Fanfic su artisti musicali > John Newman
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Autore: hermione_W    19/08/2015    1 recensioni
Dal testo:
"A 18 anni soprattutto si è colmi di aspettative, poiché ci si perde nei propri pensieri quando si ipotizzano avventure ed amori estivi.
Amichevole, sognatrice, timida. Questa è Alessandra, questa sono io.
Il mio Casio dorato mi riporta alla realtà.
Perchè Casio, e perchè dorato? Semplice, è l'orologio di John Newman, il mio idolo.
E' passato già un anno da quando ho ascoltato Love Me Again in radio e mi sono perdutamente innamorata di quella melodia perfetta, di quella voce profonda.
Quando ho scoperto che anche le altre canzoni erano uno spettacolo ho deciso definitivamente di essere una Newmie."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5


Ci metto un po' a risvegliarmi, con gli occhi che non ne vogliono sapere di aprirsi. Ho fatto un sogno incredibile, ho immaginato di osservare John mentre si esibiva sul palcoscenico del resort. Ero così felice mentre cantavo con lui le sue canzoni...Mi sentivo una piuma, mi sentivo completa.

Sfortunatamente è arrivata l'ora di tornare alla vita reale. Perchè è tutto così triste?

Decido finalmente di mettermi in piedi per cominciare una nuova giornata. Osservo fuori dalla finestra e noto che oggi non è particolarmente soleggiato.

Mentre mi sciacquo la faccia per eliminare ogni traccia di sonno dal mio viso, mia madre entra in bagno e mi sorride.

< < E così quel ragazzo di ieri sera era John Newman? E' stato davvero bravo! Un vero colpo di fortuna venire qui in vacanza, non credi? > > Mi rivolge uno sguardo carico d'affetto.

La guardo perplessa. Come fa a sapere cosa ho sognato?!?

< < Mamma...Cosa stai dicendo? > > Le chiedo confusa.

< < Sto parlando di ieri sera! Non ti ho mai vista così emozionata, sono contenta per te! > > Risponde tranquillamente lei.

Ci penso su un attimo, mentre trascorrono attimi di silenzio.

< < Quindi mi stai dicendo che ieri sera c'era davvero John Newman? > > Le chiedo, sgranando gli occhi.

< < Ehm...si. O almeno credo, hai gridato il suo nome per tutto il tempo davanti al palcoscenico. Non ti preoccupare, cara, è normale che tu creda di aver sognato. D'altronde non si incontra mica tutti i giorni il proprio cantante preferito per caso, no? > >. Esce dal bagno e mi lascia in balia dei miei pensieri. E' tutto vero quindi. Io ho davvero incontrato John ieri sera... E chi l'avrebbe mai detto. Non riesco ancora a capacitarmene completamente, infatti non riesco a concentrarmi su nulla.

Avrei voluto scattare una foto, fargli firmare la mia copia di Tribute, parlare con lui, invece tutto quello che sono riuscita a fare è stato sorridergli come un ebete.

Mi sento così inutile.


Vorrei chiamare Sofia. Le voglio parlare di tutto ciò che è successo ieri, inaspettatamente. So che ne resterebbe profondamente amareggiata e delusa, ma non posso tenere per me questa bellissima esperienza. Ho bisogno che qualcun'altro ne venga a conoscenza e, senza dubbio, la persona più adatta è lei. Così, digito il suo numero e tiro un profondo respiro.


< < Ciao Sofia! Sono Alessandra! > > esordisco sorridendo e cercando di mantenere un tono tranquillo. Lei subito mi risponde chiedendomi come stia e cosa stia facendo di bello. Le rispondo che il resort è fantastico e che sto passando davvero delle belle giornate, senza ancora accennarle di John. Mi dice di essere contenta per me e soprattutto perchè mi sto divertendo. Decido allora di raccontarle l'avventura di ieri sera.

Le racconto di quando ho cominciato a sentire Tribute dal palcoscenico e di come io sia letteralmente uscita fuori di me nel vedere John lì davanti a me. Sofia ascolta in silenzio, non emettendo suono, tanto che alla fine dell'aneddoto ho dovuto richiamare la sua attenzione.

< < Ale...Stai scherzando? Sappi che non è divertente come presa in giro, è fin troppo prevedibile. > > Mi risponde accigliata.

< < Che tu voglia crederci o no, questa volta è successo davvero. > > cerco di spiegarle pacatamente. Ma lei resta impassibile e continua a non credermi.

Non vorrei davvero che mi prendesse per una bugiarda, così mi congedo da lei dicendole che al più presto le mostrerò una prova di ciò che è accaduto e lei, piuttosto scettica e dubbiosa, mi saluta.

Bene, mi sono cacciata nei pasticci da sola. Non ho nulla che possa dimostrare il mio incontro con John, neanche una foto o un autografo. E pensare che il mio sogno si è realizzato senza che me ne sia resa conto. Non credo che me lo perdonerò molto facilmente.


Passeggio in giro con gli auricolari nelle orecchie. E' una giornata abbastanza ventosa per passare il tempo in spiaggia, così mi concedo un po' di tempo per pensare. Peccato che sia passato tutto così in fretta, avrei solo avuto bisogno di un po' più di tempo per poter scolpire un'immagine mozzafiato nella mia mente di quel magico momento, dato che adesso mi risulta tutto molto confuso.

Lascio che i miei capelli vengano scompigliati dal dolce vento estivo, il mio viso accarezzato.

Inizio a correre, e ad un tratto mi sento leggera, mi sento bene.


And I keep... keep running
I keep... keep running
I keep... keep coming back for more.
Keep running
I keep... keep running
I keep... keep coming back for more.”



Comincio a sorridere e a canticchiare, addirittura non mi accorgo che sto alzando la voce.

Immersa nelle mie fantasie continuo a correre, libera e felice, fino a quando sento qualcosa. Ho la sensazione che qualcuno mi stia osservando, ma non ne sono certa.

Mi volto e cerco di incontrare lo sguardo di qualcuno, ma mi si presenta davanti l'ultima persona che in questo momento, disordinata ed impacciata, vorrei vedere.


I miei occhi incrociano un altro paio, di un colore azzurro intenso.

John è lì vicino a me e mi osserva divertito.


Non appena me ne rendo conto, il mio cuore accelera i suoi battiti, tanto da essere sul punto di scoppiare, non so se per l'emozione o per la vergogna. Resto un attimo immobile, prima che i miei occhi riescano ad abbassare lo sguardo e le mie gambe acquistino la forza per continuare a correre, questa volta lontano da lui. Prima che possa allontanarmi definitivamente, mi ricordo di scattargli una foto, in modo da mandarla a Sofia. Il cellulare rischia di cadermi dalle mani per quanto tremano, ma nonostante tutto riesco ad immortalarlo, cercando di fare estrema attenzione a non farmi vedere. Dopo ciò, con il cellulare nella tasca, corro a gambe levate, pensando al fatto che mi abbia vista e, sfortunatamente, sentita cantare la sua canzone stonando. La sua. Questa è la cosa peggiore, che non avrei mai voluto succedesse.

Vorrei dileguarmi o smaterializzarmi.

Adesso.



Comincia a piovere. Tuoni impetuosi si alternano a lampi abbaglianti, arrivati entrambi senza previsioni. Il clima oggi rispecchia il mio animo, ribelle ed impulsivo. Arrivo appena in tempo in camera , ignorando gli sguardi che mi rivolgono i miei. Mi precipito sul letto e ne approfitto per inviare la fotografia. Non so come la potrebbe prendere, non vorrei che mi ignorasse o, peggio, mi considerasse una bugiarda.

Dopo qualche minuto mi arriva la risposta, tanto significativa quanto sgrammaticata:


OMMIODDIO!!!!

  
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