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Autore: Dihe    19/08/2015    4 recensioni
Finalmente suonò il campanello. Una, due, tre, quattro volte. Donnie, si alzò di scatto, avviandosi veloce verso la porta, temendo di non riuscire mai a raggiungerla, mentre il suono continuo del campanello cadenzava i suoi passi. La maniglia era fredda, ghiacciata, ma mai come la secchiata d’acqua che lo investì in pieno.
Una risata cristallina e chiocciante scavalcò persino le stelle, «Pesce d’Aprile!»
Donatello schiuse le labbra come se non fossero trattenute solo da un filo d’aria stupita, scostandosi i capelli grondanti dalla fronte «Non è aprile!» replicò.
«Lo so, ma quest’anno non ho potuto farti lo scherzo perché ero via. Quindi eccolo in ritardo!»
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Green to go...'
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| Dedicato ad Aicha, Zoey, Bianca, Cristina, Giulia ed Helen |

 

You’ve been gone for so long.
 
Donnie sospirò, passandosi una mano sul viso «Dove sei?»
    «Sto tornando a casa, scialla.» una voce sicura, dall’altro capo del filo, un filo che li aveva tenuti uniti per tutti gli anni di lontananza, un filo che vibrava e palpitava di vita sotto i dispetti, i litigi. Il filo immaginario che ora univa i due telefoni.
    «Saresti dovuta tornare un’ora fa.» osservò il ragazzo, passandosi le dita stanche fra i capelli castani.
    «Ci sono stati... inconvenienti. Degli inconvenienti, diciamo» ammise la voce, ridacchiando imbarazzata, accartocciata dal campo scarseggiante e dalla pioggia battente.
    «Ora però torna subito a casa» concluse Donatello, appoggiandosi con la spalla al muro.
    «Sì, mamma» cantilenò sarcastica l’altra «Cerca di calmarti, non sono mica morta... Ah, ecco cosa dovevo dirti!» esclamò la voce «Un ragazzo di quinta si è rotto la mano sulla mia faccia»
    Donnie sbarrò gli occhi, le labbra si schiusero per sbottare, ma non emisero suono, le parole si affievolirono sul silenzio. Aveva riattaccato. Come al solito, in fondo. Il ragazzo sospirò, appoggiando il cellulare sulla cassettiera di legno. Il bisogno di rivederla era diventato insostenibile, fisico, imprescindibile.  Anche se sarebbe finito tutto allo stesso modo di sempre, lo sapeva. Tra pugni e graffi, le smorfie e le offese, e magari da lì a poco sarebbe ripartita, sfuggita di nuovo alle sue mani, per inseguire i propri sogni. Perché non si sarebbe mai voltata indietro. Un po’ Donnie la invidiava. Tornò in salotto, affondando nella poltrona di pelle bianca, conficcando le dita nei braccioli.
    «Chi era?» domandò Aicha, sporgendosi incuriosita verso di lui dal divano.
    «Nessuno» bofonchiò Donatello, abbassando lo sguardo. La ragazza arricciò contrariata le labbra.
    La stanza ottagonale affondava nella luce livida delle nuvole, la pioggia scivolava sulle finestre ogivali, rotolava come fanno le perline quando il filo di una collana si spezza. Le pareti di mattoni lampeggiavano del riflesso di quel videogioco di combattimento, in cui Mikey stava stracciando Raph, e le grida di Zoey risuonavano, mentre tifava sfegatatamente. A Donnie sembrò che il tempo non passasse mai. Raffaello inseguì Michelangelo per la casa alla fine del gioco, Cristina e Bianca si facevano giochetti a vicenda, Leo sospirava mentre Helen guardava rassegnata i due ragazzi correre, e Giulia e Zoey ridevano a crepapelle ogni volta che uno dei due s’inciampava. Finalmente suonò il campanello. Una, due, tre, quattro volte. Donnie, si alzò di scatto, avviandosi veloce verso la porta, temendo di non riuscire mai a raggiungerla, mentre il suono continuo del campanello cadenzava i suoi passi. La maniglia era fredda, ghiacciata, ma mai come la secchiata d’acqua che lo investì in pieno.
    Una risata cristallina e chiocciante scavalcò persino le stelle, «Pesce d’Aprile!»
    Donatello schiuse le labbra come se non fossero trattenute solo da un filo d’aria stupita, scostandosi i capelli grondanti dalla fronte «Non è aprile!» replicò.
    «Lo so, ma quest’anno non ho potuto farti lo scherzo perché ero via. Quindi eccolo in ritardo!» Laura si piegò in due dalle risate, tenendosi la pancia. La pioggia le aveva attaccato i vestiti alla pelle e le ciocche ramate alla fronte. «Come mi mancava farti gli scherzi, non puoi capire, avrei abortito Cristo per rivederti!»
    E quelle parole scivolarono via troppo veloci, come se non fossero importanti. Quando era l’unico momento in cui Donnie avrebbe voluto che il tempo si fermasse. Perché Laura rideva, e la sera prima quando era rientrata a casa lui era crollato dal sonno, e quella mattina non si erano parlati a colazione, né nel tragitto per scuola. Era come se si fossero rincontrati solo in quel momento.
    «Aspetta, che hai fatto all’occhio?» capitolò Donatello serio.
    La ragazza si passo il dito appena più su dello zigomo «Te l’ho detto, uno di quinta si è rotto la mano sulla mia faccia.»
    Il ragazzo avvampò dalla rabbia, stringendo le labbra, e respirando profondamente per calmarsi. Non riusciva a non cacciarsi nei guai quella ragazza.
    «Lui ha perso un dente» gli assicurò Laura, annuendo convinta «Però ora mi fai entrare? Raga’ fa freddo!»
    Donnie si scostò e la ragazza entrò, andando a sbattere contro Aicha «Ahi! Si apre una porta e un’altra persona cerca di non farti entrare, ma che è!»
    «Scusami, guardavo solo chi fosse» si giustificò la bruna, lievemente sconsolata. Quindi era quella. La ragazza di Donatello. Dagli occhi scuri come pozzi, i capelli corti, spettinati, e un lieve sorriso, come se stesse sempre ridendo ad una battuta che solo lei poteva sentire.
    Laura le porse energicamente la mano lucida di pioggia «Non so bene a che ti servirà a sapere chi sono io. Più che altro dovresti sapere chi è Don. E’ il mio fratello rompiballe, ed io sono Laura.»
    Aicha si rasserenò, illuminandosi all’improvviso e sorridendole, mentre le stringeva la mano e ridacchiavano perché era scivolosa. La ragazza e si avvicinò all’orecchio, sussurrando piano «Mi sa che mio fratello ti stalkera, ho trovato foto tue nei cassetti di camera mia» e rise piano.
    «Questa pulcina chi è?» domandò Bianca, tenendo gli occhiali per una stanghetta con due dita.
    «Ragazzi, questa è Laura, è mia sorella» disse Donatello, tirandosi indietro i capelli bagnati.
    «Hai una sorella e non ce l’hai mai detto?» esclamò Leo, stringendo la mano alla ragazza e presentandosi.
    «Ho preso due anni sabbatici, ho girato un po’ per il mondo con nostro zio per farmi una cultura letteraria.» spiegò Laura, arricciando il naso.
    «Che figo!» esclamarono Zoey e Mikey.
    «Ma cosa hai fatto all’occhio?» chiese Giulia, apprensiva.
    «Il genio qui si è menata il suo primo giorno di scuola» spiegò Donnie, mentre Laura rideva di gusto.
    «Troppa roba» disse solo Raffaello, complimentandosi con la ragazza «Sai mica chi fosse?»
    «Ehm... Un tipo dalla pelle scura, pettinatura afro, che gira con i coltelli a scatto in tasca...»
    «Ah, Fishface!» esclamò Cristina ridendo.
    Laura inarcò un sopracciglio, stranita «Si chiama davvero così?»
    «Nah, ma così è più divertente.» disse Mikey, mentre Zoey annuiva.
    «Io gli ho fatto più male» aggiunse sicura Laura, incrociando le braccia sul petto, facendo ridacchiare Bianca e Giulia, prima di dirigersi dritta in salotto. Staccò si netto la console dalla presa ed accese la televisione.
    «No! Laura, sei impazzita? Così la rovini!» esclamò Donatello, e la ragazza sbuffò.
    «Ora mi è venuto in mente che comincia Naruto, non posso occuparmi del tuo stupido giochino»
    Michelangelo scavalcò con un salto lo schienale del divano, accomodandosi a gambe incrociate affianco a Laura, Raffaello e Giulia fecero lo stesso, scrollando accondiscendenti le spalle, seguiti da Helen e dagl’altri. Tutti stretti sul divano e le poltrone.  
    «Quello chi è?»
    «Sasuke»
    «E quell’altro?»
    «Naruto»
    «Sono gay?»
    «Come conigli in calore»
    «La tizia con i capelli blu?»
    «Hinata»
    «Novantasei1
    «Già»
    Donatello osservò spiazzato la scena, restando in piedi fra l’ingresso ed il salotto. Alcune gocce d’acqua attorno ai suoi piedi, un alone di bagnato dietro la schiena di Laura. Eccola lì. La sua sorella odiosa, rompiballe e delicata come un sasso. La sua sorellina. Si lasciò andare ad un piccolo sorriso. Non lo avrebbe mai ammesso...
 
I lampi rischiaravano il cielo notturno, la luce sfarfallava infrangendosi sulle tende scure e polverose. I tuoni annullavano lo scalpiccio sconnesso. Piccoli passi. Piccoli piedi scalzi. La porta si socchiuse con un cigolio, e una manina paffuta scosse piano la coperta.
    «Donnie» mormorò una voce lamentosa «Donnie, svegliati»
    Il ragazzino si rigirò nel letto biascicando infastidito, un ciuffo castano fra le labbra. La bambina strinse le labbra sentendo gli occhi bruciare. «Donnie»
    «Che c’è?» sospirò Donatello, girando il viso in direzione della sorellina.
    Lei teneva il pupazzo di un coniglio dagli occhi di bottone sottobraccio, se lo strinse al petto abbassando lo sguardo «Credo che ci sia Shredder in camera mia...»
    Il ragazzino sbuffò alzando gli occhi al cielo «Dove è oggi? Yawn... Sotto al letto o nell’armadio?»
    «Donnie, posso dormire con te?» lo implorò la bambina, con le lacrime agli occhi. Occhi come pozzi.
    «Non puoi andare a dormire da papà?»
    Laura scosse piano la testa «Il letto è tanto vuoto... Senza la mamma...»
    Il fratello la guardò apprensiva e si spostò sul bordo del letto «Salta su, peste»
    La bambina si arrampicò sul materasso, accoccolandosi accanto a Donatello «Donnie, c’è qualcuno che combatte contro Shredder?»
    Il ragazzino sorrise, sapendo che quello era solo un pretesto per farsi raccontare una storia «Certo, non te l’ho mai raccontato? Nel sottosuolo di New York vivono quattro tartarughe mutanti, con il loro maestro Splinter...»
 
¿¿Un Angolo Quadrato??
Salve, persona. Spero che la oneshot ti sia piaciuta, chiunque tu sia, anche se non c’entrava nulla con la storia delle TMNT (XD). Ehm... non c’è nulla da dire. Spero di non aver commesso errori grammaticali e spero che la storia nel complesso sia scorrevole.
Quindi, alla prossima.
Baci,
Dihe
P.S. Quanto è puccioso Donnie da bambino? Spero piacerà ad Aicha, se mai lo leggerà.
¹Novantasei è il numero della friendzone
 
   
 
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