Tutto iniziò con un ciondolo. Bè, un gufo con un ciondolo.
Scegliete voi. Avrei dovuto sentire odore di guai.
Ma non ero così percettiva, allora.
Era un normale sabato mattina a casa, sebbene a casa mia sia tutto fuorchè normale.
E’ unica e bizzarra, persino. Il che significa che mi si adatta perfettamente.
Ci sono un sacco di cose interessanti nel posto in cui abito, se adorate quanto me la vita all’aperto.
Perché io abito in un quartiere piuttosto deserto, a dire la verità.
Il quartiere si chiama Morris e si trova presso la foresta di Dean, a confine con il Galles.
Era tutto nuovo per me. Fino all’anno prima non ero mai stata a più agio nella bellissima Parigi.
Poi avevo fatto capolinea nella vita di papà.
Joseph “Jose” Eight è mio padre. Io e Jose siamo a conoscenza di questo fatto da sei mesi esatti.
Quando cioè mi sono trasferita a Morris per andare a vivere con lui.
Non avevo scelta, non dopo quello che era successo a mamma.
Non sono sicura del perché, ma mamma aveva nascosto la mia presenza a mio padre sin dal principio.
Lui non sapeva di essere padre. Invece lo era da quattordici anni.
Così sei mesi dopo la morte di mia madre sono venuta a scoprire di avere un padre. Trent’anni, zoologo
presso l’istituto di Loggerhead. Maniaco del lavoro e pessimo genitore.
A dire la verità credo che sia anche colpa mia se lui non riesce ad essere un bravo genitore.
Non sono mica una santarellina.
Quindi eccomi qui in un quartiere più che deserto.
Mentre mi trovavo sotto il gazebo di casa, scorsi in lontananza una figura che percorreva di corsa il vialetto recintato.
James, a tutta velocità. E a James non piace correre.
Afferrai la bacchetta e corsi verso James.
Era successo qualcosa.

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James spuntò dalla parte ovest del giardino che circonda casa mia, ansante, i capelli scuri fradici e la polo fradicia di sudore.
Non c’era bisogno di un genio per capire che era successo qualcosa. Un guaio, sicuramente.
Arrancò verso di me strascicando i piedi.
Prima che potessi aprire bocca per parlare, alzò la mano destra in segno di resa.
C’era davvero qualcosa che non andava.
Si raggomitolò sulle ginocchia ispirando ed espirando, cercando di calmare il respiro ansante.
Rimasi in attesa, temendo di vederlo svenire da un momento all’altro.
“Dammi ancora tre secondi, ho i boxer abbrustoliti”.
Questo è James Sirius Potter, un vero galantuomo.
James abita a Godric’s Hollow con la famiglia. Suo padre lavora nel dipartimento Auror mentre la madre è una giornalista
per una casa editoriale che si occupa di sport.
James è un ragazzo robusto, con i capelli castani ondulati e una predilezione per le bugie.
“Stai bene adesso?” la sua faccia da viola lampone tornò alla carnagione media abbronzata.
“Certo, grazie per l’interessamento” alzò il pollice in segno di ringraziamento, facendomi alzare in modo automatico gli occhi al cielo.
James era proprio un burlone.
“Che cosa ti ha spinto a correre fino a qua?”
“Al ha rotto la moto volante di papà. E’ finito contro un tetto babbano e si è tagliato la gamba su qualcosa. Tu sei la più brava negli
incantesimi di guarigione, per questo sono arrivato qua”
Al non è altro che il fratello minore di James. Capelli neri come la pece e occhi verde smeraldo, è la fotocopia esatta del padre.
Diversamente dal fratello, è una delle persone più serie che abbia mai conosciuto.
Di poche parole, Al non ama far sapere alla gente ciò che pensa.
Sospirai, pregando che la ferita di Al non fosse troppo profonda.
“Portami da lui”
Io e James ci incamminammo silenziosamente verso Casa Potter, le bacchette sguainante.


NOTA AUTRICE:
EHI, HO DECISO DI CAMBIARE GENERE PASSANDO DA COMICO/ROMANTICO A GIALLO!!
SPERO CHE SIATE CONTENTI QUANTO ME DI QUESTO CAMBIAMENTO! (O FORSE NON VE NE FREGA NIENTE…)
NEL PROSSIMO CAPITOLO INCONTREREMMO ALBUS POTTER ED UN ALTRO MEMBRO DELLA SQUADRA!!
YEA!!
SPERO CHE QUALCUNO RECENSICA!
CIAO CIAO!!!