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Autore: A b y s s    21/08/2015    4 recensioni
[Secondo posto al Contest di ATR]
[AU!Second World War]
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Per amore si fa di tutto e di più...c'è chi arriva a uccidere.
Zoey ha ucciso, per il ragazzo che ama, per suo fratello.
Ma sarà disposta ad accettare il sacrificio?
Per amore si vive, per amore si muore.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jo, Mike, Scott, Zoey
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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BLOOD

 

U.S.A, 1945


Zoey Wood non aveva mai pensato a quanto potesse essere orribile la guerra.
Era sempre cresciuta in Canada, a Wawanaka, lontana dagli orrori che portavano le battaglie. Ma suo fratello Scott aveva deciso di partecipare, e Zoey aveva promesso di andare con lui.
Ora, nascosta dietro una roccia, con il fucile in mano e travestita da uomo, si chiedeva, piangente, perché avesse lasciato la sua casa e il calore della sua famiglia.
La guerra era crudele, spietata, dove non c'era posto per le emozioni. Un gioco crudele, dove o vivevi o morivi.
Zoey aveva resistito per questo, ingoiato le lacrime, le urla di orrore, rimanendo ferma al suo posto quando avrebbe voluto fuggire. In fondo, ora, era un soldato. Con un falso nome, ma sempre un soldato.
Non poteva tornare indietro. Non più, ormai.
Almeno aveva trovato Mike. Mike, la sua unica fonte di vita, l'unica persona che sapesse che era una donna. Si era innamorata di quel soldato gracile ma dal sorriso pronto e la mente sveglia.
Una smorfia amara le solcò il viso.
Peccato che l'amore in guerra non sopravviva. Uno dei due sarebbe morto prima o poi. E Zoey se lo sentiva che presto sarebbe arrivato qualcuno a separarli.
L'urlo del comandante Chef Hatchet la risvegliò dai suoi pensieri: -FUOCO!-
La ragazza travestita da uomo spuntò da dietro la roccia, insieme ai suoi compagni, e cominciò a sparare.
I suoi occhi castani erano puntati sui nemici, seguendo la linea di tiro del proiettile, le sue dita premevano il grilletto in mondo talmente veloce che quasi non si vedevano.
Scrutava le vite mietute dai suoi colpi, tenendo a mente i loro volti vacui, gli occhi vitrei, i loro corpi insanguinati. "Ricorda questo, Zoey. Ricorda per sempre quello che stai facendo. Sempre"
Ma le vittime non trovarono riposo solo dalla parte nemica del campo.
Zoey vide corpi morti tra i suoi, uccisi, ma non si fermò a guardare troppo.
Ora doveva solo concentrarsi a sparare.
Doveva solo combattere.


***


Tutto era silenzioso.
Il nemico si era ritirato, e la truppa di Zoey si stava prendendo tempo per curare i feriti e mettere al sicuro i morti.
Zoey li passò in rassegna: tra i morti trovò Harold Corrow, Trent Walking, Shawn Forest, Dave Allan...e un ragazzino minuto, di colore, con un paio di grossi occhiali. Doveva aver avuto più o meno sedici anni. Si chiamava Cameron Hale.
Alla ragazza si strinse il cuore nel vederlo. "Una vita così giovane...stroncata così in fretta" pensò "Povero piccolo"
Si allontanò in fretta, per impedire a quella terribile visione di perseguitarla ancora.
I feriti erano quattro: Duncan Nelson, Aljandro Burromuerto, Geoff Barley...e Mike.
-MIKE!- esclamò, avvicinandosi a lui.
Il ragazzo sorrise. Era a torso nudo, e un infermiere gli stava fasciando una ferita sulla spalla destra. -Ehi Zo...ehm, Zack!- la salutò, usando il suo falso nome.
Zoey gli guardò la spalla, preoccupata. -Tutto bene?- gli chiese, la voce ridotta ad un sussurro.
Il giovane annuì, mostrando la fasciatura bianca, che risaltava in modo accecante sulla sua pelle abbronzata.
La rossa sospirò di sollievo, e Mike le prese una mano. -Ti preoccupi sempre troppo, Zack- ridacchiò.
-Sono fatto così, amico- rispose lei, ingrossando la voce per renderla più maschile.
Mike alzò gli occhi al cielo. -Sei senza speranze- disse.
L'infermiere, un certo Cody Anderson, li fissò attentamente. -Dovete avere una gran bella amicizia voi due- disse, sorridendo.
I due annuirono. -Sì, è così- disse Zoey.
-Mi fa piacere. Di questi tempi è meglio avere un buon amico quando combatti-
Zoey annuì. -Mike, hai visto Scott?- gli chiese poi.
Il giovane dai capelli neri scosse il capo. -No, non l'ho visto...perché lo cerchi?-
Zoey alzò le spalle. -Voglio vedere se sta bene- esclamò. Salutò il ragazzo con un cenno della mano e poi corse fuori.
"Porca miseria, dove sei Scott?!" pensò "Dove cazzo sei?!"
Ad un tratto, la sentinella dell'accampamento diede l'allarme.



***



Zoey udì chiaramente il suono della sirena, che significava solo una cosa: -NEMICI!- fu l'urlo che venne lanciato.
Ma era troppo tardi. I nemici erano già entrati dentro, armati fino ai denti, e con lanterne nelle mani.
"Cosa vorranno mai farci con delle lanter..." Il pensiero le morì nella testa.
Quello che sembrava il comandante della truppa che li aveva assaltati, lanciò una lanterna su una tenda. L'oggetto si infranse, e la tenda prese fuoco.
Zoey cominciò a correre, nel disperato tentativo di trovare un'arma per rispondere all'attacco, mentre intorno a lei divampava l'incendio.
Fiamme rosse, ardenti e calde come l'Inferno, che levavano la vita ancor peggio dei fucili. Fiamme crudeli, che bruciavano gli uomini come se fossero legna da ardere.
Zoey non aveva mai odiato il fuoco, anzi, lo trovava rassicurante da bambina, quando scoppiettava nel caminetto, ma ora, mentre le lingue arrossate si riflettevano nei suoi occhi spaventati, lo trovò la cosa più ripugnante che avesse mai visto. Adesso lo odiava.
Molti uomini erano giunti a cercare di domare l'incendio, e altri stavano combattendo, ma la ragazza dai capelli rossi non riusciva a muovere un muscolo. Cosa le stava succedendo?
-WOODSON!-
Non sentiva nulla.
-ZACK WOODSON!-
Questa volta si girò a guardare chi aveva chiamato il suo nome falso.
Era Brick Thunder, un veterano, valoroso soldato, dall'animo generoso. Le lanciò un fucile. - Prendi e combatti, soldato!- urlò, prima di tornare a sparare verso i nemici.
Zoey fu lesta ad afferrare l'arma, e non appena la ebbe tra le mani, tornò alla quanto rovente realtà.
Premette il grilletto e fece fuoco sui suoi avversari, mentre i proiettili mortali si mescolavano a quell'Inferno di luogo.
-MORITE, CAZZO!- gridò, quando abbatté tre uomini che le stavano andando contro.
Con la coda dell'occhio riuscì a scorgere Mike. Il giovane soldato era impegnato nei tentativi di domare l'incendio.
Almeno era al sicuro.
Ma non riusciva a scorgere Scott.
Dov'era finito?
Mentre sparava, finì spalla contro spalla con Duncan.
-Woodson!- la salutò il giovane dagli occhi azzurri, mentre imbracciava una mitraglietta.
-Nelson!- ricambiò la rossa.
-Direi che l'aria si è riscaldata un po', non trovi?- ridacchiò il moro.
-Sì, esattamente come le tue battute- sbuffò Zoey.
Duncan fece spallucce e tornò a combattere. -Questi crucchi figli di puttana non mi avranno.- ringhiò -Oh, no, proprio no. Tornerò da Gwen, fosse l'ultima cosa che faccio- ringhiò, per poi sputare a terra con disprezzo.
Zoey capì che anche lui aveva qualcosa che gli permetteva di rimanere vivo. Una sorta di ancora, si poteva dire, che portava il nome di Gwen.
Anche lei aveva un' ancora, ma questa portava il nome di Mike.
E Scott.
-Duncan, hai visto Scott?- chiese.
-Capelli rossi, occhi azzurri, scorbutico, nevvero?-
-Sì!-
-Allora no, ragazzo- sibilò Duncan -Non l'ho visto-
Zoey sentì il cuore farsi pesante. Possibile che suo fratello fosse morto?
No, non era morto. Scott era troppo forte per morire.
-Però ora che mi ci fai pensare...- continuò il moro -Mi pare di averlo visto vicino alla tenda del rifornimento armi...-
Non riuscì a finire la frase che Zoey corse via, intenzionata a ritrovarlo.



***



-SCOTT! SCOTT DOVE SEI?!- urlò Zoey, vicina al rifornimento armi .
Ma nessuno le rispondeva.
Zoey stava per perdere le speranze.
-Zack?- chiese una voce all'improvviso.
Si voltò di scatto e lo vide, fucile imbracciato, capelli rossi sporchi di sangue e occhi del colore del ghiaccio.
Sorrise. -Scott!-
-Che ci fai qui, Zack?-
"Ah giusto" rifletté Zoey "Qui io sono Zack Woodson, non Zoey Wood."
Si grattò la testa, imbarazzata. Con le dita sentì chiaro il punto dove aveva reciso i suoi lunghi  e folti capelli rosso scuro per sembrare un ragazzo.  -Ehm...è che non eri da nessuna parte e mi sono preoccupato- bofonchiò.
Scott alzò gli occhi al cielo. -Sempre apprensivo tu- disse -Mi ricordi un po' la mia sorellina-
Zoey fu lesta a cambiare discorso. -Dobbiamo andare ad aiutare gli altri- disse, ma un colpo di fucile pericolosamente vicino a loro.
I due giovani si voltarono. Era giunta una donna.
Aveva corti capelli biondi e un'aria crudele stampata in faccia, l'espressione di una persona a cui piaceva uccidere e far del male.
-Ciao, pulcini- li sfotté come prima cosa -Che c'è, avete perso la mamma chioccia?-
-Taci, puttana!- le urlò contro Scott, sparando verso di lei.
La donna fu rapida a schivare i colpi. -Oh, cerchi di farmi fuori, eh? Riprova la fortuna, rosso!-
Stavolta fu Zoey a sparare, ma la mancò nuovamente.
Questa sbuffò. -Proprio contro un ragazzino inesperto e un tiratore scarso mi dovevano mandare a combattere?- si lamentò, sparando nuovamente.
Zoey e Scott saltarono di lato per non essere colpiti.
La rossa, però, mise un piede in fallo e cadde per terra.
Quando picchiò il mento al suolo e sentì le ossa scricchiolare, avrebbe voluto urlare di dolore, ma si morse la lingua per evitare che le grida lasciassero le sue labbra e si rialzò in piedi, dolorante.
La donna, intanto, mollò un calcio a Scott, mandandolo a sbattere contro un palo. Il rosso si afflosciò al suolo, privo di sensi.
Zoey sputò del sangue sul terreno, si asciugò la bocca e si rialzò, lanciandosi contro la donna.
-CHI CAZZO SEI?!- le urlò ferocemente, colpendola con un pugno sulla spalla, senza, però, farle nemmeno il solletico.
-Jo Schneider- si presentò con fare di scherno. -Ricorda questo nome, perché sarò io a spedirti all'Inferno, moccioso- aggiunse, per poi sbatterla violentemente al suolo.
Per il colpo, Zoey sentì i muscoli del ventre contrarsi, e rimase senza fiato.
Prese per afferrare il fucile, per terra accanto a lei, ma la Schneider la sollevo nuovamente e la risbatté ancora per terra.
Su e giù, come un dondolo del parco giochi, quelli che da bambina le piacevano così tanto.
Sentì le lacrime affiorare. Sarebbe morta quella notte, ne era sicura.
Zoey si morse un labbro e riuscì a trovare la forza di colpire Jo con una ginocchiata in pieno stomaco.
Jo venne spinta più dietro e barcollò, ma riuscì a risistemarsi, mentre Zoey si alzava, ancora intontita dalle botte ricevute.
-STRONZO!- le urlò la bionda, estraendo la pistola dalla tasca. -Ti faccio vedere io come si gioca, pezzo di merda!-
Non le sparò, ma in compenso le saltò addosso  e le afferrò la testa, premendola con forza al suolo, schiacciandola con il suo scarpone. Zoey non poté trattenersi, e urlò di dolore.
Jo rise. -Era ora che implorassi pietà, lurido bastardo- ringhiò.
Zoey si rigirò all'improvviso e la allontanò con un paio di calci bene assestati.
-NO!- udì.
Jo sparò.



***


Scott aprì gli occhi.
"Che cos'era successo?"
Bastarono il fuoco, il rumore di spari e le urla a farglielo capire, oltre al terribile male che gli esplodeva dalla nuca alla fronte.
Vide la giovane recluta dai capelli rosso scuro, Zack, venir picchiato di santa ragione dalla gigantesca tedesca.
Cosa  stava facendo a quel ragazzino?
Non riusciva ad alzarsi, era troppo dolorante.
"Mi ha colpito..." pensò, massaggiandosi il cranio solcato dai capelli rossi.
Avrebbe voluto che le gambe non gli tremassero per via della botta, per poter andare in aiuto di quel ragazzo che in qualche modo gli ricordava la sua sorellina, Zoey.
Gli mancava quella piccola peste, e l'unica cosa che voleva era riabbracciarla.
Ad un tratto sentì la donna urlare: -Ti faccio vedere io, pezzo di merda!-
Sgranò gli occhi azzurri, mentre vide la testa del ragazzo venire schiacciata dall'enorme stivale della tedesca, e riuscì a rimettersi in piedi quando Zack riuscì a liberarsi di lei.
La gigantessa puntò la pistola contro il ragazzo, e, per un secondo, a Scott parve di vedere Zoey come obiettivo di quell'arma.
-NO!- urlò, correndo verso di loro.
Il proiettile non raggiunse mai il corpo di Zack.



***



Zoey aveva chiuso gli occhi quando aveva sentito lo sparo.
Non avvertiva alcun dolore. Era già morta?
Aprì gli occhi, e i suoi occhi registrarono flash di immagini: la pistola fumante di Jo, il sangue per terra, e Scott davanti a lei...
"Scott?!" pensò.
-Scott?!- esclamò.
Il giovane si voltò verso di lei, un'espressione sofferente negli occhi azzurri. -Ehi, Zack...- sussurrò. Poi si accasciò al suolo.
Zoey sgranò gli occhi scuri, e urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Prese il fucile da dove le era caduto, e con un urlo selvaggio sparò a Jo, che non ebbe tempo di reagire.
Cadde morta.
Zoey appoggiò il fucile accanto a sé, con le mani tremanti e gli occhi lucidi.-Scott...- sussurrò.
Il rosso la fissò. -Ciao, Zack- mormorò.
Il proiettile lo aveva colpito al petto. Zoey gli levò la giacca sa militare trovando la camicia bianca di lui sotto. Al centro, un fiore rosso stava sbocciando, in contrasto sul candore della veste.
La ragazza si tolse la giacca, tentando di tamponarla, disperatamente.
-Zack...è troppo tardi...lascia stare- mormorò Scott.
Zoey scosse il capo. -Non è troppo tardi!- urlò -E io non sono Zack!-
Scott sbatté le palpebre. -Cosa...?-
Zoey si levò il berretto. -Guardami bene-
Scott lo guardò: non era un maschio. Era sporco di sangue e polvere, e aveva i capelli tagliati corti, ma riuscì a riconoscere le lentiggini e i lineamenti delicati.
-Zo...Zoey- mormorò, sorridendo. -Chissà com'è, non ne sono sorpreso, sorellina-
Zoey sorrise anche lei. Gli prese delicatamente la testa e se la portò in grembo. -Tranquillo, Scott- disse, con voce tremante -Andrà tutto bene. Ti porterò a curare, e...-
-No- la fermò lui. -Non...posso essere salvato-
Le lacrime uscirono dagli occhi della rossa. -Che cavolo dici! Forza, fratellone, fatti forza!-
Scott sollevò una mano, del colore del latte, macchiata di sangue, e le accarezzò il viso, asciugandole una lacrima. -Non rovinare il tuo bel visino con le lacrime, sorellina.- esclamò debolmente -Sei veramente bella...-
Lei gli prese la mano, e se la tenne sulla guancia. -Scott...-
Lo guardò in viso. Era più pallido del solito, e stava piangendo anche lui. -Sono contento di averti rivista, sorellina. Ora ti prego...lasciami andare...-
Zoey scosse il capo. -No...-
-Ti prego, Zoey. Dammi il tuo permesso per andarmene. Lasciami andare da Dawn-
La guardava con occhi sofferenti, tristi, stanchi. Aveva quello sguardo da quando Dawn, la sua ragazza, era morta di tubercolosi, spegnendosi nel suo letto, tra le sue braccia.
Zoey si asciugò una lacrima. -Io...io...- Pronunciare quelle parole furono la cosa più difficile che avesse mai fatto. -Ti do il permesso di andare-
Il volto di Scott si illuminò. -Grazie, piccola Zoey.- sussurrò -Sii forte...sorellina-
Non si mosse più.
Piangendo e tremando, Zoey gli abbassò le palpebre. -Addio...Scott- singhiozzò, abbracciando il corpo privo di vita del fratello.
Le fiamme salivano alte nell'oscurità, accompagnando il suo pianto, e illuminando le fredde stelle, che guardavano impassibili la disperazione e il dolore sotto di loro.



Angolo Autrice
Ok, non so cosa diavolo ho scritto, ma ero ispirata con il drammatico.
Un ringraziamento particolare a Grecoes e allo Staff del concorso per avermi fatto partecipare e un grazie anche a chi è riuscito  a leggere questa cosa.
Un bacio a tutti,
Helen

   
 
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