Amici o forse no

Merlin conobbe Arthur all'età di quattro anni. La loro storia era stupida e banale, in realtà: Merlin era il figlio di una delle domestiche di casa Pendragon, Arthur il pargolo viziato e superbo di casa. Quando Merlin gli porse la mano in segno di amicizia, Arthur lo salutò buttandolo nel laghetto del giardino e, ridacchiando fra sé e sé, tornò a giocare con il suo aquilone.

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I due bambini frequentarono scuole diverse: Arthur venne iscritto da suo padre ad uno di quei pomposi istituti privati, Merlin frequentò la scuola pubblica. Ciò, tuttavia, non impedì loro di farsi reciproci dispetti durante tutti e cinque gli anni delle elementari. Quando Arthur scambiò il suo delizioso sandwich con una manciata di foglie di insalata, Merlin si vendicò riempendo il suo zainetto degli insetti più disgustosi che riuscì a trovare in giardino.

Arthur tornò a casa in lacrime, e Merlin, a discapito della strigliata che ricevette da sua madre, si sentì incredibilmente soddisfatto.

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Alle medie, conobbe Will, e fu un buon modo per allontanarsi da quell'arrogante testa di fagiolo: Will era divertente, maldestro, incredibilmente leale.

A differenza di Arthur, era un buon amico.

Ma non era Arthur, non lo sarebbe mai stato, e a Merlin mancava un sacco.

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Arthur incominciò a portare una ragazza diversa ogni notte a casa quando aveva quindici anni. Uther, contento del fatto che suo figlio fosse sessualmente precoce, riteneva che fosse un segno della sua virilità e lo lasciò fare.

Merlin, che proprio in quel periodo si stava scoprendo geloso, faceva trovare nella colazione di ciascuna di loro ragni o scarafaggi, perché sì. Quando Arthur lo sorprese in fallo scoppiò un clamoroso litigio, ma non importava: quelle sciacquette non mettevano più piede in Casa Pendragon, e andava bene così.

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A sedici anni, fumarono una canna assieme. Fu una sensazione nuova e inaspettata - l'erba aveva un odore rilassante, e sembrava rendere tutto, perfino quell'idiota ritardato, più bello.

Si baciarono sotto la possente quercia del giardino di casa Pendragon, guidati un po' da una passione sopita, un po' dall'ebrezza del fumo, e non ne fecero parola con nessuno.

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A dispetto delle apparenze, fu Arthur a consolarlo quando la sua relazione con Freya andò a rotoli. Ascoltò i suoi sfoghi sconnessi, asciugò le lacrime che si rifiutavano di cadere, gli accese una sigaretta quando le sue mani tremavano troppo per farlo.

"Sai," disse Arthur, gli occhi azzurri luminosi sotto la luce tiepida del sole di settembre "le donne vanno e vengono. L'importante è dare importanza a chi resta."

Forse, in fondo, Mr. testa di fagiolo non era così mentalmente inetto come sembrava.

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Il loro bacio definitivo seppe di lacrime di gioia e attese strazianti.

Arthur aveva appena conseguito la sua laurea in giurisprudenza e con il bacco e la tunica nera addosso era più bello che mai. La reazione di Merlin fu istintiva e naturale: quando fu il momento di scattare la foto ricordo assieme, al momento dello scatto si chinò un poco e lo baciò sulle labbra.

Arthur, meravigliato ma al settimo cielo, in un gesto inaspettato afferrò la sua nuca e approfondì il bacio.

Dopo quasi vent'anni di quell'assurda amicizia, non sarebbe potuto accadere altrimenti.