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Autore: New Red Eyes    21/08/2015    2 recensioni
Sette chiavi planetarie.
Sette nuove guerriere.
Sette nemici da sconfiggere.
Una nuova storia sta per cominciare; la Terra è nuovamente in pericolo e solo Lei può salvarla. Ma per risvegliarla dal suo sonno millenario serviranno tutto il coraggio, la forza d'animo, la scaltrezza, lo spirito di sacrificio, la pazienza, l'abilità e la testardaggine delle nuove Sailor.
Un ringraziamento speciale a PinkPhanterLady, per la sua pazienza, i suoi consigli e l'aiuto, ma soprattutto per l' idea dei Vizi Capitali.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chibiusa, Nuovo personaggio | Coppie: Chibiusa/Helios
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-Ci sono anche loro.-

-Loro?!-  scattò allarmata Caroline, osservando sbigottita Mari che a sua volta faceva vagare lo sguardo in lungo e in largo, evidentemente alla ricerca di qualcosa o qualcuno.
-Dove? Quanti?-  chiese subito Miruno, tesa come la corda di un violino, guardandosi attorno nervosamente. Raito, Melania e Rin  si erano fatte  vicine tra loro, dopo essersi zittite di colpo; Kelly aveva preso posizione, pronta ad attaccare non appena i nemici si fossero palesati.
Solo Diana sembrava aver mantenuto la calma, anzi, sembrava in attesa di qualcosa.
Mari e Kelly  si immobilizzarono per qualche istante, quasi all’unisono. Poi si rilassarono, e la bionda accennò pure un sorriso divertito. Poco dopo anche Rin, dopo aver trattenuto il respiro per qualche istante, adottò un’espressione più rilassata.
Tutte e tre facevano vagare lo sguardo dalla colonna più alta di quelle rimaste, a quel che restava di una parete su cui si apriva una finestra senza più infissi, alla piazzetta ingombra di detriti che avevano attraversato poco prima.
Miruno si sforzò di concentrarsi, imprimendo ogni particolare di quei tra luoghi nella sua mente.
Colonna-finestra-piazza.Colonna-finestra-piazza…detriti…
Non riusciva a registrare proprio nulla di anomalo, così lanciò un’occhiata  impaziente a Rin. La ragazza  sembrò non aver capito: si limitò a sistemarsi gli orecchini romboidali color ottanio.
Corrugò le sopracciglia in un moto involontario di stizza: perché lei non vedeva nulla?
Sentire, si disse, mentre la consapevolezza la colpiva come uno schiaffo. Poi vedere!
Chiuse gli occhi, concentrandosi sui suoni: i loro respiri, il frusciare dei vestiti di Caroline che non riusciva proprio a stare ferma.
Una sorta di scoppiettio come di un fuoco o di cavi scoperti.
Guardò nelle tre  direzioni da cui proveniva (colonna, finestra, piazzetta) e finalmente si rese conto dello strano gioco di luce che si era creato in quei punti.
Era come se da quei luoghi si stessero innalzando degli stretti “tubi” di luce lattea.
Sorrise, trionfante.
Quelli che aveva sentito e poi visto erano i segnali di  apertura dei varchi dimensionali che venivano usati per il teletrasporto. Ne avevano usato uno poco prima per arrivare sulla Luna, li riconosceva  senza nessun problema.
-Sono Senshi. Anche loro.- sussurrò infine, il tono sicuro e infinitamente calmo rispetto pochi minuti prima.
Si volse verso Caroline e Melania, che sembravano ancora un po’ incerte.
Fece per aggiungere qualcosa, ma una voce decisa dal marcato accento americano la interruppe :-Brave bambine! Ci avete  beccate. Non siete poi così sprovvedute.-
Seduta sul balcone della finestra vuota, vi era una ragazza poco più grande di loro che le scrutava da sotto un cappello da cowboy.
Aveva capelli e occhi color inchiostro, incastonati in un viso spigoloso. Indossava una divisa con gonna e colletto arancioni,  nastri e stivali col tacco color sabbia.
Assomiglia un po’ a Pocahontas, pensò Melania tranquillizzandosi all’istante.
Si alzò lentamente e sorrise :- Sailor Uranus, per servirvi.-
-Possiamo fidarci?- sussurrò Raito, non del tutto convinta da quella strana apparizione, ottenendo risposta da Kelly :–Io direi di sì, sembra una che sa il fatto suo.-
Rin  saltò su, indignata:-Ma nessuno qui si tiene informato? È lei, è  Taima Wood! L’ hanno nominata Senshi due anni fa, l’evento è stato trasmesso in diretta sul canale di Stato!-
Si udì una risata cristallina, simile allo scroscio dell’acqua di una cascata, e una voce vellutata s’intromise con grazia :-A quella cerimonia c’eravamo anche noi, sapete?-
Mari fu la prima ad intercettare la voce e alzò lo sguardo: in cima alla colonna vi era una  bella giovane dai boccoli castani, striati di mechés rosa e blu.
Gli occhi chiari riprendevano il colore cangiante della gonna; che appariva verde, azzurra o grigia a seconda dei suoi movimenti.
Saltò giù con un elegante balzo ferino, continuando a fissarle divertita, e si avvicinò a Sailor Uranus.
-In-Inner Senshi-sempai, è u-un onore conoscervi!- s’ intromise esitante una terza voce, sprovvista di accenti particolari e leggermente più acuta rispetto alle altre.
In piedi davanti a loro, nel mezzo della piazzetta, era comparsa l’ennesima diciottenne; una ragazza albina dai grandi occhi viola e dai capelli corti e bianchi.
Indossava la divisa marrone scuro e porpora tipica della Guardiana della Porta del Tempo e, attorno alla vita, portava una cintura con varie chiavi appese.
-Direttamente dalla Provenza, Alix  Delacroix, l’ultima Sailor Neptune. Dal Giappone con furore, invece, Jewel Midorikawa alias Sailor Pluto.- scandì Taima, accennando un inchino seguita dalle altre.
-Le Outher Senshi faranno in modo che nessuno entri durante la vostra missione. Vi proteggeranno da fuori, frenando l’avanzata del nemico.- dichiarò con calma Diana mentre le ragazze si squadravano e si valutavano più o meno apertamente.
-Vi conviene andare. Si stanno avvicinando, e non vi conviene perdere altro tempo.- aggiunse Alix seria, seguita da Jewel che sorrise loro con calore :-Buona fortuna, Inner-Sempai.-
Dopo un rapido cenno di saluto, Diana sfiorò la cornice argentea apparsa sul muro poco prima che si aprì, rivelandosi una porta, e si fece strada nell’oscurità seguita dal suo gruppetto.
-Non le abbiamo ringraziate come si deve.- disse Rin pensierosa dopo un po’, ricevendo una risposta da parte di Raito :-Stiamo andando praticamente a morire, e ti preoccupi per loro?!-, e vendo consolata da Melania :-L’ avranno sicuramente  già fatto i regnanti in persona, ‘sta tranquilla.-.
-Dove stiamo andando?- saltò su Caroline, rivolta a Diana che però non rispose.
-Almeno abbiamo un po’ di luce…- si consolò Kelly, avvolta nel bagliore dorato sprigionato dal suo bracciale a forma di impronta.
 Le Chiavi avevano infatti  preso ad illuminarsi una dopo l’altra dopo qualche passo nell’oscurità, e rischiaravano almeno un poco la scala in pietra che stavano percorrendo.
Nel giro di pochi secondi si ritrovarono in un ampio salone dal soffitto a volta,  scavato nella bianca roccia lunare.
L’aria  era un leggermente stantia  ma non vi erano ragnatele né polvere e il pavimento, un enorme mosaico  che raffigurava  costellazioni e  pianeti, mostrava tutti i suoi splendidi colori.
Al centro si alzava una sorta di altare ovale in marmo bianco decorato da fiori, mezzelune e simboli che nessuna di loro, a eccezione forse di Diana, riuscì a leggere.
Ciò che attirò l’attenzione del gruppo furono però le  sette porte incastonate nelle pareti altrimenti spoglie. Avevano grandezze, colori e maniglie differenti da l’una all’altra, e sembravano in qualche modo essere collegate ad ognuna delle Senshi.
-Siamo arrivate.- disse Rin con solennità, dando voce ai pensieri di tutte, mentre Diana si voltava finalmente verso di loro e le scrutava con l’ombra delle lacrime negli occhi.
-Ce la farete, ne sono sicura. Porterete a termine il vostro compito e ritorneremo sulla Terra tutte assieme…- mormorò accennando un sorriso, poi iniziò a spiegare :-Scegliete una porta e, quando vi sentite pronte apritela ed entrate senza esitazioni. Il vostro destino, e quello di molti altri, è lì.-
-Come facciamo a sapere qual è quella giusta?- si informò subito Mari, risistemandosi una ciocca di capelli castano chiaro sfuggita alo chignon.
-Non ci sono targhette o qualcosa di simile...- aggiunse Caroline che le aveva già visonate tutte, seguita da Melania :-Però a me sembrano familiari. Ognuna di esse ha qualcosa che richiama le nostre divise o i nostri poteri!-
Raito, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, decise di intromettersi :-Ci consegnerai delle armi, o dei sistemi di comunicazione, vero?-
 Kelly ridacchiò, vedendo l’espressione speranzosa della ragazza e quella stupita di Diana:-Tz, armi! Noi siamo  micidiali, ragazze, micidiali! Qualsiasi nemico ci sia lì dentro sarà stracciato in pochi round.-
La donna, visibilmente perplessa, si affrettò a rispondere :-No! Siete Sailor, avete dei poteri, saranno quelli a proteggervi. In oltre, temo che non potrete mantenervi in contatto o aiutarvi in nessun modo…-
- Non potete mandarci allo sbaraglio, così, da sole!?- quasi gridò la quindicenne dagli occhi verdi, spaventata, seguita da Raito che iniziò a dire, ironica :-Sole, disarmate e con scarse possibilità di riuscire! Che aspettiamo?-
Risolutamente, fece un paio di rapidi passi in avanti e sorrise, facendo ondeggiare i boccoli d’oro rosso.
-Aspetta, c’è ancora tempo per…-
-Non fare sciocchezze, Riccioli d’ oro!-
–Ti prego, non…-
Miru si ritrovò a dover troncare la frase, perché la ragazza si era letteralmente tuffata nella stanza segreta al di là della porta rossa e verde dal battente a forma di farfalla.
-Non vorrai essere sempre la prima, vero?-, aveva gridato la mora, ingoiando la paura e lanciandosi verso l’ignoto prima che qualcuno potesse fermarla.
Raito rimase per qualche istante interdetta, poi si ritrovò a mormorare ammirata :-Sono quasi felice di cederti il primato, Caroline. Sei  davvero coraggiosa.- e fece girare la maniglia della sua porta dorata.
-Tanto prima o poi tocca…- sbuffò Kelly,  scegliendo il suo varco e attraversandolo a testa alta, seguita subito dopo da Mari.
Con un sospiro, Rin si avvicinò a Miruno, Diana e Melania e strinse loro la mano in silenzio.
Attraversò con un rapido “ciao-ciao” con la destra e si richiuse la porta alle spalle.
-Io..- iniziò la donna, le lacrime che iniziavano a rigarle il viso, -…non so cosa dire.-
-Io lo so: “Spero di rivedervi”.- sorrise mesta Melania, mentre Miruno si toglieva gli occhiali da aviatrice che le trattenevano i capelli e li consegnava a Diana :-Dalli a Inori, in caso.-
Raggiunsero rispettivamente la porta  dalla maniglia a forma di fiore e  quella  color verde bosco e le attraversarono nello stesso momento.
Spero che almeno le Outher abbiano più fortuna.


-Che sfortunaccia nera! Non muoiono, anzi!- ringhiò l’americana la cielo, furiosa, facendo mulinare la spada avavnti e indietro senza sosta. Le Ombre loro nemiche sembravano aumentare sempre più.
-Altro che fortuna, qui ci vogliono i rinforzi!- strillò Alix, madita di sudore.
-Eccoli!- esclamò sollevata l’albina, alzando gli occhi viola al cielo: la sagoma lucida dell’ imponente Majestic s’avvicinava a gran velocità. La grande astronave si fermò sopra di loro, e da una delle vetrate laterali una figura  iniziò a fare  ampi gesti nella loro direzione.
Taima sbuffò tra il divertito e l’esasperato,  continuando a combattere. Squarciò a metà un’ Ombra con la sua spada e si avvicinò a Jewel  per parlarle :- Dì loro di darsi una mossa. Non c’è tempo da perdere!-
La ragazza annuì, intimidita, portando una mano ai comandi del visore e connettendosi al sistema di telecomunicazioni della navicella in pochi istanti.
- Shitennou-sempai? S-sono  Sailor Pluto e volevo chiedere… pre-pregarvi di…-
 Uno dei portelloni argentei del Majestic s’aprì, per lasciar cadere nel vuoto quattro figure ammantate di bianco.
-Ma che fanno?- gemette Alix  preoccupata, mentre Sailor Pluto  si limitava a guardarle stupita.
-A quanto pare sono di fretta.-  ghignò in risposta Taima, aguzzando la vista e seguendo i movimenti dei quattro Generali. Presto riuscì a distinguere  la zazzera color carota di Suzaku, il vicecapitano delle guardie imperiali di Helios. Il colore acceso dei suoi capelli spiccava nettamente contro il mantello color panna foderato di seta rosso-arancio.
Il ragazzo atterrò con un tonfo di fianco lei, socchiudendo leggermente gli occhi ambrati per evitare la polvere alzata nella caduta :-Ehi, Uranus, la festa è cominciata già da molto?-
-Ormai qui abbiamo finito, Weasley…- rispose divertita  l’indiana d’ America,  bloccando un’  Ombra troppo audace grazie al suo Talismano.
-Non mi pare proprio!- rise di rimando l’altro,  materializzando  attorno a sé  una corona di  piume di fuoco,  meravigliose  e letali.  Ad un suo gesto, esse si scagliarono con  precisione nell’ indistinta massa scura che erano i loro nemici, facendoli disperdere.
 –I-io non sarei mai in grado di far nulla di simile…- mormorò sconfortata Jewel, che aveva seguito tutta la scena con gli occhi grandi di ammirazione e stupore.
Chinò il capo tristemente, imbarazzata e impaurita, abbassando la guardia ed esponendosi al pericolo senza rendersene conto.
-Attenta!-
Fu l’intervento provvidenziale del più giovane dei Generali, Joao, che atterrò letteralmente addosso al nemico, ad evitarle una brutta ferita alla schiena.
-Ay-y-y, vuoi morire sì o no, bestiaccia?- ringhiò rivolto all’ Ombra che gli faceva da zerbino, piantandogli  il tacco degli stivali  nel corpo e facendola dissolvere.
-Dovresti stare più attenta, dolcezza. E soprattutto, usare i tuoi poteri per difenderti: su, coraggio!- la rimproverò bonariamente una volta finito, alzando lo sguardo d’onice su di lei e distogliendola dai suoi pensieri. La divisa color panna faceva risaltare la carnagione scura del ragazzo e i suoi capelli neri e ricci.
-S-sì…ora ci provo…- balbettò  in risposta, arrossendo e richiamando a sé il Garnet Rod.
Alzò, tremando appena,  il bastone argenteo a forma di chiave per attaccare. – Death Scream, azione!– esclamò con voce incerta, puntando contro l’informe mucchio nero che le circondava.
Grazie al potere di Plutone, riuscì a fare piazza pulita nel settore occupato e perfino a sentirsi orgogliosa di sé stessa.
Ricambiò il sorriso di Joao, seppur un po’ incerta, e fece per ringraziarlo per il sostegno, quando un bagliore argenteo lacerò l’oscurità poco distante da loro.
-Ehi, lasciatene un po’ anche a noi!- ordinò una voce divertita, mentre due figure si avvicinavano, facendosi strada tra le ombre rispettivamente con arco e spada.
Ryuu, il capitano delle guardie, incoccò per l’ennesima volta e colpì: i lampi argentei non erano nient’altro che le sue micidiali frecce metalliche.
I capelli, lunghi e bianchi, volteggiavano sciolti sulle spalle accompagnando i movimenti del mantello color cobalto, dello stesso colore delle sue iridi.
Dietro di lui, un altro ragazzo sui diciott’anni armato di spada, dall’aria vagamente spaesata ma allo stesso tempo attenta e curiosa. Le bordature della divisa erano dello stesso colore dei suoi occhi, un bel verde vivo.
Notando lo sguardo incuriosito di Alix, Ryuu si decise a spiegare :-Outher Sailor, vi presento Carlo O’ Brien,  padrone dell’elemento aria e protetto della tigre bianca.-
La francese sorrise, interrompendo per un secondo il combattimento e ricambiando la presentazione con un minuscolo inchino in sua direzione:-Piacere, Sailor Neptune!-
A quanto pare sono riusciti a trovare anche l’ultimo Shitennou…interessante…disse tra sé Taima, limitandosi ad un cenno della testa per salutare il nuovo arrivato.
-Acqua?- chiese improvvisamente Alix al capitano, che annuì.
Capendo al volo le sue intenzioni, Taima si premurò di urlare :– Via di qui! Salite più in alto che potete!-
 Scaraventò un’ombra indietro con un poderoso calcio e prese ad arrampicarsi su qual che rimaneva di un palazzo, seguita da Suzaku. Da lì, spiccando un balzo, spalancò un paio di  piccole ali da libellula e si portò su, verso il  cielo stellato, non prima di aver afferrato per la divisa Jewel,  piuttosto imbranata nel volo.
I Generali, recepito il messaggio, avevano fatto in modo di  mettersi al sicuro; grazie ai poteri di Carlo si erano ritrovati a galleggiare in aria ad una certa distanza dal suolo.
 –Siete tutti al sicuro..? E allora, Deep Submerge!-  urlò la castana, raccogliendo in una sorta di sfera  l’acqua del mare per poi  scaraventarla contro i nemici sommergendoli.
Contemporaneamente Ryuu richiamò a sé l’acqua dolce cha padroneggiava, creando così un immensa onda che spazzò via tutte i nemici e ricoprì parte delle rovine della città.
-E’…è finita?- balbettò la ragazza albina, guardando giù e scorgendo solo un turbolento mare nero e blu. –No!- strillò esasperata Taima, lasciando per un istante la presa per indicare una sorta di nube oscura e minacciosa che si alzava lentamente dall’acqua.
Per non rischiare di finire in acqua, Jewel non potè far nient’altro che aggrapparsi disperatamente ad un braccio di  Joao, lì vicino.
 Il moro, ringhiando qualcosa di poco carino in qualche lingua sconosciuta, la prese direttamente in braccio per non rischiare di farla cadere. –La prossima volta che stai per fare una sciocchezza, almeno avverti, Ay-y-y!- sbuffò rivolto alla corvina, che sembrava non essersi  accorta dell’errore e stava osservando la situazione con occhio critico.
-Okay, gente. Secondo round.- ringhiò alla fine,  lanciandosi in picchiata contro le ombre che cercavano di risalire sulle sporgenze rimaste e facendole a brandelli con la sua Space Sword.
-Gara?- propose al rosso,  trafiggendo con la sua spada sfavillante l’ennesima creatura. –Ci puoi giurare.- ribattè ghignando Suzaku, stendendo un paio di nemici con la sua lancia e iniziando la conta delle vittime.
 Jewel, dopo essere stata rimessa a terra dal ragazzo, si era precipitata dalla francese cercando di nascondere il rossore che le aveva imporporato la guance. –Alix-sempai! E noi che facciamo?- le chiese, con nota di preoccupazione nella voce, cercando di difendersi da quelle creature con il suo Garnet Road.
-Li lasciamo tranquilli e ci copriamo le spalle. Sanno il fatto loro, Jew. Non si faranno male, anzi…questa sfida li spingerà a combattere ancora meglio.- la rassicurò la ragazza, per poi  urlare con tutta la forza che aveva in corpo :- Submarine Reflection, azione!-
L’ albina annuì, un po’ rassicurata dalla presenza dell’ amica e dei Generali.
Non so quanto potremmo resistere…ma anch’io farò del mio meglio!, promise a sé stessa, stringendo più forte la presa sul suo bastone e preparandosi ad una lunga nottata di guerra.




*Mensola dell’ Autrice*
Ben ritrovati! Come sempre, sono di corsa perciò quattro righe veloci e poi vi lascio alle note.
Come sapete, mi piace cercare il significato dei nomi che uso ma forse questa volta ho esagerato, sono un po’ troppe annotazioni!
Dunque,  l’ultima parte di questo capitolo è stata scritta mesi fa, perciò non mi stupirei se notaste  la differenza durante la lettura (spero non vi dia troppo fastidio).
Ho deciso di presentare assieme sia i Generali che le Outher Senshi, spero di aver reso almeno in parte i loro caratteri, anche se lo spazio dedicato loro è poco.
Però, prima o poi,  ricompariranno; probabilmente negli ultimi capitoli.
Un’ultima cosa: da qui in poi ci saranno le avventure “in solitaria” delle nostre ragazze, ma non so quando e come potrò aggiornare nuovamente.
A presto!

Note:
Alix : variante francese del nome Alice, significa “di nobile stirpe” (in francese antico)  o “del mare” (in greco). Mi sembrava adatto alla nostra New Sailor Neptune.

Taima: è un nome indiano,  dovrebbe significare tuono, in riferimento alla personalità forte,
agguerrita e un po’ particolare della sua proprietaria.

Ryuu: in giapponese significa “drago”, è rappresentato dai colori blu e verde e controlla l’acqua.

Suzaku:  nome giapponese della Fenice, il suo elemento è il fuoco.

Carlo: il nome viene dal latino Karl cioè “maschio” e non c’entra per nulla.
Ho deciso di inserirlo come ultimo membro degli Shitennou per dargli più spazio nella vicenda e per spiegare la sua trasformazione in “New Milord” per salvare Melania: ha semplicemente sfruttato i suoi poteri (legati all’aria, controllata dalla Tigre Bianca).

 
  
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