La cosa più difficile dell'essere soli è l'essere soli circondati da un milione di persone che dicono di esserci.
Ciò che è triste è trovarsi insieme alle persone con le quali hai trascorso numerosi anni della tua vita e improvvisamente chiederti cosa ti ha spinto a passare del tempo con loro, sorprenderti a non aver più nulla da condividere, a non voler avere più nulla.
Credo di essere una di quelle persone in grado di adattarsi a chiunque le sia accanto, ma quando non riesci più ad adattarti a te stessa? Quando si diventata tu stessa il coltello che ti trafigge? Come riuscire a distinguere pensieri portatori di negatività da quelli reali?! Come non cadere in negatività?!
Credo di necessitare per lo più di qualcuno in grado di allontanarmi dai miei stessi demoni, di qualcuno desideroso di aiutarmi, non qualcuno che trascorre il tempo in mia compagnia solamente per noia e poca volontà di evolursi. Ciò che sempre più frequente mi avvolge la mente è la constatazione dell'essere andata avanti e dell'aver perso per strada tutto ciò che fino ad allora ti aveva sempre accompagnato.
Mi viene da pensare che sia giusto così, che probabilmente le persone a lungo andareinstaurino barriere a limite di sopportazione; siamo stati amici per anni, ci siamo aiutati per anni, ora ne ho abbastanza. 
Una spinta al nuovo inizio, certo. Ma che succede se durante il tragitto per il prossimo futuro cadiamo, abbiamo bisogno di qualcuno a sorreggerci, abbiamo bisogno di pilastri e roccaforti e tutto ciò che abbiamo è nebbia durante il cammino?!