Anime & Manga > No. 6
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Autore: Macy McKee    18/08/2015    2 recensioni
«Va tutto bene, Nezumi? Non riesci a dormire?» domanda, farfugliando un poco.
Sospiri, forzando i tuoi occhi a riempirsi di scherno.
«Anche di notte devi essere così sentimentale?»
Non riesci a reprimere il brivido che ti corre lungo la schiena mentre lo guardi.
Terrificante.
È terrificante.
Gli occhi aperti solo a metà e un sorriso assonnato – un sorriso idiota – sulle labbra. Ed è l’individuo più pericoloso che tu abbia mai incontrato.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nezumi, Shion
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scritta per il Drabble Weekend del 31 Luglio/2 Agosto del gruppo We are out for prompt su Facebook, per il prompt " Shion/Nezumi, ho paura di come potresti ridurmi" (akscjndjk quanto amo questo prompt)
Tende al novel!verse, più che altro per lo sviluppo del rapporto fra Nezumi e Shion, ma può essere tranquillamente riferita all'anime. 
Ambientata dopo il momento in cui Shion coglie Nezumi di sorpresa appoggiando la mano sul suo collo durante la discussione.
 
Ferite

Fa ancora male, la ferita invisibile che pulsa sul tuo collo.
Senza cicatrici e senza sangue, una ferita che non esiste. Una ferita inferta dagli “e se?” e dagli “avrebbe potuto”.
Avrebbe potuto ucciderti.
La verità oltre le possibilità, oltre i “non lo farebbe”: se avesse voluto, Shion avrebbe potuto ucciderti.
Potrebbe ucciderti ancora.
Senti il suo respiro riempire la notte e il suo petto sfiora il tuo braccio a ogni respiro profondo.
Nessuno ti si è mai avvicinato tanto.
Nessuno è mai vissuto abbastanza a lungo da provarci, o ha mai desiderato farlo.
E poi è arrivato Shion.
Stupido, ingenuo, arrogante Shion.
Ha osato tentare di fare ciò che nessun altro aveva mai voluto: rimanerti accanto.
Ci si è impuntato, addirittura, aggrappandosi con quelle sue mani deboli alla vostra convivenza.
Sono le stesse mani deboli che si sono allungate verso il tuo collo e vi si sono appoggiate senza che tu potessi fermarle.
Non l’hai fermato.
Non hai saputo fermarlo, quando ha posato le dita su uno dei punti vitali del tuo corpo.
Trattieni un grugnito di frustrazione – o è paura? Hai davvero paura di lui?
"Che cosa mi stai facendo, Shion?", gli domandi senza parlare.
Come se avesse sentito i tuoi pensieri, Shion si agita accanto a te e vedi i suoi occhi aprirsi lentamente. Sbatte le palpebre per qualche istante, intontito, mentre cerca di mettere a fuoco il tuo viso.
È così lento, a svegliarsi. Non sa cosa significhi svegliarsi di colpo nel cuore della notte e dovere essere lucido all’istante per fuggire per la propria vita, sapendo che un istante di sonnolenza di troppo ti farà ammazzare.
«Va tutto bene, Nezumi? Non riesci a dormire?» domanda, farfugliando un poco.
Sospiri, forzando i tuoi occhi a riempirsi di scherno.
«Anche di notte devi essere così sentimentale?»
Non riesci a reprimere il brivido che ti corre lungo la schiena mentre lo guardi.
Terrificante.
È terrificante.
Gli occhi aperti solo a metà e un sorriso assonnato – un sorriso idiota – sulle labbra. Ed è l’individuo più pericoloso che tu abbia mai incontrato.
È così facile, leggere la sua arroganza e il suo stupido idealismo. È sempre così cortese da non renderti neanche necessario leggerlo, il più delle volte, con la sua sciocca sincerità.
Così facile leggere ciò che è in superficie, che trabocca dai suoi occhi, da rendere quasi impossibile vedere al di sotto.
Ciò che è Shion davvero, la sua vera natura… deve essere terrificante.
Solo un individuo pericoloso – no, letale – saprebbe passare da quel sorriso così stupido che ora è davanti ai tuoi occhi al coglierti di sorpresa in un attacco. 
Non ha importanza che l’attacco non volesse essere tale.
Anzi, ciò lo rende ancor più pericoloso.
«Spero di non essere stato io» esordisce all’improvviso Shion.
«Uh?»
«Spero di non essere stato io a svegliarti. Mia madre dice che ogni tanto mi agito, nel sonno.»
«Questo si può risolvere facilmente. Ci sono delle corde, da qualche parte. Se volessi prenderle e legarti…»
Suona forzato a te per primo, il tuo tono.
E questo fa ancora più paura.
Ancor peggio dell’essere colto di sorpresa, sentire la tua voce che si incrina appena: non è un errore pericoloso, è un errore fatale. Perdere il controllo sulla tua voce e sul tuo corpo, le armi che ti permettono di rimanere in vita, è morta certa.
«Sai, Shion? Sembri davvero indifeso quando dormi» dici, e la tua voce è di nuovo salda.
Ma non dimentichi la crepa che hai sentito aprirsi nel tuo tono un istante prima. Se da quella crepa fuoriuscisse una singola verità, sfuggita al tuo controllo, sarebbe come chiedere alla morte di farti visita.
Inammissibile.
Tanto varrebbe tagliarsi la gola da solo.
Shion ti sta guardando, con gli occhi sgranati.
Ha sempre quello sguardo, come se la sua vita dipendesse dale tue parole?
«Sì, davvero indifeso. Tieni la testa all’indietro, esponendo il collo. Anche un idiota saprebbe ucciderti» mormori, passando un dito sul suo collo.
Il suo sguardo tenta di seguire la tua mano.
«Io lo farei meglio, naturalmente» continui.
«Perché dovresti uccidermi?» domanda Shion in un sussurro. «Non siamo diventati nemici.»
Ti irrigidisci, ritraendo la mano dal suo collo come se fosse incandescente.
Una tale innocenza, nella sua voce. Senza tracce di rancore. Quasi senza paura.
Una voce che potrebbe convincere un assassino a risparmiare la sua vita.
Terrificante.
Letale.
«Cosa stai facendo, Shion?» sibili.
Shion ti guarda, come se non capisse.
Non capisce davvero? Non lo sa, quello che sta facendo?
«Ho fatto qualcosa di male?»
«Hai fatto qualcosa di male? Hai fatto tutto di male» rispondi. «Dannazione, Shion, non te ne accorgi proprio?»
«Di cosa?»
Scuoti la testa.
«Sei terrificante, sai almeno questo?»
«Io?»
«Non te ne rendi nemmeno conto. Shion, mi hai colto di sorpresa, l’altro giorno. Te ne sei accorto? Se avessi volute uccidermi, io sarei morto.»
«Ma io non potrei mai…»
«Se diventassimo nemici» cominci, ma Shion ti interrompe.
«Non succederà.»
«Se diventassimo nemici, ti dovrei uccidere all’istante. Saresti il mio nemico più pericoloso.»
«Non potrei mai farti del male, Nezumi» dice Shion, la voce decisa. Ti appoggia una mano sulla spalla, spingendo con il gomito sul letto per tirarsi su.
Sciocchi la lingua in una risata sarcastica.
«Mai, eh? Lo stai già facendo.»
Shion rimane in silenzio, guardandoti. Aspettando.
«Te ne accorgi, almeno? Ti sei insediato qui e non posso mandarti via. E dai un nome ai miei topi e leggi ai bambini e cerchi di aiutare la gente anche se non puoi fare nulla. Occupi il mio letto e mi cogli di sorpresa. Lo capisci, almeno, quello che stai facendo? Mi stai rovinando. Ho paura di come potresti ridurmi.»
«Vuol dire… che ti sei affezionato a me?»
«Che differenza farà, quando saremo morti tutti e due?»
«Nezumi, io non ti voglio rovinare. Non ti voglio cambiare.»
Un sospiro pesante.
«Solo tu potresti dire una cosa del genere. Come riesci a tirare fuori queste sciocchezze a quest'ora?»
Shion sorride nel buio, prima di chiudere gli occhi.
“Ma come, torna a dormire così, dopo che gli ho detto che potrei ucciderlo nel sonno?” ti domandi., scuotendo la testa.
Ti porti una mano al collo mentre lo guardi scivolare nel sonno.
La ferita invisibile è ancora lì.
 
 
   
 
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