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Autore: _Teartheheart    21/08/2015    0 recensioni
All'età dei diciotto anni, Violet e Louis i due ragazzi della camera 312 e 313, abbandonarono l'orfanotrofio i cui avevano vissuto per tutta la loro vita, andando a lavorare per delle famiglie ... o almeno loro credevano fosse così.
I due si ritrovano ad Asgard, l'accademia delle creature magiche, maghi, streghe, banshee, fate ... scoprono di avere poteri magici, di dover combattere contro un male più grande di loro, qualcosa che pensavano esistesse solo nei libri.
Avventura, amori, morti, misteri ... cosa accadrà ai due ragazzi?
Chi vivrà alla fine?
Chi morirà?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Asgard. 

“Ognuno deve coltivare dentro di sé una serie di qualità che possono sembrare in contraddizione, come per esempio: innocenzaautocontrollofedeaudacia... Attivare la magia richiede molto coraggio, anche una certa purezza e un profondo lavoro su se stessi.” 




Londra, 12 Aprile 1997. 

Erano le ore 17:30 del pomeriggio, nell'orfanotrofio il silenzio era assordante, tutti i bambini abbandonati dai genitori risedevano nelle loro camere. 
Nelle camere 312 e 313 vivevano due ragazzi della stessa età, diciotto anni avevano, erano cresciuti tra le grige mura di quella catapecchia, oramai conoscevano ogni specie d'insetto, non era certo un passatempo divertente, è vero, ma per loro era il passatempo più bello che potesse esistere. 
Nella camera 312 dormiva una ragazza dai lunghi capelli neri e dagli occhi castani, era minuta e il suo viso ricordava tanto un angelo, il suo nome era insolito quasi fiabesco, un nome datogli dalle inservienti che l'avevano accolta nella tenera età dei suoi due anni, abbandonata fuori i cancelli dell'orfanotrofio, con solo un piccolo ricordo della sua vera famiglia, una coperta con incise due lettere V.D
da quella ''V'' nacque il nome che le inservienti le diedero ovvero: Violet, un nome delicato, dolce. Da quella sera le inservienti crebbero quella bambina con tanto amore e rispetto, come mai fatto per nessun'altro tranne per il bambino adesso ragazzo della camera 313, in quella camera viveva lui, il ragazzo, che cresciuto con Violet aveva avuto le stessi attenzioni di quest'ultima, per questo allontanati dal resto del gruppo due bambini, il nome del ragazzo era Louis, 
il suo nome fu ritrovato nel cestino in cui fu lasciato, anche lui alla tenera età di due anni, anche lui lo stesso giorno in cui fu lasciata Violet, gli occhi blu di quel bambino fecero innamorare chiunque li si avvicinasse, le labbra sottili, il colorito biancastro, e il sorriso che illuminava le giornate più buie. 
Quel giorno Violet e Louis, avrebbero preso il cammino per la loro nuova casa, non avendo dove andare, non avendo un lavoro la padrona dell'orfanotrofio, Miss Shailene trovò una casa dove i due ragazzi potevano lavorarvi e viverci allo stesso tempo, di certo non vi era un salario molto alto, ma bastava per entrambi, avendo vitto e alloggio potevano spendere quei pochi spiccioli come meglio credevano. 
Louis era riuscito a svignarsela dalla sua camera per andare in quella di Violet, dove voleva passare gli ultimi istanti insieme, in quella vecchia catapecchia che loro chiamavano: Casa. 
«Andiamo Violet, sarà stupendo, e finalmente potremmo capire cosa ci sta accadendo» quando uno dei due provavano dei sentimenti contrastanti verso i bambini che gli andavano contro, succedevano dei fatti strani intorno a loro, le luci si abbassavano improvvisamente, i bicchieri si spostavano misteriosamente, come per magia. 
Louis affermava che loro due erano speciali, che provenivano da un mondo fantastico e che insieme avrebbero trovato quel mondo, ma era un modo per evadere da ciò che era la realtà. 
Violet non credeva mai alle sue storie fantastiche, certo da bambina era bello pensare che lei avesse dei poteri, che provenisse da un mondo parallelo a quello dove viveva al momento, ma la magia? Quella esiste sole nei libri fantastici. 
«Louis, promettimi che staremo sempre insieme, promettimi che niente ci dividerà, mai» sul volto bianco della ragazza fuoriuscirono delle lacrime, che Louis con la sua mano destra asciugò dolcemente «Mai» 
Qualcuno bussò alla porta, era Anne una delle inservienti, Louis impaurito andò a nascondersi sotto il letto di Violet, mentre lei finse di leggere un libro, il primo che trovò sul comò «Violet, hai visto Louis» 
scosse il capo per dire no, la donna dal corpo esile e dai lunghi capelli biondi si avvicinò «Louis, esci e Violet si più convincente la prossima volta»
«Come hai fatto a capirlo? Ho scosso solo il capo» rispose lei quasi estasiata, Anne rise della sua buffa espressione per poi sospirare, Louis uscì chinando il capo colpevole della sua azione «Siete pronti?» domandò lei, i due annuirono, Violet un po' triste 
«Tesoro, ci scriveremo, non vi abbandonerò, ve lo prometto» un bacio sulla guancia e un'ultimo sguardo tra Louis e Violet, prima di prendere le proprie cose e andare via. 
Un grosso autobus li attendeva all'esterno dell'orfanotrofio, ovviamente nessuno era venuto a salutarli, nemmeno le inservienti, e li per loro fu strano, perché nemmeno loro erano venute? Ma forse semplicemente vederli andare via, per loro era triste. 
Fu questa la scusa che si rifilarono per non starci troppo male. 
Saliti sull'autobus per loro troppo grande per trasportare solo loro due, diedero uno sguardo al pilota che non disse nemmeno una parola, era un uomo robusto dai folti capelli ricci e neri, il colore degli occhi non si vedeva a causa dei grossi occhiali scuri che indossava, la barba lunga e poco curata, e una divisa dallo colore strambo, ero un camice dal core smeraldo, insolito per il suo lavoro, non che loro avessero mai visto altri piloti. 
Comunque non diedero molto conto a quest'ultimo e si andarono a sedere negli ultimi posti, per rimanere in disparte. 
Quando i due si sedettero non fecero in tempo a dire qualcosa se non a urlare che l'autobus partì a velocità della luce, Violet urlava il nome di Louis e viceversa ma nessuno riusciva ad udire niente, se non l'aria che dalla forte velocità arrivava come artigli nelle loro facce. 
D'un tratto sembro che la strada non esistesse più, come se l'autobus si fosse materializzato, e tutto ciò che vedevano era una luce bianca, ed era come essere risucchiati da un buco, una sensazione strana. 
Violet tentò di chiudere gli occhi, pensò che fosse tutto un incubo e che da li a poco si fosse ritrovata nella sua vecchia camera, ma non fu così, per qualche secondo il vortice continuò a girare e poi, un rumore simile ad un boato fece le fece riaprire gli occhi. 
«Che diamine è accaduto?» chiese lei più a se stessa che a Louis, il ragazzo si alzò andando verso il pilota, pronto a dirgliene quattro ma proprio quando era pronto a parlare le porte dell'autobus si aprirono e una donna anziana, dal mantello nero e il cappello a punta lo guardò sorridendo «Benvenuti ad Asgard miei cari, vi aspettavamo» 
Violet si avvicinò frettolosa a Louis, respirando a fondo «Dove siamo? Non dovevamo andare in quella casa che» la donna la bloccò all'istante continuando lei «Non temete, quella era una destinazione top secret, non potevano dirvi dove realmente sareste andati, il genere umano non può sapere di noi, è proibito, qui ad Asgard imparerete l'arte del vostro dono, e sarete addestrati per combattere» 
Louis prese la mano stringendola forte, non si azzardavano a dire niente, si guardavano intorno non capendo cosa stesse accadendo, sembrava essere un grande castello, dai muri di pietra, e un cancello di ferro che contornava l'aria, guardando le sbarre si poteva vedere qualcosa: un velo in trasparenza che bloccava qualsiasi cosa potesse entrare, come un campo magnetico. 
«Vi prego di seguirmi» entrando in quella dimora, gli occhi di entrambi non potettero non far caso ai grandi quadri che vi erano appesi nei muri, e ahimè Violet li aveva visti muoversi, forse erano solo i suoi occhi, o forse credeva che ancora stesse sognando, continuava per quella strada, stava per forza sognando. 
Delle grandi statue che ritraevano Angeli dalle grandi ali, al loro passare fecero un'inchino e li Violet e Louis si allontanarono «Oh non preoccupatevi, vi abituerete presto qui» disse la donna
«Sarete assegnati a degli insegnanti, ognuno di loro capirà in quale genere siete adatti, quale ruolo riservate, siamo sicuri che sarete eccezionali, non per niente avete vissuto in quell'orfanotrofio per tutto questo tempo, i vostri genitori dovevano nascondervi e»
«Voi sapete dei nostri genitori?» chiese Violet «Questo non dovevo dirlo, ve ne parleranno poi i vostri insegnanti, venite prego» 
Aprendo una grande porta, alta sino al soffitto dal color smeraldo, i due si ritrovarono davanti una grossa sala, piena di candelabri e con tanti ragazzi che si allavano in qualcosa, dalle mani di qualcuno fuorusciva del fuoco, qualcun'altro urlava, qualcun'altro ancora mutava forma. 
«Violet, e questo il nostro mondo, te lo avevo detto io che non mi sbagliavo» esordì Louis tutto contento, Violet sembrava invece essere impaurita, non capiva cosa stesse accadendo, non poteva essere reale, la donna anziana si fermò davanti ad un ragazzo «Liam» lo chiamò lei facendolo voltare 
voltandosi Violet non poté che ammirarlo, i suoi occhi erano di un castano brillante, la sua pelle era scura, i capelli corti facevano spiccare il color miele, il suo corpo muscoloso, e la sua pelle che ritraeva tatuaggi dalle forme ambigue. 
«Lui sarà il vostro educatore, oh dimenticavo il mio nome è Margaret» finito di presentarsi scomparì lasciandoli con quel ragazzo con Liam. 
«Nel corso dei primi mesi, imparerete a conoscere il vostro dono, sapremo se siete streghe, stregoni, fate, ninfe, muta-forma, cacciatori, banshee ... ovviamente faremo dei test per capire meglio» 
il ragazzo stava spiegando tutto ciò che per Violet era solo finzione, eppure Louis era così intento ad ascoltare attentamente ma lei, oh a lei frullava solo una domanda in mente, una domanda che fece senza pensarci «Cosa sapete dei nostri genitori?» domandò 
Liam si voltò verso quest'ultima con uno sguardo severo «Chi ha detto che potevi parlare?» 
Violet imbarazzata rimase in silenzio, voleva solo scoppiare in lacrime, dove diamine era finita? In un libro di scritto da Louis? 
Cosa stava accadendo? Dov'era casa sua? Dov'era la sua camera piena d'insetti? 



 
____________________________________________
Ispirato ad Harry Potter sotto alcuni punti. 
Storia completamente diversa, non ci sarà Zio Voldermort, forse qualcuno di più spietato. 
ESISTE? Vedremo. 
Cosa pensate di questa storia? Di questo inizio? 

 
   
 
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