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Autore: Feel Good Inc    01/02/2009    10 recensioni
«Lizzie, se continui a interrompermi finiremo domani mattina. E poi, hai proprio intenzione di tenere la cuffia all’orecchio mentre ti parlo?»
Lizzie alzò gli occhi al cielo.
«Mi sembri mia madre.»
«Niente di cui stupirsi. Tua madre è una donna intelligente.»
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco una piccolissima ff senza pretese su uno dei miei pairing preferiti in assoluto

Ecco una piccolissima ff senza pretese su uno dei miei pairing preferiti in assoluto. È solo un episodio che può verificarsi in un giorno qualunque della vita dei protagonisti; ma manifesta la loro sintonia, e in particolare i sentimenti di un “migliore amico” innamorato.

La canzone che ho utilizzato è Bubbly di Colbie Caillat. Non c’è un vero e proprio adattamento alla storia – dunque non si può parlare di una song-fic – ma è un brano così dolce che volevo in qualche modo associarlo alla dolcezza che vedo in questa coppia! ^^

Dedico questa shot a tutte quelle persone che hanno seguito la mia prima storia su Lizzie McGuire – che io credevo tanto infantile – mostrandomi tanto sostegno. Spero solo che anche questa sia di vostro gradimento! ^^

Buona lettura!

 

 

 

* * *

 

 

 

Questioni di chimica

 

 

 

 

I’ve been awake for a while now

You’ve got me feelin’ like a child now

‘Cause every time I see your bubbly face

I get the tingles in a silly place

 

 

«Scusa il ritardo, Lizzie...»

Gordo si fermò a pochi passi dal tavolo al quale l’amica lo aspettava. La vide completamente assorta in se stessa, concentrata sul lettore mp3, un auricolare all’orecchio e i capelli biondi sciolti sulle spalle. Provò una ormai familiare fitta allo stomaco.

Lizzie non dava segno di accorgersi di lui, così Gordo si avvicinò ancora, si chinò su di lei e afferrò l’altro auricolare, abbandonato sul tavolo. La ragazza sussultò e alzò gli occhi, mentre lui avvicinava la cuffia ad un orecchio.

«Gordo, mi hai fatto prendere un colpo!»

«Scusami. Volevo solo capire cosa ci fosse di tanto interessante in queste cuffie da distoglierti dal pensiero delle mie ripetizioni.»

Lizzie si rilassò in un sorrisetto.

«Beh, ora lo sai. È solo Colbie Caillat.»

Era tanto vicina che poteva distinguere ogni dettaglio del suo viso.

 

 

It starts in my toes and I crinkle my nose

Wherever it goes, I always know

That you make me smile, please, stay for a while now

Just take your time, wherever you go

 

 

Gordo si ritrasse lentamente, un po’ imbarazzato, mentre Lizzie gli sfilava di mano la cuffia e si chinava a prendere i libri dallo zaino ai suoi piedi.

«Vabbè, dai, cominciamo» gli disse.

Il ragazzo andò a sedersi di fronte a lei e posò sul piano del tavolo il libro di chimica.

«Allora, da cosa preferisci iniziare?» le chiese.

Lizzie sospirò e si passò una mano tra i capelli.

«Decidi tu. Nell’ultima lezione non c’era un argomento che abbia capito...»

«Beh, per forza: era un solo argomento, no?» le fece notare Gordo.

Ridacchiarono forte. La bibliotecaria, che passava accanto a loro in quel momento con una pila di libri, li guardò storto.

«Sshhh!» li ammonì, per poi passare oltre e depositare i volumi su uno scaffale.

Gordo si sforzò di tornare serio.

«Bene, ehm... Quindi, il bilanciamento.»

Lizzie lo fissò e ridacchiò di nuovo.

«Che c’è di tanto buffo?» si accigliò lui.

«Scusa, è che... Vederti così professionale... Insomma, sei proprio nel tuo elemento, se capisci cosa intendo.»

«Ah, bene, almeno iniziamo a parlare di elementi. Direi che ci stiamo avvicinando allo scopo di questo incontro, finalmente.»

Risero ancora.

Era incredibile quanto fosse facile scherzare con lei, tutto sommato.

 

 

What am I gonna say?

When you make me feel this way, I just... Um...

 

 

«Sshhh!»

Sentendosi sulla nuca lo sguardo perforante della bibliotecaria, Gordo si schiarì la voce e si concentrò di nuovo sulla chimica.

«Dunque, il bilanciamento. In realtà è piuttosto semplice...»

«Certo, tu dici così perché sei un cervellone...»

«Lizzie, se continui a interrompermi finiremo domani mattina. E poi, hai proprio intenzione di tenere la cuffia all’orecchio mentre ti parlo?»

Lizzie alzò gli occhi al cielo.

«Mi sembri mia madre.»

«Niente di cui stupirsi. Tua madre è una donna intelligente.»

Ridendo, lei gli colpì un braccio con il quaderno.

«Forza, Einstein, spiega.»

«Per tua informazione, Einstein era un fisico. Per fare le cose per bene dovresti chiamarmi col nome di un chimico.»

«Perché non di una delle piaghe d’Egitto, già che ci siamo?»

«Insomma!» La bibliotecaria si lanciò sul loro tavolo, le mani sui fianchi. «Questa è una biblioteca. Se volete studiare, fatelo a bassa voce

«Si parlava di piaghe...» borbottò Lizzie a Gordo con l’angolo della bocca, in modo da non farsi sentire dalla donna. Poi scattò in piedi e ripose i libri nello zaino. «Andiamo, Gordo, non si riesce a studiare con tutte queste distrazioni!»

Reprimendo a stento le risate, Gordo la imitò e la seguì di corsa fuori della biblioteca scolastica, mentre una selva di improperi li seguiva.

«Tu sei pazza, lo sai?» ansimò, affiancando Lizzie in corridoio, senza smettere di correre.

«Certo che lo so: sono amica tua!»

«Ah, la metti così, eh?» Gordo la spintonò, ma lei gli sfuggì, mostrandogli la lingua mentre lui le teneva dietro. «Ma tu guarda che razza di allieva indisciplinata doveva capitarmi!»

 

 

I’ve been asleep for a while now

You tucked me in just like a child now

‘Cause every time you hold me in your arms

I’m comfortable enough to feel your warmth

 

 

Finalmente si ritrovarono, ansanti, all’aria aperta.

«Allora» Lizzie si voltò a guardarlo sorridente, «andiamo a casa mia a studiare?»

Gordo sollevò un sopracciglio, assumendo un tono severo.

«Cosa ti dice che io voglia ancora darti ripetizioni, dopo tanto disinteresse da parte tua?»

Lizzie non disse nulla: si limitò a guardarlo con due occhioni supplichevoli da bambina.

Gordo non resistette ancora a lungo. Sorrise.

«A casa tua va bene.»

Tornata allegra, lei gli tese di nuovo uno degli auricolari del lettore mp3. Poi si incamminarono fianco a fianco verso la strada principale.

Per tutto il tragitto, Gordo si godette fino in fondo la sensazione della vicinanza della sua migliore amica.

In fondo, rifletté, anche quella era una questione di chimica.

 

 

It starts in my soul and I lose all control

When you kiss my nose the feeling shows

‘Cause you make me smile, baby, just take your time now

Holdin’ me tight

 

Wherever, wherever, wherever you go

Wherever, wherever, wherever you go

 

Wherever you go, I always know

‘Cause you make me smile, even just for a while

   
 
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