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Autore: Ultraviolet_    19/08/2015    3 recensioni
Fanfiction sul ritorno di Leo al campo Mezzosangue dopo gli avvenimenti de "Il sangue dell'Olimpo". SPOILER!
"Festus si abbassò gradualmente, e le minuscole figure simili a formiche che vedevano dall’alto presero ad ingrandirsi sempre di più, finché il drago di bronzo non atterrò in riva al laghetto delle canoe. Jason Grace era già lì ad aspettarli, la bocca spalancata.
-Leo?- chiese, come se non fosse ovvio che il ragazzo riccio ed esile che era appena saltato giù dal drago era proprio Leo Valdez. Quest’ultimo allargò le braccia, come per dire “che ci posso fare? Sono fantastico”."
Genere: Fantasy, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Reyna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Leo Valdez è tornato

 
 
(Fanart di viria13.deviantart.com)

 

 
Non ci si libera facilmente di Leo Valdez. E se i suoi compagni dell’Argo II avevano anche solo osato pensarlo, gli avrebbe fatto cambiare idea in fretta.
Dopo aver preso il volo in groppa a Festus e aver lasciato per sempre l’isola di Ogigia insieme a Calipso, la sua ragazza, salvandola così dalla prigionia durata migliaia di anni in perfetto stile Valdez, si erano fermati per qualche giorno in Florida, a Orlando, o meglio, avevano improvvisato un atterraggio di fortuna a poche centinaia di metri di distanza da Disney World, visto che Festus aveva iniziato a dare evidenti segni di cedimento dopo la battaglia con Gea e il tempo ancora non ben definito in cui aveva svolazzato in giro trasportando il corpo morto di Leo. C’erano voluti pochi giorni per sistemarlo, giorni durante i quali Calipso era stata impegnata ad assaggiare ogni tipo di cibo spazzatura che aveva avuto modo di procurarsi. Si stupiva di tantissime cose, di ogni sapore, di ogni mortale che vedeva passare, e non aveva assolutamente idea di cosa fosse Disney World. La prima volta che aveva visto il pupazzo gigante di Topolino camminare allegro tra i bambini era corsa all’attacco scambiandolo per un mostro.
Anche se doveva tenerla d’occhio per evitare che strangolasse Pippo e spezzasse il cuore a migliaia di bambini obesi americani, Leo aveva messo a posto Festus con facilità, e già da qualche giorno volavano diretti al Campo Mezzosangue. Aveva parlato tantissimo a Calipso del campo e dei suoi amici, evitando però di nominare Percy Jackson, visto che il semidio l’aveva abbandonata sull’isola di Ogigia preferendo Annabeth a lei e non si era nemmeno assicurato che gli dei mantenessero la loro promessa di liberarla. Nonostante questo, Leo sperava che sarebbe riuscita a perdonarlo, altrimenti sarebbe stato piuttosto imbarazzante organizzare le future uscite tra amici facendo in modo di non farli mai incontrare.
Comunque, a parte la questione Percy, Calipso non vedeva l’ora di conoscere gli amici di Leo. Da come ne parlava, erano molto legati, ed erano tutti davvero in gamba. Non quanto il suo salvatore, ovviamente, ma almeno passabili.
-Siamo praticamente arrivati- la avvisò il figlio di Efesto indicando in basso, dove la baia di Long Island si estendeva a perdita d’occhio. La ragazza notò un insieme di costruzioni e templi proprio a ridosso della riva.
Leo non vedeva l’ora di atterrare. Chissà come l’avrebbero accolto tutti quanti, convinti com’erano che fosse morto. Sicuramente Nico ed Hazel avevano percepito la sua anima negli Inferi, ma non era sicuro che riuscissero a sentire che non c’era più ormai da parecchio tempo. Probabilmente avrebbe dovuto mandare un messaggio Iride al campo, o qualcosa del genere, ma poi che fine avrebbe fatto l’effetto sorpresa alla Valdez?
Festus si abbassò gradualmente, e le minuscole figure simili a formiche che vedevano dall’alto presero ad ingrandirsi sempre di più, finché il drago di bronzo non atterrò in riva al laghetto delle canoe. Jason Grace era già lì ad aspettarli, la bocca spalancata.
-Leo?- chiese, come se non fosse ovvio che il ragazzo riccio ed esile che era appena saltato giù dal drago era proprio Leo Valdez. Quest’ultimo allargò le braccia, come per dire “che ci posso fare? Sono fantastico”.
-Sei un...- cominciò Jason, mentre le figure familiare di Piper, Hazel e Frank correvano verso di loro –vero idiota- concluse avvicinandosi, i pugni stretti lungo i fianchi.
In un lampo di capelli svolazzanti, Piper ed Hazel gli furono addosso e lo buttarono a terra, abbracciandolo stretto.
-Leo, come diavolo hai fatto? Tu.. tu eri esploso, eri con Festus, tu… Ottaviano, l’esplosione… come…?- Piper si interruppe, incapace di esprimersi oltre, la lingua ammaliatrice per una volta zittita dalle circostanze.
-Calmati, Miss Mondo- fece lui, ridendo.
-LEO VALDEZ, IO TI AMMAZZO- proruppe Hazel scoppiando in lacrime e bersagliandolo con tanti piccoli pugni sul petto, tanto che Frank si vide costretto a strappargliela di dosso, lanciando un sorriso smagliante all’amico.
-Ottimo lavoro, Valdez- commentò dandogli il cinque.
Calipso, intanto, era ancora in groppa a Festus, tranquilla, e salutava tutti con la mano. Jason, invece, aveva il viso rigato di lacrime. Leo gli andò incontro e lo strinse in un abbraccio, scusandosi a mezza voce. Il figlio di Giove lo stritolò, senza riuscire a trovare le parole giuste. Calipso saltò giù dal drago e li affiancò, sorridendo dolcemente.
Proprio in quel momento, un grido ruppe il momentaneo silenzio, seguito da uno scalpiccio: -E’ LEO VALDEZ QUELLO CHE STO VEDENDO?- era Annabeth, che aveva appena lasciato cadere una lunga lancia a terra e aveva preso a correre verso di lui, seguita dal suo ragazzo Percy Jackson, che stava tentando di mettere il tappo a Vortice. Probabilmente si stavano allenando insieme.
Percy ed Annabeth lo strinsero in un abbraccio a tre, un po’ meno furibondo di quello delle ragazze, ma profondamente sentito. Ben presto anche Nico di Angelo e Reyna, il pretore della Dodicesima Legione Fulminata, giunsero sul posto e gli sorrisero increduli.
-Credevamo che fossi morto, Nico ed Hazel lo hanno sentito- disse Percy, dando voce ai pensieri di tutti. Poi notò la presenza di Calipso, e fece un passo indietro cercando di non darlo a vedere.
-Ehm… ciao, Calipso. Tutto bene?- domandò cortese.
-Ragazzi, vi spiegherò tutto, ma prima vi presento Calipso. Alla fine l’ho trovata- sorrise guardando la sua ragazza con adorazione.
Lei sorrise a tutti e strinse diverse mani, poi si voltò verso Percy.
-Percy Jackson.
Il diretto interessato si grattò il collo, imbarazzato, mentre Annabeth lo fulminava con lo sguardo.
-Ti spiace se colpisco il tuo ragazzo?- questa volta Calipso si era rivolta proprio alla figlia di Atena, con un sorriso gentile.
-Fai pure, bello forte, non farti problemi- rispose questa, illuminata da un sorrisetto perfido.
Il figlio di Poseidone la guardò incredulo, ma non fece in tempo a replicare che un ceffone incredibilmente forte lo raggiunse sulla guancia destra.
-Questo è per avermi abbandonata- disse Calipso freddamente –ma ora è tutto a posto, ti perdono. Siete una bellissima coppia- aggiunse poi, voltandosi verso Annabeth, che la ringraziò allegramente.
-Da non credere- commentò Percy guardandole entrambe in cagnesco e continuando a borbottare per un po’.
 
Leo raccontò tutto l’accaduto agli amici, dopo un incredibile banchetto presieduto da Chirone, che riservò un toccante discorso e disse che Calipso sarebbe potuta rimanere al Campo Mezzosangue per tutto il tempo che voleva, pur non essendo una semidea. Avrebbe alloggiato con le figlie di Afrodite, con grande entusiasmo di Piper, che aveva subito trovato simpaticissima la ragazza.
-Incredibile- commentò Nico, dopo aver ascoltato il racconto su come Leo era riuscito a prendere la cura del medico con l’aiuto di Festus, e gli mollò una pacca sulla spalla, contro ogni previsione del figlio di Efesto, che rimase a bocca aperta mentre il figlio di Ade si allontanava.
-Nico è cambiato molto- gli spiegò Hazel con una risata –Soprattutto da quando esce con Will Solace- aggiunse, indicando il ragazzo biondo, figlio di Apollo, che il loro amico aveva appena raggiunto.
-Aspettate, volete dire che…- iniziò Leo, sempre più confuso.
-Già, l’altro giorno ha detto a Percy che aveva una cotta per lui, ma che gli era passata e non era il suo tipo, e da allora non fa altro che sbaciucchiarsi con Will dove pensa che nessuno li veda- lo mise al corrente Jason, seduto accanto a lui intorno ad un tavolo vuoto della mensa.
-Percy ancora non accetta di non essere il tipo di qualcuno- aggiunse Annabeth scompigliando i capelli del suo ragazzo con affetto.
-Tutta questa conversazione sta diventando un po’ troppo “prendiamoci gioco del figlio di Poseidone” e troppo poco “gioiamo della non morte di Valdez” per i miei gusti- commentò il moro fintamente offeso.
Rimasero a parlare per ore intere, aggiornando Leo su cosa era successo dopo l’esplosione e sugli ultimi sviluppi al campo. Percy ed Annabeth gli raccontarono della loro decisione di fare l’ultimo anno per poi frequentare il college insieme a Nuova Roma, e anche Calipso parlò molto, raccontando a tutti di Ogigia e di quando Leo l’aveva raggiunta per la prima volta. Soprattutto le ragazze iniziarono a provare una gran simpatia per lei, anche se non riuscivano nemmeno a immaginare quanto fosse stata difficile la sua vita. Ma per fortuna Leo l’aveva salvata.
-Io, Frank ed Hazel stavamo per partire per Nuova Roma quando sei arrivato- disse Reyna –ora sono tutti là senza pretori, forse dovremmo andare, o si metteranno a dare qualche strana festa di pessimo gusto- disse con una risata.
Si abbracciarono tutti, e Leo accompagnò i tre fino al confine del campo. Abbracciò Hazel, ringraziandola sottovoce di averlo aiutato con il suo piano suicida, e dicendo che Sammy, il suo bisabuelo, sarebbe sicuramente stato fiero di lei.
Dopo aver stritolato un po’ anche i due pretori, disse: -Reyna, tieni d’occhio Zhang e la sua mania di diventare un pesce rosso gigante, mi raccomando.
La ragazza scoppiò a ridere e Frank si fece tutto rosso, ma diede una pacca sulla spalla all’amico e stette al gioco: -Tranquillo Valdez, lei è una tosta.
Non resistettero ad un’ultima stretta di arrivederci, e poi i tre romani partirono, nascosti nella Foschia di Hazel.
 
Quella notte, Leo non chiuse occhio. Calipso era stata rapita da Piper, che non vedeva l’ora di farle conoscere più o meno tutto il campo a partire dalla Casa di Afrodite, e lui era stato a sua volta sequestrato dalla casa di Efesto più Jason, che non riusciva ancora a rendersi conto che il suo migliore amico fosse ancora vivo. Visto che era solo nella casa di Zeus, aveva ottenuto il permesso di dormire lì insieme a loro, anche se aveva significato sorbirsi il racconto di Leo circa dieci volte, ognuna delle quali in una versione sempre più rivisitata in cui il figlio di Efesto compariva come un eroe bellissimo e muscoloso che aveva conquistato Calipso al primo sguardo.
A notte fonda, quando ormai tutti avevano ceduto al sonno, Leo sgattaiolò fuori e in qualche modo raggiunse la casa di Afrodite senza farsi squartare dalle arpie di guardia. Tentando di svegliare Calipso destò anche Piper, che però gli fece l’occhiolino, lo abbracciò di nuovo in silenzio e tornò a dormire. I due uscirono all’aperto e trovarono riparo sulla spiaggia, in un’insenatura seminascosta.
-Allora, Raggio di Sole, ti piace il campo?- domandò Leo tenendole la mano.
-E’ un posto fantastico- rispose Calipso con un sospiro –ho vissuto tanto a lungo da sola che mi ero dimenticata cosa significasse avere persone che lavorano con te, con cui puoi parlare quando vuoi e che sono pronte ad aiutarti. E’ la sensazione che mi hanno dato tutti loro. Piper è simpaticissima, e anche Annabeth non sembra male, anche se ai tempi l’ho odiata per via di Percy- spiegò –sembrano davvero innamorati, e forse ora capisco che per lui era davvero impossibile scegliere me quando ama così tanto lei. E visto che ora io ho Leo Valdez, perché dovrei desiderare chiunque altro?- concluse tirandolo a sé.
Il figlio di Efesto rimase senza parole. Non aveva davvero la minima idea di come una ragazza che si era innamorata degli eroi più famosi di tutti i tempi, tra cui Ulisse, potesse provare questo per lui. Però era così, e in quel momento non gli importava di scoprirlo, quando poteva semplicemente baciarla.


 



Salve a tutti!
Questa fanfiction è assolutamente alla ca**o, lo ammetto, ed è anche la mia prima su questa saga, ma ho appena finito di leggere il Sangue dell'Olimpo e avevo bisogno di scriverla per evitare il collasso. Davvero. Non mi è uscita proprio benissimo, ma spero di aver messo insieme qualcosa di decente nella mia disperazione.
Come farò ora senza più libri della saga? Me misera!

Vorrei aggiungere che non ho MAI capito perché tutti quanti amassero così tanto la Solangelo, almeno fino ad ora. Sì gente, sono una di voi.
Che dire, lasciatemi una recensione anche solo per consolarmi, ne ho bisogno ahahah e ovviamente per insultare un po' la mia fanfiction, mi sembra doveroso.
A presto! :*



 
  
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