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Autore: Pathetic    18/08/2015    1 recensioni
Piper aveva sempre pensato che i fratelli Stoll somigliassero in modo inquietante al gatto e la volpe [...] E Percy era Pinocchio. Menomale che c'era Annabeth a tirarlo fuori dai problemi
-ringraziamo Edoardo Bennato per l'ispirazione ^^
Genere: Comico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Annabeth Chase, Percy Jackson, Travis & Connor Stoll
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo ascoltando per caso una canzone di Edoardo Bennato “Il gatto e la volpe” e mi sono venuti in mente i fratelli Stoll, sembra scritta appositamente per loro! Sfido chiunque a dire il contrario xD
post scriptum: non ricordo esattamente in quale punto la cabina di Hermes attacchi il cartello, perciò –in caso fosse prima dell’arrivo di Piper al Campo Mezzosangue- fingiamo che l’abbiano rifatto ^-^

 

Il gatto e la volpe


La casa di Hermes aveva appena finito di attaccare un cartello con su scritto “SCARPE VOLANTI, POCO USATE, 50% DI SCONTO SOLO PER OGGI” e i fratelli Stoll attiravano l’attenzione dei semidei, gridando a gran voce quell’imperdibile offerta.
«Ehi, Percy! Scarpe volanti?» lo richiamò il maggiore, invitandolo ad avvicinarsi al banchetto. Il figlio di Poseidone lo guardò accigliato per qualche secondo, per poi declinare l’invito con un rapido gesto della mano.
«No, no» mormorò, scuotendo la testa «non voglio più avere a che fare con scarpe volanti maledette o robe simili» sembrava molto deciso sul suo rifiuto, ma Travis non demorse.
«Eh dai! Non vedi che è un vero affare? Non perdere l’occasione!» i ragazzi della cabina undici sembravano nati per fare quel lavoro, sapevano essere molto convincenti e avevano quel non so che di persuasione nello sguardo, che ti induceva a comprare quello che ti stavano offrendo.
«Ragazzi, davvero, non ho intenzione di comprarle.» continuò Percy, imperterrito.
«Non te ne pentirai, Jackson» lo mise in guardia Connor, puntandogli il dito contro. Continuava a scostarsi un riccio castano dagli occhi, che ricadeva instancabilmente davanti alle sue iridi celesti, come una calamita.
Il figlio di Poseidone sospirò, avvicinandosi ai due ragazzi che aveva di fronte «e poi non ho tanti soldi» sbuffò, probabilmente tentando invano di sfuggire a quella situazione.
«Questo non è un problema, sono scontate!» esclamò il figlio di Hermes, indicando un paio di converse nere con due ali soffici che palpitavano ad ogni sua parola.
«Ragazzi» cercò di fermarli, ma i fratelli Stoll avevano già preso il volo.
«So quello che stai per dire» lo bloccò Travis, con un sorriso sghembo sulle labbra «ma ti puoi fidare, dopotutto siamo o no i migliori in questo campo?» domandò, ma non sembrava una domanda.
«Un paio di dracme e sono tue» tese la mano Connor, le sopracciglia inarcate che si sollevavano appena e gli occhi che scintillavano, eccitati.
Percy aggrottò la fronte e sembrava anche che stesse per accettare, quando la sua ragazza lo raggiunse a grandi falcate, bloccandogli la mano appena in tempo.
«Pensavo avessi smesso di fare affari con loro, Testa d’Alghe» lo riprese lei, guardandolo in modo accusatorio. Percy aprì la bocca per ribattere, ma la figlia di Atena non glielo permise. Lo prese per un braccio e cominciò ad allontanarsi verso l’Arena, ma non prima di aver lanciato un’occhiataccia ai due semidei che li fissavano interdetti e con una nota di delusione negli occhi annuvolati.
Travis fece spallucce, guardandosi attorno alla cerca di un nuovo possibile cliente, mentre Connor, accanto a lui, ritrasse il palmo della mano, sbuffando.
«Ehi, quanta fretta!» gridò Travis, facendo segno a Samuel Gastrow di avvicinarsi «ma dove corri?» domandò con un sorriso a trentadue denti per niente rassicurante.
«Dove vai?» s’intromise Connor, che sprizzava entusiasmo da tutti i pori «Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi!» esclamò e sul viso del figlio di Letus, un’ombra di preoccupazione cominciò a divenire sempre più evidente. Non ci era voluto poi molto perché i mezzosangue romani, che avevano deciso di risiedere stabilmente al Campo, capissero che non era un bene lasciarsi trascinare dai capo cabina della casa undici.
«Avanti, non perder tempo» lo esortò il figlio di Hermes «vieni qua.»
«Se ci ascolti per un momento, capirai» esclamò Travis, mostrandogli il paio di scarpe «non capitano tutti i giorni dei saldi del genere.»
«Inclusa nel pacchetto, avrai una lattina di Diet Coke.» tentò di persuaderlo, Connor, sfilando la bibita da una cassa sotto il bancone, rubata chissà dove.
«Allora?» domandò Travis, aprendo le mani in modo innocente «dracme o contanti?»

 

Piper aveva sempre pensato che i fratelli Stoll somigliassero in modo inquietante al gatto e la volpe, con quella scintilla pericolosa nello sguardo e la determinazione di portare a termine un affare che avrebbe giovato solo e unicamente a loro. Travis, che parlava molto meno del fratello e appariva decisamente più misterioso e intricato, era scaltro come pochi. Piper era sicura che dietro al fratello protettivo e al ragazzo spericolato che tutti vedevano, c’era una mente diabolica e molto, molto pericolosa. Connor invece era proprio così come si mostrava, un adolescente pieno di energie e con la voglia inarrestabile di cacciarsi in guai seri e divertirsi in barba alle vittime dei loro scherzi.
La figlia di Afrodite sorrise, erano proprio il gatto e la volpe, due figure un po’ tetre, ma dannatamente efficaci e, a modo loro, pericolose. E Percy era Pinocchio. Menomale che c’era Annabeth a tirarlo fuori dai problemi o, come il burattino della Disney, si sarebbe lasciato abbindolare da quei due ladruncoli, dando loro tutti i suoi soldi.

 

 

 

 

 

 

 

*Le frasi pronunciate da Travis e Connor sono, per chi non conoscesse la canzone, prese volontariamente dal testo stesso di Bennato

 

 

 

 

   
 
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