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Autore: ehitsfrannie    21/08/2015    1 recensioni
Esistono Tre Pietre: la pietra dell'equilibrio, quella della saggezza e dell'amore. Tre Pietre essenziali per far tornare la magia a Storybrooke. Il compito di trovarle viene affidato ad Alice, una ragazza tormentata dal suo passato turbolento che sarà costretta a lottare contro i Cattivi più malvagi delle fiabe. Per fortuna (o sfortuna) ci sarà il Cappellaio Matto ad affiancarla in questo viaggio insieme ad un'altra ragazza temeraria tanto quanto il fratello.
Tre Pietre. Tre personaggi. Una sfida per ognuno di loro.
Riuscirà Alice a portare a termine la sua missione? Qual è il vero obbiettivo di Jefferson? Cosa centra Tremotino in tutto ciò? E se Capitano Uncino avesse una sorella?
[le parti di Rumbelle mi sono state gentilmente concesse dall'autrice padme83 alla quale vanno i crediti per le one shot della sua raccolta "In the morning you always come back" di sua totale creazione e stesura.]
Genere: Avventura, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cora, Jefferson/Cappellaio, Matto, Killian, Jones/Capitan, Uncino, Signor, Gold/Tremotino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo IV
 

Alice cercò ogni appiglio al quale aggrapparsi per interrompere quell'infinita caduta, chiamò aiuto, si dimenò ma nulla sembrò portarla indietro.
La buca nera e buia nella quale sei caduta sembra decisamente troppo profonda per essere la tana di un coniglio.
Mentre il cuore le saliva in gola, Alice atterrò d'un tratto su qualcosa di duro e freddo.
La testa le doleva infinitamente, avvertì ogni muscolo del corpo contrarsi fino agli spasmi che la abbandonarono solo nel momento in cui aprì le palpebre. La sua caduta era stata così lunga che quell'impatto avrebbe potuto ucciderla.
Quando si rialzò in piedi a fatica si guardò intorno, troppo sconcertata e spaventata per muovere anche solo un passo. Era al centro di una stanza senza angoli ma circondata da porte di ogni tipo, forma e colore. Ce n'erano di minuscole, di giganti, di verdi, di blu, con le tende, senza tende. Troppe, tutte attorno a lei, e sceglierne una sarebbe stato impossibile.
Oltre quale proseguirai?

Le foglie secche si sgretolavano sotto gli scarponi di Jefferson, il quale passeggiava pensieroso tra gli alberi della Foresta Incantata.
«Cos'è quel broncio, Cappellaio?» lo interruppe una voce alle sue spalle, prendendolo in girò in tono canzonatorio.
Riconoscendo l'essere a cui apparteneva quella voce impertinente, Jefferson sospirò amaramente. «Non è il momento, Rumplestiltskin.»
«E invece sono arrivato proprio nel momento adatto, mio caro. Dimmi, perché sei venuto fin qui per chiedere aiuto?»
«Non mi sono trasferito nella Foresta Incantata per parlare con te dei miei problemi, quindi sparisci. Non sono in vena di fare accordi.»
Rumplestiltskin comparve davanti a Jefferson, guardandolo in modo offeso e sconcertato da tanta scortesia nei suoi confronti. «Ma io si! E questo basta.» alzò l'indice verso l'alto, ghignando divertito davanti alla faccia infastidita dell'amico. «Hai tradito le leggi del cappello portando tua figlia qui. Te l'ho detto, uno entra ed uno esce!»
«Non è importante, tanto non lo userò mai più. Ho perso la madre di Grace in Wonderland, non ho intenzione di perdere anche lei.»
«Oh, già, Adele. Che disgrazia.» disse Rumplestiltskin con le mani giunte davanti a sé. «Ma non crogioliamoci troppo nel dolore! Bisogna reagire, e io sono qui per aiutarti!»
«Dimmi cosa vuoi, Rumple.»
«Quanta sfacciataggine, Jefferson! Ma...» il sorriso del folletto si trasformò in un ghigno irritante. «...se ti dicessi che c'è un modo per potarla indietro? Scommetto che ti porgeresti con più rispetto, non credi?»
I brividi percorsero la schiena di Jefferson, che si mostrò d'un tratto interessato alla conversazione. «Illustra.»
«Ora si che ci intendiamo.» Rumplestiltskin rise con soddisfazione. «Devi uccidere la Regina di Cuori.»
«E' un'impresa suicida.»
L'Oscuro Signore rise nuovamente, iniziando a girare attorno alla sua potenziale vittima. «Lo so bene, ma se impedissi a qualsiasi mago o strega che sia di strapparti il cuore non potrebbe ucciderti, sgretolare quell'organo vitale è l'unico modo che ha per mettere fine alla vita dei suoi nemici.»
Jefferson serrò le mascelle, preso da un'improvviso dubbio. In quel piano c'era decisamente qualcosa che non tornava. «Perché non lo fai tu al posto mio?»
«Ma perché non ci guadagnerei nulla, naturalmente! E' un piano svitato per persone svitate, e tu sei proprio quella giusta, non sei d'accordo?»
Jefferson esitò per qualche minuto, riflettendo attentamente. «Avrò bisogno di un portale.»
«Richiesta interessante, quando proviene da qualcuno che ne porta sempre uno in testa.»
«Il Cappello ha i suoi limiti. Non posso portare Grace con me.»
«Non sarà necessario.» gli spiegò lo stregone. «Troverai di certo qualcuno a cui affidare tua figlia e il cappello funzionerà, ma potrà condurti solo in Wonderland.»
Jefferson si inumidì le labbra con la lingua, stringendo tra le dita il colletto del cappotto. «Dunque devo tornare a Wonderland, intrufolarmi nel castello di Cora e pugnalare il suo cuore. Ci proverò, ma in cambio voglio...»
«Incontrare di nuovo il tuo vero amore, non è così?» concluse Rumple, esibendo un sorrisetto malandrino e per nulla affidabile.
Jefferson tacque. A differenza di tutti gli altri, trovava Rumplestiltskin una persona interessante piuttosto che malvagia, ma questo non significava che si fidasse di lui. Nonostante ciò, aveva lavorato come galoppino per il Signore Oscuro tanto a lungo da sapere che se c'era una cosa che manteneva, erano di certo i suoi accordi.
Il Cappellaio dunque annuì, mentre Rumplestiltskin faceva un gesto teatrale con la mano. Gli comparve una pergamena nel pugno e tra le dita dell'altra stringeva una penna d'oca. «Affare fatto.»”

Alice girò intorno a sé, presa dallo sconforto. Come sarebbe tornata indietro? Perché c'erano così tante porte? Quale doveva scegliere?
Si avvicinò ad una porta verde smeraldo con una grande Z incisa sul legno. Girò la manopola d'oro ma la porta non si aprì.

Provò con tutte le altre e, nonostante i mille sforzi, nessuna di quelle si aprì. Spazientita e amareggiata alzò gli occhi al cielo ma, una volta data un'altra occhiata alla sala, sobbalzò riconoscendo una figura umana esattamente davanti a sé.
Sei tu, idiota!
Alice fece un respiro profondo, cercando di calmarsi. Ne sarebbe uscita, probabilmente quello era tutto un sogno e quando sarebbe finito si sarebbe ritrovata nel suo letto a Storybrooke.
Si avvicinò allo specchio, osservando bene la sua figura riflessa e tendendo una mano verso di lei.
Andrà tutto bene, tornerai a casa.
Quando le sue dita toccarono la superficie dello specchio, di certo tutto si sarebbe aspettata tranne che si presentasse gelatinosa al tatto. Spalancò gli occhi dallo stupore quando capì che poteva passarci i polpastrelli attraverso, e probabilmente anche tutto il resto del corpo.
Trattenendo il respiro, si fece coraggio e attraversò lo specchio.
Ma dov'è casa?

 

''«Ospiti! Chi è il benvenuto?» esclamò la Regina di Cuori, facendosi condurre dai Fanti suoi servi fino al suo trono.
«Un intruso, si è intrufolato nel castello, voleva attentare alla vita di Vostra Maestà.»
Questa scoppiò in una sonora risata, osservando attentamente il prigioniero davanti ai suoi occhi, il quale non tradiva alcuna emozione se non disgusto e tanta rabbia in cuore quanta ne portava lei.
«Jefferson, suppongo.» disse avvicinandosi a lui. «Avrei dovuto ucciderti tempo fa, insieme a quella buona a nulla di mia figlia Adele.»
«Sì, avresti davvero dovuto.»
Cora, furiosa, non pensò una volta in più ad affondare la mano nel petto del Cappellaio, cercando di estirpare fuori il suo cuore. Tirò indietro la mano mostrando una smorfia di dolore, massaggiandosi la bruciatura e facendola scomparire con un semplice gesto.
«Un incantesimo. Proprio come pensavo, lui aveva ragione.» rise di nuovo, afferrando tra le dita il mento di Jefferson e posando lo sguardo sui suoi occhi grigi. «Pensavi di farla alla Regina di Cuori un'altra volta, non è vero? Pugnalare il suo cuore e rivendicare così il tuo ver0 amore. Rumplestiltskin mi ha rivelato ogni cosa, caro Cappellaio, e ora ti aspetterà una sorte ben peggiore della morte.»
A Jefferson si gelò il sangue nelle vene. Com'era possibile che un vecchio amico come Rumplestiltskin l'avesse tradito così brutalmente? Non era negli interessi di entrambi uccidere quella malvagia fattucchiera una volta per tutte?
Ma soprattutto, come gli era saltato in mente di stipulare un accordo con lui?
«La prossima volta, fai più attenzione alle persone su cui intendi riporre la tua fiducia.» poi la Regina Cora si portò un indice sul mento, fingendosi dispiaciuta. «Ah aspetta, non ci sarà una prossima volta. Portatelo via!»
Due Fanti lo presero per le braccia, trascinandolo attraverso il corridoio. Jefferson urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni, si dimenò e gridò di nuovo, combattendo contro quel futuro angoscioso ma ormai prossimo che lo attendeva a braccia aperte.
Non avrebbe più rivisto Grace. Non avrebbe potuto mantenere la sua promessa.
Non sarebbe più potuto tornare indietro.''

 

Alice sussultò quando atterrò su un sentiero dall'altra parte dello specchio. Notò che era fatto di mattonelle colorate e che si intrecciava fra gli alberi, salendo e scendendo dalle colline.
Ma dove sei finita, Alice cara?
Si guardò intorno, troppo sconvolta per muovere un singolo passo. Nel cielo rosa privo di nuvole non vi era alcuna traccia del sole, nonostante la luce fosse il protagonista principale di quella fantastica e surreale visione. Vi erano funghi giganteschi e altrettanto gli alberi, ma la cosa che colpì di più Alice furono i fiori: crescevano rigogliosi e dai colori vivi, saturi, eccentrici e intensi; belli come mai ne aveva visti, presenti tutti intorno a lei.
Tuttavia era impossibile ignorare l'aria impregnata di profumo e l'atmosfera fin troppo inverosimile. In quel luogo, l'irrazionalità e la creatività si prendevano per mano.
E all'improvviso capì ogni cosa.
Vide tutto ciò che aveva davanti trasformarsi: il cielo diventava nero come la pece, i fiori si trasformavano in piante carnivore, gli alberi in lunghe torri dalle quali provenivano lamenti e pianti angoscianti. Fece qualche passo indietro mentre la paura si impossessava di lei, e dopodiché iniziò a correre.
Corri Alice, corri!
I rami delle querce si allungavano come braccia umane verso di lei, il terreno tremava, tutto mutava forma come nei suoi incubi. Di solito, quando delirava nel sonno, qualcuno veniva a svegliarla.
Ma nessuno venne quella volta.
Inciampò, rotolando in avanti e fermandosi solo un paio di metri più avanti quando andò a sbattere contro un ostacolo. Alzò di scatto la testa, allontanandosi spaventata quando vide un cavallo impennarsi e nitrire selvaggiamente davanti a sé.
Sarebbe morta di paura se non avesse visto un volto umano che, pacato, risoluto e per nulla impaurito, si chinava verso lei incuriosito. «Mia cara, stai bene?»
Alice balbettò poche sillabe, mentre d'improvviso la natura sembrava ritirarsi e tornare come prima. Tuttavia, ad Alice sembrò che ogni cosa trattenesse il respiro attorno a sé, come se fossero in attesa di qualcosa.
«Ma certo che no, stai tremando come una foglia!»
La donna era di una bellezza semplice e pulita, con i capelli rossi legati in un'articolata capigliatura e le carnose labbra rosse dalla quale proveniva la voce rassicurante che le trasmetteva una strana tranquillità. Portava una corona sulla testa ed era stata accompagnata da guardie vestite dello medesimo colore. Alice si chiese perché tutte quelle persone fossero vestite in quel modo ridicolo, a causa di cosa fossero lì, quale fosse il loro nome.
Per Alice questo era anche troppo. Con un ultimo sospiro, si lasciò andare sull'erba bagnata, perdendo i sensi.

«Ecco, è svenuta!» esclamò la Regina alzando gli occhi al cielo. «Portatela al castello. Ho bisogno di sapere chi è e come ha fatto ad arrivare fin qui.»
Uno dei Fanti fece un passo avanti verso di lei, mentre altri si affrettavano a prendere Alice ancora incosciente ed introdurla dentro la carrozza. «E poi, Vostra Maestà, cosa ne sarà di lei?»
La Regina di Cuori alzò le spalle, sbadigliando con noncuranza. «La sua testa rotolerà lontano, e non mi causerà più alcuna noia.»







Here I Am!
Buongiorno a tutte e a tutti :) Sono tornata dalle vacanze ieri (è stato un trauma) e ho deciso di postare subito per non perdere troppo tempo, visto che non aggiornavo da un sacco.
Questo capitolo è molto semplice in realtà: Alice cade dentro il cilindro di Jefferson ma non riesce ad aprire alcuna porta apparte quella di Wonderland perché Jefferson aveva infranto le sue leggi trasferendosi con Grace nella Foresta Incantata. Rumplestiltskin si rivela un grande cattivone ma aspettate prima di giudicarlo male, l'ha fatto per un buon motivo. Da sua grande fan tendo a difenderlo anche nelle mie storie. Che disagio.
Quindi, Rumple e Cora erano d'accordo e Jefferson viene imprigionato. Nei prossimi capitoli vedremo come Alice si ambienta nel castello della Regina di Cuori ma no spoiler!
A proposito, avete visto le foto del cast di OUAT in azione? Sembra proprio che la Captain Swan avrà un lieto fine hihi.
A presto! xx
Frannie.


 

   
 
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