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Autore: seeamilyplay    17/08/2015    1 recensioni
Ispirato a "Ti Ricordi di Me?" di Sophie Kinsella. E' una storia d'amore e tanto altro, ricca di colpi di scena!
Katniss è una ventiquattrenne che lavora forsennatamente per mantenere la sua famiglia. La sua vita fa schifo, nulla mai le va per il verso giusto. Poi un incidente. Una serata andata peggio di ciò che Katniss immaginava. Un blackout.
Tutto allora cambia.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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TI RICORDI DI ME?

Amily is back! Torno alla carica con una nuova long, stavolta AU ispirata ad un adorabile libro di Sophie Kinsella che lessi un paio d'anni fa “Ti ricordi di me?”. È una lettura molto leggera,che consiglio specie in questo periodo estivo. Spero che la mia idea vi intrighi e vi appassioni, che abbiate voglia di recensirla e chissà, magari anche di seguirla. Spero di non distaccarmi troppo dalle personalità originali, ma purtroppo immagino che a volte si andrà in OOC. Il rating per il momento è arancione ma probabilmente cambiera.. o forse no chissà. Comunque sia, aggiornerò con frequenza in quanto ho già pronti diversi capitoli. Detto questo detto tutto, buona lettura!

Besos, Amily



PROLOGO

Che giornata di merda.

Fermatevi un attimo e considerate tutte le giornate di merda che avete passato nella vostra vita. La somma di tutte queste sarà sempre e comunque un semplice eufemismo se messo a confronto con la mia giornata. Cioè.. alle mie giornate.

È ormai notte fonda e sto disperatamente cercando di fermare un taxi che mi riporti a casa. Le mie adorabili amiche e colleghe di lavoro mi hanno letteralmente trascinato in questo sudicio pub, perchè dovevamo festeggiare. Ma festeggiare cosa? Quanto sia misera e piena di stenti e delusioni la mia vita?

Madge e Delly non fanno altro che cantare e ballare e sghignazzare e ciarlare di cosa compreranno coi soldi del bonus che hanno ricevuto oggi a lavoro. Il nostro capo, il signor Flickerman -miracolosamente e molto magnanimamente- ha deciso di premiare tutti i suoi impiegati, assunti da almeno un anno, con un fantomatico bonus pari al 30% della propria busta paga. Neanche a dirlo, lavoro come ultima ruota del carro di questa assurda agenzia pubblicitaria da giusto 11 mesi e 24 giorni, perciò non ho diritto a quel sudato e tanto agognato bonus. Avevo un dannatissimo bisogno di quei soldi.

Sono io che do da mangiare alla mia famiglia.

Mia madre era una bravissima farmacista, infaticabile e stimata da tutti, ma da quando papà è morto ha perso la testa. Completamente. Non so se sia depressione, qualcosa di cronico, fisico o psicofisico o non so cos'altro, fatto sta che è in un inconcepibile stato vegetativo e ha abbandonato me e Prim a noi stesse.

Primrose è la mia sorellina, la mia paperella, è la luce dei miei occhi. È così sveglia, intelligente, posata, molto studiosa e matura per i suoi 15 anni. Vorrei che avesse tutto dalla vita perchè lo merita e farò di tutto perchè niente le manchi e perchè nulla le faccia del male.

E quindi lavoro. Lavoro dalla mattina alla sera, non mi fermo un attimo e non ho tempo di fare altro o di pensare, anche solo vagamente, ad altro se non a soldi, soldi, fare soldi, mettere da parte soldi, per assicurare una vita dignitosa a Prim.

Johanna è tutta intenta a limonare con un tizio assurdo incontrato al bar. È cosi seducente e incantatrice da conquistare qualsiasi essere umano, uomo o donna che sia, a suo piacimento.

Lei, dal canto suo, non fa altro che rimbeccarmi sulla mia assoluta mancanza di sex-appeal, di cura della mia persona nonché del mio essere una pudica verginella alla veneranda età di 24 anni.

Sì, ho 24 anni, sono vergine e fuoriforma: sottopeso, sciupata, acciaccata, ho occhiaie impossibili da rimuovere, la pelle secca piena di imperfezioni e un seno insignificante, ma di tutto questo poco mi tange

Mi vesto in maniera trascurata e scialba, non mi trucco e non so come farlo e dormo massimo tre ore a notte. Insomma sono la personificazione della femminilità, come potete ben immaginare.

Sono tutto il contrario rispetto alle mie amiche: Johanna è alta, bellissima, spigliata e senza peli sulla lingua: una femme fatal, come si suol dire.

Delly invece è la persona più amichevole del pianeta: è dolce, simpatica, molto disponibile e non so quante volte ha tentato invano di far uscire allo scoperto la mia femminilità inesistente.

Madge e io siamo amiche sin da piccole. Siamo silenziose e riflessive e non ci abbandoniamo alle sfrenatezze di Johanna e alla giovialità di Delly. Però lei è la figlia del sindaco, lavora giusto il necessario e sicuramente non le mancano i soldi. Sebbene sia una viziata figlia di papà, è rimasta sempre la stessa semplice e gentile ragazza che conobbi durante un pomeriggio di gioco nel parco cittadino.

Dei ragazzi non me ne è mai importato granchè e sinceramente non ho tempo per dedicarmi a cose futili come una relazione sentimentale. C'è da dire anche che nessuno mi ha mai notata o cercata e immagino che il mio aspetto trascurato non sia d'aiuto. L'unico ragazzo che frequento è soltanto un amico con cui condivido l'unico passatempo che mi concedo: il tiro con l'arco.

È sempre stato la passione di mio padre e lui me l'ha trasmesse insieme all'amore per la musica e il canto. Costituiscono attimi in cui stacco la spina e per poco penso solo a me stessa e penso a lui.

Mio padre è morto da cinque anni ormai a causa di un'esplosione nella miniera di carbone dove lavorava. Era un'umile minatore, stakanovista. L'unica cosa che mia madre dice è che gli somiglio molto, per la dedizione che metto nel lavoro, per il mio modo di canticchiare le canzoni che mi insegnò da piccola e per la precisione e concentrazione con la quale tiro con l'arco. Ne sono molto orgogliosa.

Piove a dirotto.

Le macchine sfrecciano in velocità schizzandomi d' acqua e di fanghiglia: sono le 4 di mattina, sono stanca e voglio solo tornare a casa.

La pioggia si fa sempre più fitta tanto che i contorni degli oggetti cominciano a farsi sempre meno definiti. Una macchia gialla smorza quella grigia monotonia. Quel taxi deve essere mio a qualunque costo.

Vedo già una coppia di ragazzini andargli incontro ma non posso permetter loro di fregarmi questa possibilità di tornare a casa. Inizio a correre forsennatamente lungo il marciapiede scivoloso, attraverso la strada sbracciandomi -Taxi! Taxi! Arrivo!- il piede slitta sull'asfalto bagnato e cado rovinosamente.

Tutto si fa confuso, tutto inizia a girare... sento un ronzio nelle orecchie e la voce di Madge urlare in lontananza -Katniss!-.

Poi, il buio.

  
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