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Autore: Raymox    21/08/2015    2 recensioni
[Scritta per il Contest di ATR]
Cosa succede quando tutto ti scrolla addosso? Cosa faresti se la persona a te più cara ti venisse portata via?
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*tratto dal testo*
Geoff giaceva sdraiato accanto a lui, sputando sangue. Duncan gli teneva una mano sotto la testa, alzandola di qualche centimetro da terra, e l'altra premuta contro la ferita sull'addome, causata da un proiettile. Erano accovacciati dietro ad un muretto, sotto una pioggia di colpi, in uno scenario di guerra infernale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Duncan, Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Teneva lo sguardo basso, fisso nel nulla. Aveva gl'occhi puntati verso il pavimento della sua camera con mille pensieri e ricordi che gli percorrevano la mente. Si sentiva confuso e debole, quasi come se tutta la felicità avesse abbandonato il suo corpo.

Rimase fermo, immobile, con i gomiti appoggiati alle gambe, respirando a stento. Dalla finestra dietro di lui, entrava la debole luce rossa del tramonto, rendendo la stanza ancora più cupa.

Si appoggiò allo schienale della sedia di legno che scricchiolò leggermente sotto il suo peso. Spostò lo sguardo verso l'alto, come a rivolgersi al soffitto.

- Perché?- chiese senza nessun ascoltatore – Perché io?- domandò nuovamente con una lacrima che gli rigava il viso.

Sapeva benissimo che in guerra molte persone muoiono, ma perché lui no. Sarebbe dovuto cadere sul campo di battaglia e morire lì accanto a Geoff. Perché si era salvato?

- Per quale dannata ragione?- sussurrò facendo cadere la testa fra le sue mani, lasciando che le lacrime gli invadessero il volto. Strinse i denti per la rabbia, ma si calmò subito.

Tra un singhiozzo e l'altro, vide sul comodino alla sua sinistra una foto in una cornice di legno scuro, illuminata lievemente dalla luce. Raffigurava lui e Geoff entrambi in uniforme da soldato mentre salutavano sorridenti la fotocamera. Accennò un piccolo sorriso distogliendo lo sguardo, ricordandosi del momento in cui fu scattata quell'immaggine che ora troneggiava sul mobile.

Duncan fu travolto da tutti i pensieri che in quel momento gli riaffiorarono nella memoria riguardanti solo il suo mogliore amico: la prima volta che si erano parlati, la prima missione insieme e addirittura il primo colpo sparato insieme. Questi flashback diedero il via ad altre lacrime che bagnarono la sua faccia.

Riportò lo sguardo sul ritratto, concentrandosi sul biondo. Aveva mantenuto quell'espressione fino all'ultimo, fino all'ora della sua morte, concedendo al moro il suo ultimo sorriso.

Allungò lentamente la mano verso la figura e la portò davanti a sé, reggendola con entrambe le mani. Le immagini nella sua mente riemersero come d'improvviso.

 

" Geoff giaceva sdraiato accanto a lui, sputando sangue. Duncan gli teneva una mano sotto la testa, alzandola di qualche centimetro da terra, e l'altra premuta contro la ferita sull'addome, causata da un proiettile. Erano accovacciati dietro ad un muretto, sotto una pioggia di colpi, in uno scenario di guerra infernale. Il generale era evidentemente confuso e non aveva idea di cosa fare. Spesso si girava dietro di lui per chiamare urlando un medico.

Sentiva il corpo di Geoff pulsare velocemente, mentre dalla ferita perdeva sempre più liquido che ora imbrattava tutta la mimetica del biondo. Respirava irregolarmente e molto più veloce del normale.

- Geoff, cazzo resisti!- gli urlava Duncan in preda al panico. - Serve un medico!- diceva girandosi verso i suoi compagni dietro di lui. Urlare faceva per un attimo sentire meglio il moro che però veniva subito riportato alla realtà dal corpo dell'amico.

Il soldato ferito aveva gl'occhi socchiusi e fissava il generale che gli stava accanto come per dirgli qualcosa. - Duncan- chiamò con voce debole allungando una mano verso di lui. "

 

In quel momento il pensiero si bloccò. Rimase concentrato sul ricordo di quella mano che si avvicinava verso di lui. Quell'immagine era in qualche modo speciale per lui: aveva un significato preciso, anche se non capiva bene quale. Si distrasse per un attimo da quel flashback per rifletterci un po', guardando il muro davanti a sé. Ci fu un attimo in cui stette in silenzio immerso nei suoi pensieri.

Si alzò per andare verso la porta alla sua destra che portava in cucina. Aprì la porta, prese un bicchiere di vetro, una bottiglia di vodka appoggiate sul tavolo e se ne versò un po'.

Sfiorò appena con le labbra il liquido trasparente quando un lampo gli passò per la mente e all'improvviso gli fu tutto più chiaro.

Sgranò gl'occhi e credette che fosse una cosa così banale da considerarsi stupido a non esserci arrivato prima.

- Mi voleva avere accanto nel momento in cui mi avrebbe lasciato.- sussurrò. - Ero l'unica persona che avrebbe voluto avere accanto a sé.- A queste parole si sentì la tristezza invadergli il corpo, ma cercò di non pensarci scuotendo leggermente la testa e trangugiando quel poco che aveva nel bicchiere. In quel momento pensò che solo un vero amico avrebbe fatto una cosa del genere. Dopo quella realizzazione gli mancò ancora di più ed il desiderio di rivederlo, di poterlo riabbracciare si fece sempre più forte. Appoggiò il bicchiere sul tavolo, producendo un suono metallico che riecheggiò per la stanza.

Ancora una volta i ricordi gli risaltarono nella mente.

 

"La mano si allungò sempre di più verso Duncan che, non curante di quel gesto, continuava a parlargli. - Tranquillo, non morirai, non oggi!- si sentiva che le sue parole erano cariche di preoccupazione.

- Serve un cazzo di medico!- continuava a gridare alle sue spalle senza risposta. Vide in lontananza una squadra di uomini con il caschetto con disegnato di lato una croce rossa che si avvicinavano. A quella vista si sentì leggermente meglio, ma comunque angosciato.

Allora, Geoff prese per il colletto Duncan tirandolo a sé. Con quel gesto il biondo perse quasi tutte le energie che gli erano rimaste. - Hey,- gli sussurrò il soldato a terra. La sua voce si faceva sempre più flebile. -È tutto ok.- gli disse con un suono quasi impercettibile, guardandolo fisso negl'occhi. Il moro cominciava a bagnarsi le pupille.

- Ci vediamo dall'altra parte.- concluse il biondo e gli rivolse un piccolo, amaro sorriso prima di chiudere gli occhi per sempre.

Duncan sentì la presa sull'uniforme farsi sempre più debole fino a svanire. La mano di Geoff cadde al suolo di peso, alzando un po' di polvere.

- No, no,no!- le lacrime si propagarono per tutto il viso del generale ed alcune scesero anche sul corpo del compagno.

- Geoff! Cazzo, no!- le sue parole furono soffocate dai singhiozzi. Cominciò a scuotere il cadavere sapendo già che non si sarebbe più mosso. In tutta la sua vita, non si era mai sentito così impotente. Ormai non poteva fare più nulla. Avrebbe soltanto potuto piangere.

- NO!- urlò il ragazzo prima di accasciarsi sopra il corpo dell'amico, in preda alla disperazione."

 

Duncan fu riportato bruscamente alla realtà. Si accorse che aveva chiuso gli occhi e li aprì subito dopo, con un piccolo sussulto. Gli era sembrato di rivivere ancora quella scena e di risentire la presa sul colletto. Come per essere sicuro di essere nella realtà, si toccò la maglietta dove sentiva ancora la mano del compagno. Scosse la testa per scacciare quella sensazione.

Ritornò in camera sua e si rimise seduto sulla sedia. Con lo sguardo smorto guardava il soffitto. La luce del tramonto si offuscava. Rimase immobile per due minuti, senza la voglia né la forza di fare niente.

Poi allungò la mano verso il cassetto del comodino.

Suicidio. Ci aveva pensato molte volte, ma mai aveva preso la cosa veramente sul serio. Ora l'aveva fatto.

Dal mobile tirò fuori un revolver e se lo portò lentamente alla vita, osservandolo. "È la chiave di tutti i tuoi problemi" si diceva tra sé. Sapeva di essere stato segnato a vita, che non si sarebbe più ripreso da quel fatto, quindi tanto valeva farla finita.

Si portò la pistola alla tempia, fissando il vuoto davanti a sé. Pensò a Geoff e alle sue ultime parole " Ci vediamo dall'altra parte ". Non l'avrebbe fatto aspettare.

Era deciso a compiere quel gesto estremo. Si fece forza e...

 

Non premette il grilletto. Con uno sbuffo si tolse l'arma dalla tempia portandosela di fronte agl'occhi. Non ci riusciva. Era ancora troppo attaccato a questa vita anche se credeva che non ci fosse più un futuro per lui. - Non oggi, amico mio.- disse alla pistola rivolgendosi indirettamente a Geoff. Ripose il revolver quasi lanciandolo nel cassetto e lo richiuse con uno scatto.

Si alzò dalla sedia e si mise sdraiato sul letto dietro ad essa. Chiuse gli occhi e cercò di addormentarsi, vivendo un giorno che sapeva di non essere l'ultimo.

 

 

 

Angolo Autore

 

Prima di tutto, ringrazio tutti i lettori che sono arrivati alla fine di questa storia.

Un saluto lo mando anche a Grecoes e lo Staff del concorso per aver organizzato questo Contest.

Vi invito farmi sapere cosa ne pensate della storia con un vostro parere che per me è sempre importante.

Ora vi saluto.

Ci si vede!

  
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