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Autore: Darth Rainbow    31/01/2009    4 recensioni
Una ragazza senza memoria, costretta a seguire gli indizi di un misterioso personaggio, per ritrovare i ricordi e il suo passato... e se dietro ci fosse qualcosa di più? La mia prima ff, spero vi piaccia. Sono ben accettate le critiche costruttive!
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memento Prologo

 

La porta si aprì con uno schianto. Finalmente erano arrivati.

Aveva atteso per numerosi giorni, nutrendo addirittura la speranza che fosse riuscita a scampare al pericolo, che avessero rinunciato a cercarla. Purtroppo non era così, ma lei non si era illusa, sapeva fin troppo bene che alla fine sarebbero arrivati.

Per fortuna si era organizzata al meglio, anzi, doveva essere organizzata per il meglio, o sarebbe andato tutto perduto, e quello non lo poteva permettere.

Tirò un lungo respiro, per calmare il battito del cuore che le batteva in petto come un tamburo. Era pronta?  Sì, era pronta, o almeno lo sperava. Non sapeva ancora cosa sarebbe successo , o meglio, lo sapeva; ma non poteva dire con esattezza cosa sarebbe successo se il suo piano avrebbe funzionato. Effettivamente come piano aveva molti punti deboli.

Ripassò mentalmente cosa avrebbe dovuto fare, e capì con desolazione che in quel momento non poteva fare assolutamente nulla. Doveva solo essere paziente e aspettare, e pregare che tutto andasse bene. Se quello che aveva sentito era vero, nemmeno ripassare mentalmente aveva senso. Le venne quasi da ridere per l'assurdità della situazione, lei che si nascondeva...Eppure era così.

Quel che doveva fare l’aveva fatto, e sperava con tutto il cuore che andasse tutto bene, che non scoprissero nulla. Per un momento il panico l’assalì, temendo di aver sbagliato qualcosa, perché adesso tutto dipendeva da lei, e lo sapeva fin troppo bene. Ormai però non c’era più tempo, si disse. Se pure avesse sbagliato qualcosa non avrebbe potuto più fare nulla. Adesso non doveva far altro che comportarsi in modo “naturale”.

Sentì le grida, e gli oggetti che si frantumavano, la stavano cercando in ogni angolo della grande casa. Si era messa apposta in una stanzetta appartata, per rendere più credibile la messa in scena. Anche quello faceva parte del suo patetico piano. Un altro respiro. Doveva rimanere calma e lucida, o avrebbe mandato tutto a farsi benedire.

Sentì i passi che si avvicinavano, dovevano essere in cinque o sei. Tentarono di colpirla alle spalle, ma lei reagì prontamente e, dopo un breve scontro, riuscì ad avere la meglio su uno degli assalitori e lo lasciò a terra mentre cercava invano di tamponare una brutta ferita al torace. Non c’era spazio per il rimorso, e la mancanza di tempo le impedì di infliggerli il “colpo di grazia”.

Un altro riuscì a colpirlo fortissimo sullo stomaco, costringendolo in ginocchio, infine riuscì a dargli una botta dietro l’orecchio facendogli perdere i sensi.

Ma aveva perso troppo tempo con l’uomo, uno stupidissimo errore. Così in men che non si dica le furono tutti addosso, iniziò a lottare con violenza, colpendo alla cieca, ma era una tecnica sconveniente, e lo sapeva, soprattutto se si era in quattro contro uno.

Così dopo un brevissimo combattimento e qualche imprecazione, riuscirono a immobilizzarla al suolo. Anche in quel momento non si diede per vinta, e continuò a divincolarsi, ma era del tutto inutile. Tre la tenevano ferma, mentre un altro le apriva con forza la bocca, costringendola a bere il contenuto di un flaconcino.

Il liquido che le scese in gola era disgustoso, e per di più le faceva bruciare il naso e la bocca, anche gli occhi le presero a lacrimarle. “Ma cosa mi hanno dato ?” pensò, ” Non assomiglia a nulla che io conosca!”. Stupidamente iniziò a urlare, ma quelli provvidero velocemente a tappargli la bocca colpendola con un robusto bastone sulla nuca.

Un dolore sordo, provocato dalla botta, le pervase la testa e il corpo. Il cervello le pulsava, si sentiva stanca, molto stanca, i muscoli si rilassarono, la mente si annebbiò, e lentamente scivolò nell’oblio.

 
  
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