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Autore: Bia_09    21/08/2015    4 recensioni
SWANQUEEN
. - L'hai vista, Emma? - Chiese eccitata Regina, indicando il cielo.
- Si, esprimi un desiderio,Regina - quest'ultima pensò a Daniel.
Post 4A. Periodo di calma e pace dove la SwanMills impara ad essere una vera famiglia.
Genere: Fluff, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Henry Mills, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Make a wish, Regina.

Quella notte Emma e Regina si recarono al molo di Storybrooke, nella spiaggia poco distante dal centro, dove Elsa e Anna, poco tempo prima, si erano ritrovate.
Henry le aveva supplicate per tutto il giorno precedente, dopo aver visto in TV un programma di astrologia. Il conduttore, un uomo sulla quarantina che per tutta la trasmissione aveva lodato il segno del sagittario, aveva consigliato a tutti gli spettatori di approfittare della notte di S. Lorenzo per ammirare le costellazioni e, se fortunati, avvistare qualche stella cadente.
Henry aveva preparato lo zaino, infilando i dieci hot dog da mangiare in spiaggia e un binocolo che suo nonno David gli aveva regalato per il compleanno. In seguito, trascinando le madri in macchina ( Emma aveva tanto insistito ad andare, vista la compagnia, usando però come scusa che la spiaggia di notte poteva essere "pericolosa") si avviarono verso il molo.
Arrivati, posizionarono le stuoie sulla sabbia fredda mentre il più piccolo afferrava il primo panino.

- Miss Swan, perché non accendi il fuoco?
-Non... Non potresti farlo tu? -
- E io, esattamente, perché ti ho insegnato ad usare la magia? -
- Regina, per favore - Quest'ultima allora incendiò dei piccoli legnetti dopo averli raggruppati, riscaldando l'aria fresca, evitando di fare altre domande di cui già conosceva la risposta.
Emma era ancora spaventata per quell'inverno precedente in cui la sua stessa magia l'aveva sopraffatta.
Rimasero in silenzio, in attesa di un qualche movimento nel cielo, per quasi un'ora.
Henry, dopo un po, si avvicinò alla scogliera, salendo su dei massi e stendendosi su quelli, bagnandosi ogni tanto per gli schizzi delle onde che si infrangevano sugli scogli vicini.
Regina si alzò quasi subito, per fermarlo. Fece per urlare, ma chiuse la bocca quasi subito; si risedette: Henry era cresciuto. Guardò Emma, si accorse che era in piedi come lei, e ebbe la consapevolezza che provavano le stesse emozioni.

- Dovresti ricominciare ad usarla, la magia - Provò la più grande, avvicinandosi al fuoco.
- Ho paura -
- Lo so- - Non voglio ferire più nessuno. Non riuscivo più a controllarla, vedevo negli occhi di tutti il terrore quando ero presente, io stessa ero terrorizzata. E lo sono anche ora -
- Hai riacquistato l'autocontrollo da mesi, è andato tutto bene. Emma non rispose, continuando a guardare le stelle.

- L'hai vista, Emma? - Chiese eccitata Regina, indicando il cielo. - Si, esprimi un desiderio,Regina - queest'ultima pensò a Daniel. Pensò a quell'estate dei suoi diciotto anni quando, sdraiati sul fieno, videro una stella cadente. Espressero il desiderio di sposarsi, di trascorrere la vita insieme.
Regina vagò con la mente da quel momento ad allora; la sua esistenza era degenerata. Lei era diventata un persona spregevole, compiendo atti orrendi, riducendo se stessa all'odio. Pensò dopo al presente: aveva un figlio che amava con tutta se stessa.
E aveva Emma, che era solo... Emma.
Perché non vi era modo di descriverla, per Regina.
Emma era un treno in corsa, di quelli ad alta velocità, che battono ogni limite di tempo. Emma era un terremoto completo di tsunami. Emma era i piedi sul tavolino in soggiorno, sulla scrivania dello sceriffo, sul cruscotto della sua Mercedes. Emma era le patatine sul divano, la farina sul tavolo finitaci per fare una torta immangiabile e la cannella sulla pasta ( scotta in quanto cucinata da lei) perché " proviamola, sta bene su tutto". Emma era quotidianità. Una quotidianità piena di sorprese, di idee folli e di pomeriggi noiosi. Emma era il suo maggiolino infernale e le sue orrende giacche di pelle.
Emma era il presente di Regina, insieme ad Henry, e a lei andava bene così.
Quella notte Regina non espresse un desiderio.
Ma Emma si.
- Il mio desiderio sei tu- Emma lo disse come se fosse la cosa più semplice del mondo. Non si mosse, rimase sdraiata sulla stuoia; l'unico segno di nervosismo era la sua mano destra, che continuava a raccogliere e buttare la sabbia.
- Io non posso neanche essere un desiderio- neanche Regina si mosse; rimase seduta a osservare il fuoco.
Stavolta fu Emma a non fare domande, conoscendo già la risposta.
Lei aveva paura di usare la magia, perché l'aveva mandata fuori controllo.
Ma Regina... Lei era andata fuori di se per amore.
E forse piano, piano avrebbero superato tutto, insieme.
Forse Emma l'anno successivo avrebbe acceso il fuoco.
Forse Regina avrebbe accettato l'amore che le veniva donato.
Forse avrebbe capito di essere amata per ciò che era stata. Forse Emma avrebbe utilizzato la magia per spiegare a Regina che l'amore supera tutto.

O forse no, perché lo sanno tutti che chi dice a voce alta un desiderio, non riuscirà mai ad avverarlo.






Angolo Autrice:
Piccola shot che ho scritto la notte di S. Lorenzo, alle 4:00. Mi è venuta in mente e l'ho buttata giù.
Spero vi sia piaciuta e vi ringrazio tanto per averla letta!
Fatemi sapere cosa ne pensate <3
Un grazie speciale alla mia beta Sam__, che sopporta le mie folli idee notturne!
Ciao a tutti!!
  
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