Il signor Darcy ascoltava sua sorella Georgiana in silenzio,
mentre era intenta a suonare il piano
facendo scivolare agilmente le dita piccole e sottili sui tasti in avorio.
Quella musica così complessa, ma dolce,
gli riportava alla memoria lo sguardo della seconda signorina Bennett.
Elizabeth gli compariva davanti come un'allucinazione.
Questo causava in lui mille sensazioni,
o per meglio dire, sentimenti, contrastanti.
La amava.
Sì? No?
Come poteva capire cosa provava davvero?
Sospirava, il signor Darcy.
Eppure quel volto non voleva saperne di andarsene...
La melodia sembrava giocare con la sua espressione.
Se Georgiana s'impegnava in qualche motivetto allegro,
la signorina Bennett sorrideva,
ma quando le note s'incupivano,
il signor Darcy ritrovava nei meandri della mente
quelle occhiate piene di orgoglio, pregiudizio e scherno
che Eliza gli aveva rivolto innumerevoli volte.
Come lo ferivano quegli sguardi ostili!
ma era troppo orgoglioso lui stesso per poterlo ammettere.
Quando la giovane signorina Darcy si stancò,
lasciò che il silenzio prendesse il posto delle melodie
da lei suonate così abilmente.
Ma Elizabeth era sempre lì, davanti agli occhi di Darcy,
ogni tanto triste...altre allegra, ma soprattutto,
come in una sequenza ripetitiva,
stizzita, nervosa, intenta a mostrare
quella luce brillante negli occhi.
L'orgoglio & il pregiudizio,
che prima o poi,
avrebbero abbandonato l'anima di lei, quanto quella di lui.