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Autore: Valu Valonsa    20/08/2015    1 recensioni
"Tu non sei la mia ragazza!"
Una frase che nessuno vorrebbe mai sentirsi dire, ma se accadesse cosa fareste?
Meglio rimboccarsi le maniche e guardare avanti.
Spesso quello che perdiamo torna sempre da noi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Quando il tempo ti cambia la vita.




 

Quando ogni uomo
avrà raggiunto la felicità,
il tempo non ci sarà più.
F. Dostoevskij


 

 

Bene. Grandioso.
Anzi male, malissimo.
La panchina del parco era gelida e così anche il mio sedere, che iniziava ad intorpidirsi stando schiacciato nella stessa scomoda posizione da ore.
Riguardai l’orologio ed erano passate esattamente due ore e 7 minuti, precisi.
Solo due ore in confronto a tutta la vita che mi si palesava dinanzi.
Tanti, tanti, tanti e tanti altri giorni senza rincorrerlo.
Quella mattina mi ero alzata con una carica bestiale e tanto di quel coraggio da far invidia ad un equilibrista, ma da due ore e 9 minuti era tutto sparito.
La discussione mi aveva sfiancata, la realtà mi era stata sbattuta in faccia troppo violentemente, a tal punto che mi era venuta voglia di massaggiarmi le guance. Mi ero sentita così fiacca e debole che nel tragitto di ritorno verso casa, avevo deciso di sostare un paio di minuti nel parco.
Quei minuti erano diventati oramai due ore e 12 minuti, precisi.
Più del dolore stranamente fisico, realizzavo sempre più che ero stata una completa scema. Non avevo ascoltato mai nessuno, non avevo dato retta ai segnali, ai gesti che di colpo erano diventati così chiari e definiti.
Una scema.
E come una stupida aspettavo il vero risultato per cui avevo intrapreso quella crociata: un senso di pace.
Ero partita in quarta e sicura di ciò che avrei voluto finalmente dirgli, perché ero arrivata al limite di sopportazione. Dopo cinque anni trascorsi a inseguirlo avevo bisogno di mettere un punto. Quei segnali ambigui, quei sorrisi, quelle carezze e quel quasi bacio di qualche settimana prima dovevano trovare una collocazione, o sarei impazzita.
E dopo esattamente due ore e 15 minuti mi resi conto che non ci sarebbe più stata gelosia, né dubbi. Nessun rimorso, né rimpianti. Avevo finito di piangere lacrime amare e di attenderlo all’infinito.


Tu non sei la mia ragazza.”

Avevo ricevuto la risposta che tanto agognavo.
E faceva dannatamente male.
Stanca di rimuginare ancora mi alzai, provando un’immediata fitta al sedere.

“Cazzo!”
Imprecai, maledicendo me, la panchina, il parco, il mondo intero. Indolenzita e un po’ zoppicante mi incamminai verso casa, riaccesi lo smartphone , precedentemente spento  e  respirai a fondo.
Mi confortava il pensiero che quelle sarebbero state le ultime ore perse dietro quel citrullo, ne avevo davvero abbastanza di ridurmi come uno zerbino.
Purtroppo ero anche cosciente che la chiusura definitiva di un capitolo tanto lungo, sofferto e sentito non avrebbe incluso l’esser felici.
Non subito almeno, ma potevo sempre lavorarci su.

   
 
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