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Autore: ___scream    17/08/2015    2 recensioni
[30 kiss otp challenge - raccolta - slash - newtmas]
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1- Un bacio al sapore di whisky
2- Un bacio sussurrato
3- Un bacio pieno di odio
4- Un bacio al cinema
5- Un bacio e poi addio
6- Un bacio fasullo
7- Un bacio al ballo scolastico
8- Un bacio sotto la pioggia
9- Un bacio da nerd
10- Un bacio magico
11- Un bacio al sangue
12- Un bacio alla sposa
13- Un bacio non voluto
14- Un bacio che uccide
15- Un bacio animalesco
16- Un bacio alla tua anima gemella
17- Un bacio in televisione
18- Un bacio a Dio
19- Un bacio sulla strada di casa
20- Un bacio sotto i fuochi artificiali
21- Un bacio da musical
22- Un bacio alla fine del mondo
23- Un bacio alla persona sbagliata
24- Un bacio davanti ai genitori
25- Un bacio incestuoso
26- Un bacio che mi ricorda la mamma
27- Un bacio che mi ricorda mio padre
28- Un bacio che vorrei dimenticare
29- Un bacio indecente
30- Un bacio dato per 30 volte
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Genere: Triste, Romantico
Words: 1638
Raiting: Verde
Pairing: Newt/Thomas, slash
Note: Resuscito dall'ombra più forte che mai. Okay, magari no. Questa è stata praticamente la prima che ho scritto per questa raccolta, ma era il punto due e non potevo pubblicarla (da quando rispetto le regole così tanto?) per prima! E' ambientata alla fine del primo libro, quindi no spoilers e niente AU in cui sono ubriachi (eheh). 
E.. niente, vorrei ringraziare le due personcine adorabili che hanno recensito la OS precedente (mi avete fatta la persona più felice del mondo çç) e tutti quelli che l'hanno messa nelle ricordate/seguite. E, naturalmente, a tutti quelli che leggono e basta :) 
Be', non mi resta che lasciarvi a questa OS! 

DISCLAIMER: non mi appartengono (sigh) e non scrivo a scopo di lucro e bla bla bla avete capito. 



 
KISS ME LIKE YOU WANNA BE LOVED

Everyday create your HISTORY


 

Le persone continuano a dimenarsi e a battere con le mani sulle porte del pullman. Teresa gli scocca un'occhiata preoccupata, mordicchiandosi l'interno della guancia. 
Una mano stringe la sua, al sicuro da occhi altrui. Si gira verso Newt, che sembra terrorizzato. Gli stringe ancora la mano per fargli capire che non è l'unico ad avere paura.
“Chi sono quelli?”, riesce a chiedere Thomas, riferendosi alle persone fuori.
Sembrano.. matte. Pazze. Rabbrividisce.
La donna risponde alla sua domanda, esitante, dopo molto tempo.
Parla di una malattia, l'Eruzione, che fa accapponare la pelle a tutti i ragazzi dentro al pullman.
Thomas guarda fuori dal finestrino, la mano ancora intrecciata a quella di Newt.
È una landa desolata. C'è solo polvere. Sembra una distesa infinita di sabbia; un deserto. Non c'è niente di verde, neppure un quadratino minuscolo. Ma, nonostante tutto, non sente la mancanza della Radura, della sua natura o del suo bosco.
Anche perché tutto quello di bello che c'era là dentro, è nello stesso pullman in cui è lui.
Ha trovato degli amici. Ma, l'amico che più adorava, che più riteneva tale, è morto. Gli hanno sparato.
Si irrigidisce sul sedile, mentre tutto il suo corpo diventa di ghiaccio. Gli occhi gli si riempiono di lacrime, ma lui non le lascia uscire. Non può, non davanti a tutti. Non deve mostrarsi debole.
Anche se sa che non c'è nulla di male nel piangere, l'ultima cosa che desidera è che tutti lo guardino, che osservino la sua parte più vulnerabile come se fosse un animale a rischio di estinzione di uno Zoo.
Con ironia tagliente, si rende conto che lo è veramente. È un essere umano, e non ne rimangono molti sulla Terra, da quello che ha detto la donna. 
Scuote la testa, come a scacciare una mosca, stringendo la mano del ragazzo al suo fianco. S'impone di pensare che va tutto bene.

 

La stanza è coloratissima, sembra quasi fare a pugni con il pensiero delle mura grigio smorto del Labirinto, presenti come un chiodo fisso nella sua mente. Deve ancora realizzare il tutto.
Si rilassa completamente dentro la doccia, chiudendo gli occhi e accasciandosi alle pareti ricoperte di mattonelle fresche. Il getto è caldo e rilassante. Il bagnoschiuma – Dio, pensava che non ne avrebbe mai più visto uno! - è così profumato che quasi gli viene da vomitare, ma è sempre meglio della puzza di sudore e di paura che ha addosso.
Ne esce quasi rinato.
È un colpo vedere Newt in quei vestiti grigi che hanno dato a tutti loro, perché ormai si è abituato alla casacca bianca e ai pantaloni leggeri color beige. I suoi capelli sono pettinati e non sparati in tutte le direzioni possibili come nella Radura. Gli si avvicina.
“Be', Tommy, il grigio ti dona”.
Lui fa un sorriso tirato, sobbalzando quando lo stomaco gli brontola. Posa una mano sulla pancia.
“Andiamo a mangiare, pive”, gli dice Newt, prendendolo in giro. “Hanno detto che c'è da mangiare, da qualche parte”.
Lui lo segue, come ha sempre fatto.

 

Quando separano Teresa da loro, si sente inspiegabilmente triste. Insomma, sono sempre stati insieme, senza di lei gli sembra come se mancasse un pezzo a tutta la questione. Newt sembra irritato, quando espone il suo pensiero a voce alta. Minho e Frypan alzano gli occhi al soffitto, mentre Winston e gli altri Radurai sopravvissuti si dirigono nelle rispettive stanze, senza degnarlo di una risposta. Ormai sa che a nessuno va a genio Teresa, che è l'unico a ritenerla minimente importante. Scuote le spalle, scacciando il pensiero dalla testa. 
Condivide la stanza con Newt, Frypan e Minho. Con grande rammarico, si rende conto che non potrà dormire nello stesso letto del biondo senza venire scoperto dagli altri due. 
Apre curioso un cassetto del mobile davanti ai letti a castello, trovandolo pieno di vestiti. Rimarranno lì per sempre?
È davvero finita?
Chiude di scatto il cassetto, allontanandosi. In qualche modo, benché il cibo, l'acqua, la doccia, la vasca e tutto quanto, sente quel posto come una prigione. Non nello stesso modo in cui la Radura sembrava a tutti loro.
“Thomas, tutto okay?”, gli chiese il cuoco, notando la sua espressione corrucciata.
“Sì. Sì, tutto okay”, conferma il moro, sdraiandosi nel suo letto. Minho ha insistito per dormire nel letto sopra al suo.
Gli altri tre parlano ancora un po', prima di spegnere le luci e sdraiarsi nei loro rispettivi letti. Thomas fa finta di dormire per tutto il tempo.

 

 

Sono sopravvissuti al Labirinto e ancora non ci crede.
È sdraiato sul letto inferiore di quello a castello, e il russare di Minho di sottofondo gli impedisce di dormire.
È stanco, tantissimo, e la pancia gli brontola, bisognosa di cibo con cui riempirsi. Quasi si sorprende di avere ancora fame, dopo quello che hanno mangiato appena arrivati. Chiude gli occhi.
Teresa?
Si sta annoiando, quindi non esita a chiamarla. Contro ogni previsione, si è affezionato alla ragazza, anche se è in parte sicuro che lei pensi che siano qualcosa in più che amici. Come può dirle che può offrirle solo la più sincera e forte delle amicizie?
Si insulta da solo.
Teresa è una ragazza forte, una donna, ormai. Ne ha passate tante, come tutti loro. Un rifiuto non la ammazzerà di sicuro, anzi, scommette che ne uscirà forse anche più forte.
Poi, però, si ricorda quante cose brutte e belle può fare l'amore. Spera con tutto il cuore che Teresa non sia innamorato di lui; non smania dalla voglia di vederla con gli occhi arrossati e lo sguardo ferito. Non vuole che lei arrivi ad odiarlo.
Si impone di non arrivare a conclusioni affrettate, di tranquillizzarsi e di pensare al fatto che ora sono al sicuro, dopo molto tempo in cui non lo sono stati.
Non chiama più Teresa con la mente, ormai arreso al fatto che, molto probabilmente, la ragazza sia addormentata da un pezzo.
Incrocia le braccia dietro la testa, usandole come cuscino. Chiude gli occhi, ma il sonno non arriva.
Rivede Chuck appena serra le palpebre.
Chuck che gli fa vedere dove dormirà nella Radura; Chuck che fa quello scherzo di pessimo gusto a Gally e scappa non appena capisce che potrebbe mettersi male.
Chuck che gli racconta dei suoi genitori, di quanto si senta solo anche se circondato da più di sessanta ragazzi.
E, infine, Chuck che muore agonizzato dal dolore davanti a lui. Le sue mani che si sporcano di sangue, del sangue del suo amico, della cosa più simile ad un fratello che abbia mai avuto.
Spalanca gli occhi, prima di tastarsi le guance con una mano. Sono rigate dalle lacrime. Li richiude, nella speranza di fermare le lacrime.
Si impedisce di piangere ancora a lungo, schiacciandosi le dita sugli occhi. Ha pianto così tante volte da quando è venuto fuori dalla Scatola. Ha pianto di nascosto, ha pianto per il dolore e per la paura. Ha pianto per Ben, quando il suo urlo lacerante e disperato gli era arrivato alle orecchie, perfino dietro le mura del Labirinto.
“Tommy?”.
Si riscuote dai suoi pensieri, abbassando le mani e aprendo piano le palpebre. Newt è lì, davanti al suo viso, l'espressione preoccupata sul viso.
“Tutto okay?”, continua, in un sussurro.
Lui annuisce, prima di girarsi su un fianco e fare spazio accanto a lui. Newt capisce, e solleva un angolo della coperta, per infilarcisi sotto. Poggia la testa sul petto del moro, che gli accarezza i capelli.
“Siamo salvi”, sussurra, stringendosi più a lui.
"Sì”, soffia Thomas. “Siamo salvi. E siamo vivi”.
“Sì, ma a quale costo?”, dice Newt. “Ne abbiamo persi così tanti. Zart, Jeff.. Chuck..”, pronuncia quell'ultimo nome cautamente.
Thomas si irrigidisce appena lo sente. Il biondo solleva lo sguardo. “Puoi parlarmene, se vuoi”, lo incita, posandogli una mano sulla guancia.
Lui scuote la testa, prendendo un respiro profondo. “Non voglio- non ora, almeno”, risponde.
“Okay.. okay, certo”.
Newt posa le labbra sul suo mento, in un bacio silenzioso. Thomas, per la prima volta, si sente veramente al sicuro. Le labbra percorrono il profilo della sua mascella, prima di posarsi sulle sue. È un bacio che lo rassicura, che lo rende tranquillo e rilassato. Devono sussurrare per non svegliare gli altri.
Quasi gli dà fastidio nascondere tutto quello. Vorrebbe prendere la mano di Newt senza preoccuparsi delle reazioni dei Radurai, ma sa che non può farlo. Non ora, almeno.
Lascia da parte tutte le preoccupazioni e le domande che sono nella sua mente, concentrandosi solamente sulle labbra del compagno, di quel ragazzo che lo ha salvato involontariamente e indirettamente. Si chiede che cosa ne sarebbe stato di lui, senza avere la presenza di Newt di fianco a lui.
Newt non lo ha mai abbandonato, nonostante tutte le decisioni che ha preso nella Radura. Mentre la maggior parte dei Radurai lo guardava con uno sguardo inquisitorio e quasi accusatorio, lui non lo ha mai squadrato male, se non la prima volta che è uscito dalla Scatola. Ma, si era reso conto dopo, era solamente uno sguardo calcolatore. Dio, sembrano passati anni.
Si staccano, e Newt poggia la testa nell'incavo del collo di Thomas, che lo stringe a sé, affondando il viso nei capelli biondo cenere.
Profumano, grazie alla doccia che hanno potuto farsi, appena arrivati. Quasi sente la nostalgia di quell'odore tipico che aveva nella Radura. Era forte, forse si poteva classificare più come puzza, ma a Thomas piaceva. Era il segno persistente di tutto quello che stavano passando, di come Newt fosse forte e deciso ad andarsene. Odorava di vento, terra, fatica. Ora è più un odore anonimo; lotta per ritrovarlo, nascosto com'è.
“E ora.. ora cosa faremo?”, chiede Newt, talmente sottovoce che Thomas deve sforzarsi per sentirlo.
Sospira e non risponde, lasciando un bacio sulla testa dell'altro, che non insiste per una risposta.
Non sa cosa succederà, non lo sa e n'è terrorizzato.
Ma, per il momento, con Newt sdraiato fra le sue braccia, va bene così. 

  
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