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Autore: Summer_92    18/08/2015    0 recensioni
Non ricordo più cosa vuol dire avere la luce del sole che ti riscalda la pelle, il vento che soffia tra i capelli, l’erba che ti solletica i piedi. Mi guardo allo specchio e riesco solo a vedere il riflesso del fantasma che sono diventata. La paura ha segnato il mio viso, ma la voglia di combattere non ha mai abbandonato il mio cuore. Sono nata in questo mondo grigio di terrore, ma questo non vuol dire che dovrò morire nello stesso modo.
Genere: | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccio qualche passo avanti attraverso l’enorme Sala del Consiglio. Ci sono stata un sacco di volte, per lo più per consegnare rapporti informali al Capo. Non ha poi molto di particolare, nessun dettaglio che la renda sontuosa o degna di essere il cuore del nostro sistema organizzativo. Si trova a diversi metri di profondità sotto terra, ma nonostante questo i muri di solido cemento armato impediscono all’umidità della terra di penetrare all’interno della struttura. Mi domando quale sia stato il suo utilizzo in origine, da chi sia stata costruita, e a quali brillanti opere era destinata. Sicuramente lo scopo iniziale non era questo. Le pareti sono piuttosto spoglie, del resto l’arredamento ed il design non sono funzionali al lavoro. Anche se Jake, il nostro mimetizzatore, saprebbe come sbizzarrirsi. Non ci sono finestre, ma l’impianto di aereazione, con i tubi che collegano tutto il labirinto sotterraneo e che preleva l’aria da chissà dove esattamente, ci permette di non morire asfissiati né di respirare aria stantia, grazie al cielo. Al centro della stanza sono state predisposte in circolo undici sedie, di cui una occupata dal Capo, le restanti dieci occupate dai membri del Consiglio, ognuno dei quali è responsabile di una specifica sezione dell’organizzazione. C’è un'unica sedia vuota, chiaramente riservata a me.
«Buongiorno» esordisco «ci sono novità? A cosa devo tante attenzioni?» domando.
Nonostante io stia parlando con dei miei diretti superiori, non sento il dovere di esprimermi con vocaboli altisonanti ed esagerate enfatizzazioni di rispetto. Stiamo tutti servendo la stessa causa, chi in un modo, chi nell’altro, e abbiamo tutti il diritto al medesimo rispetto. 
«Accomodati pure, ti spiegheremo subito di che cosa si tratta, ma prima vorremmo essere a conoscenza del tuo rapporto sulle scorte» risponde il Capo. Parlo per venti minuti ininterrotti esponendo liste di oggetti e numeri, noiosi fino alla morte ma necessari, e i miei uditori hanno una pazienza infinita. Appena termino il mio resoconto, arrivano al dunque.
«Grazie Eylinn. È arrivato il momento di metterti al corrente delle novità. Come sai, il nostro sistema di comunicazione lascia un po’ a desiderare, non si può dire che eccella in efficienza. Specialmente nell’ultimo periodo abbiamo avuto qualche problema di… Come dire… Carenza di manodopera» mi spiega il Consigliere responsabile delle comunicazioni.
Le nostre comunicazioni avvengono tramite dei corrieri, persone che rischiano la vita per portare un messaggio anche a 2000 km di distanza. Generalmente, per i messaggi più importanti, vengono inviati più corrieri contemporaneamente, e vengono inviati verso direzioni diverse; se un corriere dovesse venire catturato o ucciso, c’è la possibilità che gli altri sopravvivano e portino a termine la missione. I messaggi che inviamo sono criptati, in modo che se dovessero cadere in mano nemica, risulterebbero incomprensibili ai loro occhi. Vengono scritti in una scrittura che conosciamo solo noi, una scrittura che viene tramandata di generazione in generazione, ed è segretissima. Un Eleytheria non la rivelerebbe mai, nemmeno sotto tortura: ne andrebbe della salvezza della nostra popolazione.
«Negli ultimi mesi abbiamo subìto diverse imboscate, che ci sono costate la perdita di parecchi corrieri – pace all’anima loro – che hanno sacrificato la loro vita per il futuro del nostro popolo» continua il Consigliere. «Normalmente avremmo iniziato l’addestramento di corrieri di nuova leva, ma i tempi sono troppo stretti per ricorrere ai sistemi tradizionali. Abbiamo un messaggio di fondamentale importanza che deve essere recapitato subito, e abbiamo deciso di affidarlo a te» conclude.
Il mio stupore è tale che rimango immobile, senza fiato, non oso muovere un solo muscolo, fino a che i ventidue occhi puntati su di me non mi costringono ad elaborare una qualsiasi risposta sensata.
«Credevo che i messaggi venissero recapitati da più persone contemporaneamente, come potrei mettermi in viaggio da sola e sperare di portare a termine la missione? Non ho idea di come lavori un corriere… Perché avete scelto me? Non che io non sia pronta ad assumermi questa responsabilità, ma ci sarà sicuro in tutto il Rifugio qualcuno di più qualificato di me» obietto.
«Come corriere sì, ma abbiamo bisogno di qualcuno capace di difendere il messaggio che sta portando, in caso di attacco. I corrieri standard avrebbero bisogno di una scorta, che non possiamo permetterci, sia per una questione di risorse sia perché si farebbe notare troppo. Se non hai altre domande, inizierai l’addestramento-lampo questo pomeriggio stesso, dopo un dovuto riposo, e partirai domani notte. Jake ti darà qualche dritta» afferma il Consigliere.
«Sono certa che prima di affidarmi un incarico simile avete valutato ogni possibilità, e dunque questa deve essersi rivelata la migliore. Ripongo massima fiducia nelle scelte del Consiglio, e accetto la missione. Prometto che impiegherò ogni mio mezzo per portarla a termine» concludo.
«Se le cose stanno così, sei libera di andare» mi congeda il Consigliere.
Quando la porta della Sala del Consiglio si richiude alle mie spalle, tutta la tensione accumulata durante la conversazione dell’ultima ora si scarica sulle mie gambe, che cedono inevitabilmente. Mi accascio lungo la parete fino a ritrovarmi seduta per terra, con la testa fra le mani. Temo che il mondo stia pretendendo troppo da me, e che siamo arrivati davvero agli sgoccioli se il Consiglio è stato costretto a prendere una soluzione simile. Mi rialzo, lentamente, e con le gambe pesanti e la vista annebbiata mi dirigo verso il mio dormitorio. Forse ho solo bisogno di una bella e sana dormita.
  
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