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Autore: _The story at the End_    17/08/2015    1 recensioni
Uno stupido gioco: ecco come iniziava ogni avventura.
Lo sapevo più di chiunque altro, io che passavo le serate a leggere libri.
"Vediamo se hai il coraggio di entrare". La frase con cui iniziava ogni film horror e ovviamente io, che non mi do mai ascolto, sono entrata.
Perché il mio ego non se ne sta apposto ogni tanto?
Perché, se Bertold non avesse pronunciato quella frase, la solita frase su cui perdo il controllo, mi sarei sicuramente rifiutata: "è una femmina è ovvio che non ci entra! "
E io, che sono una femmina, sono stata tanto stupida da cacciarmi in questo guaio.
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Violenza
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Per meno di una manciata di secondi sentii il mio corpo sciogliersi nel calore ma non ebbi neanche il tempo di provare dolore che un senso di vuoto mi avvolse completamente per poi terminare con una sensazione di benessere. Potevo sentire ogni parte del mio corpo che ritrovava vigore.
Ad un tratto una potente spinta mi gettò a terra e mi ritrovai in una grotta, o almeno così pareva. La luce era inesistente e fuori era notte fonda. La prima cosa che mi sorprese fu ritrovare il mio braccio al suo posto.
"Clara?" Mi sentii chiamare. Era uno strano momento per ridere ma fu proprio quello che feci.
"Non posso credere che tu sia ancora vivo." Pochi secondi prima Hunter puzzava già di cadavere e ora sentivo i suoi occhi che mi scrutavano nel buio.
"Mi dicono che sono duro a morire". Mi avvicinai alla direzione da cui proveniva la sua voce e lo abbracciai. Lui fece lo stesso ma si staccò pochi secondo dopo schiarendosi la gola.
"Va fuori a prendere della legna. È ammassata sul tetto. Lì troverai anche una scimitarra,  portamela." Non mi aspettavo che, dopo quello che era successo, smettesse di guardare le cose con carattere tecnico e calcolatorio quindi non rimasi sorpresa della freddezza nella sua voce. Mi alzai per recuperare la legna e mi accorsi che una fitta foresta oscurava la luce della luna. Eravamo completamente al buio.
Quando ritornai inciampando nella grotta lui non si mosse dalla sua posizione accovacciata vicino la parete. Solo quando accesi il fuoco potei notare il suo sguardo triste e assente. Ma fu solo per un attimo perché impostò immediatamente l'espressione di sempre, quella sfacciata e irritante.
Mi avvicinai a lui e mi abbassai alla sua altezza."Non vuoi sapere cosa ho fatto per salvarci?"
Lui rispose "mi dispiace."
"A me no. Non devi..."
" Clara?"
"Cosa?"
"Posso finire di parlare?" Sbuffai e mi sedetti a gambe incrociate.
"Mi dispiace di averti lasciato sola e di essere stato inutile, sul serio. Mi sento in colpa per non averti aiutato."
"No! È stato un drago a metterti fuori combattimento. Era una prova per me. Era tutto calcolato."
"Drago?"
"Sì! È la prima volta che ne senti parlare?"
"No... Ci sono dei disegni di draghi e... Mi hanno raccontato delle storie."
"Ed è una buona cosa?" Non mi rispose. Rimase per molto tempo con lo sguardo perso a rimuginare su chissà cosa poi, dopo svariati minuti, mi chiese come avessi fatto a portarci entrambi oltre lo specchio e io gli raccontai ogni avvenimento dopo la sua perdita di coscienza.  Mentre raccontavo non riuscii a non toccare il braccio che mi era stato tracciato di netto e che ora era in perfetta salute.
"Ci sai fare con i nodi..." Non poté non constatare lui.
"Facevo scout".
"Si?" Disse lui come se non gli importasse minimamente.
Finita la storia Hunter prese due coperte ammuffite e puzzolenti dall'angolo della grotta. Mi ci avvolsi comunque e mi distesi vicino al fuoco.
"Partiamo all'alba." Mi sussurrò lui da dietro. Non ero fisicamente stanca ma mi addormentai comunque quasi subito.

***

Mi svegliai che era ancora buio. Il fuoco si era quasi spento e Hunter aveva in mano la torcia che avevo nello zaino al mio arrivo.
"Non si spreca la batteria se la accendi in momenti come questi?". Lui mi guardò un pò sorpreso di trovarmi sveglia. 
"Quando dormi sbavi" Disse senza spegnere la torcia e puntandomi il fascio di luce in faccia.
"Si, bhè dovresti proprio spegnerla." Risposi, senza sapere che altro dire.  La mise via con qualche esitazione poi si avvolse nella coperta e cercò di ravvivare il fuoco, aveva qualcosa di strano. Cercai di cambiare discorso. "Quindi... hai capito in che periodo ci troviamo?"
Lui guardò fuori come se ritornasse in sé solo in quel momento. "Si... penso di sì. Le piante risalgono all'era quartenaria. All'inizio dell'era... Non ci sono esseri umani quindi... Cenozoico. Era da tanto che non capitava."
Il nome non mi diceva niente ma mi sentivo più sicura sapendo dove mi trovavo.
"Il cielo si sta schiarendo, è quasi l'alba. Vogliamo iniziare ad incamminarci?"
"No!" Disse allarmato.  Poi si guardò intorno e si corresse. "Cioè,  prima partiamo e meglio è." E iniziò a fare i bagagli.
Mentre infilavo il giacchetto nello zaino non potei fare a meno di chiedermi cosa gli fosse successo.

***

Quando ci inoltrammo nella foresta mi sorpresi nel trovarla estremamente diversa da quella che avevo imparato a conoscere. Avevo sempre trovato conforto nei boschi tanto che, nei momenti di noia o di tristezza, mi rifugiavo nella vegetazione vicino casa mia e mi arrampicavo il più in alto possibile, sugli alberi. Questo però era un luogo del tutto diverso: ispirava soggezione.
Camminavo dietro Hunter che, con la scimitarra, si faceva strada in mezzo alla fittissima vegetazione. Ormai avevo perso l'orientamento, tutto in torno scorgevo solo dell'intricato fogliame verde acceso. Procedevamo lentamente in mezzo al fango, alla terra e all'acqua stagnante, trascinando i piedi e proteggendo il viso dai numerosi insetti. Tutto in torno si udivano innumerevoli rumori, la foresta brulicava di vita.
Non potei non notare che Hunter era agitato. Procedeva speditamente, anche troppo; come se avesse voglia di scappare. Si guardava in torno come se fiutasse un pericolo imminente.
Non aprii bocca per molto tempo finché non ci fermammo per mangiare.
"Mi spieghi cosa ti succede?" Dissi tutto d'un fiato.
"Perché pensi che mi sia successo qualcosa?"
"Devo sul serio risponderti? Non negare che c'è qualcosa che ti preoccupa."
"E che non dovrebbe preoccupare te. Non è niente di importante." In quel momento i cespugli davanti a me frusciarono e Hunter saltò in piedi voltandosi di scatto come se fosse successo proprio ciò che temeva, per poco non inciampò e cadde a terra. Dal cespuglio però, uscì solo un tenero animaletto simile ad un armadillo.
"Tu hai paura!" Osservai io. "Ma di cosa?" Aggiunsi.
Di tutta risposta lui si risedette sul masso dove stava mangiando e lanciò una pietra in direzione dell'armadillo che scappò via.
"Non farmi più domande, non ti risponderò." Mi disse guardandomi con sguardo truce. Non so cosa lesse lui, nei miei occhi, ma io ci vidi tristezza, e paura.

   
 
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