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Autore: but honestly    21/08/2015    0 recensioni
Le era sempre piaciuto cucinare.
Fin da bambina, quando sua madre armeggiava in cucina con i suoi coltelli, mentre tagliava le carote e le cipolle da gettare nel brodo. Un intenso aroma di spezie si diffondeva per tutta la casa e Emily poteva sentirlo chiaramente perfino dalla sua stanza al piano di sopra.
Tlack, tlack, tlack.
Le sembrava quasi di sentire il rumore di quella stessa lama che cozzava con il legno del tagliere.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Le era sempre piaciuto cucinare.
Fin da bambina, quando sua madre armeggiava in cucina con i suoi coltelli, mentre tagliava le carote e le cipolle da gettare nel brodo. Un intenso aroma di spezie si diffondeva per tutta la casa e Emily poteva sentirlo chiaramente perfino dalla sua stanza al piano di sopra.
Tlack, tlack, tlack.
Le sembrava quasi di sentire il rumore di quella stessa lama che cozzava con il legno del tagliere. Le era sempre piaciuto cucinare, oh, sì. Aveva cominciato da piccola, infornando la sua prima torta, e da allora non aveva più smesso.
Tlack, tlack, zack.
No, nemmeno dopo essersi sposata. Non aveva smesso di intavolare deliziosi manicaretti, portate semplici eppure incredibilmente gustose, che tutti i suoi ospiti apprezzavano molto più di quanto si sarebbe mai aspettata.
Perfino suo marito la lodava, quando era in cucina.
Tlack, tlack, zack, splat.
Emily stavolta dovette stare attenta a non distrarsi troppo, perchè per poco non si tagliò un dito, immersa com’era nelle sue riflessioni.
Sì, le piaceva davvero cucinare. Non per sé stessa, ma per chiunque la circondasse, specialmente il suo consorte. Amava osservarlo mangiare di gusto i suoi piatti e complimentarsi con lei per la scelta dei condimenti, per gli accostamenti arditi eppure saporiti delle pietanze.
E pensare che per il resto del tempo non faceva che urlare e picchiarla, vero? Emily si lasciò sfuggire un sospiro divertito, soffocò quasi una risata. Le inveiva spesso contro con tante e orribili, orribili parole.
Era così strano pensare che non le avrebbe udite più.
Tlack, zack, zack, sblorch.
 
Con quell’ultimo taglio, la testa di Grant precipitò giù dal tavolo dove giaceva il suo busto,  rotolando pigramente su una poltiglia vischiosa di carne calpestata in una pozza di sangue. Il suo volto sfigurato dall’orrore portava ancora la smorfia impietrita di quell’ultimo tentativo di respirare, mentre il veleno faceva effetto.
La infilò con il resto delle parti smembrate del suo corpo nel congelatore, senza fare troppa attenzione nel posizionarlo. Voleva solo sbrigarsi, disfarsi di quell’ammasso di ricordi putridi e sanguinolenti una volta per tutte.
Ma fu solo quando chiuse l’anta di quel surgelatore con le mani intrise di un colore rosso acceso che potè, finalmente, tentare di liberare la mente e rilassarsi.
Le era sempre piaciuto cucinare.
Si avvicinò al lavandino della cucina per lavarsi le mani, con una tranquillità disarmante  e un sorriso assolutamente sereno dipinto sul volto.
«Allora…» mormorò, mentre lasciava che il sapone profumato scivolasse tra le sue dita lavando via ogni accenno di negatività «…cosa potrei cucinare oggi?».
   
 
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