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Autore: Pegasis    19/08/2015    0 recensioni
E siamo di nuovo qui, alla fine ho deciso di scrivere una mini-storia di 5 capitoli, dove parlerò di vari personaggi presente in questo mondo (dalla oneshot "La rinascita"). Sto somministrando a dosi, senza fretta e senza stare a spiegare troppo. Le recensioni saranno sempre gradite, di qualsiasi natura.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione!: consigliata la lettura della oneshot "La rinascita", essendo che la storia inizia basandosi su quell'evento.
Il cielo di piombo tuona, mentre le onde del mare si riversano sulla battigia con pigrizia. La camminata lenta di un cavallo nero imprime i suoi passi nella sabbia soffice; Daiyun tiene bassa la testa con gli occhi chiusi, a malapena si tiene in sella, poco dopo casca a terra. Il cavallo non si spaventò e né scappò, rimase lì fermo ad aspettare.
L’acqua salata bagnò con delicatezza il viso e i cappelli di Daiyun, ma questo sembrò che non si era neanche accorto che era steso a terra. Rimase così per svariato tempo, fino a che le gocce d’acqua dell’imminente temporale picchettavano le guance.
-Non voglio…
Disse a bassa voce, mentre la pioggia si intensifica. Il cavallo iniziò a leccargli la mano, il ragazzo fece una smorfia.
-Sembra proprio che non mi vuoi abbandonare, anche se…non mi sento degno d’avere compagnia.
Daiyun desiderò in quel momento di scomparire dal mondo, di morire sotto le grandi gocce di pioggia, cullato dalle onde gentili del mare.
-Non mi sento affatto degno di avere questi poteri, Divinità grigia. Rivoglio la mia vecchia vita…
Disse con voce spezzata, pensando alle parole dette dal Guardiano del suo villaggio.
 
“Diventando Chaika, abbandoni completamente la tua vita, e non potrai mai più averla.
Perché si diventa la rappresentazione divina in terra, sei il segnale, serve per gli umani come te di non dimenticare. Che c’è una divinità nei cieli che ci osserva.”
 
Gli occhi diventarono lucidi. Troppo in fretta, come sempre è stato. Un fulmine a ciel sereno che sconquassa la tua esistenza, entra con prepotenza, imponendo regole, entrando in un nuovo cerchio, abbandonando ciò che si conosce.
-Una maledizione…per me è così Laian...una maledizione.
Lo disse con un filo di voce, per poi chiudere gli occhi, assaporando quella sensazione di pace che lo avvolgeva; fino ad udire il rumore del mare come se fosse lontano da lui, perdendo il senso del tempo.
 
Riaprì gli occhi, un soffitto scuro di roccia lo accoglie al suo risveglio, iniziò a muovere le braccia.
-Non così in fretta figliolo, sei rimasto sotto la pioggia per non si sa da quanto tempo. Avevi la febbre altissima, e hai passato tre giorni sul letto.
-Dove mi trovo? Perché mi hai salvato?
Disse a bassa voce Daiyun.
-Dov’è il mio cavallo?
-Il tuo cavallo sta bene, e nella stalla adesso.
Rassicura la voce anziana del sconosciuto.
-Ma dimmi di te invece, perché eri lì disteso sulla battigia a prendere l’umidità? Non fa certo bene a un giovane Chaika.
-Allora hai visto…
-Sì figliolo.
La misteriosa figura si alzò e si avvicinò a Daiyun, vide un signore abbastanza avanti con l’età; i cappelli corti grigio bianchi adornano gli occhi celesti come anche la barba incolta e le rughe poco segnate.
Fece un leggero sorriso.
-Non mi sono presentato, mi chiamo Feroùf, e benvenuto nella mia umile dimora. Non sei lontano da dove ti ho trovato.
Daiyun chiuse gli occhi strizzandoli, come se si stesse concentrandosi.
-Siamo nelle colline tra la valle del Kandè e Toura?
-Esatto figliolo.
-Non mi dovevi salvare, io volevo morire in quella spiaggia.
Feroùf rise.
-Ah sei quindi uno che ripudi il tuo dono datoti in persona dalla Divinità grigia? Ne ho conosciuti molti, ma nessuno gli venne la geniale idea di morire assiderato sulla spiaggia.
Il ragazzo aprì gli occhi e lo guardò malamente, come per rimproverarlo.
-Mi devi scusare, ma non amo i Chaika che piangono su se stessi e si lamentano per tutta la loro esistenza; anche se pure io appena lo sono diventato ho pianto.
-Anche lei è…?
L’uomo scoprì il braccio destro dal mantello pesante, mostrando il ghirigoro.
-Sono rinato all’età di vent’anni, una frana minacciò il mio villaggio, e io ascoltai il canto. Appartengo alla classe dei Daira.
Daiyun rimase in silenzio, imbarazzato.
-Non ti devi preoccupare…A proposito come ti chiami?
-Daiyun, signore.
-Daiyun…Posso?
Indicò il suo braccio.
-Ehm…Sì.
Il ragazzo lo scoprì, Feroùf esamino attentamente i ghirigori.
-Decisamente classe dei Kanase. Complimenti, sei più utile di me quando si tratta di combattere.
Sentenziò lasciando andare il braccio, Daiyun lo ricoprì.
-Cosa significa Kanase? E poi esistono delle classi per distinguere i Chaika?
Domandò il ragazzo.
-Kanase…tradotto nella nostra lingua significa: colui che governa e custodisce l’acqua. Quindi sei capace di far sgorgare, scomparire l’acqua. E con essa puoi controllare i fiumi e laghi; controllando la loro capacità, potenza, velocità…Sei sostanzialmente un signore delle acque.  Hai degli ultimi ricordi…da umano Daiyun?
Porse la domanda con un tono di voce calmo e tranquillo.
Daiyùn si mise a sedere sul letto abbassando la testa.
-Ricordo…che stavo correndo contro qualcosa…
-Cos’era?
-Una piena di un fiume, sì stavo andando contro la piena…un canto…mi diceva di farlo…se non l’avrei fatto Il mio villaggio sarebbe distrutto.
Feroùf fece un sospiro.
-La divinità grigia dona i poteri a seconda di cosa stai andando incontro, Kanase nel tuo caso.
-Ma quindi io non sono l’unico? E perché le classi?
-Non sei il primo Chaika Kanase che conosco, se questo ti può sollevarti. Le classi sono state introdotte poco tempo dopo dalla nascita del primo Chaika, i studiosi di quel tempo ne scoprirono infatti cinque. Kanase, Manath, Sonaf,Haiyan, Daira….
 
**
-Dobbiamo denunciare l’esistenza di un nuovo Chaika.
Disse il capo del villaggio alla guardia.
-Siete stato testimone dell’accaduto?
-No ma questa ragazza sì.
Indicò a suo fianco Laian, si guarda intorno nervosa.
La guardia la guardò.
-Seguitemi vi porto dal capitano.
  
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