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Autore: NienorDur    17/08/2015    2 recensioni
Lo scontro finale era ormai giunto, la Forca era un tripudio di macerie e cadaveri, di maghi e templari.
Meredith si ergeva fiera al centro del piazzale impugnando la sua spada di Lyrium grezzo; un barlume di pazzia luccica nei suoi occhi.
La vittoria sembrava lontana, ma non impossibile. Ma a quale prezzo?
"Percepì la corruzione dei demoni che lo chiamavano, forse lui non era così distante da ciò che odiava così tanto"
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Fenris, Hawke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fantasma cremisi
 
 
 
“Se per noi ci fosse un futuro, vorrei affrontarlo con te”.
 
Meredith era nel piazzale della Forca, la sua spada di Lyrium grezzo illuminava di rosso il suo volto, conferendogli un’aura ancora più diabolica. Hawke stava combattendo direttamente contro di lei, la sua magia a stento riusciva a tenerla a debita distanza, di fianco a lui il suo Mabari faceva di tutto per aiutarlo, ma fu scaraventano, con un colpo d’elsa, contro una colonna, non sembrò avere la forza per rialzarsi.
Gli altri combattevano contro le statue animate dal templare, cercando di tenerli lontani dallo scontro principale: non pensava che Hawke sarebbe riuscito a gestire un altro nemico.
Fenris distrusse una statua con un poderoso colpo, sentiva il Lyrium scorrere, illuminarsi, bruciare sotto la sua pelle, era stremato, stavano combattendo da troppo tempo. Si guardò intorno, erano rimate poche statue, se ne stavano occupando gli altri.
Poi lo vide: il corpo di Hawke volò pochi metri da lui, cadendo rovinosamente a terra, vide la donna avvicinarsi a lui, questa parlava dei maghi, dei templari, della chiesa, tutte parole inutili che non ascoltò.
Si mise tra lei e il mago, la sua spada cremisi falciava l’aria in modo minaccioso, Fenris parò tutti i colpi del templare, sentì Hawke gemere dietro di lui. Attaccò Meredith con tutte le sue forze, affondando, fendendo, colpendola anche con calci; tutto per proteggere Hawke.
A ogni colpo urlava, come per darsi più forza, per intimidire l’avversario, per disperazione.
Un lampo colpì la donna nel ventre, la fece indietreggiare ma non di molto: la forza dell’idolo doveva essere penetrata così a fondo nella sua mente e nella sua carne che probabilmente non sentiva più dolore, conferendole anche una forza sovraumana.
Ma quella era magia, per la precisione quella di Hawke: solo lui nel gruppo sapeva domare il potere dell’elettricità.
Guardò dietro di se: Hawke era in piedi, si appoggiava maldestramente sul bastone, ma sembrava pronto a combattere al suo fianco. Sorrise goffamente, del sangue scendeva da un taglio sotto l’occhio e da uno sul labbro superiore.
Fenris si sentì rinvigorire: Hawke gli aveva sempre fatto quell’effetto, la rivalità tra loro era così alta che s’infondevano forza a vicenda.
Attaccarono assieme, Meredith sembrava in difficoltà: l’elfo si muoveva veloce intorno a lei, colpendola, ferendola, mentre il mago lanciava i suoi incantesimi di terra e di elettricità, riuscendo anche a pietrificarla per qualche secondo. Le luci degli incantesimi, del Lyrium di Fenris e quello della spada si fondevano in aria, illuminando e distorcendo i colori circostanti.
Anche le ultime statue erano state distrutte; tutti si concentrarono contro la donna ormai consumata dal Lyrium, lentamente cadeva, la sua forza diminuiva, la luce si affievoliva.
Hawke si avvicinò per darle il colpo di grazia, Fenris un passo dietro di lui, nonostante sembrasse finita, non abbassò la guardia: non voleva illudersi di nulla.
-Non è ancora finita!-
Fenris fece per spingerlo via, ma era troppo tardi.
Meredith si slanciò in avanti, con la spada in pugno, vide la punta della spada uscire dalla schiena di Hawke.
Lo stomaco si fece pesante, calò il silenzio. Urla, le sue urla pervasero la Forca. La sua spada quasi si mosse da sola: decapitò di netto la donna.
 
“Non posso sopportare il pensiero di vivere senza di te”.
 
Rimase in piedi, lo sguardo vuoto verso il cielo, il sangue schizzato dal corpo scivolò via insieme a lacrime amare.
Dietro di lui altre urla, Sentiva Anders provare a curarlo con la magia, Merrill piangeva tra le braccia di Isabela, Varric e Aveline erano di fianco al corpo, lacrime sommesse.
Abbassò lo sguardo: Anders aveva tolto le mani dal corpo di Hawke, questo giaceva senza vita in una pozza di sangue. Non provava altro che rabbia: la sua unica fonte di gioia, il suo nuovo inizio era svanito come la vita dal suo corpo. Ed era tutta colpa di un mago, era la seconda volta che un mago gli rubava il futuro.
Non sentiva più niente, nemmeno il dolore delle ferite, provò a muoversi ma il suo corpo non rispondeva e semplicemente si lasciò cadere a terra, in ginocchio, davanti al corpo dell’amato.
Si guardò il polso destro: annodato c’era la fascia rossa che gli aveva dato Hawke.
-Salvalo. -
Anders lo guardò e scosse la testa.
-Ho detto salvalo. -
Fenris si alzò scaraventandosi contro il mago, una mano sul collo, l’altra dentro il suo petto, stringeva il suo cuore. Gli altri fecero per bloccarlo, ma poi si fermarono.
-È solo colpa tua se è morto. Salvalo. -
Anders faceva fatica a parlare, gli occhi diventavano blu a scatti, la sua voce si alternava con quella di giustizia. Strinse più forte.
-È… è tardi… -
-Tu, tu lo hai ucciso, se non fosse stato per te lui sarebbe vivo! Tutta la gente che è morta a causa tua sarebbe viva!-
In pratica gli ringhiò contro come un cane rabbioso, come lui lo aveva descritto agli occhi di Hawke.
Se prima era semplice non sopportazione, ora odiava con tutto se stesso Anders,  non perché fosse un mago, ma poiché era una persona così ipocrita e falsa, tanto da arrivare a mentire a Hawke pur di raggiungere i suoi scopi.
Buttò indietro Anders, tossì più volte per riprendere fiato, gli altri si avvicinarono a lui, Aveline e Isabela sguainarono le spade e lo guardarono minacciose.
A quanto pare non la pensavano come lui. Si chinò e brandi la spada di Meredith, la mise dietro la schiena, al posto di quella di che aveva regalato Hawke, nemmeno la voleva quella spada.
Si girò un’ultima volta a guardare il volto dell’uomo: gli occhi aperti, vuoti, le labbra socchiuse, sporche di sangue che colava ancora sulla sua folta barba.
 
“Non ho mai pensato di aver bisogno di qualcuno… o di volere qualcuno… fino ad ora”.
 
Non sapeva dove andare: non poteva tornare al suo maniero, a casa di Hawke, aveva perso tutto.
Si diresse fuori città, evitando di farsi notare arrivò fino ai piedi del Monte Spezzato: lì c’erano un po’ di grotte, dove si sarebbe potuto rifugiare per un po’.
Solo quando entrò in una di esse e si sedette in un angolo buio, si lasciò andare: gettò via la spada di Lyrium, non sapeva nemmeno perché l’avesse presa, diede calci alle rocce, pugni alle pareti, la sua pelle si lacerò, i guanti rinforzati si ammaccarono, sentì le unghie delle dita spezzarsi. Urlava a squarciagola per il dolore, mai ne aveva provato così tanto, un male interiore che quasi lo uccideva.
Tanto lo amava, tanto glielo aveva detto, ma adesso sembrava che non lo avesse mai fatto abbastanza; rimpianto, rancore tornarono a tormentare la sua anima.
Lo avrebbe vendicato. Avrebbe ricominciato il suo circolo imperfetto di dolore e solitudine, fino a vendetta fatta, fino alla sua morte.
Si guardò la mano ferita, sporca del suo stesso sangue e si passò le dita sul naso; se pur a modo suo avrebbe portato avanti ciò che Hawke aveva iniziato: non avrebbe tollerato i templari corrotti, i maghi del sangue e Anders.
Avrebbe sterminato coloro che avevano causato tutto questo e non avrebbe avuto pietà, a costo di perdere se stesso.
Impugnò lo spadone, una strana sensazione pervase il suo corpo, sul suo braccio destro vide il colore dei suoi tatuaggi mutare dall’azzurro al rosso, si sentì più forte.
Percepì la corruzione dei demoni che lo chiamavano, forse lui non era così distante da ciò che odiava così tanto.
 
“Tu sei forte, Hawke, ma non tutti i maghi sono come te”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
­­­­____________________
 
Grazie per aver letto la mia ennesima storia dove qualcuno muore.
Si, non spruzzo felicità da tutti i pori, ma mi è davvero difficile immaginarmi Hawke e la sua metà felice. Forse con Isabela sarebbe felice.
Le mie opinioni su Anders sono un po’ cambiate non avendo vissuto la sua vicenda con la romance e le ho amplificate con il personaggio di Fenris: sono fermamente convinta che per lui provi un odio viscerale.
Spero che vi sia piaciuta e se è così gradirei un commento :’3 anche una cosa sotto le 10 parole!
 
Grazie mille, alla prossima fic!
   
 
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