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Autore: MusicAddicted    20/08/2015    8 recensioni
Dominic e Matthew si sono finalmente decisi a vivere insieme... siamo certi che sarà tutto rose e fiori?
Una fic stupida che più stupida non si può... (con un po' di pepe a un certo punto)
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fancy Dress'
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Da questo prompt (originariamente in Inglese):
Dom che si comporta da mogliettina con Matt. Solo un mucchio di cavolate domestiche. Bucato, cucinare, fare pulizie... magari entrambi sono incredibilmente gay e molto ‘mogliettine’.
Se possibile niente AU e niente cambiamento di sesso, manteneteli maschi.
Tenero. Sexy. Qualsiasi cosa. Anche entrambe!
 
Questa storia è per ILurveBoxerDogs, semplicemente perché il prompt è suo. E’ lei il genio, io sono solo un’umile esecutrice, spero di non aver combinato un disastro!
Warning: Un po’ di linguaggio colorito e... ehmm... cross-dressing, sì. Sicuri che vi ci volete addentrare? ^^’

E’ la BHAR era, forse la migliore, semplicemente perché ho un disperato bisogno di cose allegre e di prendere il più possibile le distanze dalla realtà... chiedo venia per questo ennesimo delirio.

Disclaimer: nulla di tutto ciò è mai successo, non conosco nessuno dei personaggi citati né tanto meno scrivo per soldi, altrimenti farei la fame da un bel pezzo XD

Riassunto: Dominic e Matthew si sono finalmente decisi a vivere insieme... siamo certi che sarà tutto rose e fiori?

Una fic stupida che più stupida non si può...
 
 

Il gran giorno era finalmente arrivato.

Dominic non vedeva l’ora che quel momento arrivasse. No, non sarebbe carino dire che lui aveva iniziato a fare il countdown dei giorni, apponendo una X rossa ogni mattina, sul suo calendario da parete, nel corso dell’ultimo mese.
Aveva una reputazione da mantenere!
Ad ogni modo, aveva buttato via il suddetto calendario da parete, così, per andare sul sicuro.

Un beep dal suo telefonino lo distrasse dalla sua attività.

‘Sono appena arrivato a Heathrow. Sarò da te fra poco, baby ;) Il sogno finalmente si è avverato. X. M’

Dominic sorrise leggendo quel messaggio e digitò velocemente la risposta.

‘Non vedo l’ora di stringerti fra le mie braccia, tesoro! Ti sto facendo un po’ di spazio... soprattutto nel mio letto!!! D’

Aveva un’ora, più o meno, per ultimare tutto e far sentire Matthew il benvenuto a casa sua. A casa loro. La loro convivenza.
Non sarebbe stata la prima volta che condividevano una casa insieme, ma la differenza era che stavolta entrambi erano pienamente consapevoli dei loro sentimenti.
Magari non erano ancora pronti per affrontare i media e rendere la loro storia d’amore ufficiale, ma almeno erano pronti a non nascondersi più fra di loro.

Il tour di Black Holes and Revelations era finito, ma loro volevano ancora passare un sacco di tempo insieme, quindi quella era la miglior decisione che potessero prendere.

Dominic riuscì a sbrigare le ultime faccende, prima di vedere il taxi dalla finestra.
Matthew scese dal taxi, portando con sé il suo trolley e una specie di pacco molto ingombrante.

Attesero finché il taxista non sparì dalla loro visuale.
Del resto non c’era nessuno nei dintorni: quella era un’occasione perfetta per un dolce bacetto.
Naturalmente, all’interno delle mura di casa sarebbero stati più al sicuro, ma baciarsi sotto il porticato era molto più romantico!

Una volta soddisfatti, Dom prese il trolley di Matt e lo trascinò in casa. Matt seguì il suo miglior amico.

“Questo è solo lo stretto necessario, prenderò le altre mie cose gradualmente...” spiegò Matt, attraversando la soglia. “Ma c’era uno dei miei ultimi acquisti e quello non lo potevo proprio lasciare a Como un secondo di più!” aggiunse, scartando il pacchetto.
“Oh, quindi non è un regalo per me?” intuì Dom, un po’ contrariato.
“Sì e no... vediamolo più come un regalo per la nostra casa. Eccolo!” finì di scartarlo Matt, esponendo così un grande poster incorniciato.

Un poster davvero inquietante.
Era tutto in bianco e nero, diviso a metà. Nella prima metà c’era una mezza faccia di un uomo con una mano pressata sulla sua testa e gli occhi sbarrati, probabilmente in preda al terrore; nella seconda metà c’era una foto di un uomo terrorizzato, intrappolato dentro a una camicia di forza, con un secondo uomo che lo teneva fermo e un terzo che lo stava torturando. Una scritta bianca, ‘MK ULTRA MIND CONTROL’ sopra univa le due metà.

“E’ uno scherzo, vero? Non voglio quell’orrore appeso nel mio bellissimo salotto!” protestò vigorosamente Dom.
“Non ti piace?” si accigliò Matt, sconcertato.
“Non so nemmeno esattamente cosa sia, so solo che mi mette i brividi!” stridette il più grande.

“E’ il progetto MK Ultra, una specie di insano, secreto, pericoloso e soprattutto proibito insieme di esperimenti per cercare di controllare la mente umana... è così affascinante, ci dovrei scrivere qualcosa a riguardo!” spiegò il più giovane, tutto esaltato.
“Non mi interessa cosa sia e cosa vuoi scrivere... è solo che non ce lo voglio!” insistette il biondo.

“Ma... darebbe alla casa un tocco così intellettuale!” tornò all’attacco il moro.
“Non. Nel. Mio. Maledetto. Salotto.” ringhiò Dominic.
“Okay. Che ne dici della camera da letto allora?” si azzardò a chiedere Matthew.
“Che cosa?! Così è pure peggio. Mi vuoi forse causare notti insonni?” si lamentò il batterista.
“Non potrebbe mai accadere.” mormorò il pianista, avanzando verso di lui. “Ti terrei stretto, stretto fra le mie braccia, ogni notte, scacciando via tutti i tuoi brutti sogni.” gli sorrise dolcemente, dandogli un bacio a stampo.

“Mm.. carino, ma, non esiste proprio, quella cosa non ci entrerà mai nella mia stanza!” affermò Dom, risoluto.
“Quindi cosa? Non puoi aspettarti che mi sbarazzi di quel poster, ho avuto una lunga lite con Gaia per ottenerlo e ho affrontato un viaggio piuttosto scomodo per portarlo qui!” si giustificò Matt.

Dominic non riusciva a credere che Gaia avesse sul serio tentato di sottrargli quel poster inquietante, ma maledì il fatto che lei aveva fallito.
Le ex-fidanzate erano inutili!

“Okay, Matt, quella dannatissima cosa te la puoi anche tenere, solo... non qui, la metterai in un posto dove la puoi vedere solo tu: la tua stanza da piano.” trovò un ragionevole compromesso Dom.
“Avrò una stanza da piano?” gli domandò Matt, con gli occhi che sfavillavano per la meraviglia.
“Sicuro che l’avrai. Al momento è solo una stanza, ma non appena ci metterai un pianoforte dentro lo sarà.” gli fece l’occhiolino Dominic.
“Aww, Dommie!” lo abbracciò il più giovane, riconoscente.
“Quindi ora fammi un favore e va’ ad appendere quell’orrore da incubo nella tua stanza!” ordinò il biondo, soddisfatto solo quando vide l’altro obbedirgli.

“Fatto! Possiamo cenare adesso?” gli domandò Matthew, una volta compiuto quel compito.
“Certo che sì, dove vuoi andare?” offrì Dominic.
“Perché, non possiamo restare qui?”

“Cucinare o ancor peggio, far cucinare a te dopo che ho pulito la cucina tutto il giorno? Io non credo maledettamente proprio. Prenderci una pizza o qualsiasi cibo take away qui? Te lo puoi anche scordare, finirebbe con te che mi rovini il divano, dopo che ho pulito il salotto tutto il giorno!” protestò vivamente il batterista.
“Beh, sono definitivamente troppo esausto per cucinare, quanto al take away... perché credi che finirebbe inevitabilmente con me che mangio sul tuo sofà?” brontolò Matt, un po’ offeso.
“Perché ti conosco, bello mio!” ridacchiò Dom. “Perciò ora, andiamo a vestirci così possiamo uscire!”

Matthew ridusse i suoi occhi a due gelide fessure, in direzione del compagno.

“Dimmi, Dom, sarai così ossessivo e comandino ogni singolo giorno?” Lo interrogò, piuttosto preoccupato.

Dom gli fece una linguaccia.

“No, soltanto quando pulisco casa!”

Matthew non poteva ancora immaginare che Dom era solito pulir casa almeno cinque giorni su sette... beh, avrebbe avuto il tempo per scoprirlo.

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“Matt, per favore, potresti prenderti il disturbo di alzare i piedi?” gli chiese Dom con finta gentilezza, facendo ringhiare minacciosamente il suo aspirapolvere.
“Accidenti, Dom! Hai già pulito questa casa ieri, e il giorno prima di ieri!” borbottò Matt dal sofà, ma comunque alla fine sollevò i piedi.
Per la cronaca, quello era il loro terzo giorno di convivenza.
“Ed ecco perché non abbiamo capre che fanno colazione con noi!” rispose Dominic con un’alzata di spalle, spingendo il bocchettone dell’aspirapolvere sotto il divano.

“Per l’inferno maledetto, Dom, vacci piano! Sono certo che niente di male accadrà se permetti alla polvere di restare in questa casa per un giorno o due!” alzò gli occhi il moro. “Quand’è che esattamente ti sei trasformato in un Nazi- maniaco delle pulizie? Voglio dire, abbiamo vissuto insieme anche prima... e passavamo la maggior parte dei nostri giorni sul pavimento, a mangiar pizza o qualsiasi altra robaccia, spensierati e felici!”
“Dimentica quei giorni, se ne sono andati per sempre!” ribatté il biondo. “Ora chiudi il becco e fammi finire il mio lavoro!”

“Nel caso non lo avessi notato, io stavo guardando una partita di calcio qui, e tu e il tuo amico pulente siete un po’ troppo rumorosi per i miei gusti!” protestò Matthew, indicando la TV.
“Oh, ma fammi il piacere, non stai prestando attenzione alla partita, non sai nemmeno il risultato! Tutto quel che fai è continuare a fissare quel rilevante numero di ... bellissimi ragazzi in calzoncini e uh... maglie molto attillate...” asserì Dom, mostrando sempre più interesse verso ciò che stava guardando.

“Hai dannatamente ragione, mio caro. Ed è ancora meglio quando sudano!” annuì Matthew, leccandosi le labbra. “Inoltre, c’è una tale tensione sessuale irrisolta tra alcuni giocatori che quasi ho l’impressione di guardare più un film porno gay che una partita di calcio!” ridacchiò, facendo ridere anche Dom.

“Lo sapevo che guardavi questa roba con un secondo fine! Non potevi esserti tramutato in una sorta di secondo Chris!” ridacchiò il batterista.
“Sai, devo tenermi occupato, dato che pare che il mio ragazzo ormai abbia una tresca con il suo aspirapolvere!” finse di accusarlo Matthew.
“Scemo!” ridacchiò Dom, prendendolo a cuscinate.
“Dico, sei pazzo?! Stai rovinando il tuo preziosissimo cuscino leopardato, dopo che l’hai spiumacciato almeno cinquanta volte!” gli fece notare Matt, fra le risate.
“Diciamo che ho trovato un suo più soddisfacente uso!” ribatté Dom, colpendo Matt col cuscino ancora e ancora.

Tutto ciò velocemente diventò una scherzosa battaglia tra i due innamorati, sul divano.

“Quindi sei proprio sicuro che non ti puoi concedere un break dalle faccende domestiche e goderti insieme a me questi bellissimi ragazzi che corrono?” propose Matthew, sopra il suo migliore amico, stando a cavalcioni su di lui.
“Immagino che posso... per un po’!” si arrese Dom, spingendo via Matt per potersi mettere più comodo sul divano. “E solo se poi mi aiuti a risistemare il divano!” lo ricattò.
“Affare fatto, ma ora rilassati e basta...” esortò il biondo Matt, accoccolandosi accanto a lui.

“Sai, Mattie, faresti sempre bene ad assicurarti di avere una casa presentabile. Potrebbe succedere di tutto...” cercò di giustificarsi Dom, mentre faceva dei leggeri grattini sulla pancia di Matt, attraverso il tessuto della sua T-shirt.
“Mm... come ad esempio?” domandò Matt, facendo le fusa come un gatto e inarcando la schiena.

“Non saprei... ecco, metti caso che la Regina venisse qui?” azzardò Dominic.
“La regina? Accidenti, Dom, perché mai la Regina dovrebbe venire qui?” scoppiò in una risata fragorosa Matt.
“Beh, Buckingham Palace potrebbe dover affrontare dei lavori di ristrutturazione, quindi è nostro dovere di sudditi Inglesi offrirle rifugio nella nostra umile dimora...”
“Naaah,  non suoni convincente!” scosse la testa Matthew.
“Okay, allora.. e se per qualsiasi ragione, venisse qui Tony Blair?” fece un altro tentativo Dom.
“Oh, magari venisse qui, avrei giusto un paio di cosette da dirgli!” replicò Matthew, con la sua migliore attitudine battagliera.

Dominic capì che doveva ricorrere a esempi molto meno ambiziosi e molto più probabili.

“E se Chris o Tom venissero qui, all’improvviso?”
“Oh ti prego, sono abituati a molto peggio; ricordi quei giorni dove eravamo soliti a vivere sul pavimento, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette?” fece spallucce il moro.

Ma Dominic doveva ancora giocarsi il suo asso nella manica.

“E se gli Zeta ci invadessero?”

Matthew balzò immediatamente via dal divano.

“Oh mio dio, hai ragione! Questa casa è un porcile! Che figura ci faremmo? Già ci giudicano una razza inferiore, vediamo di non peggiorare le cose!” sproloquiò, afferrando l’aspirapolvere e finendo il lavoro per Dom, che sorrise astutamente a se stesso.

Menzionare gli amati/odiati/temuti Zeta di Matt funzionava sempre.

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“Sveglia, sveglia, dolcezza!” canticchiò Matthew con la sua melodiosa voce, scuotendo Dom in modo soft.
Il biondo si stiracchiò, mugugnò e pigramente aprì gli occhi.

“’ngiorno, ‘more...” sbiascicò, stropicciandosi il viso.

“E’ una bellissima giornata e mi sento così bene che ho voluto fare qualcosa di carino. Ho preparato la colazione, se mi raggiungi di sotto ci sono uova, bacon e pane tostato che ti aspettano!” lo informò, fiero di se stesso.

Ancora un po’ addormentato, Dom scese con lui, capendo che stava dicendo il vero.

“E la cucina è ancora pulita e senza una macchia... sono senza parole, Mattie!” sentenziò Dominic, quasi incredulo, sedendosi a tavola e cominciando a mangiare.

Il sorrisone orgoglioso di Matthew si allargò.

“Si direbbe che una settimana di convivenza mi stia cambiando in meglio!” dichiarò pomposo.

“Immagino di sì...” sorrise estatico Dom, prendendo una forchettata di uova strapazzate. “Cos’è questo rimbombo?” gli chiese.
“Uh, niente, sto solo facendo il bucato.” fece spallucce Matt.
“Tu? Da solo?” sghignazzò Dom, ancora più incredulo.

“Dannazione, sì, ci ho provato, non mi sembrava così complicato. Ho messo dentro un po’ di mie camicie e calzini bianchi, più un paio di jeans bianchi.” lo informò il compagno. “Ma era ancora troppo vuoto, allora ci ho aggiunto i tuoi jeans stretti.”

Dominic per poco non si strozzò col pane tostato.

“Aspetta un attimo. Que... quelli co-colorati?” ebbe qualche difficoltà a interrogarlo.

“Certo, quelli gialli, i rosa shocking e i verdi.” confermò Matthew, cominciando a chiedersi se avesse fatto la cosa giusta.

A giudicare dal volto istantaneamente più pallido di Dom, probabilmente non era così.

“Hai messo le tue cose bianche con le mie colorate... senza nemmeno un acchiappa colore?” ricapitolò Dom, terrorizzato.
“Senza un.. cosa?!” fu la deludente risposta di Matthew.

Il batterista si precipitò alla stanza della lavatrice.

“Ha quasi finito, l’ho fatta iniziare un’ora fa.” lo informò Matt, chiedendosi quale fosse l’enorme errore che aveva potuto commettere.
“Beh, allora aspetteremo che finisca. Ad ogni modo, Matthew, ultime notizie, non dovresti mai lavare capi bianchi e colorati insieme. Mai e poi fottutissimamente mai!” sbottò Dominic, perdendo la sua così proverbiale pazienza.
“Non lo sapevo, volevo solo farti felice... mi dispiace così tanto, ti comprerò dei nuovi jeans!” promise Matthew, disperato.

Di fronte a quegli occhi blu oceano tristi, da cucciolo bastonato, Dom era inerme.

“Lo so che non l’hai fatto di proposito, tesoro, e apprezzo il gesto. Vediamo solo quanto tremendo sarà il danno ...” sospirò, calmandosi.

Attesero l’ultimo ciclo di centrifuga come se le loro vite dipendessero da quello.
Beh, di sicuro la vita di Matt dipendeva da quello. Se avesse rovinato i jeans preferiti di Dom, probabilmente non sarebbe sopravvissuto per diffondere la notizia.

Dominic aprì l’oblò della lavatrice in preda al panico e Matthew cominciò a pregare.

“Devi essere nato sotto una buona stella...” esalò un sospiro di sollievo Dominic, controllando i suoi tre paia di jeans e scoprendo che erano rimasti tutti intatti.
“Oh, Dommie, sono così contento! Giuro che ho imparato la mia lezione!” ammise Matthew, sollevato allo stesso modo.

“Beh, temo che le tue cose abbiano dovuto pagare il prezzo delle tue azioni sconsiderate.” informò Matt Dom, gettandogli i suoi calzini e camicie.
“Perché?” mugugnò Matthew, prima di accorgersi che non aveva più vestiti bianchi. I suoi calzini, così come le camicie e i suoi jeans originariamente bianchi erano un miscuglio di ogni sfumatura di giallo, rosa e verde.

“Mi dispiace, Mattie...” gli diede una pacca sulla spalla Dominic.
“Ti dispiace?! Dom, è semplicemente fantastico! Non ho mai avuto vestiti tanto fighi, non vedo l’ora di mostrarli al mondo!” fece un sorrisone il cantante, abbracciando il suo bucato.

Dom lo fissò basito, con un solo pensiero nella mente.

- A volte questo ragazzo è un mistero perfino per me!-

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“Non ci siamo proprio, Matt, non puoi mangiare i cracker sopra al tuo piano!” starnazzò Dominic, precipitandosi alla stanza da pianoforte – che finalmente, dopo due settimane, aveva un pianoforte dentro – armato di aspira briciole. “Non hai idea di quanto sia difficile rimuovere le briciole dai tasti!” brontolò, spingendo via il pianista.

Quella fu per Matt la goccia che fece traboccare il vaso.

“Dannazione, Dom, io non posso sopportare più tutto questo! Credevo che vivere insieme sarebbe stato una gran figata, un’avventura senza fine, che ci saremmo divertiti come pazzi... invece, accidenti, tu sei così dannatamente noioso!” sfuriò, prendendo il suo cappotto e uscendo.

“Sì, bravo, levati un po’ dalle palle, così finalmente posso fottutamente pulire in santa pace!” gli gridò Dominic, prima che Matt sbattesse la porta principale.

- Noioso un cazzo, ti farò vedere io! – ponderò, determinato.

Probabilmente Matt aveva ragione, era stato un po’ ossessivo con la faccenda delle pulizie, dopo tutto.

Se Matthew voleva divertirsi, Dominic l’avrebbe fatto divertire un bel po’.

Necessitava soltanto di un po’ di tempo e di shopping davvero speciale.

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All’incirca un paio di ore dopo, verso il tramonto, Matthew rincasò.
Quella lunga passeggiata lo aveva aiutato a calmarsi.

Del resto, Dominic voleva solo che tutto fosse perfetto e stava lavorando duramente per questo. Inoltre, Matthew conosceva Dom molto bene, era sempre stato un tale perfezionista!

La cosa positiva era che non aveva bisogno di bussare alla porta. Lui aveva già la sua copia delle chiavi.

Quando entrò, non c’era nessuno nei paraggi e le luci erano soffuse.

“Dom?” lo chiamò esitante il chitarrista.

Udì il rumore di passi che si avvicinavano. Un suono di tacchi.

“Bentornato, Mr. Bellamy!” Matt sentì una voce molto familiare, ma sotto spoglie decisamente non familiari.

Dominic gli si stava avvicinando, indossando un paio di scarpe col tacco a spillo e una divisa da cameriera estremamente sexy.
Aveva un incantevole abitino nero da cameriera, cortissimo, trasparentissimo, così tanto che Matt poteva chiaramente vedergli gli addominali, i pettorali e i capezzoli.
Dom aveva anche un colletto e dei polsini color rosa glitterato e  un grembiulino dello stesso colore, talmente minuscolo che a malapena copriva il suo – aspetta, era leopardato?- perizoma.

Una cuffietta ugualmente rosa glitterato abbelliva i suoi capelli biondi, ora più lunghi, legati in una treccia che gli accarezzava la spalla sinistra.
Inoltre si era messo del lip gloss rosso e l’eye-liner.
In una parola, era bello da togliere il fiato e a Matthew era già diventato durissimo per lui.

“Ma.. cosa?” il moro aveva cercato di spiccicare qualche parola.
“Oh, Mr. Bellamy, ha l’aria così stressata...” gli camminò più vicino Dom, togliendogli il cappotto. “Deve aver avuto proprio una giornataccia. La prego, lasci che l’aiuti a migliorare le cose.” mormorò, soffiando aria bollente nel suo orecchio.

Lo prese per mano e lo condusse al divano.

“Si sdrai qui e mi aspetti.” lo istruì e il pianista obbedì, tanto confuso quanto arrapato.

Dominic era una tale visione!

Il biondo/la bionda sparì dentro la cucina e tornò dopo pochi minuti, reggendo un vassoio con un bicchiere di vino rosso.
Con perfetto equilibrio, a dispetto dei tacchi, riuscì a portarlo a Matt.
Dom prese il bicchiere, piegandosi verso di lui di proposito. Gli passò il bicchiere, sfregando il petto contro la sua spalla.

“Uh, grazie molte.” balbettò Matthew, sorseggiando il delizioso vino.
“C’è nient’altro che possa fare per lei, Mr. Bellamy?” mormorò Dom, sinuoso come un felino.
“Certo che puoi, cameriera sexy!” Fece l’occhiolino l’altro al suo compagno.

“Oh, Mr. Bellamy, così mi ferisce. Non riesce nemmeno a ricordarsi il nome della sua cameriera preferita?” si finse offeso Dom.
“Perché non mi rinfreschi un po’ la memoria, bella bambolina?” sussurrò Matthew, accarezzandogli il viso con il dorso della mano.
“Sono Dominique,” lo informò il biondo, prima di strisciare sul divano. “E sono a sua completa disposizione.”
“Dominique. Come ho potuto mai scordarmi un nome così meraviglioso?” finse di scusarsi Matt. “Per favore, non è che mi massaggeresti le spalle? Mi sento così teso.”

“Certo che sì.” annuì Dom, mettendosi a cavalcioni su di lui e cominciando  massaggiargli le spalle.
“Ooh.. c’è giusto un punto.. oh sì, proprio lì. Dominique, sei fantastica!” gemette Matthew, godendosi quel momento sempre di più.

Dom lo sfidò con lo sguardo, mentre si passava la lingua sul suo labbro superiore, adornato di gloss.

“Chi lo sa, Mr. Bellamy, magari se sono una ragazza fortunata stanotte non massaggerò soltanto le sue spalle.” insinuò lui, sfregando il proprio inguine contro quello di Matt, di proposito.

Matthew sorrise al suo partner, mentre le sue dita lunghe e affusolate giocherellavano con la sua treccia.

“Oh, mia bellissima Dominique, ci sono alte probabilità che questo avvenga.” fece un sorrisetto sfrontato. “Ma adesso che ne dici di farmi scoprire che sapore quelle tue labbra lucide di gloss, così tentatrici hanno sulle mie?” chiese con insistenza.

Detto, fatto. In una manciata di secondi, i due innamorati erano impegnati in un appassionato bacio affamato, mentre i loro corpi chiedevano un contatto molto più soddisfacente.
Senza interrompere il loro bacio, Dom aprì la camicia di Matthew e gli tirò giù i pantaloni.

La sua mano stava per intrufolarsi sotto i boxer del compagno, quando il biondo si fermò deliberatamente, alzandosi dal divano.

“Aspetta, Dominique... ma che...” protestò Matt, estremamente bisognoso e insoddisfatto.

Dom si strappò la cuffietta dalla parrucca e la gettò a Matt.

“Azzardati a dire ancora che sono noioso e giuro che tu dormirai sotto a un ponte!” chiarì il suo punto. “Ora me ne vado in camera. Vieni da me solo quando ti sentirai pronto a farti perdonare da me!” gli ordinò, andando verso le scale. “Chi lo sa? Magari se sei fortunato mi troverai ancora vestito così!” aggiunse con un occhiolino sexy, prima di andar al piano di sopra, lentamente e fece del suo meglio per ancheggiare come si deve ad ogni gradino.

Matthew lo guardò dal divano, rapito, con una sola certezza nelle sua mente.

- Vivere insieme sarà molto eccitante!

--
FINE

Oh, andiamo, povero Matt, ha fatto pure il bucato, se la meritava una chicca :P

Beh, nel caso vi stiate chiedendo quant’era inquietante quel poster.... ecco qui
http://i59.tinypic.com/29ld1eu.jpg

Quanto alla mise sexy di Dom, provate a immaginarvelo vestito così:
http://i60.tinypic.com/w7na09.jpg

Il mio cervello ha bisogno di assistenza, lo so *fugge via*

Qualsiasi cosa pensiate, anche la peggiore, sentitevi liberi di dirmela...

Se vi ho strappato anche solo un micro sorriso, allora sono riuscita nel mio intento ^^
 
So che suona come una minaccia, ma tornerò... con un altro prompt #soon
   
 
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