Anime & Manga > 07 Ghost
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Autore: Freaky_Frix    19/08/2015    1 recensioni
Scorcio di vita nell'anime (ho appena cominciato a leggere il manga). Ho pensato a Razette che prende in giro Frau imitandolo, ed è nata questa one-shot.
Buona lettura!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castor, Frau, Teito Klein
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Non sapevo che potessi farlo NON SAPEVO CHE POTESSI FARLO

Il sole di mezzogiorno bersagliava la Chiesa con i suoi tiepidi raggi, mentre le Sorelle stendevano il bucato canticchiando. La fontana al centro del cortile era brillante, con il riflesso del sole sull’acqua e il bianco accecante del marmo. Razette era emersa per godersi quel tepore, e stava appoggiata con i gomiti sul bordo della vasca, la testa pigramente poggiata sulle braccia, gli occhi chiusi e la coda che ondeggiava lentamente. Le giornate così erano le sue preferite: calme, pacifiche e silenziose. Capitava che a volte una delle Sorelle la salutasse, e lei rispondeva con un mugolio e un gesto della mano, per poi riprendere a sonnecchiare.
Stava quasi per appisolarsi sul serio, quando un urlo le fece fare un balzo, mandandola momentaneamente in confusione.
Pochi istanti dopo Teito le sfrecciò davanti imprecando, inseguito da un gruppo di uomini. La sirena seguì il percorso del ragazzo, che stava evidentemente scappando da quelle figure, e quando scomparve, diretto verso il giardino sul tetto, sentì arrivare altre due persone. Si voltò, e vide due uomini: uno, biondo, discuteva animatamente con l’altro, che dal canto suo era calmissimo e sorridente.
Frau e Castor. Il volto di Razette si illuminò di felicità mentre i due continuavano ad avvicinarsi alla fontana.
«Ciao, Razette» la salutò Castor.
«Mi sono stancato! Devi smetterla di mettere la mia faccia su quelle dannate bambole!» sbraitò Frau. Si sedettero sul bordo della fontana.
«Non posso» rispose semplicemente Castor, facendo spallucce. «L’allenamento di Teito prevede di farlo diventare più forte e veloce, no?»
«Sì!» rispose Frau, spazientito. «Ma non c’è certo bisogno di mettere la mia faccia su quei maledetti manichini, ti pare?!»
Castor si lasciò scappare una risata.
«Frau, Teito ti considera una persona da superare, da battere. È ovvio che abbia scelto la tua faccia.»
Il biondo si voltò dall’altra parte, stizzito, per poi cacciare un urlo e finire a testa in giù nella fontana.
La risata di Castor aumentò, e si unì a quella di Razette che, nel mentre che i due parlavano, si era appostata vicino a Frau e aveva assunto le sue sembianze.
«Maledetti tutti e due!» urlò Frau, riemergendo bagnato fradicio.
«Ti spaventi per così poco?» chiese Castor, innocentemente.
La domanda del ragazzo fece ridere ancora di più la sirena, che poggiò la fronte sul bordo della fontana, in preda a una ridarella.
Frau la osservò, per poi rivolgere il suo sguardo verso Castor.
«Certo che sei strano tu» gli disse, uscendo dalla vasca.
«Perché? Cosa ho fatto stavolta?» chiese l’amico.
Frau fece spallucce, leggermente imbarazzato. Lanciò un’occhiata alla sirena, che si era finalmente calmata. Le guance le si erano tinte di leggero rossore, e aveva ancora le lacrime negli angoli degli occhi.
«Beh … Non l’ho mai vista ridere così, tutto qui.»
«Concedimi almeno di avere un po’ di senso dell’umorismo» gli rispose Castor.
Frau stava per replicare, ma fu bruscamente interrotto da un urlo.
«Aaaaargh! Ma che diamine …?!»
Dietro di lui era apparso Teito, completamente sudato, con uno scintillio malevolo negli occhi, che correva verso di lui.
«Vecchio pervertito! La prossima volta che mi mandi dietro una mandria di cloni giuro che ti pesto!»
«Credo che tu debba correre,amico» gli suggerì Castor.
Il biondo annuì, dandosela a gambe.
I due, rimasti seduti tutto il tempo, li guardarono allontanarsi, tra imprecazioni e nuvole di polvere.
«Aaaah … Sono proprio problematici, non trovi?»
Razette annuì, con un’espressione di finta rassegnazione.
Amava le giornate tranquille, senza dubbio, ma amava di più la compagnia di un vecchio amico.


   
 
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