Stavo ascoltando per
caso una canzone di Edoardo Bennato “Il gatto e la volpe” e mi sono venuti in
mente i fratelli Stoll, sembra scritta appositamente per loro! Sfido chiunque a
dire il contrario xD
post scriptum: non ricordo esattamente in
quale punto la cabina di Hermes attacchi il cartello, perciò –in caso fosse
prima dell’arrivo di Piper al Campo Mezzosangue-
fingiamo che l’abbiano rifatto ^-^
Il gatto e la volpe
La casa di Hermes aveva appena finito di attaccare un cartello con su scritto
“SCARPE VOLANTI, POCO USATE, 50% DI SCONTO SOLO PER
OGGI” e i fratelli Stoll attiravano l’attenzione dei semidei, gridando a gran
voce quell’imperdibile offerta.
«Ehi, Percy! Scarpe volanti?» lo richiamò il maggiore, invitandolo ad
avvicinarsi al banchetto. Il figlio di Poseidone lo guardò accigliato per
qualche secondo, per poi declinare l’invito con un rapido gesto della mano.
«No, no» mormorò, scuotendo la testa «non voglio più avere a che fare con
scarpe volanti maledette o robe simili» sembrava molto deciso sul suo rifiuto,
ma Travis non demorse.
«Eh dai! Non vedi che è un vero affare? Non perdere l’occasione!» i ragazzi
della cabina undici sembravano nati per fare quel lavoro, sapevano essere molto
convincenti e avevano quel non so che di persuasione nello sguardo, che ti
induceva a comprare quello che ti stavano offrendo.
«Ragazzi, davvero, non ho intenzione di comprarle.» continuò Percy,
imperterrito.
«Non te ne pentirai, Jackson» lo mise in guardia Connor,
puntandogli il dito contro. Continuava a scostarsi un riccio castano dagli
occhi, che ricadeva instancabilmente davanti alle sue iridi celesti, come una
calamita.
Il figlio di Poseidone sospirò, avvicinandosi ai due ragazzi che aveva di
fronte «e poi non ho tanti soldi» sbuffò, probabilmente tentando invano di
sfuggire a quella situazione.
«Questo non è un problema, sono scontate!» esclamò il figlio di Hermes,
indicando un paio di converse nere con due ali soffici che palpitavano ad ogni
sua parola.
«Ragazzi» cercò di fermarli, ma i fratelli Stoll avevano già preso il volo.
«So quello che stai per dire» lo bloccò Travis, con un sorriso sghembo sulle
labbra «ma ti puoi fidare, dopotutto siamo o no i migliori in questo campo?»
domandò, ma non sembrava una domanda.
«Un paio di dracme e sono tue» tese la mano Connor,
le sopracciglia inarcate che si sollevavano appena e gli occhi che
scintillavano, eccitati.
Percy aggrottò la fronte e sembrava anche che stesse per accettare, quando la
sua ragazza lo raggiunse a grandi falcate, bloccandogli la mano appena in tempo.
«Pensavo avessi smesso di fare affari con loro, Testa d’Alghe» lo riprese lei,
guardandolo in modo accusatorio. Percy aprì la bocca per ribattere, ma la
figlia di Atena non glielo permise. Lo prese per un braccio e cominciò ad
allontanarsi verso l’Arena, ma non prima di aver lanciato un’occhiataccia ai
due semidei che li fissavano interdetti e con una nota di delusione negli occhi
annuvolati.
Travis fece spallucce, guardandosi attorno alla cerca di un nuovo possibile
cliente, mentre Connor, accanto a lui, ritrasse il
palmo della mano, sbuffando.
«Ehi, quanta fretta!» gridò Travis, facendo segno a Samuel Gastrow
di avvicinarsi «ma dove corri?» domandò con un sorriso a trentadue denti per
niente rassicurante.
«Dove vai?» s’intromise Connor, che sprizzava
entusiasmo da tutti i pori «Che fortuna che hai avuto ad incontrare noi!»
esclamò e sul viso del figlio di Letus, un’ombra di
preoccupazione cominciò a divenire sempre più evidente. Non ci era voluto poi
molto perché i mezzosangue romani, che avevano deciso di risiedere stabilmente al
Campo, capissero che non era un bene lasciarsi trascinare dai capo cabina della
casa undici.
«Avanti, non perder tempo» lo esortò il figlio di Hermes «vieni qua.»
«Se ci ascolti per un momento, capirai» esclamò Travis, mostrandogli il paio di
scarpe «non capitano tutti i giorni dei saldi del genere.»
«Inclusa nel pacchetto, avrai una lattina di Diet
Coke.» tentò di persuaderlo, Connor, sfilando la
bibita da una cassa sotto il bancone, rubata chissà dove.
«Allora?» domandò Travis, aprendo le mani in modo innocente «dracme o
contanti?»
Piper
aveva sempre pensato che i fratelli Stoll somigliassero in modo inquietante al
gatto e la volpe, con quella scintilla pericolosa nello sguardo e la
determinazione di portare a termine un affare che avrebbe giovato solo e
unicamente a loro. Travis, che parlava molto meno del fratello e appariva
decisamente più misterioso e intricato, era scaltro come pochi. Piper era sicura che dietro al fratello protettivo e al
ragazzo spericolato che tutti vedevano, c’era una mente diabolica e molto, molto pericolosa. Connor
invece era proprio così come si mostrava, un adolescente pieno di energie e con
la voglia inarrestabile di cacciarsi in guai seri e divertirsi in barba alle
vittime dei loro scherzi.
La figlia di Afrodite sorrise, erano proprio il gatto e la volpe, due figure un
po’ tetre, ma dannatamente efficaci e, a modo loro, pericolose. E Percy era
Pinocchio. Menomale che c’era Annabeth a tirarlo fuori dai problemi o, come il
burattino della Disney, si sarebbe lasciato abbindolare da quei due ladruncoli,
dando loro tutti i suoi soldi.
*Le
frasi pronunciate da Travis e Connor sono, per chi
non conoscesse la canzone, prese volontariamente dal testo stesso di Bennato