Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Anonimadelirante    21/08/2015    6 recensioni
“Per innamorarsi, l'ha sentito alla radio in un raro momento di calma, basta una frazione di secondo. A lui è bastato scorgere il rosso sanguigno dei suoi capelli che saettavano contro il cielo terso, mentre si dondolava sull'altalena, ridendo senza un motivo apparente.”
(LilyxSeverus. E chi se lo aspettava?)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una frazione di secondo


 

 

Probabilmente è la cosa più scontata che potesse capitargli, ma si è innamorato della sua risata. O, per meglio dire, si è accorto di lei per via della sua risata. Cristallina, chiara, ma di un tono più basso rispetto a quello della sorella – che ha quella vocetta fastidiosamente acuta, Babbana e pettegola.
Per innamorarsi, l'ha sentito alla radio in un raro momento di calma, basta una frazione di secondo. A lui è bastato scorgere il rosso sanguigno dei suoi capelli che saettavano contro il cielo terso, mentre si dondolava sull'altalena, ridendo senza un motivo apparente.
Si accosta al cespuglio, attento a non farsi vedere: non ha idea del perché, ma sente che sporcherebbe una scena del genere, se lei si accorgesse della sua presenza.
«Lily! Non così in alto, Lily, la mamma non vuo-»
Lily. Se lo rigira nella mente, incantato. Lily – persino quella stupida dell'altra bambina ha sentito il bisogno di ripeterlo due volte – è un nome incantevole, decisamente appropriato, per una come lei.
Non è come Severus, che stride fra i denti – che è il nome più brutto nella storia dei brutti nomi, come si è premurato di dirgli un compagno di scuola, qualche giorno fa.
Lily. Ha qualcosa di angelico, soave. Lo ripete piano, sottovoce, la sera, pigiandosi il cuscino sulle orecchie per attutire le urla del padre e il pianto disperato della madre. Lily sa di casa.
Lo sussurra appena, cara Lily, per sentire l'effetto che fa. Subito dopo si sente parecchio stupido, ma tra la lingua e il palato rimane il sapore dolce proprio dei sogni appena sbocciati.

 


Il loro primo incontro poteva andare meglio, decide Severus, mentre torna a casa. Non ha ben chiaro perché si sia tanto offesa, quando le ha detto che è una strega – è la verità, no?
Ma poco importa, alla fine: riuscirà a fare amicizia, ne è sicuro. Lily è troppo buona, per dar retta a quella bisbetica di sua sorella – lo sa, perché vanno a giocare nel parco non lontano da casa sua tutti i pomeriggi, tranne quando piove, e lui si accoccola dietro il cespuglio ad ascoltarle ridere e spingersi sull'altalena.
«...sei cattiva, Lily. Sei veramente, ma veramente cattiva.»
«Perché? Cos'ho fatto? Tunia, no-»
Il viso delle altre persone, quando piangono, si accartoccia su se stesso e diventa rosso, chiazzato – uno schifo, in pratica. Quello di Lily no. Lily piange come piangerebbe una fata di quelle favole Babbane che racconta la maestra. Piange in quel modo bellissimo che è un segreto per pochi, solo con gli occhi, con quei due smeraldi, che esondano di tristezza, come se fossero vasi in cui è stata versata l'ultima goccia. Il viso serio, ma disteso, le labbra contratte in una smorfia addolorata: «Ma ti stava prendendo in giro! Ti prende in giro con Amy e le altre!» singhiozza.
«Non è vero! Non è vero, non è vero! Sei orribile, Lily! Dovresti trovarti qualcun altro con cui giocare: spaventi tutte le mie amiche. E comunque io sono troppo grande per te!»
Sono troppo grande per te è una sentenza così odiosa che per un istante Severus è tentato di alzarsi dal cespuglio per riderle in faccia: sicuro non lo è di cervello.
Lily si porta le mani al volto e scappa, urlando qualcosa – qualcosa che ha a che fare con lefalse amiche della sorella, probabilmente. L'altra si lascia cadere sull'altalena.
Severus la fissa con interesse chirurgico, attento a non farsi scorgere. Poi, semplicemente, si alza e se ne va: Tunia piange come tutte le persone normali, come i Babbani. Non è un bello spettacolo.

 


La prima volta che lo chiama amico, lo fa per presentarlo alla mamma.
«Mami, quello è Severus, un mio amico.» lo saluta da lontano, sbracciandosi. Tunia fa una smorfia e mima uno ‘svitato’ ad Amy, che ridacchia. Lily le ignora caparbiamente. Anche la sua mamma, dopo un attimo di stordimento iniziale, agita la mano e gli sorride, cauta.
È una bella donna, dal sorriso dolce; ma Lily è cento volte meglio.

 


Lily ha la pelle candida, costellata di lentiggini. Sono chiare, appena accennate; piccole macchiette quasi invisibili – ma sono davvero dappertutto.
Se ne accorge un pomeriggio assolato, fa fin troppo caldo per essere di maggio, mentre si rincorrono ridacchiando. Lei cade, ruzzola per un paio di metri e si tira su, stordita. Severus le è accanto, mentre raggiunge la panchina, barcollando, e vi ci si issa.
È allora. Lily ha la gonna del vestitino a fiori azzurri che porta sollevata sulle cosce e le labbra socchiuse, come se dovesse ancora realizzare il bruciore intenso che le parte dal ginocchio e si irradia per il resto del corpo. Strizza gli occhi. «Ahi» mormora, un po' strozzata. Severus non commenta; la conosce abbastanza bene, ormai, da sapere che sta deglutendo a vuoto per non scoppiare in lacrime – Lily odia piangere.
Comunque, il punto è che in quell'istante c'è qualcosa, nell'aria. Qualcosa che rimane incastrato nella sua gola, rendendogli complicato respirare.
Lily fa ciondolare le gambe oltre il bordo della panchina – prima adagio e poi sempre più veloce.
Sono lattee, piccole, ancora corte – eppure nella mente di Severus si stagliano con chiarezza, coprendo ogni altra cosa. E, improvvisamente, il resto – i giardinetti, gli strilli degli altri bambini, il cinguettio degli uccellini, il tanfo di alcool che ha suo padre, quando torna la sera – diventa tutto un unico grumo pastoso, sullo sfondo; muta tutto in qualcosa di così ineccepibilmente inutile, che quasi gli viene da sorridere.
Ci sono queste piccole lentiggini, che diventano sempre più invisibili, sfocate, come tutto il resto, e il sangue, una macchia non ben definita, sul candore burroso del ginocchio di Lily. Sta in bilico sui talloni, ai suoi piedi, mentre cerca di aiutarla a ripulirsi con un fazzoletto bagnato (non che lei sembri in vena di collaborare, anzi). Tiene una mano appoggiata dietro, sulla vena blu che risalta perché la sua pelle è così dannatamente sottile; ed è soffice.
L'oscillazione aumenta di poco, ad un ritmo quasi ipnotico.
Severus quasi ne ha paura, della reazione dei suoi sensi davanti a Lily. Insegue il sangue della sbucciatura fino ritrovarlo nel rosso accecante dei capelli, l'ipnotismo del dondolio delle gambe nello scintillio degli occhi verdi e nelle labbra lucide e nel nasino arricciato, spruzzato di lentiggini caffellatte – troppo chiare, praticamente invisibili, che fanno capolino solo grazie al bagliore abbacinante di agosto.
C'è qualcosa di inquietante – una vocina insistente, ma estremamente lontana, che dice che non dovrebbe trovare così dolce, quella gocciolina di sangue che rotola giù per la pelle chiara, unendo le efelidi dello stinco in una costellazione.
Ne ha quasi paura, perché non lo capisce – perché sono ancora piccoli, per quanto sia fastidioso sentirselo rinfacciare da quella cretina di Tunia; perché suona tutto così stonato. Egiusto, ovviamente. È stonato, ma giusto, il modo scoordinato e morbido con cui si muove Lily, la sua risata chiara e la sue lentiggini quasi trasparenti. È... non lo sa, ma è come se fosse sospeso in un limbo fatto di particolari caleidoscopici, luminosi, sorprendenti.
L'attimo, infinito e cortissimo, finisce come è iniziato, senza soluzione di continuità. La vertigine lo coglie alla sprovvista, con un leggero senso di nausea e deve reggersi a terra con l'altro braccio, per non cadere. Ignora bellamente la ghiaia che gli si conficca nel palmo, mentre cerca un po' di saliva per umettarsi le labbra.
Lily lo fissa, possibile che non si sia accorta di niente?, per poi abbassare lo sguardo sul suo ginocchio e sobbalzare: «È... è guarita
Si guardano negli occhi, mentre ridacchiano senza un motivo; poi Lily balza di nuovo in piedi e Severus si lancia all'inseguimento, lasciandosi alle spalle quel turbinio di sensazioni impazzite e quella magia spontanea di cui non è chiaro l'artefice.

 

(Eppure Severus già lo sa, lo sente quel senso di incompletezza, di inconclusione.
Sa che c'è decisamente qualcosa che non va, nel groviglio mal disposto dei suoi pensieri.
Che è qualcosa che rasenta l'ossessione – che è assuefatto dal suo profumo di gigli, dal suo sguardo acuto, dal sorriso sincero. Che questa cosa che cova dentro, che è amore, forse, chissà, è presto per dirlo, lo porterà alla follia.
Ride.)

 

 

 




N/A: Questa OS avrebbe dovuto partecipare al contest “Not my cup of tea!” di Isidar Mithrim – e, viene da sé, rispettava i termini principali da lei dettati: bisognava trattare di personaggi (o coppie) ai partecipanti ostici – ma, come da copione, il computer ha dato for fait tre ore prima della scadenza e io pubblico con millenni di ritardo. Stacce.
La coppia trattata è la LilyxSeverus, che mi sta davvero sui bolidi (ma forse, alla fine, solo per via del perbenismo fanon che li circonda). E poi è una storia d'amore – forse – e io aborro le storie d'amore. Diciamo.
Nel senso che, principalmente, la prima cotta da favola – classica delle ff – mi mette addosso tanta di quella rabbia... un po' come la coppia trattata, ecco.
Comunque, alla fine, così da bambini hanno preso anche me – spero di aver loro reso giustizia e di avervi allietato.
Alla prossima ^^

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Anonimadelirante