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Autore: DeadlyPain    18/08/2015    0 recensioni
Sesto capitolo della saga dei peccati capitali e chi meglio di uno Slaking può interpretare questo ruolo?
Genere: Dark, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie '7 Deadly Sins'
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Io, ed altri pokèmon, viviamo qui, sulle pendici del monte camino. Quelli della mia specie, siamo in minoranza. Ma non ci importa molto. In fondo, siamo grossi e placidi e mangiamo, ci piace parecchio mangiare. Se fossimo in tanti, forse, il cibo non basterebbe e dovremmo andarcene.
Questo implicherebbe il grande sforzo di alzarsi in piedi e camminare.
Non è un vero e proprio sforzo, solo che... dai chi ha voglia di farlo quando siamo qua, comodi, pacifici e dormire e mangiare? Massimo massimo ci spostiamo per trovare delle bacche da sgranocchiare.
Io sono tra i più vecchi tra i miei compagni della mia specie. Noi Slaking ci adagiamo qui da secoli, gli altri pokèmon qui insediatisi sono molto più giovani di noi, ci portano rispetto e cibo. Ahahah che bello avere servitori, cui chiedere praticamente qualunque cosa.
Quello che loro chiedono a noi è saggezza e protezione. Protezione da cosa ancora non so.
Io, che sono tra i più vecchi, sono anche sullo sperone di roccia più alto, quello più vicino alla sommità del monte camino, praticamente io ci sono quasi sopra. Fa un bel tepore qui, l'ideale per addormentarsi e accoccolarsi anche d'inverno.
C'è molto verde, molti prati, molti alberi. Gli altri pokèmon vivono sulle sue pendici, il Passo della Gioia, rigoglioso e adorabile anche quello.

Questa notte è successo qualcosa di strano ed inaspettato. Stavo tranquillamente dormendo sulla mia roccia, quando qualcosa di caldo e bollente mi colpì sul pelo.
Non sentii pressochè dolore, ma me ne accorsi per l'acre odore di pollo bruciato, tipico di quando va a fuoco qualcosa come una pelliccia. Mi girai, giusto per vedere se, nel sonno, non fossi caduto troppo vicino alla bocca del vulcano.
No, non ero caduto, vidi però il magma caldo e bollente cominciare a rimescolarsi e muoversi sotto la terra, come se quel caldo lago calmo, improvvisamente avesse cominciato ad andare in ebollizione.
Oh ma non ha molta importanza. Cosa mai vuoi che succeda?
È rimasto un vulcano sopito per secoli, perchè mai dovrebbe eruttare proprio ora?
Non è il caso di fare inutili allarmismi.
Non è il caso di svegliarmi bene, ed alzarmi e camminare per avvisare che la lava si sta muovendo.
Non succederà nulla.
Tra questi pensieri mi rimisi a dormire.
Di nuovo un calore intenso, stavolta a tutto il corpo. Mi svegliai di nuovo e mi girai verso il lago li lava. Era aumentato? Sembrava come se il livello del magma fosse aumentato in maniera eccezionale, ora, quasi, raggiungeva i limiti della bocca del vulcano.
Dovrei avvisare qualcuno?
Ma no. Non ho molta voglia di alzarmi, e a questo tepore mi posso abituare facilmente. E come mi abituo io, si abitueranno anche gli altri.
Non è così fastidioso poi, ancora non mi impedisce di respirare.
Eppure il caldo aumentò a dismisura, e presto trovai il mio pelo coperto da una strana fuliggine. Cos'è questa roba?
Che forse il vulcano stia per eruttare?
Che forse sia il caso di avvisare gli altri?
No. Non è ancora una situazione così pericolosa, poi stanno dormendo così placidamente. Come vorrei dormire io, del resto, se non ci fosse questo caldo opprimente.
E poi non ho molta voglia di alzarmi.
E nemmeno di andar via dalla mia roccia.
O di trovarmi poi una nuova “casa” in cui vivere con gli altri della mia specie.
Qui, in fondo, stiamo bene.
Chi me lo fa fare di muovermi? Un vulcano che fa un po' di bizze? Neanche per idea.
Prima o poi smetterà e se non smetterà ci abitueremo a queste condizioni climatiche.
Ripresi a dormire.

Era l'alba, ed un urlo stridulo e lancinante mi svegliò, di nuovo.
Quando aprii gli occhi non credetti alla mia vista.
La mia roccia alta era pressochè circondata dalla lava che colava giù per il Passo della Gioia, incenerendo, bruciando e cremando qualsiasi cosa avesse una vita e non.
le rocce si scioglievano, frantumandosi dentro quel rosso ribollire.
Gli alberi prendevano fuoco e in poco tempo si riducevano in cenere nera, che ricopriva il cielo.
Ed i pokèmon. I miei amati compagni. Non solo gli altri Slaking, ma anche i Kirlia, gli Shiftry ed i Breloom urlavano e gridavano, mentre venivano arsi vivi o coperti dalla lava incandescente, lasciando per sempre questa vita.
Piangevano e correvano a perdifiato sulle pendici scoscese del vulcano, ma nessuno, nessuno fu risparmiato.
Solo io sopravvissi.
Solo io ed il mio dolore.
La mia roccia era la più dura e la più resistente, per questo non si ruppe sotto le falcate di lava bollente. Quanto vorrei essere morto.
Se solo avessi avvertito a quest'ora saremmo tutti al riparo, al sicuro e nessuno si sarebbe fatto male.
Se solo avessi avvertito a quest'ora saremmo tutti vivi.
Invece ho preferito tacere.
Dormire e sonnecchiare, invece di avvisare. Troppo stanco e troppo pigro all'idea di muovermi e cambiare casa.
Ora sono vivo. Vulcano era me che dovevi prenderti.
Ora sono vivo ed ho visto tutti i miei amici più cari morire, per causa mia, per colpa mia.
Mi scendono le lacrime agli occhi.
Tutto è distrutto, tutto ho perso la vita.
Tutto è avvenuto così velocemente, neanche il tempo di urlare o far scendere una lacrima, e tutto venne ricoperto di uno spesso strato di lava incandescente.
Quest'immagine, queste urla, quest'alba. Rimaranno impresse per sempre nella mia mente.
Non mi perdonerò mai. Mai.

Sono passati parecchi anni. Qui, il bosco non è più ricresciuto. Ora quel rigoglioso Passo della Gioia è stato rinominato Passo Selvaggio, vista la desolazione e la tristezza del luogo. Alcuni pokèmon sono anche venuti a viverci, di nuovo.
Pokèmon che resistono meglio a queste ardue condizioni di vita, niente cibo, niente bacche, niente acqua, niente erba. Niente vita.
Tra poco nemmeno la mia. Mi sento, vecchio e stanco, e so che sto per lasciare anch'io, finalmente, la vita.
Sono stanco di struggemi e di rivere ogni notte la stessa notte.
La notte in cui persi tutto.
Rimarrò qui. Su questa roccia, forse diventerò parte integrante di questa montagna. Questa montagna che per tanto mi ha dato casa, che mi ha salvato la vita.
Ma che mi ha dannato l'anima.
   
 
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