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Autore: Antonio_jackson00    19/08/2015    0 recensioni
Sono passati 2 mesi dalla sconfitta di Gea, Leo è tornato senza calipso, tutti cercano di vivere in pace ma qualcuno brama nell'ombra, un nuovo potere vuole distruggere i semidei, lo scettro di ade è stato rubato, qualcuno vuole far risorgere tutti i mostri, riusciranno i nostri eroi insieme a un nuovo protagonista a fermare tutto questo?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Jason Grace, Nuovo personaggio, Percy Jackson, Piper McLean
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Ancora non riesco a credere che tutto ciò sia vero, ma è così, devo farmene una ragione, ma proprio mentre penso a tutte le cose che mi sto lasciando dietro, penso ai miei genitori. Come posso essere stato così stupido a scordarmene? Mi girai verso Annabeth e Percy e dissi loro:- devo avvisare i miei genitori, saranno preoccupatissimi. -tranquillo, Chirone ha già risolto tutto, non preoccuparti, ma hai detto genitori per caso? Al plurale?- Io annuii come fosse la cosa più ovvia al mondo ma per loro non sembrava proprio -sai dobbiamo dirti un po' di cose- disse percy - tu sei un semidio, figlio di un mortale e un dio, quindi in realtà solo uno di loro due è il tuo vero genitore mortale, mentre l'altro sarà sicuramente un genitore adottivo che hai conosciuto appena nato e a cui ti sei affezionato senza sapere mai la verità su tutto ciò- disse Annabeth A quel punto, senza dire una parola mi girai verso il finestrino, e pensai a tutti i momenti felici con i miei genitori, e a quale dei due potesse essere il vero genitore mortale. Da una parte mi sentivo che dovevo essere arrabbiato con loro per avermi mentito tutto questo tempo, ma dall'altro mi sentivo riconoscente perché sapevo lo avevano fatto solo per il mio bene, e che chiunque fosse stato il mio genitore adottivo lo avrei continuato a trattare come prima, perché sapevo che lui mi aveva trattato come un figlio. Arrivammo verso l'ora di cena a New York, mi lamentai di avere fame (mi sono dimenticato a dire che sono un ragazzo davvero molto molto ma molto goloso), Percy era d'accordo con me ma Annabeth lo rimproverò come fosse un bambino e lo trascinò via, ma prima di riuscirci Percy la baciò così a lungo da farmi sentire in imbarazzo. -Scusaci- mi disse Annabeth non appena si staccò notando che ero un po in imbarazzo -non preoccupatevi, siete davvero carini insieme- risposi io in tutta onestà, cosa che fece arrossire Annabeth e fece spuntare un sorriso da ebete sulla faccia di Percy, cosa che ci fece ridere tutti. All'uscita dall'aeroporto ci aspettava un'uomo, anzi, mi correggo, era un'essere che aveva occhi in tutto il corpo. Appena Annabeth vide la mia esitazione disse -non preoccuparti, è il "guardiano" del campo, una brava persona, si chiama argo, non avere paura- Così entrai in auto e raggiungemmo in poco tempo una collina con al centro un pino molto alto e possente, tutti scendemmo dall'auto e Percy mi disse che oltre quel pino, chiamato il pino di Talia, c'era il campo mezzosangue, la mia futura casa a la mia futura famiglia. Non persi tempo, iniziai a correre e non appena superai il pino vidi una grande radura che mi affascinò subito, tante case erano disposte come a formare la lettera greca "omega", c'era anche un'Arena dove presumevo ci si allenava a combattere, un luogo in cui si tirava con l'arco e una stalla oltre a una grande casa in stile greco più grande delle altre, ma la cosa che mi affascinò di più fu il lago dove l'acqua era cristallina e calma, fui tentato di andare li per prima cosa, ma appena mi avviai, mi scontrai con qualcosa, anzi qualcuno. Era una ragazza abbastanza alta, con i capelli castani che raccoglieva in delle trecce e gli occhi color nocciola, ma guardandola meglio riusciva a vedere che cambiavano colore dal nocciola al blu e perfino al verde, rimasi imbambolato per qualche secondo prima di chiederle scusa, dopo averla aiutata ad alzarsi arrivano Percy e Annabeth, presentandomi -piacere, io sono Piper, figlia di Afrodite e capo cabina della casa 10, è un vero piacere conoscerti- disse lei presentandosi e Facendo un sorrise che per poco non mi sciolse, pensai subito che fosse stupido pensare alle ragazze in un momento così, ma che ci posso fare? Era troppo bella. Annabeth e Percy dissero che dovevano andare a parlare con Chirone, così chiesero se Piper mi poteva far fare il giro del campo, lei rispose di si facendo un sorriso, cosa che mi rese particolarmente felice. Iniziò spiegandomi le regole e le funzioni del campo, mi fece vedere le case, il bosco e l'arena, fino a quando non arrivammo al lago -questo è il lago delle canoe- disse guardandomi, io ricambiai lo sguardo e lei arrossii debolmente prima di guardare altrove -che dici se ci sediamo un po qua?- mi chiese Io risposi di si con un sorriso a 32 denti. Lei accennò a una risata e si sedette facendomi segno di sedermi accanto a lei e così feci. Guardammo il lago per un po in silenzio, infine mi chiese: -sai già chi è il tuo genitore divino?- -no, ma mi piacerebbe saperlo presto-dissi io -non ti preoccupare, domani o addirittura stasera al falò verrai riconosciuto- disse sorridendomi e facendomi calmare un po, A un certo punto saltò fuori dal nulla Percy dicendo che dovevo andare alla casa grande per parlare con Chirone. Arrivammo davanti alla grande casa, che avevo visto appena arrivato e che Piper mi aveva detto si chiamasse la "casa grande". Ad aspettarci c'erano Annabeth, un uomo sulla cinquantina vestito con pantaloncini e camicia hawaiana e un uomo a cavallo, appena fummo abbastanza vicini capii che in realtà l'uomo non era a cavallo, era unito al cavallo, ma ormai non mi sorprendeva più nulla, prese la parola l'uomo-cavallo. -piacere, io sono Chirone, se tu ti stessi chiedendo cosa sia, sono un centauro, mentre l'uomo alla mia destra è Il signor D, ovvero Dioniso, e si, il vero dio del vino, Rimasi stupefatto di trovarmi davanti un dio, ma la prima stupida cosa che chiesi fu: -per favore mi dica che non sono suo figlio- A quel punto tutti si misero a ridere tranne il diretto interessato che mi guardò con lo sguardo di chi voleva ucciderti e disse: -Non penso proprio di avere un figlio così stupido- Entrammo in casa e Chirone disse che probabilmente non avevo ricevuto attacchi perché ero nelle terre antiche ma i mostri dovevano avere percepito un potere abbastanza forte da attirare la loro attenzione. -Grazie, penso sia un complimento- dissi infine ma Chirone non disse nulla, solamente: -ci vediamo al falò- e andò via trotterellando Il falò era davvero bello, i figli di apollo cantavano e tutti ridevano, appena arrivammo ci sedemmo sugli spalti e indovinate che si sedette con noi? Esatto, proprio Piper che mi mi salutò e mi chiese com'era andata, io risposi bene e insieme ridemmo e scherzammo tutta la sera. A un certo punto Chirone andò vicino al falò e chiese silenzio, tutti obbedirono -oggi al campo é arrivato un nuovo semidio- disse Chirone Mi fece segno di alzarmi e io andai da lui prima che continuasse il discorso -salutate Antonio Ren...-mentre stava per dire il mio nome si fermò, così come tutti gli altri ragazzi e tutti guardavano sopra la mia testa, così guardai anch'io, la cosa che vidi mi spiazzò un po, era un tridente che volteggiava su di me Il primo a interrompere il silenzio fu Percy -finalmente un fratello-disse urlando e corse ad abbracciarmi, tutti gli altri dissero: -Ave a te, figlio di Poseidone- e tutti i festeggiamenti ricominciarono, Mente guardavo gli altri ridere e scherzare, vidi Piper, era occupata e chiacchierare con un ragazzo mingherlino, avevo scoperto si chiamasse Leo ed era molto simpatico, mentre la guardavo pensai fosse davvero bella, ma dovevo scacciare quei pensieri dalla testa, non potevo innamorarmi così. Dopo il coprifuoco Percy mi fece vedere la casa e mi parlò tutta la sera di cosa avremmo potuto fare assieme e mi parlò anche di tyson, il nostro fratellastro ciclope che avrei conosciuto da li a poco. Quando mi addormentai feci dei brutti sogni che riguardavano ciò che mi era successo oggi, l'attacco della professoressa di motoria in primis. erano le 4.30 quando mi svegliai, mi alzai e vidi che Percy non era solo, Annabeth era coricata abbracciata a lui e dormivano pacificamente, come se gli incubi non li potessero attaccare quando stavano insieme, si vedeva che Annabeth aveva pianto e che aveva pianto sulla spalla di Percy, perché la sua maglietta era abbastanza bagnata sulla spalla sinistra, senza fare alcun rumore uscii fregandosene delle regole e raggiunsi la riva del lago, era un po che ero li e ancora non mi ero accorto che un'uomo in bermuda e camicia hawaiana mi guardava -chi sei- chiesi io titubante -come chi sono, sono Poseidone, tuo padre- rispose l'uomo lasciandomi senza parole, Visto che non dicevo parola continuò -penso di doverti delle spiegazione per non avermi mai conosciuto, ma è una regola, non possiamo infrangere le regole noi dei, soprattutto io, anzi, sei stato fortunato a trovare un'uomo che ti tratti come un figlio e che non ti faccia mancare niente, sappi però che sono sempre stato a vegliare su di te- -ti capisco- furono le uniche parole che mi uscirono di bocca -Sei pur sempre un dio, una cosa, da ora dovrei chiamarti papà?- - solo se lo vorrai figliolo- disse lui facendo un gran sorriso prima di scomparire. Angolo autore: Salve a tutti, spero questo capitolo vi sia piaciuto, vi prego non uccidetemi per aver messo jason con Reyna ahahah, penso che il terzo capitolo sarà pubblicato molto presto, ovviamente dipende dalle vostre recensioni e mi raccomando ditemi se la storia vi è piaciuta o no
   
 
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