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Dedicato ad Aicha, Zoey, Bianca, Cristina, Giulia ed Helen |
- You’ve
been gone for so long.
- Donnie
sospirò,
passandosi una mano sul viso «Dove sei?»
- «Sto
tornando a casa, scialla.»
una voce sicura, dall’altro capo del filo, un filo che li
aveva tenuti uniti per tutti gli anni di lontananza, un filo che
vibrava e
palpitava di vita sotto i dispetti, i litigi. Il filo immaginario che
ora univa
i due telefoni.
- «Saresti
dovuta tornare un’ora fa.» osservò
il ragazzo, passandosi le dita stanche fra i capelli castani.
- «Ci
sono stati... inconvenienti. Degli
inconvenienti, diciamo» ammise la voce, ridacchiando
imbarazzata, accartocciata
dal campo scarseggiante e dalla pioggia battente.
- «Ora
però torna subito a casa» concluse
Donatello, appoggiandosi con la spalla al muro.
- «Sì,
mamma» cantilenò sarcastica l’altra
«Cerca di calmarti, non sono mica morta... Ah, ecco cosa
dovevo dirti!» esclamò
la voce «Un ragazzo di quinta si è rotto la mano
sulla mia faccia»
- Donnie
sbarrò gli occhi, le labbra si
schiusero per sbottare, ma non emisero suono, le parole si
affievolirono sul
silenzio. Aveva riattaccato. Come al solito, in fondo. Il ragazzo
sospirò,
appoggiando il cellulare sulla cassettiera di legno. Il bisogno di
rivederla
era diventato insostenibile, fisico, imprescindibile.
Anche se sarebbe finito tutto allo stesso
modo di sempre, lo sapeva. Tra pugni e graffi, le smorfie e le offese,
e magari
da lì a poco sarebbe ripartita, sfuggita di nuovo alle sue
mani, per inseguire
i propri sogni. Perché non si sarebbe mai voltata indietro.
Un po’ Donnie la
invidiava. Tornò in salotto, affondando nella poltrona di
pelle bianca,
conficcando le dita nei braccioli.
- «Chi
era?» domandò Aicha, sporgendosi
incuriosita verso di lui dal divano.
- «Nessuno»
bofonchiò Donatello, abbassando
lo sguardo. La ragazza arricciò contrariata le labbra.
- La
stanza ottagonale affondava nella luce
livida delle nuvole, la pioggia scivolava sulle finestre ogivali,
rotolava come
fanno le perline quando il filo di una collana si spezza. Le pareti di
mattoni
lampeggiavano del riflesso di quel videogioco di combattimento, in cui
Mikey
stava stracciando Raph, e le grida di Zoey risuonavano, mentre tifava
sfegatatamente. A Donnie sembrò che il tempo non passasse
mai. Raffaello
inseguì Michelangelo per la casa alla fine del gioco,
Cristina e Bianca si
facevano giochetti a vicenda, Leo sospirava mentre Helen guardava
rassegnata i
due ragazzi correre, e Giulia e Zoey ridevano a crepapelle ogni volta
che uno
dei due s’inciampava. Finalmente suonò il
campanello. Una, due, tre, quattro
volte. Donnie, si alzò di scatto, avviandosi veloce verso la
porta, temendo di
non riuscire mai a raggiungerla, mentre il suono continuo del
campanello
cadenzava i suoi passi. La maniglia era fredda, ghiacciata, ma mai come
la
secchiata d’acqua che lo investì in pieno.
- Una
risata cristallina e chiocciante
scavalcò persino le stelle, «Pesce
d’Aprile!»
- Donatello
schiuse le labbra come se non
fossero trattenute solo da un filo d’aria stupita,
scostandosi i capelli
grondanti dalla fronte «Non è aprile!»
replicò.
- «Lo
so, ma quest’anno non ho potuto farti lo scherzo
perché ero via. Quindi eccolo
in ritardo!» Laura si piegò in due dalle risate,
tenendosi la pancia. La
pioggia le aveva attaccato i vestiti alla pelle e le ciocche ramate
alla
fronte. «Come mi mancava farti gli scherzi, non puoi capire,
avrei abortito
Cristo per rivederti!»
- E
quelle parole scivolarono via troppo
veloci, come se non fossero importanti. Quando era l’unico
momento in cui
Donnie avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Perché Laura
rideva, e la sera
prima quando era rientrata a casa lui era crollato dal sonno, e quella
mattina
non si erano parlati a colazione, né nel tragitto per
scuola. Era come se si
fossero rincontrati solo in quel momento.
- «Aspetta,
che hai fatto all’occhio?» capitolò
Donatello serio.
- La
ragazza si passo il dito appena più su
dello zigomo «Te l’ho detto, uno di quinta si
è rotto la mano sulla mia
faccia.»
- Il
ragazzo avvampò dalla rabbia, stringendo
le labbra, e respirando profondamente per calmarsi. Non riusciva a non
cacciarsi nei guai quella ragazza.
- «Lui
ha perso un dente» gli assicurò Laura,
annuendo convinta «Però ora mi fai entrare?
Raga’ fa freddo!»
- Donnie
si scostò e la ragazza entrò,
andando a sbattere contro Aicha «Ahi! Si apre una porta e
un’altra persona
cerca di non farti entrare, ma che è!»
- «Scusami,
guardavo solo chi fosse» si
giustificò la bruna, lievemente sconsolata. Quindi era
quella. La ragazza di
Donatello. Dagli occhi scuri come pozzi, i capelli corti, spettinati, e
un lieve
sorriso, come se stesse sempre ridendo ad una battuta che solo lei
poteva
sentire.
- Laura
le porse energicamente la mano lucida
di pioggia «Non so bene a che ti servirà a sapere
chi sono io. Più che altro
dovresti sapere chi è Don. E’ il mio fratello
rompiballe, ed io sono Laura.»
- Aicha
si rasserenò, illuminandosi
all’improvviso e sorridendole, mentre le stringeva la mano e
ridacchiavano
perché era scivolosa. La ragazza e si avvicinò
all’orecchio, sussurrando piano
«Mi sa che mio fratello ti stalkera, ho trovato foto tue nei
cassetti di camera
mia» e rise piano.
- «Questa
pulcina chi è?» domandò Bianca,
tenendo gli occhiali per una stanghetta con due dita.
- «Ragazzi,
questa è Laura, è mia sorella»
disse Donatello, tirandosi indietro i capelli bagnati.
- «Hai
una sorella e non ce l’hai mai detto?»
esclamò Leo, stringendo la mano alla ragazza e
presentandosi.
- «Ho
preso due anni sabbatici, ho girato un
po’ per il mondo con nostro zio per farmi una cultura
letteraria.» spiegò
Laura, arricciando il naso.
- «Che
figo!» esclamarono Zoey e Mikey.
- «Ma
cosa hai fatto all’occhio?» chiese
Giulia, apprensiva.
- «Il
genio qui si è menata il suo primo
giorno di scuola» spiegò Donnie, mentre Laura
rideva di gusto.
- «Troppa
roba» disse solo Raffaello,
complimentandosi con la ragazza «Sai mica chi
fosse?»
- «Ehm...
Un tipo dalla pelle scura,
pettinatura afro, che gira con i coltelli a scatto in
tasca...»
- «Ah,
Fishface!» esclamò Cristina ridendo.
- Laura
inarcò un sopracciglio, stranita «Si
chiama davvero così?»
- «Nah,
ma così è più divertente.»
disse
Mikey, mentre Zoey annuiva.
- «Io
gli ho fatto più male» aggiunse sicura
Laura, incrociando le braccia sul petto, facendo ridacchiare Bianca e
Giulia,
prima di dirigersi dritta in salotto. Staccò si netto la
console dalla presa ed
accese la televisione.
- «No!
Laura, sei impazzita? Così la rovini!»
esclamò Donatello, e la ragazza sbuffò.
- «Ora
mi è venuto in mente che comincia
Naruto, non posso occuparmi del tuo stupido giochino»
-
Michelangelo scavalcò con un salto lo
schienale del divano,
accomodandosi a gambe incrociate affianco a Laura, Raffaello e Giulia
fecero lo
stesso, scrollando accondiscendenti le spalle, seguiti da Helen e
dagl’altri.
Tutti stretti sul divano e le poltrone.
- «Quello
chi è?»
- «Sasuke»
- «E
quell’altro?»
- «Naruto»
- «Sono
gay?»
- «Come
conigli in calore»
- «La
tizia con i capelli blu?»
- «Hinata»
- «Novantasei1?»
- «Già»
- Donatello
osservò spiazzato la scena,
restando in piedi fra l’ingresso ed il salotto. Alcune gocce
d’acqua attorno ai
suoi piedi, un alone di bagnato dietro la schiena di Laura. Eccola
lì. La sua
sorella odiosa, rompiballe e delicata come un sasso. La sua sorellina.
Si
lasciò andare ad un piccolo sorriso. Non lo avrebbe mai
ammesso...
- I lampi
rischiaravano il
cielo notturno, la luce sfarfallava infrangendosi sulle tende scure e
polverose. I tuoni annullavano lo scalpiccio sconnesso. Piccoli passi.
Piccoli
piedi scalzi. La porta si socchiuse con un cigolio, e una manina
paffuta scosse
piano la coperta.
- «Donnie»
mormorò una voce lamentosa «Donnie,
svegliati»
- Il
ragazzino si rigirò nel letto
biascicando infastidito, un ciuffo castano fra le labbra. La bambina
strinse le
labbra sentendo gli occhi bruciare. «Donnie»
- «Che
c’è?» sospirò Donatello,
girando il
viso in direzione della sorellina.
- Lei
teneva il pupazzo di un coniglio dagli
occhi di bottone sottobraccio, se lo strinse al petto abbassando lo
sguardo «Credo
che ci sia Shredder in camera mia...»
- Il
ragazzino sbuffò alzando gli occhi al
cielo «Dove è oggi? Yawn... Sotto al letto o
nell’armadio?»
- «Donnie,
posso dormire con te?» lo implorò
la bambina, con le lacrime agli occhi. Occhi come pozzi.
- «Non
puoi andare a dormire da papà?»
- Laura
scosse piano la testa «Il letto è
tanto vuoto... Senza la mamma...»
- Il
fratello la guardò apprensiva e si
spostò sul bordo del letto «Salta su,
peste»
- La
bambina si arrampicò sul materasso, accoccolandosi
accanto a Donatello «Donnie, c’è
qualcuno che combatte contro Shredder?»
- Il
ragazzino sorrise, sapendo che quello
era solo un pretesto per farsi raccontare una storia «Certo,
non te l’ho mai
raccontato? Nel sottosuolo di New York vivono quattro tartarughe
mutanti, con
il loro maestro Splinter...»
- ¿¿Un
Angolo Quadrato??
- Salve,
persona. Spero
che la oneshot ti sia piaciuta, chiunque tu sia, anche se non
c’entrava nulla
con la storia delle TMNT (XD). Ehm... non c’è
nulla da dire. Spero di non aver
commesso errori grammaticali e spero che la storia nel complesso sia
scorrevole.
- Quindi,
alla prossima.
- Baci,
- Dihe
- P.S. Quanto è puccioso Donnie da bambino? Spero piacerà ad Aicha, se mai lo leggerà.
- ¹Novantasei è il numero della friendzone
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