Autore: Grify    17/08/2015    2 recensioni
Un anno dopo l'iniziazione di Quattro, Olivia: una ragazza abnegante di nome ma non di fatto, impulsiva e arrogante, durante la sua cerimonia della scelta abbandona senza remore la sua fazione per entrare a far parte degli intrepidi. Da subito attira su di se le attenzioni di Eric, capofazione, intrepido e incubo degli iniziati; che siano positive o negative questo è tutto da vedere.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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                  LA SCELTA 
 
Sento chiaro e forte il suono della sveglia sul mio comodino, allungo automaticamente un braccio e pigio il bottoncino sul lato posteriore. Silenzio. Un silenzio quasi innaturale ma che a me suona terribilmente, irreversibilmente familiare. Non si sente neanche il
cinguettio degli uccellini che cantano la mattina presto, quasi fossero intimoriti di
rompere la quiete della stanza. Solitudine. Da un anno a questa parte
ormai ogni mattina mi sveglio con la speranza di vederlo entrare dalla porta per darmi un tenero bacio nella tempia e augurarmi il buongiorno, come era solito fare. E anche oggi, volgo lo sguardo alla porta chiusa della mia stanza; che rimarrà tale. Sono rimasta sola. Da quando mio fratello se n'è andato, mi sento come se mi avessero brutalmente strappato una parte di me, di aver perso il mio scoglio, al quale mi appoggiavo ogni volta che sentivo di stare affondando. Non lo giudico per la sua scelta, anzi, anche io, se fossi stata al posto suo, lo avrei fatto e so per certo che per lui è stato più difficile lasciare la fazione di quanto lo sarà per me. Io ho sempre saputo di non appartenere a questo posto, e ormai anche l'ultima cosa che mi legava qui se n'è andata. Non mi importa del risultato che ho avuto al mio test attitudinale, io la mia scelta l'ho già fatta mesi fa.
Dei colpi sordi alla porta mi fanno sobbalzare leggermente, mentre una voce dall'esterno mi chiede:
- Sei sveglia?
Cerco di rispondere con il tono più glaciale possibile:
- Si, tra poco scendo.
Sento i suoi passi leggeri allontanarsi e scendere le scale, mentre rilasso i muscoli delle spalle e mi alzo per dirigermi in bagno. Mi faccio una doccia fredda, come al solito, e mi insapono i capelli e il corpo con shampoo e bagnoschiuma al muschio (l'unico concesso). Torno in camera avvolta in un asciugamano. Mi infilo una camicia leggera e dei pantaloni aderenti grigi (che novità!) Poi, una volta finito di rifare il letto, mi asciugo i capelli e vado in corridoio. Faccio scorrere il pannello in legno che nasconde l'unico specchio della casa e osservo il mio riflesso, non sono cambiata molto dall'ultima volta in cui mi sono vista, forse un pó più alta, ma per il resto tutto uguale. Fisso i miei occhi, grandi e di una particolare tonalità di blu scuro, come le profondità di un oceano, con una piccola macchiolina celeste in quello sinistro, leggermente allungati e contornati da folte ciglia castane. Così simili ai SUOI occhi. Mi riscuoto da questi pensieri e inizio a pettinarmi i capelli, per poi legarli in uno stretto chignon (altra grande novità), lasciando però libera la frangia laterale he mi sono fatta all'incirca 4 anni fa, un piccolo gesto di ribellione verso le regole assurde degli abneganti e verso mio padre, se così si può chiamare quell'uomo. Ricordo ancora quanto mi è costato questo "scherzetto", mio padre era, se possibile, ancora più furioso del normale, ma ho lottato con le unghie e con i denti per tenerla, avevo tirato fuori gli artigli e non avevo paura ad usarli, e alla fine ci sono riuscita. Involontariamente mi passo una mano sulla spalla sinistra che mi procura una fitta di dolore, un livido violaceo spicca sulla mia pelle alabastrina, un ricordo lasciato dalla discussione di pochi giorni fa: mi ero arrotolata le maniche della maglietta ai gomiti in pubblico. Sospiro, stanca, e torno nella mia stanza. "Devi avere solo un altro po' di pazienza" mi dico, "solo poche ore e ti lascerai alle spalle tutto il dolore che hai subito". Una volta tornata in camera tiro fuori furtivamente una boccetta di profumo che mi ha regalato la mia amica della fazione dei pacifici. Non me ne metto molto, solo quel tanto che basta per poter sentire il dolce odore delle more che mi piace tanto. 
Scendo con passo lento in cucina. Lo trovo in piedi sulla soglia, con le braccia conserte, lo supero e mi siedo a tavola senza guardarlo in faccia. 
- Non mi dai il buongiorno?
Chiede con la sua voce bassa e controllata. "Non so se per te oggi sarà un buongiorno" vorrei dirgli, ma mi trattengo. Invece rispondo con voce quasi inesistente ma fredda:
- Buongiorno.
Lo vedo avvicinarsi e accarezzarmi la testa con il dorso della mano. Mi ritraggo bruscamente dal suo tocco, sento i miei lineamenti indurirsi e i muscoli del collo si contraggono. Lui si limita a rimanere in silenzio e mettermi d'avanti una ciotola con i fiocchi d'avena e un bicchiere di latte caldo. Mangio la mia colazione in fretta, voglio trascorrere il minor tempo possibile in compagnia di quest'uomo. Finisco in meno di 5 minuti, mi alzo da tavola, porto la ciotola e il bicchiere vuoti nel lavello, li pulisco e li metto al loro posto. In religioso silenzio mi dirigo in bagno per lavarmi i denti e sciacquarmi la faccia. Mi infilo il giubbotto e attendo seduta nel divano del soggiorno che l'individuo in cucina sia pronto per andare. Do un'occhiata in giro, pensando che questa sarà l'ultima volta che vedrò questo insieme di pareti e mobili, che un tempo chiamavo casa, ma che ha smesso tanto tempo fa di esserlo per me.
 
........................................
 
Ad ogni passo che faccio mi avvicino sempre di più al Centro, l'edificio più alto della città in cui ogni anno si tiene la cerimonia della scelta, il posto da cui inizierà la mia nuova vita. Una volta dentro io, mio padre e tutti gli abneganti cediamo il posto in ascensore ai membri delle altre fazioni mentre ci dirigiamo in un silenzio composto verso le scale. Arrivata alla sala dove si terrà la cerimonia noto le cinque ciotole con dentro in ognuna i simboli delle varie fazioni. Poco dopo individuo la mia migliore amica Lisa, dei pacifici, insieme alla sua famiglia e fregandomene delle regole della mia ancora-per-poco-fazione le corro in contro sventolando la mano e chiamandola ad alta voce, mentre mi faccio largo tra la piccola folla, attirando su di me sguardi sorpresi, allibiti, alcuni divertiti (appartenenti ai miei compagni di scuola, che ormai conoscono da tempo la mia vena ribelle) e altri contrariati. Avrò infranto all'incirca 3 regole ma...chi se ne frega!
Mi butto addosso a Lisa stritolandola tra le braccia (4 regole). Lei ricambia l'abbraccio con la stessa foga. La sento ridere felice e poco dopo lo faccio anche io. 
- Finalmente sei venuta rigida, temevo ti fossi persa!
Mi lascio scappare un'altra risatina. Lei è tra i pochi "prescelti" che possono chiamarmi così, non lo fa certo per offendermi, anzi. Le do uno scherzoso pugno sulla spalla.
- Sfortunatamente per te non è così facile liberarsi di me.
Le rispondo con un linguaccia.
Saluto educatamente anche i suoi genitori e sua sorella gemella, Sofy. 
Lontano da mio padre sono decisamente più socievole e allegra. Tutta la freddezza che avevo fino a pochi minuti fa sembra essere solo un vago ricordo, anzi, sono anche più felice degli altri giorni; il motivo? Tra pochissimo tempo rivedrò mio fratello per la prima volta dopo mesi. 
Mentre penso questo sento due forti braccia circondarmi la vita.
- Ehi rigida, nervosa per la scelta?
Mi giro e mi ritrovo a fissare due vispi occhi nocciola che mi guardano malandrini, accompagnati da un immancabile ghigno. Ecco il secondo e ultimo prescelto, Roy, intrepido fino al midollo. Scosto bruscamente le SUE braccia dai MIEI fianchi e lo fulmino con un'occhiataccia. Sa perfettamente che mi mette a disagio essere toccata in questo modo, per i miei gusti troppo intimi, dall'altro sesso (sarà l'influenza della fazione in cui ho vissuto per 16 anni), e l'unico che fa eccezione è Quattro.
-Io no, e tu? Hai forse paura?
Inizia a ridere sguaiatamente mentre si tiene la pancia e butta la testa all'indietro.
- Ahahahaha, molto divertente rigida. Sul serio.
Fa finta di asciugarsi due lacrime dagli occhi, poi si rivolge a Lisa mentre gioca con una ciocca dei suoi lunghi capelli dal colore del grano, lasciati sciolti e tirati indietro da un cerchietto di fiori di campo.
- Tu invece bellissima? 
Le chiede guardandola negli occhi, la vedo arrossire prima di rispondere:
- Mai stata più tranquilla, perchè non pensi a te piuttosto?
In un attimo scatta in avanti e da una spinta a Roy, che lo fa sbilanciare. La guarda ad occhi sgranati per poi assottigliarli piano piano.
- Questa è guerra!
Grida per poi iniziare a fare il solletico a Lisa, che subito ride come una pazza, seguita a ruota da Roy e da me.
Tenta invano di liberarsi dalla sua presa, ma lui è quasi il doppio di lei perciò ogni suo sforzo è inutile. Li guardo mentre scherzano con affetto, possibile che quei due non capiscano che sono fatti l'uno per l'altra?! 
Sbuffo mentre alzo gli occhi al cielo, avvilita e divertita allo stesso tempo. Poco dopo il capofazione dei candidi, a cui quest'anno è toccato fare il consueto discorso, ci invita a sederci ognuno ai propri posti. Faccio come dice quasi subito, non stando più nella pelle per fare la mia scelta,
Una volta sistemati, Jack Kang (il capofazione dei candidi) inizia a parlare dell'importanza delle fazioni e soprattutto della nostra scelta, che condizionerà il resto della nostra vita. Ci invita a scegliere con onestà verso noi stessi e in base anche alle nostre attitudini, ci ricorda l'importanza del risultato del test per compiere questa scelta ecc ecc...
Una volta finito, inizia a chiamare i nomi dei ragazzi. La prima a dover scegliere è proprio Lisa.
- Lisa Ancetille.
La vedo avvicinarsi alle ciotole titubante, per poi prendere il coltello datogli dalla capofazione e...
- Intrepidi!
Sono la prima ad applaudire, mentre tutti gli altri, una volta ripresosi dallo stupore, mi seguono a ruota. La seconda a venire chiamata è sua sorella:
-Sofy Ancetille
Vedo Sofy avvicinarsi con passo baldanzoso alle ciotole, infliggersi un piccolo taglio sul palmo della mano e...
- Eruditi!
Spalanco occhi e bocca, questo non me l'aspettavo davvero! Non che io abbia mai avuto buoni rapporti con lei. Stavolta è proprio Jack a dare inizio all'applauso.
La cerimonia prosegue.
-Luke Avart
Un ragazzo vestito di una giacca blu notte con sotto una camicia celeste e pantaloni dello stesso colore si avvicina alle ciotole:
-Eruditi!
-Maya Barry.
Questa volta è il turno di una candida che rimane nella sua fazione.
- Roy Crount
Mi faccio più attenta mentre vedo il mio migliore amico avvicinarsi col suo solito ghigno stampato in faccia, so già quale sarà la sua scelta...
-Intrepidi!
Appunto! Applaudo con un sorriso mentre lo vedo avvicinarsi agli intrepidi, che lo acclamano a gran voce.
- Missy Curwont.
Stavolta è il turno di una pacifica con cui ho scambiato spesso quattro chiacchiere, è una tipa davvero simpatica.
-Candidi!
-Anna Deprax.
La riconosco, è la ragazza che abita a qualche casa più avanti della nostra, molto timida e riservata. Non sono mai riuscita ad avere una vera conversazione con lei. Alla fine sceglie di rimanere negli abneganti. La prossima è un'intrepida (Summer non-mi-ricordo) che decide di rimanere nella sua fazione, proprio come l'abnegante che viene dopo.
Sento distintamente il mio nome che viene pronunciato al microfono, anche se non lo do a vedere il mio cuore accelerare, mi alzo determinata e mi avvicino per prendere il coltello affilato che il capofazione mi sta porgendo.
 
Angolo di Grify
Salve a tutte, questa è la prima ff che scrivo in questo fandom, spero davvero che qualcuno voglia perdere un pò di tempo per leggere, e magari commentare, la storia. Fatemi sapere se vi piace e se gradireste un secondo capitolo. Baci, Grify ��
 
  
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