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Autore: SephAndNike production    01/02/2009    0 recensioni
Sono trascorsi più di due anni, e dopo il sanguinoso Torneo delle Tenebre... ne hanno fatto un altro! In nome dell'originalità! Ecco i nostri eroi che tornano ad affrontare con lo spirito di sempre una nuova minaccia (e anche due fanciulle non troppo indifese) in una storia a a due mani ricca tanto di suspence quanto di humor... almeno, speriamo! Recensite!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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cap5 yuyu ci sono problemi con l'html, non riesco a toglierli O.o me li rimette comunque... uffa (perdono)
Capitolo 5°
“L’invito della morte”
 
“Che c’è? Non avete mai visto un morto?”
Non c’erano dubbi quella fosse la voce di Koenma, ma la bocca di quel pasticcio di pelle e organi non sembrava essersi mossa.
“Chi sei?” domandò Kuwabara, schifato all’idea che quello potesse essere Koenma.
“Pff..AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH” l’ammasso di carne ebbe degli spasmi, facendo dei rumori orrendi e flaccidi. Botan svenne cadendo a terra.
“BOTAN!” Esclamò Yusuke cercando di farla riprendere, sollevandola dal pavimento.
“Poveriiiinaaaa. AHAHAHAHAHAH!”
“Ti ripeto la stessa domanda” fece poi Kurama, tirando fuori la sua rosa dai capelli “ cosa diamine sei tu? Tu non sei AFFATTO koenma.”
“uuuh, la piccola volpe argentata si sta innervosendo, che pauuura.”
Kurama trasformò la rosa nella sua frusta, senza dire una parola: al primo cenno, alla prima mossa falsa sarebbe scattato e l’avrebbe fatto fuori. Come lui anche Hiei e Kuabara si misero in posizione d’attacco.
“Non sappiamo chi sei” fece poi Yusuke, riadagiando Botan “ma se non rispondi quella lingua te la ritroverai dove so io.”
“Ah beh, visto che siete così impazienti di avere delle risposte…SEGUITEMI!”
L’ammasso di pelle si sciolse a terra in un liquido melmoso di color rosa pallido, iniziando a spargersi per tutta la stanza. Pochi secondi dopo le mura, il soffitto, e il pavimento ne furono ricoperti.
“Cosa diamine sta succedendo?” fece la ragazza dai capelli rossi.
Apparve un punto bianco al centro della vetrata sul soffitto, che guizzando in basso a destra, cominciò a disegnare un pentacolo, mentre altri punti rossi disegnavano lettere arcaiche accanto ad ogni punta. Si sentì il rumore di qualcosa che si squarciava e  al centro della stella apparve un occhio dalla forma stilizzata, completamente viola. 
Yusuke sentì qualcosa di simile ad un soffio freddo sfiorargli il collo, e poi avvertì il pavimento sparire sotto di lui. La melma prese vita e li avvolse tutti nell’oscurità. Il ragazzo chiuse gli occhi mentre si sentiva vorticare sempre più velocemente e la nausea lo assaliva. Sentiva, però, accanto a sé, gli altri sei.
Il vorticare terminò lentamente, ma la sensazione di vuoto sotto i piedi non cessò.  Yusuke si impose di aprire gli occhi, ma quel che ne ebbe non fu molto diverso da prima: la più totale oscurità.  Si guardò intorno, ma non vedeva Kuwabara ne nessun altro, tuttavia sentiva il respiro affannoso di ognuno di loro al suo fianco.
Davanti a loro apparve una strana persona con un cappuccio sulla testa, vestito completamente di nero. Quando cominciò a parlare la sua voce roca come sembrava provenire da ogni angolo della sala.
“Benvenuti, messeri. Vediamo se ci siete tutti: Yusuke Urameshi, Hiei Jaganshi, Kazuma Kuwabara, Youko Kurama, la traghettatrice Botan e…”
Prese fiato creando un suono acuto e graffiante.
“…Hikaru Torue e Alex Acheron”
“COME FAI A SAPERE I NOSTRI NOMI?” in quel buio echeggiò la voce della ragazza dai capelli rossi. Sebbene Yusuke né nessun altro vedesse gli altri, le voci erano riconoscibili.
“Come? Io so tutto di voi. Secolo dopo secolo ho acquisito la conoscenza e le storie di molte persone esistite in tempi remoti, e le storie di quelli che vivono in questo frammento di tempo che voi chiamate presente. E anche le vostre, naturalmente. Cosa credevate, di riuscire a nascondervi per sempre, come scarafaggi? Guardate in quale faccenda vi siete cacciate!”
“Brutto lurido figlio di putt…” digrignò la ragazza dai capelli rossi.
“Dove ci troviamo?” domandò poi Kurama, mantenendo la calma in quel buio pesto che opprimeva.
“Domande, domande, domande. Non sai fare altro, Kurama. Domande per avere o dare spiegazioni. Si vede che la tua acutezza e la tua lucidità qui non servono a molto: siete in una falla dello spazio. Un punto vuoto, una singolarità, chiamatelo come più vi aggrada. Qui io posso parlarvi e voi non potrete fare altro che ascoltare finché IO non deciderò di rilasciarvi. Chiare le regole del gioco?”
Prese nuovamente fiato.
“Non ho fatto tutto questo solo per una semplice chiacchierata, volevo rendervi nota una novella più che importante: l’isola della roccia pendente è stata ristrutturata. Siete stati invitati a partecipare al nuovo torneo delle tenebre.”
Silenzio.
“ANCORA?!?!?” esclamò Kuwabara.
“Non ho intenzione di partecipare di nuovo. E’ solo un modo come un altro per ammazzare la gente” rispose Kurama con freddezza.
“SACCENTE! Fai silenzio, mi infastidisci! Credi di sapere tutto, invece sbagli, anche su questo sbagli, Kurama. Vedete, avete tutti un conto in sospeso con me, da anni, ormai. Io sono Rainov.”
A quel nome sia Kurama e Hiei che alle due ragazze si bloccò il respiro e il cuore iniziò a battere all’impazzata
“Rainov… Rainov… Rai… e chiccazzo è Rainov?!”
“Rainov è l’entità demoniaca superiore che domina tutti i piani e le dimensioni, Kuwabara” rispose Kurama “è la massima figura di potenza oscura mai esistita. Non se ne parlava più da tempo ormai, tutti pensavamo fosse stato eliminato da Yakumo secoli fa nella lotta della conquista degli inferi.”
“E invece io sono qui. E’ vero, il mio spirito e il mio corpo hanno dormito per lungo tempo, quando Yakumo impose il suo potere negli inferi. Ma quell’imbecille ha scordato chi è il vero padrone dell’oscurità, e io sono stato ripagato da voi, che l’avete eliminato.”
“E noi, in tutto questo, che abbiamo fatto?” sbottò Yusuke.
“Voi avete eliminato Yakumo, e devo ringraziarvi. Ma siete sempre stati d’intralcio sia nella dimensione umana che in quella demoniaca. Ebbene io voglio creare una dimensione unica fra gli inferi, il Makai, e il mondo degli umani. Un unico, grande piano dimensionale, senza più confini”
“La tua è follia!” gridò Hiei, cercando di tirar fuori quel poco coraggio che si sentiva ancora addosso.
“E perché mai? L’universo così com’è ora, frammentato, fluisce nel tempo nell’ordine, nella pace, tutto è fermo. Inutile. Invece… invece il caos genera vita, movimento, cambiamenti imprevedibili, e non ci sarà più rischio d’annoiarsi”
“Tu sei pazzo!” fece la ragazza dai capelli corvini.
“Alex, proprio tu mi fai questi discorsi? Tu che con le tue amiche mi avete liberato dal mio sonno? Non ricordi cosa accadde? Ricordi cosa è rimasto qui da me?”
Cadde il silenzio.
“Siete state voi?” fece Yusuke guardando nel vuoto, sentendo la presenza delle due.
“Per errore. Giocavano con poteri troppo grandi, senza prestare attenzione. E per questo la colpa per avermi risvegliato è loro. Divertente non trovate? Ho dato io l’ordine della loro cattura sul tavolo di lord koenma, sono io che ho organizzato di nuovo il torneo per eliminare gli ultimi guerrieri in grado di ostacolare il mio progetto. Sarà bellissimo! Tutti contro tutti eppure tutti combatterete per il fine ultimo di fermarmi. Non è meraviglioso? Un unico ideale che deve essere pagato con il sangue.”
Rise, un suono acuto e raschiante, folle, poi riprese fiato.
“Quando vincerò il torneo e tutti gli oppositori maggiori saranno stati eliminati, darò il via al mio progetto. Qui si gioca con le mie regole, e non potete fare altro che accettare, chi prova a fuggire o abbandona la lotta muore. Vi do solo tre mesi di preparazione, né un giorno di più né uno di meno. Preparatevi bene, perché tutti sono animati dallo stesso bisogno di sconfiggermi, e non cadranno facilmente. A tre mesi esatti di distanza da questo giorno vi attendo al porto, quando il sole si macchierà di rosso. E per quel che vale… buona fortuna”
Ci fu un ultima risata stridula, accompagnata dallo stesso respiro pesante, e poi il silenzio.
Il buio si dissolse e la melma scomparve con esso.
Per qualche secondo nessuno riuscì a dire una parola. Un filo di terrore legava tutti i presenti in quella stanza, e tutti loro avevano le gambe tremanti e il sudore freddo rigava i loro volti.
Erano stati davanti a una sorta di dio, erano stati resi partecipi di un progetto folle al quale non potevano sicuramente sfuggire.
“Non so cosa dire ne pensare” balbettò Yusuke, facendo riaffiorare agitazione e paura.
“Yusuke” disse poi Hiei ancora con lo sguardo fisso e spaventato “è fuori dalla nostra portata una situazione come questa. Ammettiamolo. Per troppo tempo non abbiamo combattuto, troppo tempo non abbiamo avuto una situazione così…”
“…drammatica?” completò la frase la ragazza dai capelli corvini, che piangeva senza fare un suono.
“Vi rendete conto che non possiamo tirarci indietro, vero?” disse poi Kurama, guardando i compagni.
“Questa guerra che sta per scatenarsi non verrà per la supremazia di uno su tutti, ma per il caos assoluto”
Dette quelle parole Yusuke aveva quasi del tutto abbandonato quel senso di sicurezza che lasciava i suoi piedi ancorati a terra, il pericolo era talmente grande che dubitò di ogni sua forza.
“Va bene, non è una situazione promettente”
La ragazza dai capelli corvini si alzò da dentro la sua bolla, asciugandosi in fretta le lacrime
“Ma qui siamo tutti coinvolti, in prima persona. Lasciarlo fare significa spianargli la strada. Io di sicuro non rimango qui con le mani mano, e anche se questo probabilmente non farà molta differenza. Mi assumo la responsabilità di quel che è successo. Non vi conosco, non so se vi tirerete indietro, ma io farò questa cosa con o senza il vostro aiuto. Solo che senza sarà più difficile”
“E poi…” aggiunse l’altra ragazza dai capelli rossi “…anche se morissimo nell’impresa, cos’è poi la morte se non un’altra tappa della vita? Almeno sapremo di aver combattuto per qualcosa che ritenevamo giusto.”
Quelle parole dette da delle complete sconosciute furono come una secchiata d’acqua gelida e un morbido abbraccio: il primo per svegliarli dal torpore e dal terrore e il secondo per rinvigorirli e incoraggiarli. La miscela giusta che ridiede coraggio e forza a tutti loro.
“Però per fare tutto questo dovreste,ecco, farci uscire da qui” disse la ragazza con i capelli lunghi, facendo roteare gli occhi arrossati.
Entrambe sorrisero timidamente, facendo notare che erano ancora rinchiuse nel kekkai.
Kuwabara si buttò a capofitto per levarglielo ma Hiei lo frenò.
“Siamo sicuri che possiamo fidarci?” fece il demone gelidamente.
“credo che dopo un discorso come quello, tappetto” rispose Kuwabara tendendo le braccia in avanti con le mani ben spalancate “ ci possiamo fidare alla grande.”
In un POFF sonoro il kekkai, gli amuleti e quant’altro sparì e le ragazze poterono nuovamente respirare l’ossigeno.
“Fidarsi di due donne, tsk.!”
“Sempre il solito, tu.” Ridacchiò Kurama.
“Beh mi sembra doveroso allora presentarci come si deve” Yusuke prese l’iniziativa e allungò il braccio porgendo la mano destra.
“Piacere di conoscervi, io sono Yusuke Urameshi. Quello con la zazzera rossa è Shuichi Minamino, alias Kurama, il tappetto scorbutico è Hiei jaganshi e quel pel di carota con la faccia da scemo è Kazuma Kuwabara!”
“EHI!!!!!” esclamarono all’unisono i tre tirati in ballo, imbarazzatissimi. Le due ragazza non poterono trattenere una risatina.
Quella dai capelli corvini rispose allungando anche lei il braccio destro.
“Molto onorate. Io sono Alex Acheron, e la mia compagna qui si chiama…”
“Hikaru Torue. Molto piacere.”
Aggiunse subito l’altra, sorridendo al ragazzo, al quale non strinse la mano.
“Beh pare che se prima dovevamo essere rivali ora dovremo collaborare.”
“Già siamo partiti con il piede sbagliato, Urameshi” rispose Hikaru buttando poi un occhiata Hiei.
“Sì ma come la mettiamo che la squadra è formata da cinque? Noi siamo sei!”
Esclamò Kuwabara, improvvisamente fomentato.
“Semplice: tu ci farai da ruota di scorta.”
Fece secco Hiei.
“ETTEPAREVA! Sempre io. Beh meglio di niente nel caso in cui qualche TAPPETTO si faccia male ecco che entrerà in scena il famosissimo, acclamatissimo Kazuma Kuwabara, muahahahahah!” (oddio… ndSeph)
Hikaru e Alex ridacchiarono, e Kurama, incrociando i loro sguardi, fece roteare un dito accanto alla tempia con un mezzo sorriso rassegnato, per far intendere che Kuwabara era davvero matto come dava a vedere.
“So che la domanda può sembrare un po’ stupida, ma cosa bisogna portarsi dietro?” domandò Alex, portandosi un dito alle labbra in un gesto esagerato di riflessione. Stava cercando di non dar a vedere quanto ancora fosse spaventata.
“Il minimo indispensabile, al resto ci penseranno quelli dell’hotel, se mi ricordo bene” rispose Kurama, informato come sempre.
“Tsk!” sbottò Hiei.
“Non è problema tuo, Hiei. Indossi sempre e solo due tenute!!”scherzò Kuwabara.
La risposta del demone fu quella di illuminare il terzo occhio da sotto la benda tramutando il suo volto in un ghigno diabolico.
“Questo…non….dovevi….DIRLO!”
“Lasciateli perdere, ragazze” calmò Kurama, un po’ impacciato “Fanno sempre così, temo che dovrete farci l’abitudine, perché qui è di norma”
 
In quella stanza, dopo avvenimenti concatenati, si era formata una nuova squadra. Sebbene sembrava fosse l’ultimo capitolo della loro vita, uno spiraglio di luce aveva illuminato quei volti che da tempo attendevano un segnale.
Il richiamo di una nuova avventura.
Pareva che il destino avesse scelto con quali pedoni giocare le proprie mosse.
Il tempo stava passando. I giorni volarono. Il sangue e il sudore cadeva a ogni secondo. L’isola li attendeva. L’aria era tesa. Arrivò il tramonto rosso sangue.
 
In tutto ciò Botan era stata abbandonata lì nella stanza finchè non si risvegliò da sola, quando il bidello serale le passò sopra con l’aurora d’agostino 105.
 
  
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